L’ Argentina si presenta alla seconda partita con la necessità’ di vincere per potersi poi giocare la qualificazione nell’ultima gara con la Polonia.
La debacle con l’Arabia Saudita ha suggerito a Scaloni di schierare una difesa con il solo Otamendi riconfermato.
Accanto a lui Lisandro Martinez solo 175cm di altezza ma con una garra ed una personalità per cui a Manchester, sponda United, è già diventato un idolo. Per noi, che parliamo sempre di ‘struttura del giocatore’, sembra impossibile che possa stare lì dietro.
Sulle corsie laterali la coppia del Siviglia di Jorge Sampaoli, Montiel a destra e Acuna a sinistra.
In mezzo al campo Rodriguez del Real Betis prende il posto di Paredes mentre il Papu Gomes viene sostituito da Mc Allister in forza al Brighton del nostro De Zerbi.
La forza d’urto e la creativita’ dell’attacco sono ancora sulle spalle di Lautaro Martinez, Angel Di Maria e Lionel Messi. Se vogliamo metterla in numeri e’ un 14231 che in fase di non possesso si dispone 1442.
Dall’altra parte il Messico, più sereno dell’albiceleste che, dopo il pari a reti inviolate con la Polonia di Lewandowsky, si schiera con un 1352 inserendo un difensore in più’,Araujo che si aggiunge a Montes e Moreno nel cuore della difesa.
Gallardo diventa il quinto a sx con Alvarez quinto a dx.
Centrocampo d’esperienza con Herrera (32 anni), Guardado (36 anni) e Chavez (26). In avanti Vega e il folletto Hirving Lozano che ha mostrato il suo talento la’ dove il talento si coniuga con il nome di Diego Armando Maradona, la divinità del calcio per antonomasia!
Non è stata una bella partita.
L’Argentina prova a dettare il gioco ma non trova linee di passaggio per andar dentro al campo ed innescare il genio di Messi. Troppo lenta la circolazione di palla in fase d’impostazione, troppo statici gli attaccanti.
Ad accendere gli spettatori, peraltro sugli spalti sono presenti più’ messicani che argentini, ci provano Di Maria e Messi.
Efficacia uguale a zero.
Lo stesso dicasi per il Messico più preoccupato di non concedere campo a Messi e compagni che di provare a vincere la partita.
Il primo tempo finisce senza alcuna vera emozione.
Inizia la ripresa e dopo pochi minuti Messi sembra voler prender per mano la squadra, accelera centralmente e viene abbattuto dai difensori messicani nei pressi dell’area, punizione.
Venti metri dalla porta difesa da Ochoa, e’la sua ‘mattonella’, la Pulce si prepara la palla, attende l’ok dall’arbitro Orsato, due passi per la rincorsa e calcio verso la porta. La palla sorvola la traversa di due metri abbondanti, lo sguardo di Messi e’ sconsolato. Che non sia giornata? Sono in tanti a chiederselo e tutti gli argentini a temerlo.
Altre due imbucate errate, una per eccesso di forza, l’altra intercettata, sembrano dare conferma alle sensazioni.
Tra il 57’ ed il 63’ tre cambi decisi dal CT argentino Scaloni, tra questi Julian Alvarez, da poco alla corte di Pep Guardiola a Manchester sponda City, al posto di Lautaro Martinez.
Dall’altra parte nessun segnale di voler cambiare corso alla gara. Lozano, volenteroso e’ pero’ lasciato solo nel deserto della metà’ campo offensiva messicana.
Messico che ormai si schiera con un 1541 con il baricentro che tende sempre più ad abbassarsi.
I cambi dicevamo : che dipenda da loro o no, sta di fatto che Messi al 64’ riceve palla da Di Maria, controllo orientato in avanti ad allontanarsi, seppur leggermente, dall’avversario più vicino che potrebbe intervenire, sinistro maligno rasoterra e pallone che si insacca nell’angolo a sinistra dell’incolpevole Ochoa.
E’ un urlo liberatorio quello che accompagna la Pulce nella corsa verso il fondo del campo a raccogliere la gioia dei suoi tifosi e l’abbraccio dei compagni.
Raggiunto il vantaggio, Scaloni si fa subito prudente inserendo un difensore, Romero, per Di Maria ed Ezechiel Palacio per Mc Allister passando così’ ad un 1532 che rischia di far passare l’inerzia della gara nelle mani della squadra del CT Martino.
El tricolor, così come viene soprannominata la Nazionale messicana, prova ad attaccare senza però creare veri pericoli all’estremo difensore Martinez.
All’ 87’ arriva il raddoppio dell’Argentina con Enzo Fernandez che, ricevuta palla da Messi sull’angolo sx dell’area messicana, rientra con una finta verso l’interno del campo eludendo l’intervento del difensore e lasciando poi partire un tiro a giro di dx che batte per la seconda volta Ochoa, sul palo lontano.
Tre punti per l’Albiceleste che riaprono le speranze, che danno nuove certezze, ancora troppo poco però quello che si è visto fino ad oggi in termini di prestazione per poter pensare che con la Polonia arriverà, di sicuro, il passaggio agli ottavi di finale.
Tutto ancora da giocarsi anche per il Messico. Terzo turno che sara’ decisivo per tutte, anche per Polonia e Arabia Saudita.
Filippo Galli
5 risposte
L’analisi evidenzia efficacemente e in maniera completa un aspetto che nello sport costituisce una delle principali variabili sul risultato finale: la componente psicologica. Con il “guizzo” dell’accoppiata Di Maria – Messi, l’Albiceleste ha cancellato i fantasmi di uno psicodramma che sembrava delinearsi dopo le precedenti occasioni sprecate. Da lì la fiducia acquisita ha fatto il resto verso il suggello finale del 2a0. “La paura di perdere ti fa perdere”: quanta verità, nello sport come nella vita di tutti i giorni
Sono perfettamente d’accordo sull’analisi del primo tempo.
Nel secondo un errore concedere tutto lo spazio a Messi per poter ricevere e calciare Sun un Ochoa non impeccabile, come non è stato impeccabile nel posizionamento su secondo gol (cosa purtroppo che si è ben vista anche in altre occasioni del secondo tempo, non è mai in diagonale precisa e pertanto la porta non risulta coperta).
Buongiorno a tutti, come Argentino mi permetto di esprimere il mio pensiero, il calcio in argentina è così sentito che travolge ogni logica ogni pronostico, tutta questa forza che parte dal cuore dal anima dalla passione pura a volte ti può giocare contro è può succedere quando ti trovi a superare forse nella carta il più debole….come mai ?
questo fenomeno io lo chiamo eccesso di consapevolezza che ti togli lucidità, reattività che ti toglie completamente dal contesto, è successo ormai tante volte, ma forse ce una soluzione.,.. si chiama LÍDER un uomo que possa convincere con la sua forza tutti, che dica a tutti siamo lì per fare e dare un po’ di gioia a tutto un popolo che ci guarda che ti aspetta, purtroppo questo ci sta mancando da un po’ di tempo, il giorno che questo LÍDER torni in campo forse li questa squadra troverà la gloria eterna.
Questa figura emblematica necessaria in ogni grande obbiettivo purtroppo non manca solo nella nazionale Argentina, la figura del líder e per me Fondamentale.
PS. DIEGO CI MANCHI TANTO ♥️
Grazie della condivisione, concordo con l’analisi, dall’Argentina mi aspetto, come tanti credo, molto di più. Manovra troppo lenta e quindi prevedibile e contrastabile. Forse questa vittoria ha allontanato i fantasmi e le paure di questa nazionale che ora potrà fare un cammino importante in questo mondiale. Vedremo nelle prossime partite…
Una lettura della partita dettagliatissima. Per quanto riguarda Martinez sembrano pochi 175 cm, ciò dimostra che non è importante essere alti ma essere all’ altezza.