GIAPPONE – CROAZIA 1-1 (1-3 d.t.s.): I CROATI SCONFIGGONO I SAMURAI BLU AI RIGORI

L’ottavo di finale che vede Giappone e Croazia protagoniste è il terzo confronto tra le due fazioni: nei due precedenti il Giappone non è mai andato in gol, incassando una sconfitta per 1-0 ed un pareggio a reti bianche. Va in scena all’Al Janoub Stadium un match dal sapore particolare. La sfida è tra due modi diversi di interpretare il calcio, comunemente riuniti sotto la caratteristica dell’intensità. I croati partono col favore del pronostico, ma il Giappone ha già saputo dimostrare di poter ribaltare le carte in tavola, nonostante non abbia mai superato gli ottavi di finale ad un Mondiale. Il Giappone, malgrado la media del 32,3% di possesso palla nella fase a gironi (una delle più basse di sempre), è riuscito a strappare un pass per gli ottavi grazie soprattutto al fattore panchina. Difatti, 3 dei suoi 4 gol, sono arrivati proprio da giocatori subentrati.

A portare a casa il risultato, dopo 120’ di sofferenza e lo svantaggio iniziale, è la Croazia. Forse, nel complesso, il Giappone qualcosa in più meritava: ma quando dal dischetto ne sbagli 3 su 4 è difficile esprimere un giudizio positivo. Decisive dal dischetto le reti di Vlasic, Brozovic e Pasalic. Nei tempi regolamentari però è Ivan Perisic a rispondere al gol di Maeda, rimettendo in gioco la nazionale a scacchi.

Il racconto della partita:

1° TEMPO

Il Giappone scende in campo con un offensivo 1343: Gonda; Tomiyasu, Yoshida, Taniguchi; Ito, Endo, Morita, Nagatomo; Doan, Maeda e Kamada.

La Croazia schiera un più classico 1433: Livakovic; Juranovic, Lovren, Gvardiol, Barisic; Modric, Brozovic, Kovacic; Kramaric, Petkovic, Perisic.

Nel corso del primo tempo è il Giappone a fare la partita. Come ampiamente previsto, il ritmo è elevato sin dall’inizio: le due sfidanti partono cariche. Le prime occasioni utili sono tutte per i Samurai Blu: prima con un colpo di testa di Taniguchi che sfila alla destra di Livakovic; successivamente, attraverso gli insidiosi cross di Ito che Maeda non ribatte in rete per questione di centimetri. Al 43’ è lo stesso Maeda a siglare il gol del vantaggio giapponese: il centravanti nipponico, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, si fa trovare pronto per il tap in vincente. Primo, storico, gol del Giappone ai danni della Croazia.

La Croazia appare piuttosto imprecisa, con poca determinazione sotto porta. Crea sì qualche occasione, ma senza realmente impegnare Gonda. L’unica parata del portiere giapponese si registra nei primi minuti di gioco quando Ivan Perisic, dopo un pressing ben eseguito, recupera palla e conclude, senza esito, da posizione ravvicinata.

Partita, come detto in apertura, intensa. Incontro fisico e rapido: il direttore di gara tende a non interrompere frequentemente il gioco e lascia proseguire, adottando uno stile di arbitraggio “all’inglese”.

Il Giappone gestisce il possesso per larghi tratti, la Croazia attende. Partita molto tattica, in cui lo sfondamento croato avviene perlopiù sulle fasce, alla ricerca imperterrita del cross: schema offensivo talvolta caotico e poco efficace. Il Giappone si dimostra più concreto e razionale, lo documenta anche il contropiede imbastito al 41’ dove dimostra tutta la sua qualità. In quest’occasione, però, Kamada non riesce ad inquadrare lo specchio della porta, calciando alto.

2° TEMPO

Gara più equilibrata in avvio di ripresa, con continui ribaltamenti di fronte. Si affaccia con più frequenza e convinzione la Croazia, nonostante il fraseggio non rimanga dei più convincenti. La squadra dei balcani continua a buttar palle alte in mezzo, trovando al 55’ la rete del pareggio grazie proprio ad un cross dalla trequarti di Lovren, il quale pesca Ivan Perisic: il croato prende bene il tempo ad Ito ed insacca alle spalle di Gonda.

I nipponici accennano una reazione prima con Endo e poi con Doan, ma trovano la pronta risposta di Livakovic. Per i croati, invece, il più pericoloso è sempre Ivan Perisic, vero leader della nazionale a scacchi. Anche Modric, spettatore non pagante nel primo tempo, entra – finalmente – nel vivo. L’ex pallone d’oro si rende protagonista di alcuni recuperi fondamentali e soprattutto di un gran destro al volo dalla distanza, tuttavia deviato in corner da una parata plastica di Gonda. Cambia assetto la Croazia con l’inserimento di Pasalic: schieramento meno offensivo sul finale, plausibilmente per evitare la beffa dell’ultimo minuto.

Nelle battute conclusive dei tempi regolamentari le squadre risultano visibilmente stanche e sembrano voler accontentarsi del pareggio, come fossero in attesa dei tempi supplementari. L’ultimo squillo dei 90’ arriva al 86’ proprio dal subentrato Pasalic: colpo di testa a lato.

TEMPI SUPPLEMENTARI

Totale equilibrio tra le due compagini: entrambe tendono a non verticalizzare, evitando rischi compromettenti, sicuramente stremate dal dispendio fisico dei 90’. Ravvisabili, nella prima frazione, solo un colpo di testa di Taniguchi (come in avvio di gara) e una stupenda incursione di Mitoma, il quale percorre 70 metri palla al piede salvo poi sprecare calciando centrale. Nel secondo tempo supplementare poche emozioni: entra in scena lo spettro dei rigori.

RIGORI

La lotteria dei rigori è un gioco di nervi, si sa. Chi li ha mantenuti più saldi è il portiere della Croazia Livakovic. L’eroe della serata para 3 rigori su 4, neutralizzando i tentativi di Minamino, Mitoma e Yoshida. Decisivi gli errori giapponesi, che si contrappongono alle marcature croate siglate da Vlasic, Brozovic e Pasalic.

Passa il turno, dopo un interminabile scontro, la Croazia. Ciononostante, il Giappone è apparso superiore durante la prima ora di gioco: trame qualitativamente migliori di quelle croate, dinamiche e precise. Per spezzare una lancia a favore della Croazia c’è da dire che, rientrando dagli spogliatoi, la squadra di Dalic è sembrata letteralmente rinascere. Risultato acquisito specialmente attraverso il talento dei singoli, i quali sono riusciti ad agguantare il pareggio e a gestirlo con maturità.

Croazia “graziata” dal poco cinismo giapponese nelle fasi iniziali. Samurai Blu ordinati, ma che si perdono in un bicchier d’acqua sul finale. I vicecampioni del mondo approdano ai quarti di finale dove affronteranno la corazzata verdeoro del Brasile, il 9 dicembre alle ore 16. I sudamericani, reduci dal 4-1 rifilato alla Corea del Sud, sono attualmente una delle squadre più in forma del torneo, nonché papabili vincitori. Sarà dura.

Luca Lazzaro

Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.

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