FRANCIA-MAROCCO : E’ STATO E SARÀ IL MONDIALE DEI “LEONI DELL’ATLANTE”?

Francia-Marocco sara’ la seconda semifinale in ordine di tempo eppure sembra essere la piu’ attesa nonostante questa sera si affrontino Croazia, vice campione in Russia nel 2018 e Argentina, gia’ due volte campione del mondo (1978 e 1986) e finalista in altre tre occasioni (1930, 1990 e 2014).

Non si fa altro che parlare dell’exploit del Marocco, la squadra che ha sorpreso tutti riuscendo ad arrivare alle semifinali del torneo. Unica nazione africana ad esservi mai approdata in tutte le edizioni della manifestazione. Le cronache riportano festeggiamenti di uno dei popoli provenienti dal Maghreb (gli arabi chiamano cosi’ quelle regioni mediterranee ad ovest del fiume Nilo) in tutte le piazze delle maggiori citta’ europee ed italiane.

Il Marocco ha giocato un calcio attendista, schieramento di partenza annunciato 1433 presto modificatosi in ciascuna partita in 1451 o comunque in una disposizione molto compatta, con una grande disponibilita’ al sacrificio da parte di tutti, all’aiuto e alle coperture reciproche, a quella capacita’ di stare concentrati, minuto dopo minuto, con sempre maggiore applicazione, sul compito : evitare linee di passaggio interne che potessero liberare avversari concedendo loro di affrontare il difendente nell’1vs1 e facendogli cosi’ acquistare velocita’.

Quando giochi in questo modo piu’ passa il tempo senza subire goal, piu’ ti senti insuperabile, ti esalti, trovi energie fisiche, mentali, emotive di cui non pensavi di poter disporre. In un continuo e reciproco alimentarsi.

Il pubblico si entusiasma, lo senti come se fosse li’, al tuo fianco. E’ come se potesse coprire quegli spazi che inevitabilmente, per qualche istante, sei costretto a lasciare. A quel punto e’ l’avversario che, con il passare dei minuti, non trova piu’ il coraggio per rischiare la giocata, aspetta un tempo di troppo, lo spazio si chiude e tutto e’ da rifare. Subentrano incertezze, paure, indecisioni.

 Il tempo e lo spazio, ancora questi ‘maledetti’ tempo e spazio, giocano a favore o a sfavore degli uni o degli altri. Arriva il fischio finale e chi, per tutta la partita ha tentato di vincerla provando a fare goal, deve cedere il passo a chi ha tentato di vincerla provando a non subire goal e aspettando che l’altro gli lasciasse, anche per una sola volta, palla, spazio e tempo per poterlo trafiggere.

Sono due mondi, due pensieri opposti ed entrambi trovano spazio nel nostro gioco. Ad ognuno la scelta.

Yassine Bounou, portiere del Marocco, ha subito finora solo un goal su autorete

Coloro che aspirano ad un ritorno al passato fanno gia’ paragoni con il catenaccio, a mio avviso in maniera impropria, quello schieramento tattico introdotto dall’ allenatore austriaco Karl Rappan quando allenava il Servette (1932) e successivamente utilizzato da molti tecnici in Italia tra cui Nereo Rocco ed Helenio Herrera. Il catenaccio e’ considerato, da alcuni, precursore del cosiddetto “calcio all’italiana”, basato su marcature ferree e contropiedi (ripartenze) efficaci.

 La percentuale di possesso palla piu’ alta, quasi il 43%, il Marocco l’ha avuta nella partita decisiva del turno eliminatorio, giocata contro il Canada e vinta per 2-1.

Contro Spagna e Portogallo, le due nobili eliminate, rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale, il Marocco ha tenuto la palla soltanto, rispettivamente, per il 28% con la prima ed il 27% con la seconda.

Si e’ difeso bene il Marocco ma ha concesso a ciascuna 9 occasioni da goal costruendone rispettivamente 3 con gli spagnoli e 6 coi lusitani.

Bastera’, alla squadra che e’ rimasta a rappresentare il continente africano, ripetere le prestazioni esibite contro le due nazionali iberiche, per superare la Francia?

Non lo sappiamo, ma sono convinto che questa squadra abbia i mezzi per proporre anche un calcio differente rispetto a quello mostrato fino ad oggi.

 Il Marocco non e’ mai andato sotto nel punteggio in questo mondiale. Potrebbe accadere con la Francia e a quel punto bisognera’ capire quanto la squadra del CT Regragui sara’ in grado di cambiare abito mentale. Credo lo possa fare. Non dimentichiamoci che, l’undici iniziale schierato contro il Portogallo contava diversi giocatori di qualita’, 10 giocano in squadre europee di cui 8 in una delle cinque Leghe Top d’ Europa, tra questi, solo per citarne alcuni : Zyech (Chelsea), Amrabat (Fiorentina) e Hakimi (PSG).

La Francia, dal canto suo, si presenta a questa semifinale dopo aver battuto l’Inghilterra.

Una rivalità sportiva ma anche politica, economica, culturale che dura da sempre. Nel calcio, stranamente, a livello di competizione mondiale, i precedenti erano solo due ed è la prima volta che i Blues riescono a battere la nazionale dei Tre Leoni. Francia con il vento in poppa quindi.

Assetto oramai definito quello dei Blues, 14231, con gli interpreti che dovrebbero essere i seguenti: Lloris (Tottenham) tra i pali, terzino destro Kounde’(Barcellona) che dopo la 2^ partita, giocata contro la Danimarca, ha definitivamente convinto il CT Deschamps, centrali Upamecano (Bayern Monaco) e Varane (Man UTD), a sx Theo Hernandez (Ac. Milan), autore finora di un buon torneo, che ha rischiato pero’ di macchiare con il rigore causato (e poi sbagliato) con un un fallo inutile, nella partita contro l’Inghilterra.

Il centrocampo con due mediani, solidi e intraprendenti, Tchouameni (Real Madrid) e Rabiot (Juventus) mentre sulla trequarti agiscono : a sinistra Mbappe’(PSG), a destra Dembele’ (Barcellona) al centro Griezmann (Atl. Madrid), quest’ultimo un po’ uomo ovunque, vero equilibratore della squadra e da noi gia’ definito “gregario di lusso” nell’analisi di Francia-Polonia.

Antoine Griezmann, giocatore fondamentale per gli equilibri della Francia

Tutti a supporto di bomber Giroud (Ac.Milan).

Una Francia che solitamente non ha e non sente l’assoluto bisogno di comandare la partita, e’ probabile che stavolta sia chiamata a farlo come e’ probabile che lo sapra’ fare con piglio.

Se il Marocco e il popolo marocchino hanno il diritto di sognare, lo possono certamente fare anche i “cugini d’Oltralpe”, se consideriamo, a maggior ragione, cio’ che portano in dote!

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