FRANCIA – MAROCCO 2-0: I TRANSALPINI INTERROMPONO LA FAVOLA MAGHREBINA

È andata in scena all’Al Bayt Stadium di Al Khor la seconda semifinale, quella tra Francia e Marocco. Non esattamente una partita qualunque, ma un vero e proprio derby culturale, economico e politico. Le due compagini francofone si sono giocate l’accesso alla finale, nella quale presenzia anche l’Argentina, passata agevolmente 3-0 sulla Croazia.

A spuntarla, come da pronostico, è la Francia di Didier Deschamps. Un cinico 2-0 per i transalpini: vittoria di carattere contro un Marocco che fin qui è sembrato tutt’altro che penetrabile. Non è un caso che, inizialmente, il CT Regragui abbia optato per schierare la difesa a 5, forzando l’inserimento degli acciaccati Saiss e Mazraoui.

La Francia, invece, si dispone in campo con il solito 4-2-3-1, con due piccole variazioni: Konaté e Fofana dentro; Upamecano e Rabiot fuori. Scelte dettate dallo stato di salute di quest’ultimi.

Il racconto:

La partita comincia subito ad alti ritmi e si sblocca dopo appena 5 minuti, grazie ad una gran coordinazione di Theo Hernandez. Il terzino francese riceve palla dopo un tiro rimpallato di Mbappé, dopodiché è bravo a coordinarsi e trafiggere al volo Bounou. È uno a zero.

Questo gol porta con sé delle chicche per gli amanti delle statistiche e delle curiosità: Theo Hernandez è stato il primo avversario a segnare al Marocco in questa edizione del Mondiale. Inoltre, i maghrebini non erano mai passati in svantaggio nell’arco dell’intero torneo.

La complicata situazione degli africani, però, ha rappresentato un punto di svolta nel loro percorso. Il gol subito li ha costretti ad abbandonare l’assetto difensivo e, di conseguenza, ha permesso loro di mostrare tutte le loro qualità in fase offensiva e di impostazione.

Come affermato in precedenza, i ritmi sono stati elevatissimi, le squadre si sono sfidate colpo su colpo, lo stadio era una bolgia ed il pressing asfissiante. Il Marocco, nel corso del primo tempo, ha avuto le sue chance: prima con Ounahi al 10’ da fuori area; poi, sullo scadere, la rovesciata di El Yamiq sugli sviluppi di un corner impegna (non poco) Lloris.

Il Marocco, nonostante lo svantaggio, non si è perso d’animo. La Francia, d’altro canto, ha saputo gestire ed incassare. Nelle trafile dei transalpini, le migliori occasioni del primo tempo, sono tutte per Giroud: al 17’ dopo un’incertezza di Saiss, il numero 9 dei Bleus colpisce il palo. Poco più tardi, è sempre il milanista a concludere a lato dopo un bel contropiede orchestrato da Mbappé.

Nel secondo tempo, la Francia punta ancora sulle ripartenze e sulla velocità dei suoi esterni. Il Marocco non cede il passo e sforna occasioni una dopo l’altra, in rapida successione: prima con Boufal e poi con Attiyat Allah. In entrambi i casi, i cross al centro non sono stati concretizzati per questione di millimetri. Bravi i centrali francesi a non farsi abbindolare e a mantenere la porta inviolata.

Al 76’ Hamdallah (appena entrato per il Marocco) si protrae offensivamente in una serpentina ubriacante, perdendosi in un bicchier d’acqua al momento della conclusione. Da un subentrato all’altro: tre minuti più tardi entra Kolo Muani per la Francia. Al primo pallone utile, dopo pochi secondi, il giocatore dell’Eintracht Francoforte insacca il gol del 2-0 da posizione ravvicinata. Ancora una volta, il gol arriva dopo un tentativo sporcato di Mbappé.

Kolo Muani autore del 2-0 della Francia festeggiato dai compagni

A causa del doppio svantaggio, si affievolisce il Marocco: un copione prevedibile. Nei minuti di recupero assistiamo ad un timido cenno di reazione con Hamdallah che si divora il gol della bandiera da mezzo metro. Bravo Koundé a salvare sulla linea in quell’occasione.

Il resoconto che ne viene fuori è quello di una partita intensa, in cui il Marocco per larghi tratti ha preso le redini nel tentativo di rimontare il match. Un plauso doveroso va fatto alla retroguardia francese, la quale si è fatta sempre trovare preparata e vigile a fronte degli attacchi marocchini.

Lo stesso Marocco, nonostante la sconfitta e l’eliminazione, ha avuto l’occasione di mostrare al mondo intero il valore della propria rosa e la coesione dei membri che la compongono. A dimostrazione del fatto che il Marocco non è solo il “catenaccio e ripartenze” che avevano contraddistinto le ultime uscite. Sprazzi di qualità, belle trame offensive ed una buona gestione. Nonostante ciò, qualche piccola imprecisione ed un po’ di sfortuna hanno fatto sì che a passare fosse la Francia.

La Francia fa comunque valere il proprio strapotere fisico ed il talento dei suoi fuoriclasse. Caratteristiche di una squadra meritevole e dalle ambizioni elevate: la seconda finale Mondiale consecutiva per i Bleus non è un caso.

Francesi mai realmente in difficoltà, sempre in controllo del match, capaci di assorbire e neutralizzare i tentativi avversari. Menzione d’onore, oltre alle sgroppate di Mbappé e Theo Hernandez, va fatta ad un fenomenale Griezmann. “Le Petit Diable” nel ruolo da trequartista disegna calcio. Fulcro del gioco di Deschamps, Grizou è onnipresente in campo, risultando decisivo anche in copertura con il recupero di palloni preziosi.

Sarà dunque Argentina contro Francia la finale, un incontro – sulla carta – spettacolare. Albiceleste in cerca di vendetta; Bleus che vorranno bissare il successo di quattro anni fa. Nell’edizione di Russia 2018, Francia ed Argentina si sfidarono agli ottavi di finale; ad avere la meglio ai tempi furono i transalpini, vincendo per 4-3 con doppietta di Kylian Mbappé.

Comunque vada, in campo, domenica, si farà la storia. Riuscirà Messi a coronare la sua carriera con l’ultimo tassello mancante o sarà Mbappé ad alzare la seconda Coppa del Mondo a soli 23 anni? Ne vedremo delle belle.

Luca Lazzaro

Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.

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