Sono passati 275 giorni giorni dall’ultima sfida nella capitale tra queste due squadre, in quella che risultò una partita spartiacque per il cammino – poi rivelatosi trionfale – dei rossoneri.E in un qualche senso si può trovare qualche analogia tra lo stato d’animo che i rossoneri attraversarono dopo il vantaggio iniziale di Immobile e quello che attualmente caratterizza la squadra di Pioli: il gol a freddo della squadra biancoceleste gettó nello sconforto la compagine rossonera che per oltre 60’ pensò di aver irrimediabilmente gettato al vento quanto di buono fatto fino a quel momento; poi un lampo, il solito Leao a ridare vigore alla rimonta del Diavolo che – come nei migliori film di Hitchcock – operó il sorpasso nel finale con Tonali dando vita ad una rincorsa che si concluse 28 giorni dopo con il trionfo del Mapei Stadium.
Oggi le sensazioni sono più o meno le stesse: da una parte la paura che quei 5 minuti di follia con la Roma abbiano dato una mazzata alle ambizioni tricolori dei rossoneri, dando il via ad una involuzione – ad avviso di chi scrive – non di gioco ma di testa, certificata dalle prestazioni incolori (per usare un eufemismo sic!) con Lecce in campionato e Torino in coppa Italia e culminata con l’Inter in Supercoppa; dall’altra la speranza che ancora una volta lo stadio Olimpico possa nuovamente fare spiccare il volo ai meneghini, dissolvendo tutte le scorie mentali accumulate dopo l’incredibile harakiri contro la squadra di Mourinho.
Sarri per l’occasione deve rinunciare ancora a Immobile per cui conferma Felipe Anderson nel ruolo di centravanti con Pedro e Zaccagni ai lati. A centrocampo Luis Alberto ha una nuova chance dal 1′ accanto a Cataldi e al solito Milinkovic ad operare da incursore. In difesa davanti a Provedel, l’ex Romagnoli a guidare il reparto assieme a Casale mentre i terzini sono Hysay e Marusic con l’esclusione, rispetto a quanto previsto, di Lazzari.
Sul fronte opposto Pioli ha perso proprio alla vigilia Theo Hernandez, uno dei più opachi nelle ultime uscite del Diavolo, rimasto a Milano a causa di un affaticamento muscolare; reparto arretrato composto da Dest, Kalulu, Tomori e capitan Calabria con Tatarusanu a difesa della porta; centrocampo titolare con Tonali e Bennacer mentre sulla trequarti Messias, Diaz e Leao agiranno alle spalle di Giroud.
Sin dai primi minuti appare chiaro il copione tattico con Brahmin Diaz e Leao a fare da trequartisti, Dest e Messias esterni alti e costruzione a tre da dietro; Lazio che cerca molto Zaccagni alle spalle di Calabria per creare l’uno contro uno, Luis Alberto e Milinkovic-Savic che si staccano e vanno ad attaccare la profondità e che spesso si trovano in una posizione più avantata rispetto a quello della punta Felipe Anderson; Milinkovic Savic scala a prendere Leao sui rinvii di Tatarusanu mentre Cataldi è molto attento sugli inserimenti di Tonali.
Alla prima azione la Lazio sblocca la gara: al 4’ Zaccagni sulla sinistra punta Calabria e mette dentro un cross basso, Pedro e Felipe Anderson lasciano sfilare la palla che arriva a Milinkovi-Savic che in scivolata batte Tatarusanu.
Il Milan accusa il colpo anche se al 6’ Messias si accentra e cerca un tiro senza grosse pretese.
Al 18’ bella azione di Brahim Diaz e suggerimento per Leao che ottiene un calcio d’angolo; sugli sviluppi tiro di Tonali senza esito.
Pochi minuti dopo la gara perde un protagonista: Tomori si accascia a terra per un problema al quadricipite sinistro e viene sostituito da Kyaer.
La Lazio appare padrona del campo, il Milan imbambolato e in totale balia della squadra capitolina.
Continua l’arrembaggio della compagine di Sarri con un ottimo cross di Milinkovic-Savic e tiro al volo di Zaccagni deviato in angolo.
Tra il 26’ ed il 35’ da annotare solo due cartellini gialli, uno a Bennacer che scaglia il pallone lontano a gioco fermo dopo un fallo da lui stesso commesso ed un altro a Milinkovic-Savic per fallo da tergo.
Al 35’ sanguinosa palla persa in costruzione da Calabria e incursione di Felipe Anderson che mette la palla in mezzo e Pedro non ci arriva per un soffio.
Ma il raddoppio della Lazio è solo una questione di minuti: un paio di giri di orologio e Marusic, su filtrante di Pedro, sorprende Dest alle spalle e tira dall’interno dell’area di rigore, la palla sbatte sul palo e Zaccagni è il più lesto di tutti a ribadire in rete.
2-0 per una Lazio bella ed a tratti irresistibile, Milan alle corde e la fotografia della partita sta nell’indolenza di Leao che, imbavagliato per tutta la partita da Marusic, ogni volta che perde palla si disinteressa dell’azione invece di correre all’indietro per aiutare i compagni.
Il primo tempo termina con una palla illuminante di Luis Alberto per Zaccagni che calcia ma trova il corpo dell’estremo difensore milanista.
Ricomincia il secondo tempo ed il Milan sembra da subito più aggressivo.
Al 48’ punizione di Bennacer deviata fuori di un soffio.
La sensazione di un Milan rinvigorito, tuttavia, dura giusto una manciata di minuti.
Al 51’ Milan graziato da un errore tecnico del direttore di gara che, dopo un fallo di Kyaer su Felipe Anderson, non concede il vantaggio su un passaggio filtrante di Pedro che aveva messo Luis Alberto nelle condizioni di involarsi verso la porta del Milan solo davanti al portiere; giallo per il giocatore danese.
Triplo cambio del Milan fuori Messias (impalpabile la prestazione dell’esterno brasiliano), Giroud e Diaz, dentro i tre belgi Saelemaekers, Origi e De Ketelaere
Al 64’ calcio di rigore per la Lazio: imbucata di Hysaj per Felipe Anderson (con Tatarusanu che inspiegabilmente non esce per vanificare l’azione offensiva della Lazio), il quale mette la palla nel cuore dell’area di rigore e Pedro anticipa Kalulu che con un intervento maldestro stende l’esterno spagnolo; dagli 11 metri Luis Alberto insacca agevolmente con un tiro centrale.
Una decina di minuti più tardi la Lazio cala il poker: Zaccagni, dopo aver vinto l’ennesimo duello con Calabria, mette una palla al limite dell’area di rigore per Luis Alberto che a sua volta con un passaggio filtrante smarca Felipe Anderson; il giocatore della Lazio, solo davanti al portiere rossonero, ha tutto il tempo di prendere la mira e spiazzare l’estremo difensore del Milan.
Pochi minuti dopo cambio operato dalla Lazio: fuori Marusic (maiuscola la sua prestazione in fase difensiva su Leao) e Pedro dentro Romero e Lazzari; fuori anche Leao per Rebic, con il portoghese che mestamente sfila a testa bassa sotto lo spicchio riservato ai tifosi ospiti.
La partita non ha più alcuna storia e gli ultimi minuti servono solo a far registrare un cross di Saelemaekers con girata al volo di Rebic parata da Provedel senza troppi patemi e l’ovazione dello stadio Olimpico per Milinkovic-Savic sostituito da Basic.
Proprio il giocatore bosniaco si rende protagonista di un brutto fallo (per la verità totalmente involontario) su Calabria che è costretto a lasciare il campo sorretto dai sanitari del Milan: per lui si tratta solo di una brutta contusione e non filtrano particolari allarmismi da parte dello staff rossonero.
Dopo 3’ minuti di recupero il direttore decreta la fine delle ostilità; il Milan esce completamente disorientato e stordito da una Lazio bellissima capace di esaltare le proprie qualità e peculiarità e metter a nudo tutti i limiti che al momento caratterizzano la squadra di Pioli.
La squadra appare frastornata, poco compatta e con poche, pochissime idee. Con distanze enormi tra i reparti a cui sembra aggiungersi una condizione fisica deficitaria di piu’ di qualche interprete, Leao su tutti. Come sempre, non sappiamo quale sia, tra queste, perche’ tutte connesse e interdipendenti tra loro, la causa principale delle ultime prestazioni per nulla convincenti.
Da salvare dopo una serata del genere c’è ben poco.
Tuttavia i tifosi milanisti, nonostante tutto,non devono farsi prendere dai facili allarmismi che spesso sfociano nel disfattismo più becero: la squadra è giovane, la società solida e con i conti in regola ed il progetto continua ad apparire chiaro e ben definito; serve certamente una rapida inversione di tendenza per non vanificare quanto di buono fatto finora.
Appare inutile allo stato fare la conta dei punti che separano la compagine di Pioli dalla prima della classe, quel Napoli che ad oggi pare inarrivabile per chiunque: è piuttosto necessario e doveroso che il gruppo ritrovi quella serenità e compattezza che lo ha contraddistinto fino a quegli ultimi sciagurati maledetti 5 minuti contro la Roma.
Di Alessandro Corbetta e Filippo Galli
6 risposte
Come sempre perfetto, Filippo…., dopo i 5 minuti con la Roma sono crollati di testa.
Devono ritrovarsi e cercare di capire cosa è successo.
FV❤️❤️🖤
Prima di tutto complimenti x la tua carriera nel “mio” Milan.
Se posso permettermi come consiglio personale riguardo a questo articolo avrei preferito leggere dei commenti e osservazioni, spunti e critiche sulla messa in campo, mentre molto tempo è dedicato alla cronaca.
Sarebbe interessante leggere tuo/vostro punto di vista su tattica , formazione e ruolo giocatori, esaminare errori difensivi , movimenti di squadra ecc…conoscenze che tu sicuramente hai.
Sempre forza Milan !
Marco
Ciao Marco, ti ringrazio per l’appunto che mi annoto. Credo che tra le pieghe della cronaca, soprattutto nella parte conclusiva si evinca quale sia il nostro pensiero rispetto a quanto accaduto in campo. In ogni caso, proveremo in futuro ad approfondire alcuni temi.
A presto e Forza Milan!
Ciao. Sui primi 2 goal come mai Kalulu segue un avversario e non sta a difendere la sua zona? Adriano
Ciao Adriano, si tratta di due letture sbagliate, certamente quella sul secondo goal ma, come spesso accade, le responsabilita’ non sono solo sue.
Sul primo goal : Sulla palla giocata in verticale da Romagnoli a Felipe Anderson, che gli va incontro, Kalulu decide di rompere la linea ma è in ritardo. Il laziale riceve ed è bravo ad allargare a sx su Zaccagni che punta la linea difensiva rossonera rimasta a 3 contro 4 laziali,Zaccagni avanza palla al piede e, forse, a quel punto Tomori avrebbe dovuto accorciare sull’ accorrente Luis Alberto che peraltro lascia passare la palla per il compagno Anderson anche lui in corsa verso la nostra area (ora i laziali sono 5) che fa a sua volta un velo e permette a Milenkovic di ricevere,calciare di prima intenzione dagli 11 m e battere Tatarusanu.Tomori avrebbe forse dovuto scalare in direzione di Luis Alberto e Dest su Milenkovic Savic lasciando libero l’ultimo e più distante attaccante laziale, Pedro.
Col senno di poi Kalulu avrebbe dovuto restare in posizione e chiamare Bennacer alla pressione su Anderson che, tra l’altro entra “nel suo radar” davanti a sx.
Sul secondo goal : la palla arriva a Pedro largo a dx, Dest lo affronta ma non può attaccarlo perché preoccupato dalla sovrapposizione di Marusic. Kalulu sul movimento ad allontanarsi dall’area di Milenkovic Savic lo segue, togliendo copertura al compagno Dest che però, a sua volta, non deve concedere la palla interna. Poi c’è la bravura di Pedro che fa un passaggio con i giri contati!
Facile per noi che osserviamo al rallenty!
Grazie per il tuo commento. A presto.
Buongiorno Filippo complimenti per la tua disamina della gara , in modo particolare per come hai spiegato gli errori commessi dal Milan nei primi due goal presi .
Roberto.