LEICESTER 2015-2016: SI, A VOLTE I SOGNI SI AVVERANO – PARTE 3^ E 4^.

GARY LINEKER

CAPITOLO 3 MA CHI E’ QUESTO FENOMENO ?

A Leicester lo conoscevamo tutti.

Suo padre aveva un negozio di frutta e verdura a Leicester Market (il più grande mercato all’aperto d’Europa, lo sapevate ?).

Prima di lui ce lo aveva suo nonno e prima ancora il suo bisnonno.

Lo avevamo visto tutti da ragazzino dare una mano a scaricare le cassette dal furgoncino del padre o a fare le consegne con la bici alle persone anziane del suo quartiere.

Aveva una faccia furba con quel naso un po’ schiacciato e dei lineamenti quasi da sudamericano e ben presto si sparse la voce che con un pallone tra i piedi ci sapesse fare parecchio.

Ne sentivo parlare talmente tanto che un giorno decisi anch’io di andare ad assistere ad una partita dello “Youth Team” del Leicester  contro l’Aston Villa.

Non era tecnicamente un mostro ma aveva un’energia pazzesca. Non lasciava respiro ai difensori avversari, correva su tutti i palloni, dettava il passaggio in profondità, andava a cercare la palla sulle fasce … non credo di averlo mai visto fermo durante tutta la partita.

E poi aveva quella rapidità nel breve che faceva davvero impressione.

In quella partita segnò due reti, due semplici “tap-in” il primo sulla respinta del portiere avversario e il secondo in mischia. Niente di trascendentale, ma in un’area di rigore affollata il primo a reagire fu sempre lui.

Quel ragazzino si chiamava Gary Lineker e dopo un paio d’anni ce lo trovammo in prima squadra l’anno in cui tornammo in First Division, il 1979.

L’anno successivo però giocò pochino e pareva che il salto nella massima categoria fosse un po’ troppo per lui. Di sicuro lo era stato per il Leicester che tornò dritto dritto in Second Division.

Rimanemmo altre due stagioni nella serie cadetta del calcio inglese ma Gary Lineker era diventato il nostro attaccante principe. Al termine della stagione 1982-1983 tornammo in First Division in buona parte grazie ai 26 gol di Gary.

Eravamo tutti curiosi di vedere come si sarebbe comportato stavolta al cospetto delle difese della massima serie e sapevamo che molte delle nostre chance di rimanere in quel campionato dipendevano da lui.

Gary non ci tradì. Segnò 22 reti classificandosi al secondo posto nella classifica dei marcatori e permise alle mie “Foxes” di rimanere un altro anno in First Division.

A fianco di Gary già dall’anno della promozione in First Division giocava un lungagnone magro magro, ma con un sinistro di tutto rispetto e che compensava alla perfezione le caratteristiche di Lineker. Si chiamava Alan Smith e la sua bravura nel gioco aereo fu una fonte inesauribile di assist per Gary, con il quale aveva ormai un’intesa quasi telepatica. L’anno seguente le aspettative erano tante, come da tempo non accadeva al Filbert Street tra noi tifosi delle Foxes.

Ci dicevamo che con una coppia di attaccanti così potevamo permetterci di sognare un po’ più grande della solita disperata lotta per la salvezza.

Non fu così purtroppo.

La salvezza la raggiungemmo solo alla penultima giornata di campionato quando battemmo il Sunderland per due reti a zero. Quelle reti furono entrambe segnate da Gary Lineker.

Le ultime con noi. In quella stessa estate fummo costretti a cederlo. Lo voleva mezza Inghilterra.

Gary scelse l’Everton che in quel momento era la squadra più forte di tutte.

I “Blues” del Goodison Park avevano appena vinto sia la Coppa delle Coppe che il campionato.

Con i gol di Gary sarebbero diventati imbattibili.

“Lascio casa mia e il Club che amo per andare dove potrò giocare per vincere dei trofei, Coppa dei Campioni compresa” queste furono le parole di Gary Lineker quando saluto tifosi e compagni di squadra a fine stagione.

… Poi arrivò l’Heysel … e la Coppa dei Campioni per Gary Lineker e l’Everton FC rimase un sogno …

16 gennaio 2016

ASTON VILLA – LEICESTER 1-1

Marcatori: Okazaki 28’ (L) Gestede 75’ (A)

Dopo la vittoria con gli Spurs è arrivato un pareggio esterno contro l’Aston Villa. Siamo andati in vantaggio con Okazaki, fallendo più il raddoppio più volte e con Mahrez abbiamo fallito un altro calcio di rigore, il secondo consecutivo. Il gol del pareggio dei Villans è arrivato grazie ad un tiro di un loro attaccante deviato da uno dei nostri. Ma a quel punto avremmo già dovuto essere con il risultato al sicuro.

Ranieri stavolta non è contento. Affatto.

“Ok, è un derby, abbiamo giocato fuori casa e abbiamo comunque conquistato un punto. Ma oggi ne abbiamo gettati al vento due”.

Dichiarazione decisa e che ha sorpreso parecchi osservatori.

Dichiarazione di un manager con ambizioni, non di uno che già contento di quanto ottenuto in questo campionato.

… e la cosa, a noi tifosi del Leicester, piace parecchio !

23 gennaio 2016

LEICESTER – STOKE CITY 3-0

Marcatori: Drinkwater 41’ (L) Vardy 66’ (L) Ulloa 87’ (L)

Siamo tornati al comando della classifica. Soli soletti e con tre punti di vantaggio sul Manchester City.

Non solo abbiamo mantenuto la porta inviolata per la quarta volta nelle ultime cinque partite ma siamo tornati a segnare tre reti il che non succedeva dalla nostra vittoria con l’Everton del 19 dicembre.

E’ stata una grande prestazione.

Siamo stati in controllo totale per tutto il match e per l’ennesima volta abbiamo assistito ad una prestazione sensazionale di N’Golo Kante. Quel ragazzo qua si sta rivelando un fenomeno. Ci sono momenti che sembra siano in tre i Kante in campo. E’ dappertutto. Un attimo è al limite della nostra area a recuperare un pallone, quello dopo è a impostare l’azione nel cerchio di centrocampo e poi magari te lo trovi al limite dell’area a supportare Vardy o Okazaki.

Ci pensiamo spesso quando alla sera ci ritroviamo nel nostro pub di Horsefair Street.

Quanti di questi ragazzi saranno ancora con noi l’anno prossimo ?

La risposta non è difficile.

Solo in un caso: che si riesca a qualificarci per la Champions League.

Allora forse Vardy, Mahrez, Kante, Schmeichel e Okazaki resteranno con noi.

Per questo motivo quasi tutti noi non guardiamo con grande interesse chi è secondo o terzo in classifica.

Noi guardiamo chi è QUINTO e a quanti punti di distanza si trova.

Stasera tocca al Manchester United trovarsi in quella posizione.

Hanno 37 punti, 10 meno di noi.

… comincia ad essere un po’ di più di una speranza …

Ora però viene il difficile.

Claudio Ranieri lo ha detto chiaramente.

“Stiamo sognando e vogliamo continuare a sognare. Ma ora abbiamo tre partite che ci diranno molte cose sul nostro futuro”.

Liverpool, Manchester City e Arsenal in sequenza.

Eh si, fra meno di due settimane avremo tutti le idee molto più chiare

2 febbraio 2016

LEICESTER – LIVERPOOL 2-0

Marcatori: Vardy 60’ 71’ (L)

Vi prego non svegliatemi.

Ranieri lo ha definito un sogno. Sono d’accordo.

Non può essere che un sogno vedere una squadra dominare il Liverpool, creare occasioni su occasioni e andare in vantaggio con uno dei più bei gol che io abbia visto in quasi 60 da tifoso delle Foxes.

Era il primo momento in cui stavamo un po’ soffrendo. Il Liverpool stava attaccando in forze e quando Mahrez ha riconquistato palla sulla nostra trequarti eravamo tutti nella nostra metà campo. Tutti tranne uno: Jamie Vardy.

Non ci ha pensato nemmeno un secondo. Ha lasciato rimbalzare la palla e da 25 metri ha fatto partire un tiro impressionante, pazzesco che ha scavalcato Mignolet e si insaccato sotto la traversa.

Il nostro Jamie non aveva mai segnato da fuori area da quando è con noi.

… ditemi se non sono segnali questi …

Dieci minuti dopo sempre lui ha chiuso il match con un gol molto più consono al suo repertorio. Un tiro di Okazaki deviato da un difensore del Liverpool carambola all’interno dell’area piccola. Il più, lesto, come quasi sempre, è proprio lui.

Fra quattro giorni andremo all’Etihad nel match clou della stagione.

Quello contro il Manchester City, dietro di noi in classifica di tre punti.

“La squadra sta bene, abbiamo fiducia nei nostri mezzi. E soprattutto non abbiamo nessuna pressione. E’ il City che è partito per vincere il titolo. Non noi”. Queste le parole del nostro Messiah italiano.

… e il Manchester United è sempre 5° a 10 punti …

6 febbraio 2016 – Etihad Stadium – Manchester

MANCHESTER CITY – LEICESTER

La partita l’ho vista in tv. Certe trasferte per me sono diventate troppo impegnative. Io che tra il 1972 e il 1994 ne avevo saltate solo 6 … per colpa di battesimi, funerali e un matrimonio … il mio.

Ora c’è Sky e non solo con i loro soldi siamo diventati il campionato più ricco del mondo (quello più affascinante lo è sempre stato) ma ora possiamo vedere praticamente tutte le partite più importanti dal divano di casa e in Alta Definizione.

Abbiamo giocato ad ora di pranzo. Ma di mangiare non ne avevo proprio nessuna voglia. Anzi, lo stomaco era chiuso come poche volte nella mia “carriera” di tifoso delle Foxes.

Molte partite amo vederle con i miei vecchi amici.

Con Tommy, con Liam e con Paul.

Paul è vedovo ormai da qualche anno e per lui le partite in diretta tv del Leicester sono sempre grandi occasioni per invitarci e passare qualche ora insieme.

In più ha un frigorifero sempre pieno di birre, di svariate marche, e anche quello incide non poco sulla scelta di andare da lui !

Oggi però preferisco stare da solo.

Non so come sia ma quando sono solo guardo la partita con più tranquillità, senza eccessi, imprecazioni o scatti d’ira, che invece sono la regola quando guardo una partita con gli amici o al pub. Assimilo tutto con più facilità, nel bene e nel male.

Oggi è la classica partita dove occorre essere pronti a tutto.

Una sconfitta permetterebbe al City di agganciarci al comando della classifica, mentre un pareggio lascerebbe tutto invariato, permettendo magari a Totthenam o Arsenal di avvicinarsi … e al Manchester United (sempre su di loro la nostra corsa) di rosicchiarci qualche punto.

E in caso di vittoria ?

No, meglio non pensarci.

RISULTATO FINALE

MANCHESTER CITY – LEICESTER 1-3

Marcatori: Huth 3’ 60’ (L) Mahrez 48’ (L) Aguero 87’ (M)

E’ accaduto. E’ accaduto davvero.

Abbiamo battuto il City nella loro tana.

Il gol di Huth dopo nemmeno tre minuti di gioco ha permesso ai ragazzi di rilassarsi ancora di più e di poter fare la nostra partita preferita. Aspettarli sulla nostra trequarti, chiudere loro gli spazi e ripartire in contropiede con i nostri “velocisti”.

Non abbiamo mai sofferto, il City non ci ha mai impensierito veramente. Morgan e Huth sono stati due giganti autentici ma ancora una volta chi ha impressionato tutti quanti è stato N’Golo Kantè. IMPRESSIONANTE. Le statistiche ci dicono che nessuno ha fatto più tackle di lui, nessuno ha recuperato più palloni, nessuno ne ha rinviati di più in fase difensiva. Ed è pure stato determinante nell’azione del secondo gol, quello di Mahrez che ha tagliato definitivamente le gambe al Manchester City.

E adesso ?

E’ vero, mancano 13 partite e in palio ci sono 39 punti.

Una montagna.

… intanto se domani lo United non vince i punti di vantaggio su di loro diventano 13 …

 … CONTINUA …

CAPITOLO 4: L’UOMO CHE CAMBIO’ LA NOSTRA STORIA

MARTIN O’NEILL

Il 21 dicembre del 1995 la dirigenza del Leicester annunciò l’arrivo sulla nostra panchina di Martin O’Neill. Si era dimesso da pochi giorni da quella del Norwich e fu ritenuto il più adatto a sostituire Mark McGhee, il “Giuda” che ci aveva lasciato anche lui pochi giorni prima per andarsene al Wolverhampton in Premier.

Eravamo primi in classifica e sembrava che nessuno potesse fermare la nostra corsa verso l’ennesimo ritorno in Premier.

L’inizio non fu facile. Martin O’Neill aveva le sue convinzioni e fin da subito cambiò l’approccio tattico e lo schema di gioco. Con McGhee giocavamo un calcio molto diretto, pochi fronzoli e palla quasi sempre verso il nostro gigante in attacco, il gallese Iwan Roberts con quelli intorno a lui a raccogliere le sponde e le famose “seconde palle”. Niente di troppo attraente ma di sicuro efficace.

O’Neill pretendeva invece un gioco più paziente, più ragionato e con la palla prevalentemente a terra. In fondo da giocatore aveva vinto due Coppe dei Campioni con Brian Clough come allenatore che di questo credo (Se Dio avesse voluto vedere giocare con la palla sempre in aria avrebbe fatto costruire i campi da calcio in cielo) aveva fatto la sua filosofia assoluta.

Ci mettemmo un po’ a carburare ed anzi, ad un certo punto non solo i primi due posti che permettevano la promozione diretta in Premier erano diventati irraggiungibili ma perfino un posto nei Play offs stava diventando clamorosamente a rischio.

Invece con un finale di stagione strepitoso (4 vittorie nelle ultime 4 partite) conquistammo prima un posto per il play-off e poi addirittura la promozione in Premier grazie ad un gol all’ultimo minuto dei supplementari nella finale di Wembley contro il Crystal Palace, segnato dall’esperto Steve Claridge arrivato solo due mesi prima per rafforzare il nostro reparto offensivo.

E così tornammo in Premier ma nessuno si faceva illusioni particolari. Ormai eravamo abituati a questo continuo su e giù dalla massima serie.

Invece accadde  qualcosa di grande … e totalmente inatteso.

Nelle quattro stagioni successive, tra il 1996 e il 2000 non solo finimmo sempre nelle prime dieci posizioni della Premier ma conquistammo due trofei da mettere nella nostra piccola e desolata bacheca.

Due Coppe di Lega, la prima nel 1997 che interruppe un digiuno di 33 anni dal primo e unico trofeo conquistato fino a quel momento, e la seconda tre anni dopo, nel 2000.

Furono trionfi che ci permisero di tornare a giocare in Europa e per un piccolo Club come il nostro furono davvero anni indimenticabili.

Nel giugno del 2000 Martin O’Neill ci lasciò. Il Celtic di Glasgow, ormai nell’ombra degli “odiati” rivali del Rangers, avevano bisogno di un grande manager per tornare ai vertici del calcio scozzese.

Ci riuscirono immediatamente mentre noi, senza Martin O’Neill, ci mettemmo solo due stagioni prima di ritornare per l’ennesima volta in Championship.

Ma nessuno qui a Leicester si dimenticherà mai quei giorni.

E nessuno dimenticherà mai Martin O’Neill. Più ancora che per i trofei, il bel gioco visto al Filbert Street, i campionati terminati finalmente in posizioni dignitose, fu quello che accadde nell’ottobre del 1998 che fece entrare questo eccellente manager Nord-Irlandese nel cuore di tutti noi.

George Graham lasciò il Leeds United per tornare a Londra, stavolta sulla panchina del Totthenam Hotspurs. A quel punto il Leeds scelse proprio il nostro Martin come sostituto.

Un Club con maggiori risorse del nostro, con calciatori più importanti e affermati, un contratto a lunga scadenza e ottimamente remunerato.

A Leicester si scatenò una mezza rivoluzione.

Il “Leicester Mercury”, il più importante quotidiano della regione, si fece portavoce della protesta di tutti i simpatizzanti delle Foxes.
Fece stampare a sue spese migliaia di poster, volantini e manifesti tutti con la stessa, inequivocabile scritta: “DON’T GO MARTIN” da distribuire ai tifosi prima del prossimo incontro casalingo.

Per ironia della sorte quel giorno, il 19 ottobre del 1998, al Filbert arrivava proprio il Totthenam di George Graham. Nessuno presente quel giorno potrà mai dimenticare la coreografia. Oltre 20 mila spettatori ognuno con il suo manifesto tra le mani e poi migliaia di palloncini blu che si levarono in cielo e tutti con la stessa preghiera.

Vincemmo quella partita per due reti ad una e al termine dell’incontro un commosso Martin O’Neill disse che “Non posso andarmene da chi sta dimostrando di volermi così bene. Il mio posto e qui e onorerò il mio contratto fino alla fine”.

E così fece.

14 febbraio 2016

ARSENAL – LEICESTER 2-1

Marcatori: Vardy 45’ rig (L) Walcott 60’ (A) Wellbeck 95’ (A)

Che si potesse perdere lo sapevamo. Nessuno di noi aveva dimenticato la lezione di calcio ricevuta dall’Arsenal all’andata.

Ma così no. Così brucia maledettamente.

Ok, siamo andati in vantaggio con un rigore generoso ma per 54 minuti abbiamo tenuto i Gunners sotto controllo, non permettendo loro di entrare nei nostri ultimi 20 metri.

Poi ci ha pensato l’arbitro a cambiare il corso del match. Due falli normalissimi, di quelli che in ogni partita se ne vedono almeno una ventina. Due cartellini gialli e il nostro terzino Simpson ha dovuto infilare la via degli spogliatoi.

Neanche il tempo di riassestarsi che Walcott ci ha segnato il gol del pareggio.

Con più di mezz’ora da giocare e ridotti in 10 nessuno di noi si faceva illusioni.

Invece in campo ci sono stati 10 leoni, che hanno corso, lottato e risposto colpo su colpo agli attacchi degli uomini di Arsene Wenger.

Kasper Schmeichel è stato fantastico. Ha parato tutto quello che arrivava dalle sue parti.

Compreso un tiro a colpo di sicuro di Giroud mentre eravamo già nel recupero a fine partita.

In quel momento abbiamo pensato che ce l’avremmo fatta, che avremmo portato a casa un punto che valeva più di una vittoria.

Invece al quinto minuto di recupero, con un pugno di secondi da giocare, Wellbeck ha trovato quella deviazione di testa che ci ha condannato ad una sconfitta ingiusta, crudele e immeritata.

Ora siamo davanti, sempre da soli, ma Totthenam e Arsenal sono solo a due punti.

Il Manchester United, sempre quinto, è a 12.

Qualche sito internet ha già definito questo “Il giorno decisivo per il titolo”.

Decisivo per chi scusate ?

27 febbraio 2016

LEICESTER – NORWICH 1-0

Marcatore: Ulloa 89’ (L)

Dalle nostre parti si dice “what goes around comes around”.

Nel nostro ultimo incontro con l’Arsenal abbiamo dovuto arrenderci all’ultimo secondo di partita, perdendo un match che non meritavamo assolutamente di perdere.

Oggi è accaduto l’esatto contrario.

Onore al Norwich che ha giocato esattamente nel modo in cui abbiamo giocato noi per tutto il campionato.

Ci hanno lasciato il possesso di palla, (è solo la terza volta in tutta la stagione che abbiamo una percentuale più alta dei nostri avversari) si sono piazzati sulla loro trequarti difensiva e ci hanno attesi, senza mai andare in panico o concedendoci spazi.

In area non siamo quasi mai entrati.

Solo con qualche tiro da lontano.

Per fortuna ci ha pensato quel meraviglioso professionista che si chiama Leonardo Ulloa.

Questo attaccante argentino è passato da essere un uomo importantissimo per Nigel Pearson ad un comprimario assoluto con Claudio Ranieri.

Pochissime presenze e sempre dalla panchina.

E’ stato così anche oggi.

Ranieri lo ha buttato dentro a poco più di dieci minuti dalla fine e la sua fisicità ha messo immediatamente in difficoltà la difesa del Norwich.

Sono felice per questo ragazzo.

Se alla fine di questa stagione raccoglieremo qualcosa di importante sono sicuro che questo gol avrà avuto il suo peso.

1 marzo 2016

LEICESTER – WEST BROMWICH ALBION 2-2

Marcatori: Rondon 11’ (W) Olsson 30’ aut (W) King 45’ (L) Gardner 50’ (W)

Questo è il calcio.

Abbiamo giocato una eccellente partita, nemmeno paragonabile a quella contro il Norwich di pochi giorni fa. Eppure abbiamo raccolto solo un punticino.

Due traverse, almeno quattro grandi occasioni da gol, alcune strepitose parate di Ben Foster, l’ispiratissimo portiere del WBA.

Niente da fare.

A fine partita il più sereno di tutti era il nostro manager.

“Sono veramente felice della prestazione dei ragazzi. Siamo andati sotto nel risultato e abbiamo reagito con forza e senza andare nel panico. Nel secondo tempo ci abbiamo provato in tutti i modi ma la palla non voleva saperne di entrare. Noi allenatori ci preoccupiamo quando la squadra non riesce a creare occasioni da gol. Se continui a crearne prima o poi i gol arrivano”.

Ma per una volta la dichiarazione più bella arriva dall’altro manager dell’incontro.

A fine partita Tony Pulis, manager del West Bromwich ha dichiarato “Il Leicester è un ottima squadra. Sarei felice che fossero loro a vincere il titolo”.

Grazie Tony.

E che lassù qualcuno ti ascolti …

CONTINUA…

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