LEICESTER 2015-2016: SI, I SOGNI A VOLTE SI AVVERANO – 5^ E 6^ PARTE (ULTIMA).

JAMES VARDY

CAPITOLO 5: QUALCUNO INIZIA A CREDERCI PER DAVVERO

5 marzo 2016

WATFORD – LEICESTER 0-1

Marcatore: Mahrez 56’ (L)

14 marzo 2016

LEICESTER – NEWCASTLE 1-0

Marcatore: Okazaki 25’ (L)

19 marzo 2016

CRYSTAL PALACE – LEICESTER 0-1

Marcatore: Mahrez 34’ (L)

3 aprile 2016

LEICESTER – SOUTHAMPTON 1-0

Marcatore: Morgan 38’ (L)

Quattro vittorie consecutive. Quattro vittorie tutte per uno a zero.

Altre 4 “clean-sheets”.

Quello che ha saputo fare Ranieri è qualcosa che nessuno, comunque vadano a finire la cosa a metà maggio, poteva neppure lontanamente immaginare.

Schmeichel-Simpson-Huth-Morgan-Fuchs.

Questi i nomi che compongono la nostra difesa.

Non sono certo calciatori di primissima fascia e non valgono neppure vagonate di milioni di sterline.

Presi singolarmente nessuno di loro è un fenomeno.

Ma insieme sono diventati un muro autentico, dove gli attacchi degli avversari vanno regolarmente a sbattere senza riuscire a trovare il pertugio per entrare e farci male.

Impossibile non pensare che sia un caso.

Impossibile pensare che non ci sia la mano di questo signore italiano, equilibrato, quasi sempre sorridente, di grande compostezza ed educazione.

Ha deciso si spostare all’indietro di una ventina di metri il baricentro della squadra e così facendo ha ottenuto due risultati straordinari che nessuno mi toglierà dalla testa il fatto che stiano contribuendo tantissimo a fare la differenza.

Una linea difensiva a 40 metri dalla propria porta è una cosa. Occorrono movimenti perfetti e occorre soprattutto rapidità. Cosa che nessuno dei nostri difensori, specialmente Morgan e Huth, hanno certo in abbondanza.

Da quando abbiamo iniziato a difendere a 25 metri dalla porta e a ridurre drasticamente lo spazio alle spalle della linea difensiva le cose sono cambiate radicalmente.

I nostri ragazzi hanno smesso di preoccuparsi di inseguire gli avversari ma li hanno invece sempre potuti “guardare in faccia” e affrontarli di fronte.

A questo punto tutta la squadra si è adeguata abbassandosi di conseguenza e questo ci ha dato un altro vantaggio fondamentale non appena riuscivamo a recuperare palla: praterie autentiche dove attaccare, dove far valere la pazzesca velocità di Vardy, Mahrez e Okazaki, ottimamente supportati da un’ala vecchio stampo come Albrighton. In mezzo un fenomeno autentico, un giocatore che gioca per due: N’Golo Kanté al cui fianco sia Danny Drinkwater che Andy King hanno fatto abbondantemente la loro parte.

Ora i punti di vantaggio sul Manchester United sono 16 e anche se i Red Devils hanno una partita in meno a 6 giornate dalla fine un posto nella prossima Champions League è davvero vicina.

Ah dimenticavo … Siamo sempre primi e il Totthenam, secondo in classifica è a 7 punti.

10 aprile 2015

SUNDERLAND – LEICESTER 0-2

Marcatore: Vardy 66’ 90+5’ (L)

Siamo in Champions League.

Se il cuore (o qualcos’altro) non mi fanno scherzi nella prossima stagione vedrò per la prima volta nella mia vita il Leicester nella competizione europea più importante.

Ecco. Da oggi in poi tutto quello che arriva è “grasso che cola”.

Io sono a posto così.

Vinceremo il titolo ? Non lo so.

Preferisco non ascoltare i tanti che continuano a dirmi che “7 punti di vantaggio con sole 5 partite è impossibile perderlo”. Nel calcio TUTTO è possibile.

Ne ho viste davvero tante (troppe) in vita mia per credere a queste stupide statistiche.

Kasper Schmeichel a fine partita ha detto che “Non sentiamo minimamente la pressione. Erano altri che dovevano vincere il titolo. Non noi.”

E io sono d’accordo con te ragazzone danese che stai facendo i miracoli tra quei pali.

Io li ricordo ancora i mugugni di quando arrivasti da noi 5 anni fa dopo che ti eri girato l’Inghilterra in lungo e in largo senza mai trovare chi ti desse veramente fiducia.

“Con un altro cognome quello non giocherebbe neanche nell’Accrington Stanley” era una delle frasi più gentili che sentivo da tanti tifosi del Leicester. Invece hai tenuto duro.

E il prossimo anno giocherai in Champions League.

17 aprile 2016

LEICESTER – WEST HAM 2-2

Marcatori: Vardy 18’ (L) Carroll 84’ rig (W) Cresswell 85’ (W) Ulloa 90+5 (L)

Abbiamo perso due punti o ne abbiamo guadagnato uno ?

Quando con il West Ham siamo rimasti in dieci ad inizio del secondo tempo per l’espulsione di Jamie Vardy abbiamo tutti temuto il peggio.

Il West Ham ha iniziato a bombardare di cross la nostra area e con uno come Carroll nei 16 metri non puoi certo stare tranquillo. Morgan e Huth sono in qualche modo riusciti a imbavagliarlo e ormai ci stavamo davvero credendo. Portare a casa una vittoria che avrebbe potuto significare il “match-point” nella corsa al titolo.

Invece prima un calcio di rigore concesso per una “normale” trattenuta in area di Morgan su un loro attaccante e un minuto dopo il gol della vita di un loro terzino parevano averci condannati ad una sconfitta che poteva davvero rimettere tutto in discussione.

Per fortuna ci ha pensato l’arbitro (il peggiore visto quest’anno qui al King Power) a inventarsi un calcio di rigore a nostro favore al quinto minuto di recupero.

Chi si è preso questa responsabilità visto che Vardy e Mahrez non erano più in campo ?

Sempre lui, ovvio ! Il nostro Leonardo Ulloa !

Nel gioco di Ranieri lo spazio per lui proprio non c’è e non è un segreto che a fine stagione se ne andrà dal Leicester. Ma personalmente lo rimpiangerò tantissimo. Professionisti come lui al giorno d’oggi non ce ne sono tanti.

18 aprile 2016

STOKE CITY – TOTTHENAM H. 0-4

Marcatori: Kane 9’ 71’ (T) Alli 67’ 82’ (T)

La partita del Totthenam il giorno dopo l’ho guardata in tv.

Per la bellezza di 9 minuti.

Dopo il gol (splendido) di Harry Kane ho spento.

Sapevo che non ci sarebbe stata partita.

Meglio fare una passeggiata con mia moglie e il nostro Filbert, il labrador più bello del mondo.

Sapete perché si chiama Filbert, come il nostro vecchio stadio ?

Perché un giorno mia moglie mi disse “Quando ti ho conosciuto passavi più tempo al Filbert Street che con me. Ora passi più tempo con il tuo cane che con me. In pratica non è cambiato nulla”.

Chiamarlo “Filbert” a questo punto era d’obbligo …

24 aprile 2016

LEICESTER – SWANSEA 4-0

Marcatori: Mahrez 10’ (L) Ulloa 30’ 60’ (L) Albrighton 85’ (L)

Pareva che fossi l’unico a non essere preoccupato dell’assenza di Jamie Vardy per squalifica.

“Senza Vardy sarà dura passare”.

Questa la frase più di moda oggi pomeriggio al King Power.

No amici miei.

C’è Leonardo Ulloa che con una doppietta ha ricordato a tutti quanti il suo valore.

Chissà, magari ci ripensa e rimane con noi.

Siamo tornati ad avere 8 punti di vantaggio sugli Spurs e adesso la pressione è tutta su di loro.

Domani giocheranno in casa con il WBA.

Non certo l’avversario più difficile possibile anche perché già salvo e tranquillo.

Ma le squadre del vecchio Tony Pulis non mollano un centimetro.

Mai dire mai.

Ho visto il primo tempo della partita degli Spurs.

Sembrava un massacro. Pali, traverse, miracoli in serie del portiere del West Bromwich.

Invece per passare c’è voluto un autogol, sfortunatissimo di un difensore dei Baggies.

A quel punto ho spento la tv.

Sapevo che non ci sarebbe stata più partita.

Vabbè, tre partite alla fine e ancora cinque punti di vantaggio.

Me lo avesse detto qualcuno ad agosto gli avrei dato del pazzo.

Meglio mettere nel piatto dello stereo“Nebraska” di Bruce Springsteen e bersi una buona tazza di thè.

Lo sto ancora ascoltando e ho ancora le cuffie alle orecchie quando vedo vibrare il cellulare.

E’ il mio amico Paul.

“Jack ci siamo ad un passo Jack ! Ti rendi conto ? Stiamo per vincere il titolo !” mi urla nelle orecchie il mio amico.

E’ proprio vero.

Il West Bromwich ha pareggiato nel finale.

I punti di vantaggio non sono cinque.

Sono sette. A tre partite dalla fine.

Quando è arrivata la telefonata di Paul il Boss stava cantando “REASON TO BELIEVE”.

Chi è che non crede al destino ?

25 aprile 2016

TOTTHENAM – WEST BROMWICH ALBION 1-1

Marcatori: Dawson 33’ aut (W) Dawson 73’ (W)

E’ stata la settimana più lunga che io ricordi.

Nemmeno l’ultima di scuola alle medie quando mio padre mi promise di portarmi in Italia in vacanza fu altrettanto lunga.

A Leicester non si parla d’altro.

Chi fa gli scongiuri, chi prevede crolli nervosi della squadra, chi come inizia la discussione preferisce glissare e cambiare argomento.

C’è anche qualcuno che inizia a chiedere agli amici se per caso hanno messo qualche sterlina sulla vittoria delle nostre Foxes ad inizio campionato … avere un amico che lo ha fatto vuol dire quantomeno raddoppiare le bevute e i festeggiamenti.

Io invece non posso fare a meno di pensare a quello che accadde nell’ottobre del 2002.

Eravamo sommersi dai debiti.

Il Club cadde in Amministrazione controllata.

Per Mickey Adams, il nostro manager, non ci sarebbe stato un solo penny per rinforzare la squadra.

Investimenti sbagliati, il costo del nuovo stadio, mancate entrate dalla ITV Digital, calciatori ceduti a prezzi stracciati e stipendi troppo alti contribuirono ad una situazione che sembrava senza via d’uscita.

Nel febbraio dell’anno successivo arrivò un consorzio di investitori che rimise a posto le casse del Club.

Alla testa di questo consorzio c’era ancora lui, che dopo dato alcune tra le più grandi gioie in campo stavolta addirittura salvava il “suo” e “nostro” adorato Club: Gary Lineker.

Sono passati quattordici anni.

Per tanti sembra un secolo fa.

A me sembra solo ieri.

1 maggio 2016

MANCHESTER UNITED – LEICESTER 1-1

Marcatori: Martial 8’ (M) Morgan 17’ (L)

Che sia stato il nostro capitano a segnare il gol che ci ha permesso di portare via un punto dall’Old Trafford è per tutti noi una doppia gioia.

Quando arrivò da noi 4 anni fa sembrava solo il classico difensore centrale nel più puro stile britannico. Gran fisico, bravo nel gioco aereo e nei tackle ma niente di più di un onesto difensore buono per la Championship come in Inghilterra ce ne sono a decine.

Ci mise pochissimo a diventare uno dei leader della squadra e quando gli fu consegnata la fascia di capitano dopo neppure un anno con noi a tutti sembrò la scelta più logica.

Dopo la nostra promozione in Premier nella stagione successiva furono in molti a pensare che per Morgan il tempo nella squadra titolare fosse ormai agli sgoccioli.

Per Nigel Pearson fu quasi un insulto.

“Avercene come lui !” disse a chiunque metteva in dubbio le sue qualità.

Con Ranieri fu lo stesso.

Morgan non si tocca.

Pochi giorni fa ha raccontato che in Giamaica, il suo paese d’origine, stanno già preparando i festeggiamenti.

“E vi garantisco che là sanno come si fa a festeggiare !” ha detto pochi giorni fa in un’intervista il nostro Westley.

Ma come al solito la più bella definizione l’ha data il nostro “Maestro” Claudio Ranieri.

“Wes per noi è come l’orso Baloo del “Libro della Giungla”. E’ un gigantesco orso gentile che si prende cura di tutti. E’ un capitano perfetto. Parla poco ma quando parla potete stare sicuri che ascoltano tutti !”

… CONTINUA …

CAPITOLO 6: ORA POSSO ANCHE MORIRE

MISTER CLAUDIO RANIERI

Domani il Totthenam farà visita al Chelsea.

Con un solo risultato possibile per crederci ancora: la vittoria.

Paul ci ha invitati a casa sua a vedere la partita. I soliti 4. Tommy, Liam e il sottoscritto.

Stavolta andrò anche se Liam, il solito irlandese ottimista, ha già detto che “tranquilli ragazzi ! Ho letto che il Totthenam non vince a Stamford Bridge da quasi 30 partite. Volete proprio che vinca domani ?”.

Fottuto irlandese.

Se credessimo alle statistiche non saremmo certo ad un passo dal titolo …

Quando è iniziata la partita avevamo già qualche birra in corpo (Liam ci ha tutti fatto sposare la causa Guinness) ma non c’era proprio verso di rilassarsi.

Paul ha un anno più di me e la prima volta che andò allo stadio aveva 6 anni. Questo significa che sono 60 anni esatti che soffre (tanto) e gode (poco) per il Leicester City Football Club.

E’ ovvio che ci speriamo. Aldilà delle statistiche del cazzo di Liam. Tra Chelsea e Spurs non c’è esattamente quell’amore che possa far pensare che il Chelsea si sposti e lasci i tre punti agli uomini di Pochettino.

Il primo tempo però di illusioni ce ne lascia ben poche.

E’ un dominio assoluto del Totthenam.

Due a zero a fine primo tempo e potevano essere di più.

“Dai ragazzi  meglio così ! Sarà più bello vincere il titolo nel nostro stadio sabato prossimo !”

… Per poco Tommy non gli mette le mani addosso.

“Idiota di un irlandese ! E se poi non vinciamo ? E invece i fottuti Spurs si ? Dopo ci giocheremmo tutto nell’ultima partita e allora magari scoppierà il cuore a tutti e quattro !”

Pensavamo che fosse sufficiente.

Non per Liam. “E dai ! Abbiamo aspettato 132 anni per vincere un titolo … possiamo aspettare un’altra settimana !”.

Ero quasi deciso a tornarmene a casa.

Una passeggiata con Filbert era in quel momento assai più attraente del secondo tempo di una partita senza storia.

Solo che quando il secondo tempo è iniziato non solo avevo ancora metà della mia seconda (o terza ?) Guinness nel bicchiere ma c’era stata un immagine, brevissima ma siginificativa, che inquadrava un tifoso del Chelsea con un cartello in mano che diceva semplicemente “DO IT FOR CLAUDIO”.

Fatelo per Claudio.

Mi sono quasi commosso.

Queste poche parole significavano tanto.

Claudio Ranieri non era stato dimenticato dai tifosi del Chelsea ed era evidente una cosa, che anche a Leicester avevamo già imparato: che oltre il manager e alle sue indubbie qualità, alle vittorie e alle sconfitte c’era l’apprezzamento per Claudio Ranieri come persona, come uomo.

Non lo so cosa sia successo in quel momento. Ma qualcosa in campo era cambiato. Suggestione ? Può darsi. Solo che adesso guardavo la partita con occhi diversi.

E qualcosa era cambiato anche in campo.

Il Chelsea adesso pareva un’altra squadra. I Blues hanno iniziato a macinare gioco e soprattutto avevano inserito quel folletto di Eden Hazard che con le sue serpentine pareva aver scosso dal loro torpore anche le altre 10 maglie blu in campo.

Di sicuro le squadre avevano iniziato a menarsi di brutto con il Totthenam che perdeva sicurezza ogni minuto che passava.

E quando dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco il difensore Cahill del Chelsea ha accorciato le distanze in mischia allora tutto, ma davvero tutto, è entrato in una nuova dimensione.

Un altro gol, un solo, piccolo gol del Chelsea ci divideva dalla conquista del titolo.

A questo punto avevamo davvero iniziato a crederci.

Tutti quanti, non solo Liam.

Ogni attacco del Chelsea aveva ora un’intensità diversa.

Era evidente che quel gol aveva fatto crollare tutte le certezze degli Spurs.

Il Chelsea, onore a loro, giocava con la passione e la voglia che di solito metti in una finale di FA CUP, non in una partita di un campionato al quale non hai più nulla da chiedere.

Solo che il tempo passava.

E questo stramaledetto gol non arrivava.

Anzi, il Chelsea sembrava ormai a corto di energie e pareva più possibile i terzo gol degli Spurs che il pareggio del Chelsea.

Poi a un certo punto che folletto belga entra in possesso di palla.

E’ ancora nella sua metà campo di almeno 10 metri ma si gira e inizia a saltare avversari come birilli.

Ne fa fuori tre prima di scorgere il suo centravanti, Diego Costa sulla trequarti della difesa degli Spurs.

Hazard gli appoggia la palla ma non si ferma. Non ci pensa nemmeno si lancia nello spazio tra il terzino e uno dei difensori centrali del Totthenam.

Diego Costa lo vede e gli ritorna il pallone.

Hazard è già dentro l’area di rigore quando riceve il pallone e sta per essere chiuso da un giocatore degli Spurs.

Se decidesse di stoppare il pallone con ogni probabilità l’azione sfumerebbe proprio grazie al rientro del difensore in maglia bianca.

Solo che Eden Hazard, il folletto belga che con un suo gol nella scorsa stagione consegnò lo scudetto al suo Chelsea, di stoppare la palla non ci pensa nemmeno.

Calcia di prima intenzione, con l’interno del piede.

La parabola arcuata del pallone va a spegnersi proprio all’incrocio dei pali.

E’ il 2 a 2.

Mancano meno di tre minuti alla fine.

Anche stavolta un gol di Hazard è stato decisivo nell’assegnazione di un titolo.

Il NOSTRO titolo.

Siamo impazziti dalla gioia.

Nelle strade di Leicester si è sentito un unico, contemporaneo boato.

Siamo CAMPIONI d’INGHILTERRA.

Quando sono arrivati i tre fischi dell’arbitro Clattenburg ci sentivamo più esausti che dopo aver corso una maratona.

Ci siamo abbracciati.

Stavolta in silenzio, quasi increduli.

Ogni parola sarebbe stata superflua, inutile e fuori luogo.

Paul è andato in cucina.

E’ tornato con due bottigle di “Veuve Clicquot”.

“Le ha portate Tommy. Non ha voluto che dicessi nulla fino fine. Per scaramanzia” ha confessato Paul.

“Ora però chiamata a casa e fatevi raggiungere dalle vostre mogli. Stasera si mangia da me. E poi andiamo al pub a festeggiare”.

Altro silenzio, se possibile ancora più intenso e commovente.

Stavolta però Liam non ce l’ha fatta.

Non sarebbe Liam.

“Ragazzi … ma secondo voi … possiamo vincerla la Champions League ?”.

… “Liam … mavaffanculo vah !!!!”.

“LA PIU’ GRANDE IMPRESA SPORTIVA DI SEMPRE”

Questo il titolo di tanti giornali il giorno dopo il nostro trionfo.

Non so se sia vero, di sicuro lo è per noi

Lo è per Claudio Ranieri, il nostro condottiero, che ogni volta che ha parlato pubblicamente in questi giorni non ha fatto altro che ribadire la sua classe e la sua grande umiltà, ringraziando tutti. Giocatori, dirigenza, staff e tifosi.

Il Presidente, l’unico che parla come se questa incredibile e irripetibile (lo sappiamo benissimo tutti quanti !) impresa l’avesse invece in qualche modo pianificata.

Il nostro capitano, il nostro gigante buono, il nostro “Baloo” come lo ha definito Ranieri. Poche parole e sempre piene di emozione. Come se i microfoni di televisioni e giornali lo intimorissero più di Aguero, Kane o Rooney.

Ed è giunto il momento, per ognuno di noi, di svelare le dichiarazioni, le promesse, i fioretti fatti  in caso di vittoria in campionato.

Il nostro Gary Lineker promise in diretta tv di presentare la prima puntata della prossima stagione di Match of the Day in mutande. Ha garantito che lo farà.

Paul promise di iscriversi in palestra in caso di vittoria del Leicester in campionato.

Per uno come lui che prende l’auto per fare i 300 metri che lo separano dal supermercato è qualcosa di enorme.

Liam disse che avrebbe ridotto a non più di 4 il suo consumo giornaliero di Guinness. Oggi ha giurato e spergiurato che aveva promesso che la cifra era 5. Non è vero, erano 4 … ma Liam è Liam.

Tommy farà tutte le trasferte del Leicester in Champions League.

Sua moglie non la prenderà benissimo ma al contrario di Liam Tommy è uno che gli impegni li mantiene.

E il sottoscritto ? Ho fatto anch’io la mia promessa. Passeremo il mese di luglio in Italia. La mia Karen, io e ovviamente Filbert. Venezia, Firenze, Roma, Napoli e per finire 10 giorni alle Cinque Terre, dove la mia dolce metà ed io facemmo il viaggio di nozze ormai 32 anni fa.

Lo so cosa state pensando.

“Non male per un pensionato delle ferrovie inglesi”.

E avete ragione.

Adesso posso dirvelo … 10 sterline sulla vittoria del Leicester ad agosto ce le avevo messe anch’io …

In fede

Ryan

Una risposta

  1. Bella storia. Claudio Ranieri l’ho seguito quando ha allenato a Napoli e poi, di seguito, la Fiorentina.

    Nel 1995 vedendo Napoli-Fiorentina (2-5) ho ammirato un gran gioco fatto dalla squadra di Ranieri, attento si alla fase difensiva, ma anche a quella di attacco.

    Vivo nell’area metropolitana di Napoli, sostanzialmente, dall’ottobre 1965.
    Ora, anche se il Napoli ha già vinto scudetti e ha avuto piazzamenti di grande riguardo, sembra destinato a vincere il campionato alla maniera del Leicester (ma giocando un gran bel calcio).

    Sicuramente il Napoli partiva come un forte outsider, ma resta la sorpresa per come sta fuggendo.
    Da quando c’è la TV a pagamento sostanzialmente dallo scudetto della Sampdoria (1992), è stato un totale dominio delle tre big italiane (Roma e Lazio ne hanno vinto uno a testa ma a quali costi economici !!).
    Come per quanto vissuto nel vostro campionato vinto, anche qui sembra che le big facciano a gara a chi non vince.

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