Il mio primo impatto con il Millwall avvenne in un assolato pomeriggio estivo del 2008, quando, dopo aver terminato di seguire una lezione di lingua inglese nella meravigliosa Londra, decisi di sgranchirmi le gambe prima di recarmi a cena con gli amici.
A causa della stanchezza e della poca dimestichezza con le arterie cittadine, persi l’orientamento e, dal momento che all’epoca non avevo la connessione a Internet sul cellulare, continuavo a girare in cerca di una stazione della metropolitana, da cui poter salire su un treno che mi riportasse al college. Dopo aver percorso qualche chilometro a piedi, mi ritrovai a Bermondsey, un quartiere ricco di fascino e storia, non lontano da London Bridge e da Tower Bridge.
Il passato marinaro della capitale emerge in ogni angolo di quel distretto fiabesco, che suggerisco a tutti di visitare durante un soggiorno londinese.
Una volta attraversate Drummond Road (su cui sorge l’omonima council estate, che in seguito scoprii essere un feudo di tifosi del Millwall) e la vecchia Biscuit Factory (che al giorno d’oggi è sede di ambiziose società di servizi locali e dello storico quotidiano Southwark News, mentre in passato ospitava un’importante industria dolciaria, che attribuì a Bermondsey il soprannome di “Biscuit Town”), arrivai in Ilderton Road, dalla quale era ben visibile l’ingresso della stazione ferroviaria di South Bermondsey.
Poiché ero pervaso da una profonda empatia e da un forte sentimento di attrazione per la zona che mi circondava, che a distanza di diversi anni, a causa di un’emozione ingovernabile, ancora fatico a descrivere, decisi di non riprendere il treno per il centro di Londra, ma di proseguire a camminare ancora per un po’.
Probabilmente tanto il passato marinaro del quartiere (che, tra l’altro, ospitava i docks fluviali, molti dei quali – come il Greenland Dock – sono ancora visibili), quanto la massiccia presenza dei tower blocks (i complessi di edilizia residenziale pubblica costruiti nel secondo dopoguerra, che, da grande appassionato della Brutal Art, hanno avuto su di me sempre un profondo impatto emotivo), mi fecero innamorare di Bermondsey e della sua atmosfera.
Dopo qualche minuto, a fianco a un’officina, apparve l’ingresso di un sottopassaggio, al cui interno decisi di avventurarmi poiché mi colpì un murales raffigurato su una delle sue pareti. L’opera pittorica in questione, restaurata qualche anno fa da un gruppo di tifosi del Millwall e tuttora visibile nel tunnel di Zampa Road, raffigurava Neil Harris, miglior goleador della storia del Millwall e allenatore leggendario dei Dockers (uno dei soprannomi della squadra, che trae origine dall’estrazione sociale della tifoseria, formata in gran parte dai lavoratori del Porto di Londra e dai loro discendenti).
“Chopper” (com’era chiamato affettuosamente dai tifosi) è stato un esempio indiscusso di serietà e resilienza anche fuori dal campo, come testimoniato, ad esempio, dalla sua battaglia contro il cancro, che riuscì a sconfiggere nel giro di qualche mese quando era ancora un calciatore.
All’uscita del sottopassaggio sopradescritto, s’innalzava maestoso The Den, lo stadio del Millwall Football Club. I brividi scorrevano lungo la schiena e l’adrenalina era a mille. Purtroppo quel giorno non erano in programma partite e la sera successiva avrei ripreso l’aereo per rientrare in Italia, ma mi ripromisi di tornare in quel luogo magico non appena ne avessi avuto l’opportunità.
E, infatti, l’estate successiva, salii di nuovo a Londra insieme ad alcuni compagni di classe e ad altri amici abruzzesi, per festeggiare i risultati degli esami di maturità. Uno dei momenti più eccitanti di quel soggiorno ebbe luogo la sera dell’11 agosto del 2009, quando ci recammo a The Den per assistere alla partita di Coppa di Lega (allora si chiamava Carling Cup) tra il Millwall e il Bournemouth, allenato da Eddie Howe, che proprio nella stagione 2009/10 iniziò una cavalcata memorabile con le Cherries (il soprannome della squadra ospite).
Le luci dello stadio, il calore della tifoseria locale, la vittoria dei Dockers per 4 a 0 e le reti di Gary Alexander e Neil Harris (quest’ultimo autore di una tripletta, che rimarrà negli annali del club soprattutto per l’ultimo goal, uno dei più belli mai segnati a The Den) fecero definitivamente scoppiare l’amore tra il sottoscritto e la compagine di Bermondsey.
Da quel momento in poi, iniziai a sfruttare ogni pausa tra una sessione di esami universitari e la successiva per recarmi a Londra a seguire il Millwall.
Uno dei viaggi più toccanti in Inghilterra coincise con l’edizione del 2011 del Dockers Day, in cui, prima dell’incontro di campionato contro il Doncaster Rovers, la società del Millwall organizzò una premiazione pubblica di alcuni portuali in pensione e dei componenti della squadra che, al termine della stagione 1987/88, ottenne per la prima (e, fino a questo momento, unica) volta nella storia la promozione nella massima divisione inglese.
Diversi calciatori che ebbi il piacere e l’onore di conoscere in quell’occasione sono poi diventati dei cari amici e, al riguardo, non posso non citare Jimmy Carter, Brian Horne, Wesley Reid, Phil Coleman e Les Briley.
La vittoria del Millwall all’ultimo minuto, grazie a un cross teso di Kevin Lisbie che fu deviato nella propria porta da un giocatore del Doncaster, fu la classica ciliegina sulla torta di quella giornata memorabile.
Al fianco del Millwall ho vissuto diversi momenti indimenticabili, per descrivere i quali non basterebbe un libro. Pertanto, al fine di non abusare della pazienza dei lettori e del titolare di questo blog meraviglioso, che ringrazio sin d’ora per l’opportunità concessami, mi soffermerò soltanto su qualche altro ricordo particolarmente significativo.
Al riguardo, come non rammentare il campionato di League One 2015/16? Durante la stagione suddetta, che coincise con le mie ricerche di dottorato tra Oxford e Londra, ebbi l’opportunità di partecipare a diverse trasferte, tra le quali rimembro con profondo piacere quella di Gillingham. Proprio nella ridente cittadina del Kent, sotto un sole accecante, che ricordava più il clima della California che quello britannico, riuscimmo a conquistare tre punti preziosi durante i minuti di recupero, grazie a una rete di Lee Gregory sotto la gradinata riservata agli ospiti.
Il mio coinvolgimento nel mondo del Millwall divenne ancora maggiore quando, quasi quattro anni orsono, iniziai a lavorare a Londra. Uno dei primi passi fu la sottoscrizione dell’abbonamento allo stadio, che mi diede anche la prelazione per l’acquisto dei biglietti per le trasferte.
Purtroppo, qualche mese dopo lo scoppio della pandemia portò alla chiusura al pubblico degli impianti sportivi, ma tanto il Millwall Football Club, quanto il Millwall Community Trust si sono resi protagonisti di lodevoli iniziative benefiche a supporto delle fasce più vulnerabili della popolazione del Sud di Londra.
A titolo meramente esemplificativo, la Lions Food Hub, coordinata da Sean Daly (CEO del Millwall Community Trust) e Kelly Webster (un’altra colonna portante del Trust suddetto), ha garantito la distribuzione gratuita di cibo a decine di migliaia di residenti locali in difficoltà economiche. La Lions Food Hub, attiva tuttora, ha sede in Zampa Road, a metà strada tra lo store della squadra e il quartier generale del Community Trust.
Dopo mesi da incubo, caratterizzati dalla disputa delle gare a porte chiuse e da rigide misure di lockdown in tutto il paese, in Inghilterra l’estate del 2021 coincise con la riapertura degli stadi ai tifosi. Non dimenticherò mai la rete di Jed Wallace nella stracittadina contro il QPR al Prince Foundation Stadium (ex Loftus Road) e il boato che provocò nel settore ospiti. Si trattava, infatti, del primo match a porte aperte dopo l’emergenza sanitaria.
Il clima di entusiasmo che si respirava dopo il ritorno negli stadi e la volontà di offrire un supporto ancora più significativo al club del mio cuore mi spinse a sottoscrivere la prima sponsorizzazione con il Millwall. Pertanto, nell’autunno del 2021 divenni Away Kit Sponsor di Tom Bradshaw, un centravanti che ha sempre dato l’anima per il team e per i suoi compagni e che è una persona squisita anche fuori dal rettangolo verde.
Nei mesi successivi, grazie anche agli ottimi contatti intercorsi con gli altri partners e al rapporto eccellente venutosi a creare con i vertici del club e con il nostro Commercial Department (a tal proposito, mi preme ringraziare il CEO del Millwall FC Steve Kavanagh e tutto il Commercial Department del club, e in special modo Andrew Stead, Lucy Garry, Shannon Peppiatt, Edgar Erazo, Stuart Lock, Amy Townsend e Shona Groves), ho deciso di entrare a far parte del Millwall Business Club, avente sede all’interno di The Den.
Nella stagione corrente, poi, ho avuto l’onore di essere Match Sponsor e Matchball Sponsor. Infine, qualche settimana orsono ho sottoscritto la Kit Sponsorship di Stef Paci, una calciatrice italiana che ha firmato per la nostra squadra femminile, le Millwall Lionesses.
In occasione delle partite del Millwall, ho avuto l’opportunità di instaurare ottimi rapporti anche con le tifoserie avversarie e, sul punto, vorrei ringraziare in particolare i supporters di Queens Park Rangers (e, in special modo, il matchday programme editor del QPR Matthew Webb), AFC Wimbledon (grazie soprattutto a Pietro Paladino, del Commercial Department dei Wombles), Wealdstone (in particolare, il President Paul Rumens e gli amici Matteo Tonna e Roger Slater), Fulham, Derby County, Watford, Palace (in primis i supertifosi Antonio Marchese e Brian Marks), Arsenal (Alberto Zingales), Burnley (Jamie Sutcliffe), Gillingham e Portsmouth (John Portsmouth Football Club Westwood).
Last but not least, desidero esprimere una gratitudine immensa ai miei genitori, che mi supportano ogni giorno e che spero riescano a venire più spesso a The Den, e agli amici tifosi del Millwall (in particolare, Eamonn Barclay e la sua super nipote Ashling; Jacqui Knight e i suoi fantastici figli Sam and Sienna; Bryan King, leggenda del Millwall FC in campo e fuori; Tommy Blackmore RIP; Bradley Blackmore; Justin Warrington RIP; Rosina Marks; Paul Amor; George Fletcher; Martin Tamplin RIP; Tina Tamplin; Jeff Burnige; Ayse Smith; Billy Taylor; Mark Litchfield; Rob e Andrew Wood; Joe, Liam e tutti i miei vicini di posto a The Den; Nicholas James; Colin Follett; Patricia Maslin; Dean, Victoria e Harvey Brown; Barrie Stradling; Rob Woodford; Mike George; Jennifer Dominguez; David Forde, ex portiere del Millwall e della nazionale irlandese; Julie Ryan; John Shepherd RIP; la famiglia Mizen; Gary Staff; Stan Godwin; Gary Alexander, autore di uno dei goal più belli della storia del Millwall nel 2009 a Wembley e tutti gli altri amici conosciuti a The Den e in trasferta), senza i quali le avventure descritte non sarebbero state così memorabili.
Ringrazio ancora una volta Filippo Galli, direttore di questo magnifico blog, per avermi permesso di raccontare la mia storia. È stato un immenso onore e un piacere indescrivibile.
5 risposte
Bel pezzo di prosa in italiano
Grazie mille e un caro abbraccio, Ester!
Bravo!
I need to get a translator 😊
You are our biggest Italian Millwall Fan.
We Love you, you are appreciated
COYL MTID ❤
Thanks so much for your kind words, dear Jacqui. You are such a wonderful person! Huge hugs to all of you and come on you lions!
Hi mү family member! I want to say that this post is awesome, nice wгitten and inclᥙde
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