LA COMPLESSITÁ DEL CALCIO
Johan Cruyff diceva: “É tutto molto semplice: se segni un gol in più del tuo avversario, vinci”.
Per quanto semplice possa sembrare, raggiungere questo obiettivo é ció che di piú complesso esista nel mondo dello sport.
Il Calcio, per la sua struttura e le sue regole é la disciplina che presenta piú interazioni e variabili, ed é per questa ragione che ritengo sia appunto la piú complessa, data la presenza di 11 giocatori i quali si relazionano fra di loro attraverso la gestione di un palla, cercando di superarne altri 11 con lo scopo di depositare la stessa in una porta di 7,32m x 2,44m.
Il tutto accade (utilizzando prevalentemente i piedi) su un campo rettangolare i cui lati misurano mediamente 100m x 70m durante due tempi di gioco di 45’ ciascuno.
Inoltre esistono norme che attribuiscono a determinate situazioni conseguenze diverse a seconda della zona in cui queste si verificano.
Nel corso degli anni, tali norme hanno subito alcune modifiche che hanno richiesto differenti adattamenti tattici e strategici.
Esempi principali sono: la regola del fuorigioco e la norma che proibisce l’uso delle mani da parte del portiere su un retropassaggio volontario di un proprio compagno.
Queste modifiche hanno l’obiettivo di privilegiarne l’aspetto offensivo del gioco, per renderlo il piú avvincente possibile per il pubblico.
D’altro canto, ogni causa determina inevitabilmente un effetto, e non sono poche le strategie di gioco che hanno perfezionato aspetti difensivi allo scopo di ostacolare la linearitá della proposta offensiva degli avversari, riducendo sempre piú lo spazio effettivo di gioco attorno alla palla.
Questo é il motore evolutivo del calcio.
Il poter raggiungere l’obiettivo finale, che resta e resterá sempre fare un gol in piú dell’avversario, necessita di un’organizzazione molto piú elaborata della squadra in possesso della palla, di una occupazione razionale dello spazio e di una corretta scelta delle tempistiche d’azione, le quali sono i fattori determinanti affinché si possano superare giocatori avversari e arrivare nei pressi della porta rivale nelle migliori condizioni di gioco possibili.
Cosa intendo per migliori condizioni possibili? L’avere, in una determinata circostanza di gioco, maggiori probabilitá di raggiungimento dell’obiettivo finale.
- Tali probabilitá di successo aumenteranno o diminuiranno a seconda dell’uso corretto di determinate superioritá, chiamate anche vantaggi, le quali emergono costantemente dal flusso del gioco e dall’interazione dinamica tra i 22 giocatori e la palla.
- Tali superioritá indicano il cammino da seguire per giungere nelle migliori condizioni possibili nei pressi dell’area avversaria.
- Saperle riconoscere, in modo tale da sfruttarle al meglio, ritengo sia di fondamentale importanza per l’interpretazione del gioco proprio e dell’avversario.
- In linea generale possiamo classificare le superioritá in base alla loro origine:
- Le superioritá generate dalle azioni con e senza palla della squadra in possesso;
- Le superioritá concesse dalla struttura, o sistema di gioco difensivo, dell’avversario.
- L’interazione di queste due categorie ne generá una terza, che chiameró superioritá collettiva, la quale risulta essere il grado di efficacia ed efficienza con cui la squadra in possesso palla agisce, ovvero il suo livello di gioco.
- Durante il corso di una partita, emergono costantemente altre superioritá molto piú specifiche, le quali sono i pilastri su cui si basa la superioritá collettiva appena menzionata.
- Esse sono quelle che saranno prese in esame in questo articolo:
- La superioritá numerica
- La superioritá posizionale
- La superioritá qualitativa
- La superioritá dinamica
- Queste quattro superioritá interagiscono costantemente fra di loro durante il flusso del gioco. Come si vedrá in seguito, possono sia emergere contemporaneamente, sia essere conseguenza di altre generate in momenti precedenti.
- Si crea quindi una successione dinamica di circostanze di gioco, simile ad un “effetto domino”, la quale mostra un possibile percorso verso la realizzazione di un gol.
- La percorrenza di quest’ultimo dipenderá non solo da fattori tattici collettivi, ma soprattutto da fattori tecnici e cognitivi dei giocatori.
- Sono questi criteri, e la loro interazione, che conformeranno un linguaggio comune tra i giocatori, il quale permetterá l’emergere o meno di una determinata circostanza di gioco in un momento puntuale.
- Ogni superioritá, come vedremo, presenta aspetti sia negativi che positivi, i quali devono necessariamente essere presi in considerazione per poter raggiungere il piú possibile una corretta organizzazione collettiva.
Figura 1: 3.Fabinho, trovandosi in una superiorità posizionale, riceve palla da 1.Allison
Figura 2: 3.Fabinho, una volta controllata la palla, effettua un passaggio verso 66.A.Arnold, trovandosi
anch’egli in una superiorità posizionale.
Figura 3: La seguente azione vede 66.A.Arnold effettuare un passaggio lungo per attivare la superiorità posizionale di 20.D.Jota, trovando anche una superiorità numerica di 3vs2 del Liverpool nell’ultima linea grazie alla pessima posizione della linea difensiva del City. Questa azione porterà al momentaneo 0-1 del Liverpool.
- La superioritá numerica
- La superioritá numerica si ottiene quando, in un momento ed in una zona specifica del campo, le opzioni di passaggio per chi ha la palla sono superiori rispetto agli avversari che le possono chiudere.
- Aspetti positivi: é la piú semplice da riconoscere, ed é anche la piú facile da ottenere.
- Presenta minori rischi di perdere palla.
- Aspetti negativi: generare questo tipo di superioritá comporta che in altre zone ci si trovi in situazioni di inferioritá tali per cui saranno necessarie le capacitá dei singoli e a un buon uso del giro palla per poter generare altri vantaggi.
- Inoltre piú ci si avvicina alla porta avversaria, meno possibilitá si hanno per generare questo tipo di superioritá, causata da una maggior densitá difensiva avversaria.
Figura 4: Sovrapposizione di strutture: attraverso la posizione accentrata dei due terzini, il City genera una superiorità numerica 5vs3 in fase di inizio. Ciò determina che, in zone più avanzate del campo, alcuni giocatori si trovino in situazione di inferiorità numerica. Per risolvere questo problema spesso si affidano al giro palla e alla capacità individuali dei singoli per poter generare occasioni.
Figura 5: Situazione momentanea di superiorità numerica 2vs1 sulla fascia destra dovuta ad un movimento ad uscire per ricevere palla da parte di 17.De Bruyne. Come si può notare, data l’inferiorità numerica 2vs4 in area, sarà necessaria una superiorità qualitativa o posizionale per poter convertire tale circostanza di gioco in goal.
- La superioritá posizionale
- La superioritá posizionale si ottiene quando un giocatore si trova ubicato nel campo con la possibilitá di ricevere palla in migliori condizioni spazio-temporali rispetto agli avversari piú vicini, in modo da poter effettuare la successiva giocata debitamente.
- A seconda della posizione rispetto alle linee di difesa avversarie, possiamo identificare 3 sottotipi di superioritá posizionale:
- Tra le due linee difensive avversarie (entre líneas)
- Tra due giocatori della stessa linea difensiva (inter líneas)
- Esterna o al di fuori di una o piú linee difensive (fuera de líneas)
- La corretta occupazione di tali intervalli dipenderá sia da movimenti precedenti effettuati dal giocatore ricevente, ma soprattutto da una circolazione palla da parte de compagni tale da produrre momentanei squilibri nella struttura difensiva avversaria, e dando cosí l’opportunitá ad un proprio compagno di identificare ed occupare tale zona nel momento opportuno.
- Aspetti positivi: é la superioritá che senza dubbio provoca maggiori squilibri difensivi e che piú difficoltá genera all’avversario. Permette, spesso attraverso un solo giocatore, di rompere intere linee di difesa, senza necessariamente perdere eventuali posizioni in altre zone di campo e quindi mantenendo altre superioritá.
- Inoltre permette di “fissare” due o piú rivali appartenenti alla stessa linea difensiva impedendone il successivo intervento e dando cosí ancor piú tempo e spazio ad un proprio compagno nel poter effettuare una giocata.
Figura 6: La posizione di 9.Haaland impedisce al centrale di difesa avversario di uscire per difendere la
ricezione di 8.Gundogan, il quale si trova in una superiorità posizionale tra le linee difensive avversarie.
- Aspetti negativi: dipende prevalentemente da fattori tecnici e cognitivi, tanto del giocatore che passa (come effettua il passaggio), sia del giocatore che riceve palla (la posizione e la postura del corpo prima di ricevere o il tipo di controllo effettuato influenzeranno inevitabilmente l’azione successiva).
- Per questi motivi é senza dubbio la superioritá che necessita maggior allenamento, in quanto é la piú difficile da creare e allo stesso tempo la piú facile da perdere.
Figura 7: La postura orientata spalle alla porta di Gundogan non gli permette di sfruttare il vantaggio della sua posizione, sprecando così la possibilità di mettere il proprio compagno a tu per tu con il portiere avversario.
Figura 8: In questo caso il profilo orientato verso l’interno del campo del centrale di difesa del City, 25.Akanji, non gli permette di vedere un suo compagno in superiorità posizionale al di fuori delle linee difensive avversarie.
La superioritá qualitativa
Questa tipologia di superioritá si riferisce a quelle caratteristiche individuali, tanto tecniche e fisiche quanto emotive, che permettono di trarre vantaggio da situazioni di paritá numerica o addirittura di inferioritá.
Per poterla sfruttare non solo é necessaria una profonda conoscenza delle peculiaritá di ogni giocatore a disposizione, ma anche la capacitá di generare contesti di gioco opportuni affiché tali caratteristiche si possano incentivare il piú possibile.
Pertanto sará necessario produrre, attraverso il processo di allenamento, un linguaggio tattico comune condiviso tra i vari elementi della squadra, che permetterá al giocatore di conoscere le caratteristiche dei propri compagni, al fine di poterle utilizzare al meglio.
- Figure 9: Nei tre fotogrammi sopra potete vedere l’azione in sequenza in cui viene “attivato” 9.Osihmen. In questa stagione il Napoli di Luciano Spalletti ha saputo sfruttare in maniera evidente la capacità di progressione di 9.Osihmen. Sono molte le situazioni in cui la punta partenopea viene “attivata” nello spazio , generando così occasioni da goal chiare.
Figura 10: L’immagine mostra come, in una situazione di gioco simile, si possa trarre o meno vantaggio a seconda delle caratteristiche individuali dei protagonisti: nella prima immagine l’azione si concluderà con un gran goal di 9.Haaland, capace di difendere palla con due avversari addosso (superiorità qualitativa fisica) mentre, nella seconda situazione, 19.A non Alvarez non riuscirà a fare lo stesso.
- Aspetti positivi: permette di poter risolvere situazioni di svantaggio numerico o posizionale ricorrendo alle caratteristiche individuali del singolo.
- É la superioritá piú “economica” in quanto con un solo giocatore si possono ottenere vantaggi molto evidente, magari sfruttando diverse superioritá in altre zone del campo.
- Aspetti negativi: passa da uno stato di forma ottimale del giocatore (tanto fisico quanto emotivo), senza il quale non potrebbe esprimere al meglio le sue capacitá.
- L’essere “dipendenti” dalle caratteristiche del singolo molto spesso rischia di forzare eccessivamente certe giocate, limitando la ricerca di altre situazioni di gioco.
- La superioritá dinamica
- Possiamo definire questa superioritá come frutto della connessione ottimale dei giocatori in campo (o di un gruppo di essi) tali per cui riescono a risolvere situazioni di paritá o inferioritá numerica in maniera produttiva per tutta la squadra.
- Come si é commentato precedentemente, maggiore sará la conoscenza dei propri compagni, acquisita mediante l’allenamento, maggiore sará il livello di connessione tra di loro, aumentando le probabilitá che certe azioni efficaci possano ripetersi in piú situazioni.
Figura 12: Da una situazione iniziale di parità numerica 4vs4, le giocatrici del Barça Femminile, riescono, attraverso una sequenza di passaggi corti a trovare una superiorità qualitativa sulla fascia destra.
- Sará compito dell’allenatore cercare e fomentare quelle relazioni che piú vantaggi possono recare al collettivo.
- É quindi necessario l’uso di esercitazioni attraverso le quali tali sinergie possano emergere in contesti complessi di gioco, in modo tale da generare un adattamento continuo e permanente verso la realtá dello stesso.
Figura 13: Due esempi degli innumerevoli assist forniti da 18.Alba a 10.Messi, molti dei quali utilizzando la stessa dinamica di gioco, con l’argentino che inizia spesso l’azione per poi concludere l’azione finalizzando un passaggio all’indietro dello spagnolo.
Aspetti positivi: ad un maggior numero di giocatori coinvolti corrisponde una maggiore imprevidibilitá e di conseguenza differenti opzioni di gioco future, e questo la rende molto difficile da anticipare e poter difendere per l’avversario.
Aspetti negativi: necessita di tempo affinché certe relazioni possano diventare effettive e durature nel tempo.
Inoltre, alcune azioni di gioco possono, alla lunga, risultare prevedibili per gli avversari se non si trovano variabili o alternative per poterli sorprendere.
Conclusione
L’utilizzo combinato e costante di queste quattro tipologie di superioritá é ció che regge l’intera tattica del gioco.
Durante l’arco di una partita, esse si presentano costantemente, generando diverse possibilitá d’azione le quali, se opportunamente sfruttate, aumenteranno le probabilitá di creare occasioni da gol.
Al fine di aiutare i giocatori nell’interpretazione del gioco risulta necessario che il loro sviluppo venga maturato sulla base di un’esperienza di tali concetti vissuta costantemente durante le varie sedute di allenamento, per mezzo di quelle esercitazioni che abbracciano la complessitá del calcio e che permettano al giocatore di essere consapevole della propria funzione e di quella dei suoi compagni in ogni istante, aiutandolo a prendere le migliori decisioni possibili per la squadra.
Citando ancora una volta Johan Cruyff, che meglio di chiunque altro puó riassumere in una frase gli elementi espressi fino ad ora, si puó affermare che:
«Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile (e complessa aggiungeri) che ci sia»
- BIO: ALBERTO ANGELASTRI
- Nato a Bari il 3 luglio del 1991
- – Laureato con lode in Scienze e Tecniche dello Sport presso l’Universitá di Scienze Motorie di Bari
- – Varie esperienze come allenatore nella Fortis Altamura e nei settori giovanili del Centre D’Esports Sabadell F.C. y Can Vidalet
- – Ha preso parte al Máster profesional de fútbol de alto rendimiento organizzato dal FC Barcellona in collaborazione con l’Universitá di Barcellona (INEFC)
- – Da 5 anni assistente e Match Analyst nella prima squadra femminile del FC Barcellona (fra i diversi Titoli ottenuti quello di campione d’Europa nella stagione 2020-2021)
- – Docente e relatore dei corsi organizzati da Barça Innovation HUB, nonché collaboratore del dipartimento di metodologia del club.
- – In possesso del patentino d’allenatore UEFA A