IL NOSTRO GROUNDHOPPING TRA INGHILTERRA E SCOZIA – 2^ PARTE.

8 AGOSTO ’23 Martedì

Ci eravamo lasciati nella 1^ parte del viaggio in direzione di York, tappa intermedia verso la Scozia.

Raggiunta York e lasciati i bagagli in hotel, girovaghiamo in città fino ad imbatterci in una pizzeria (Cresci) davvero invitante: non ci sbagliamo, i ragazzi di Cava dei Tirreni sono davvero bravi e la pizza è…italiana e ottima! Il mattino seguente proseguiamo nella visita della città e,nel primo pomeriggio, partiamo per Edimburgo, capitale della Scozia.

Edimburgo sorge sulla costa orientale dell’isola britannica, sulla riva meridionale del fiume Firth of Forth ed è edificata su sette colli.

Arriviamo nell’appartamento prenotato, nel sobborgo di Portobello, famoso per gli stabilimenti balneari (per la prima volta dormiremo due notti consecutive nello stesso posto), lasciamo i bagagli e andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia per poi riprendere l’auto e dirigerci verso il centro città.

È l’occasione per andare a vedere lo stadio di una delle due squadre della capitale: l’Easter Road casa degli Hibs, costruito nel 1893 e con una capienza attuale di poco più di 20.000 persone.

Visita obbligatoriamente dall’esterno considerata l’ora tarda.

La città è, calcisticamente, rappresentata dall’Hibernian Football Club e dall’Heart of Midlothian Football Club o, più semplicemente, gli Hibs e gli Hearts. Il Derby tra le due squadre è tra i pù antichi in assoluto e risale al 1875: vinsero gli Hearts 1-0.

Fondato nel 1875 da appassionati di calcio di origine irlandese (Hibernia è l’antico nome latino dell’isola di Irlanda),  i colori sociali dell’Hibernian sono il verde e il bianco, indossati ed utilizzati dal club sin dalla fondazione. Gli Hibs hanno vinto il titolo di campione di Scozia quattro volte ma la più recente risale al 1952.

Lo stemma del club è cambiato frequentemente nel corso degli anni, riflettendo il continuo dibattito sull’identità del club, in merito al continuare ad esporre e mantenere la sua eredità alla cultura irlandese o evitare i problemi di settarismo che si sono verificati per molto tempo a Glasgow tra Celtic e Rangers. L’arpa, simbolo irlandese per eccellenza, fu prima rimossa negli anni 1950, poi reintrodotta nel 2000 quando il logo fu ridisegnato e rinnovato.

Una delle tribune è dedicata ai “The Famous Five”, il termine con cui si identifica la linea di attacco della squadra negli anni 40 e 50, composta da Gordon Smith, Bobby Johnstone, Lawrie Reilly, Eddy Turnbull e Willie Ormond.

Lasciamo Easter Road e andiamo in centro, passeggiata sul Royal Mile, la strada più importante di Edimburgo che collega il Castello a ovest con il palazzo di Holyroodhouse a est, quasi due chilometri di negozi, ristoranti, pub e hotel ai lati e artisti di strada lungo il cammino.

Cena e rientro in appartamento.

9 AGOSTO ’23 mercoledì

Come ogni giorno il risveglio è di buonora. Colazione e visita al Tynecastle Park, la casa degli Hearts, stadio con una capienza di poco più di 17.000 persone.

La sezione calcistica del club fu ufficialmente fondata nel 1874.

Lo stemma riproduce un mosaico a forma di cuore(chiamato The Heart of Midlothian) presente su un marciapiede del Royal Mile che ricorda la posizione dove sorgeva nel XV secolo l’edificio Old Tolbooth, demolito nel 1817, che fu centro amministrativo della città, oltre che prigione e uno dei luoghi dove venivano eseguite le pene capitali.

 Il colore sociale è il granata, da cui il soprannome Maroons.

Da ricordare che negli Hearts ha giocato Stefano Salvatori, 58 presenze 1 goal tra il 1996 e il 1999, mio ex compagno di squadra nel Milan, ragazzo straordinario, giocatore generoso, di temperamento che purtroppo ci ha lasciati giovanissimo,nel 2017, prossimo a compiere i 50 anni.

L’accoglienza non è delle migliori. Quando parlo di accoglienza non intendo la possibilità o meno di accedere allo stadio per fare una fotografia, è chiaro che il club preferisca evitare perchè in qualche modo potrebbe venir meno la richiesta di visita guidata e a pagamento dello stesso, ma, più semplicemente, ricevere un sorriso in reception o allo store: niente di tutto ciò!

Acquistiamo la sciarpa perchè la maglia completa non è disponibile e ci dirigiamo verso Glasgow.

Glasgow è considerata la capitale economica della Scozia sorge sulle rive del fiume Clyde. È la terza città britannica per numero di turisti stranieri dopo Londra ed Edimburgo.

Glasgow ha una lunga storia sportiva. Qui si giocò la prima partita di calcio internazionale nel 1872 all’ Hamilton Crescent del Club di Cricket della Scozia occidentale nell’area Partick di Glasgow. L’incontro fu quello tra la nazionale scozzese e quella inglese e fini con il risultato di 0-0.

La città è calcisticamente rappresentata dal Rangers Football club e dal Celtic Football Club, squadre che hanno ottenuto ottimi risultati anche a livello internazionale come la vittoria del Celtic in Coppa dei Campioni del 1967 (2-1 contro l’Inter in finale) e la vittoria dei Rangers in Coppa delle Coppe nel 1972.

I due club si affrontano nel derby cittadino definito l’Old Firm, una delle sfide più accese a livello Mondiale: una sfida che va ben oltre il calcio, coinvolgendo anche la religione (i tifosi del Celtic sono cattolici, quelli dei Rangers protestanti) e la politica (i tifosi del Celtic sono filo-irlandesi e indipendentisti, quelli dei Rangers unionisti). Ma di questo abbiamo già ampiamente parlato nel blog:

https://www.filippogalli.com/wp-admin/post.php?post=3081&action=edit#:~:text=https%3A//www.filippogalli,una%20nuova%20scheda)

Le due squadre sono anche proprietarie di due tra i più grandi stadi della Scozia: l’Ibrox Stadium con una capienza di 50.411 posti e il Celtic Park con 60 832 posti.

Iniziamo da quest’ultimo:

Il Celtic Park è per capienza il terzo stadio del Regno Unito dopo Wembley e l’Old Trafford di Manchester. È soprannominato “The Paradise” dai propri tifosi. Al Celtic è anche legata la mia passione per il Milan ma questa è un’altra storia.

Quando arriviamo nei pressi della struttura si capisce subito che siamo di fronte alla storia, alla grandezza di un club.

L’accoglienza, con il sorriso, ci invoglia a chiedere di poter entrare nello stadio. Spieghiamo che, per ragioni di tempo, non vorremmo fare il tour completo ma solo una visita veloce. Spendo la carta del passato da calciatore professionista e di ex responsabile di settore giovanile che era presente, dopo la gara giocata dalla nostra Primavera contro i pari età del Celtic nel pomeriggio per la Youth League, alla gara serale tra il Milan di Allegri e il Celtic di Lennon nel lontano 2013. Non so se il racconto sia servito a qualcosa perchè in realtà la disponibilità all’ascolto era stata piena anche precedentemente. Poco importa. Ci viene concessa la visita veloce dello stadio ed è un susseguirsi di emozioni: grazie Celtic!

Dopo aver ringraziato tutti gli addetti ai lavori, prima di lasciare Celtic Park, ci soffermiamo all’esterno dove scattiamo alcune foto tra cui le due che seguono: nella prima è raffigurato John Stein, conosciuto come Jock, il primo tecnico a centrare il cosiddetto triplete, conquistandolo alla guida del Celtic nella stagione 1966-1967.

STATUA DI JOCK STEIN, TECNICO DEL CELTIC DAL 1965 AL 1978

Nella seconda è raffigurato James Connolly Johnstone, detto Jimmy, che legò gran parte della sua carriera al Celtic con cui si laureò campione d’Europa nel 1967 ed in cui giocò 382 gare mettendo a segno 82 goal.

STATUA DI JIMMY JOHNSTONE

Da ricordare che nelle file del Celtic hanno militato alcuni giocatori italiani, tra loro :

Paolo di Canio, 26 presenze 12 goal nel 1996-97, Enrico Annoni dal 1997 al 99 con 37 presenze e Massimo Donati, 31 presenze e 3 goal dal 2007 al 2009.

Prima di ripartire entriamo nello store per acquistare la maglia. Saliamo in auto raggianti, soddisfatti. Ora ci aspetta Ibrox!

Anche in questo caso l’arrivo è mozzafiato, la struttura di Ibrox ha uno stile differente rispetto a Celtic Park ma ugualmente affascinante, forse ancor di più.

Il colore caratteristico dei Rangers è il blu reale(“royal blue”).

Si avvicina l’ora di pranzo ed è l’occasione per pranzare nel ristorante dello stadio che sta per chiudere. Questo ci permette di entrare all’interno e, sebbene separati da un vetro, di poter vedere tribune e campo di gioco. È grazie a Sabina, lesta nel trovare l’ingresso, che riusciamo ad arrivare entro l’orario di chiusura della cucina!

Che dire, tutto bellissimo. Torniamo all’esterno per fare un salto allo shop per fare acquisti. Riguardando lo stadio e le effigi dei giocatori definiti “legends” poste in alto sulla struttura riconosco Mark Hateley. “Attila” con i Rangers dal 1990 al 1995 ha giocato 165 partite segnando 87 goal. Scatto la foto

e gliela invio tramite whatsapp. Ecco la sua risposta: “You should have called me (faccina arrabbiata) we could have gone for a coffee (pollice alto)…Grande Mark, once rossonero always rossonero!

Anche Ray Colin Wilkins, mio compagno di squadra, insieme a Mark, al Milan (1984-87), ha vestito la casacca dei Rangers (1987-89) con 70 presenze e due goal.

Con il rimprovero di Mark finisce il nostro Groundhopping in Scozia.

Ancora poche righe per ricordare alcuni giocatori italiani che hanno giocato nei Rangers:

Gennaro Gattuso 34 presenze 3 goal nel 1997-98, il bomber Marco Negri 40 presenze e 37 goal dal 1997 al 1999, Lorenzo Amoruso 149 presenze e 13 goal tra il 1997 e il 2003, Sergio Porrini tra il 1997 e il 2001, 85 presenze e 3 goal, Luigi Riccio dal 1997 al 1999 collezionando però soltanto una presenza,infine Paolo Vanoli ,28 presenze 1 goal nella stagione 2003/04.

Il viaggio riprende in terra inglese e lo trovate al link:

https://www.filippogalli.com/wp-admin/post.php?post=5602&action=edit#:~:text=https%3A//www.filippogalli,una%20nuova%20scheda)

Qui invece finisce la seconda e ultima parte dell’articolo dedicato al Groundhopping tra Inghilterra e Scozia.

NEL BLOG AVEVAMO GIÀ PARLATO DI GROUNDHOPPING NELL’ARTICOLO DI MATTEO CIGNA:

https://www.filippogalli.com/wp-admin/post.php?post=3020&action=edit#:~:text=https%3A//www.filippogalli,una%20nuova%20scheda)

4 risposte

  1. Seconda parte di un viaggio che ha continuato ad affascinarmi! Il racconto di Filippo continua a scorrere come un fiume leggero smuovendo …”sassi” ed emozioni. Il calcio britannico, mantiene sempre una particolare suggestione in tutti gli sportivi. È una questione di storia e forse anche di clima. In particolare, che emozione la visita allo stadio del Celtic! Grazie Filippo per questo ” romanzo” condiviso con la tua dolce Sabina. Trasformi una passione in un film bellissimo.

    1. Ciao Giovanni, in generale mi piacciono tutte le squadre britanniche ma il Celtic è la squadra che giocò contro il Milan la mia prima volta a San siro nel 1969. Avevo 6 anni!
      Buona giornata

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