LA RABBIA SAUDITA.

C’è ancora qualcuno che si meraviglia di cosa stia succedendo in questo torrido calciomercato? I venti del deserto con le loro folate si portano via illusioni e speranze europee che neanche la vituperata Premier League riesce a rintuzzare.

Ebbene sì, parliamo del pericolo che proviene dalla penisola arabica e che sta minacciando la sopravvivenza del calcio europeo. Un fenomeno che non ha nulla a che vedere con quanto successe negli anni settanta con la NASL (North American Soccer League) quando sembrava che il soccer statunitense volesse decollare.

A quei tempi le stelle europee accettarono un esilio dorato ma a fine carriera che poi in verità non portò a molto (la Lega si dissolse nel 1985 per problemi economici).

Come Cristiano ha fatto da apripista lo scorso Gennaio, Pelé lo fece con i Cosmos assicurandosi un contratto di sette milioni di dollari per tre anni, cifre che oggigiorno fanno sorridere gli sceicchi d’Arabia.

Poi fu la volta della Cina, un boom fomentato dall’appena eletto Presidente Xi Jimping nel 2015 che si presentò dicendo che “il calcio è uno sport che fortifica il corpo e soprattutto la mente”. Una Nazionale cinese che si trovava all’ottantesimo posto FIFA e che a distanza di otto anni si trova ancora relegata in quella posizione dietro al Gabón ed appena davanti all’Honduras.

Dal 2020 ben 39 club hanno dichiarato bancarotta ed il pallone si è proprio sgonfiato. Succederà questo in Arabia? Pensiamo proprio di no poiché le basi economiche sono certamente molto più solide. Il fondo PIF (Public Investment Found) controlla i quattro maggiori club: Al-Ittihad, Al-Ahli, Al-Nassr e Al-Hilal.

In questo modo è facile fare investimenti promettendo ai giocatori ingaggi faraonici (anche se non siamo in Egitto) ed ai club dai quali provengono entrate inaspettate. Facendo un po’ d’ordine abbiamo:

nell’Al-Ittihad: Benzema, Fabinho e Jota;

nell’Al-Ahli Mendy, Ibañez, Kessie e Saint-Maximin;

nell’Al-Nassr Ronaldo, Brozovic, Agudelo, González, Fofana, Telles, Luis Gustavo e Mané;

nell’Al-Hilal Koulibaly, Ruben Neves, Milinkovic-Savic, Malcom ed il recente acquisto Neymar.

Parlando proprio di O’ Ney, era il caso di offrire alla stella brasiliana un contratto a livello di quello di Cristiano quando ben si sapeva che aveva fatto il suo tempo a Parigi? Parco auto di facile ostentazione, jet privato da usare all’occorrenza, villa da 27 stanze ed altrettanti giacigli matrimoniali, piscina di grandezza smisurata pur senza dover raggiungere record da qualificazioni olimpiche, 160 milioni per due anni e 500.000 euro per ogni post su Instagram reclamizzando il campionato saudita oltre ad 80.000 euro per ogni vittoria.

Tutti questi sono i benefit se poi arriviamo a sommare lo zoo privato parliamo di capricci e chissà cosa ne penserà la compagna Bruna Biancardi costretta a dormire con lui per contratto. I due non sono sposati ed in Arabia ciò non è permesso, almeno finora.

Parlando poi della situazione generale del paese giova ricordare che il diritto di cittadinanza per “ius sanguinis” vale soltanto se si discende dal padre ma non dalla madre, inoltre una persona non può essere cittadino saudita se non di fede islamica, ma questo era prevedibile.

Il petrolio lo scoprirono nel 1938 trasformando il paese in uno dei maggiori produttori ed esportatori con una riserva inferiore solo a quelle del Venezuela. Si sa che la maggior parte dei diritti umani e fondamentali libertà sono seriamente repressi, gli atti omosessuali condannati abitualmente con la pena di morte.

Fino al 2018 le donne non potevano guidare e solo dal 2011 viene data loro la possibilità di votare. Pur essendo un paese islamico l’Arabia mantiene tese relazioni con Siria ed Iran (nel 2016 ruppe tutte quelle diplomatiche con il governo di Teheran) e da sempre grande alleato di Stati Uniti, Giappone ed Europa.

Tutto questo permette di capire in che quadro ci stiamo muovendo e soprattutto non stupirci per eventuali nuovi sviluppi da questa parte del mondo. Parlando invece di Nazionale, lo scorso mese di Marzo si è dimesso il suo mentore, quel belloccio francese di Hervé Renard (proprio quello con la camicia bianca fuori dai pantaloni) che la guidò nel recente Mondiale in Qatar (vittoria nell’esordio contro i futuri campioni argentini ma qualificazione mancata agli ottavi).

Lui ha rinunciato a 300.000 euro mensili per andare ad allenare la Nazionale Femminile francese, tutto torna …. La prossima Coppa Asiatica per nazioni, che si disputerà in Qatar a Gennaio, vede la squadra in un gruppo abbastanza facile, assieme a Tailandia, Kirguistan ed Oman.

Cercasi allenatore vincente e le possibilità che sia l’ex CT Mancini sono tutt’altro che remote.

Visto che probabilmente vedremo club della Concacaf (a giorni si attende la conferma da parte della Conmebol) entrare nella prossima Libertadores, non ci stupiremmo se l’UEFA in un prossimo futuro assegnasse delle wild card a club arabi per partecipare alla prossima Champions League. Dopo il Mondiale per Nazioni a 42 squadre e da disputarsi in ben tre paesi oltre a quello per Club a 32, sarebbe la giusta conclusione per un calcio ormai alla deriva. Entrino signori entrino che lo spettacolo sta per iniziare!

BIO: Carlo Bianchi, giornalista pubblicista dal 1981 e collaboratore nel passato de La Notte, Il Giornale, Il Guerin Sportivo, Il Nuovo Calcio. Il Corriere del Ticino.

Responsabile per anni della Redazione Sportiva di Radio Milano Ticinese.

Fondatore e conduttore della trasmissione in streaming Italia dei Derby. Seguitore del Torino per Notizie Piemonte e della Liga per la rivista Football Press.

Vicepresidente ISMAS (Associazione Corrispondenti Sportivi Esteri Residenti in Spagna). Attuale referente in Spagna di Radio Sportiva e di altre testate sia Radio che TV.

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