JUDE BELLINGHAM NON È UN FALSO NUEVE.

LA FUNZIONE DEL FALSO NUEVE PARTENDO DAL GIOVANE TALENTO DEL REAL MADRID.

Capocannoniere de La Liga con 5 reti messe a segno in 441’ disputati, Player of the Month del mese di agosto del campionato spagnolo. Gol decisivo all’esordio stagionale in Champions League. Si tratta dell’identikit di Jude Bellingham, pagato oltre 100 milioni di euro dal Real Madrid durante la scorsa finestra di mercato. Un’avventura in maglia blanca iniziata nella miglior maniera possibile per il giovane 2003. Le ragioni di questo rendimento da record dell’inglese sono dovute, senza dubbio alcuno, alle sue straordinarie abilità calcistiche, ma il vero segreto del super avvio di Bellingham è da ricercare in un vero e proprio capolavoro tattico di mister Carlo Ancelotti.

Molti parlano di un comportamento in campo da parte di Bellingham tipico di un falso nueve. Ma, in realtà, Jude Bellingham NON è un falso nueve. Piuttosto, il suo atteggiamento tattico, dettato dalle linee guida di Carletto, è quello di un trequartista fortemente direzionato verso la porta avversaria. Nel Real Madrid, in realtà, gli spazi offensivi sono occupati da due diversi interpreti, ossia Joselu e Rodrygo.

Detto questo, Bellingham si è trasformato, diventando un giocatore molto più dedito alla fase offensiva rispetto al passato. Senza dubbio, l’addio di Karim Benzema e il mancato arrivo di un centravanti di caratura internazionale hanno contribuito a questa scelta, dimostratasi una mossa vincente.

Ma se l’inglese non può essere definito come tale, che cos’è effettivamente il falso nueve?

Per presentare l’introduzione di questa svolta tattica, è necessario fare un salto nel tempo fino agli anni ’50. In quel contesto storico, dove la Nazionale maggiore dell’Ungheria era una delle più temibili in circolazione, era presente una chiave di volta capace di stravolgere le gare. Stiamo parlando di Nandor Hidegkuti. Il giocatore in questione era posizionato volutamente in un’area di campo più lontana dalla porta avversaria, in modo da attirare il pressing dei difensori e concedere libertà conclusiva ai veri bomber, ossia Puskas e Kocsis. In tale maniera, si valorizzavano gli attaccanti e il giocatore in questione lavorava da “esca” per gli avversari, creando buchi nelle retroguardie attraverso movimenti intelligenti.

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L’idea tattica ungherese è stata abbandonata a lungo, salvo poi essere ripresa dal maestro dei maestri, Pep Guardiola. Il falso nueve gli è servito per sublimare il progetto del celebre tiki-taka, essendo funzionale alla distribuzione spaziale dei giocatori all’interno del rettangolo verde.

Questa scelta non è altro che uno snaturamento del ruolo classico della punta centrale, mirato a valorizzare gli inserimenti delle ali d’attacco. La prima volta in cui l’allora tecnico blaugrana adottò questa novitàavvenne in una data precisa: 2 maggio 2009, giorno in cui si disputa El Clasico, Real Madrid-Barcellona.

L’artefice designato per questa riproposizione è il giovane Lionel Messi, il quale si muove ricoprendo in prevalenza un’area di campo più lontana dalla porta avversaria, costringendo i difensori ad abbandonare la linea difensiva per la marcatura. Di conseguenza si liberano spazi utili agli inserimenti di Henry ed Eto’o, schierati sulle fasce.

Questa mossa permise ai blaugrana di conquistare la Champions League, ma non fu utilizzata molto da altri tecnici, seppur i risultati siano stati molto vantaggiosi nella maggioranza dei casi.

Ne è un esempio concreto Lorenzo Insigne, spostato al centro dell’attacco del Napoli. L’obiettivo era valorizzare la possibilità di incrementare la quantità di assist serviti ai compagni. Tuttavia, in questo caso, la scelta non fu perfetta, soprattutto considerando l’eredità del ruolo del falso nueve in azzurro.

Dries Mertens, definito come falso nueve, giovò di questa modifica tattica, riuscendo a diventare il miglior marcatore della storia del club. Grazie a mister Maurizio Sarri, il quale adottò questa soluzione per colmare il vuoto lasciato dall’infortunato Milik, il giocatore belga trovò continuità realizzativa.

Sarri tentò l’esperimento in altre occasioni durante il suo percorso sulle panchine di club. Per esempio, nel corso della scorsa stagione, Felipe Anderson ha ricoperto più volte il ruolo in questione, a causa dell’assenza di un reale vice-Immobile nella rosa della Lazio.

Ma c’è un altro giocatore da ricordare per la perfetta interpretazione del falso nueve, ossia Roberto Firmino. Durante la sua lunga esperienza a Liverpool il brasiliano è stato l’elemento più sottovalutato del tridente con Sadio Mané e Momo Salah, ma mister Klopp non ha mai dimenticato l’importanza del classe ’91. Anzi, la ricerca del nuovo Firmino è ancora in corso di sperimentazione, considerando i tentativi fatti durante le ultime partite con Gakpo o Jota, soluzioni più mobili rispetto alla punta Nunez.

In fondo, molti allenatori l’hanno utilizzato per emergenza infortuni, considerando la mancanza di alternative. Altri, l’hanno impiegata come soluzione provvisoria (come Strefezza al Lecce ad inizio stagione). Altri ancora, invece, ne fanno un vero e proprio stile di gioco.

Quel che è certo è che, mentre noi saremo ancora qui a disquisire sul falso nueve, il 5 dei Blancos continuerà a divertire e a segnare!

BIO: Simone Rippa nasce il 27 aprile 2005 a Napoli, attualmente residente a Casapulla (CE).

  • A partire dal 2011 frequenta la scuola calcio Sporting Club San Prisco, dove ricopre il ruolo difensore fino al 2019.
  • Dal 2019 al 2021 fa parte del settore giovanile del Gladiator, club di Serie D, in cui gioca come terzino sinistro.
  • Da settembre 2019 frequenta il Liceo linguistico ESABAC presso il Liceo Statale Alessandro Manzoni di Caserta, percorso di studi ancora in corso e che terminerà a giugno 2024.
  • A partire da dicembre 2022 fa parte della redazione di Numero Diez, in cui è attualmente impegnato nel ruolo di redattore.

3 risposte

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