Quando arrivò a Bologna non sapeva neanche dov’era BOLOGNA.
Il suo procuratore gli aveva detto che era in Italia. Che Bologna era una bella e accogliente città e che aveva una forte squadra di calcio.
Quello che il suo procuratore non gli disse però era molto di più di quello che gli disse.
Ad esempio che Bologna partiva con 5 punti di penalizzazione per il coinvolgimento della società nel disastro “calcio scommesse” della stagione precedente.
Non gli disse neppure che a Bologna, alle porte della Pianura Padana, faceva un freddo cane d’inverno.
E che a Bologna nevica spesso.
Eneas arriva nel 1980, l’anno in cui in Italia si riaprono le frontiere (uno per squadra) dopo quasi tre lustri di autarchia calcistica.
Ne arrivano undici e ben quattro sono brasiliani.
E’ il fascino della Nazione calcistica più ammirata e prolifica di talenti.
Eneas è gioviale, allegro, perennemente sorridente.
Bologna è una città che accoglie, che sa aspettare e che sa amare.
E Bologna si innamora di questo ragazzo dolce, gentile e solare che di mestiere fa l’attaccante.
Di lui si sa davvero poco.
L’unica cosa che possono fare i tifosi è dare un’occhiata alle statistiche che lo accompagnano e che dicono che segna mediamente un gol ogni due partite (niente affatto male!) e che ha già giocato 3 partite con la Nazionale Brasiliana.
Beh, giocatori scarsi che giocano nella Nazionale brasiliana non se ne sono visti molti …
Chi va a vedere la preparazione e le prime amichevoli rimane incantato.
Dal giocatore, che ha nel repertorio praticamente tutte le caratteristiche del brasiliano tipico, dal dribbling, al colpo di tacco, alla visione di gioco e … all’anarchia tattica.
Dall’uomo, che ha un minuto sempre e per tutti. E sempre con un meraviglioso sorriso stampato sulle labbra.
Quando inizia il campionato Eneas mostra appieno le sue doti.
E’ più un rifinitore, un “10” più che un attaccante puro.
Ma a Gigi Radice, alla Dirigenza e ai tifosi va bene così.
Per i gol ci sono Salvatore Garritano o Giuliano Fiorini.
L’avvio di stagione è eccellente, per il Bologna (3 vittorie e 3 pareggi) nelle prima 6 giornate.
Alla 4^ addirittura il Bologna espugna il Comunale di Torino dei futuri campioni della Juventus.
Eneas de Camargo fa letteralmente impazzire quella che è praticamente la difesa della Nazionale italiana che due anni prima impressionò ai mondiali di Argentina e che vincerà quelli di Spagna due anni dopo.
Nei minuti finali Eneas si avventa su pallone respinto da Zoff, finge di rientrare e Osti, il giovane difensore juventino, abbocca in pieno alla sua finta di corpo e lo stende in area.
Calcio di rigore che Paris trasformerà con freddezza.
Eneas sarà “man of the match” come si direbbe oggi.
Di una spanna buona su tutti.
Poi però arrivano le nebbie, il freddo e la neve.
L’inverno emiliano è deleterio per Eneas.
Fisicamente, perché inizieranno guai muscolari vari fino a quel brutto strappo al bicipite posteriore che lo terrà ai box per oltre 3 mesi … fino praticamente alla fine dell’inverno.
Psicologicamente, perché la famosa “saudade” che ha già colpito praticamente da subito la giovane moglie, ora inizia a farsi sentire anche per lui.
La nostalgia del suo Brasile è forte e l’infortunio e la cupezza degli inverni bolognesi acuiscono questo sentimento.
Ma Bologna lo ha accolto, lo aspetta e lo ama.
Bologna gli perdona gli errori sotto porta (alcuni veramente clamorosi!) e qualche prestazione abulica dove sembra un “Bambi” sperduto nel rettangolo di gioco.
Quando rientra, a febbraio, in una partita di campionato con il Perugia si va a sedere in panchina.
La partita è già in ghiaccio per i Felsinei quando Radice decide di mettere in campo Eneas.
L’accoglienza del pubblico è quasi commovente.
I tifosi vogliono un suo gol e lo spronano con cori e incitamenti.
Che non si placano neanche quando si divora letteralmente il 3 a 0 perché invece di tirare vuole prima saltare in dribbling l’intera difesa dei Grifoni.
A pochi minuti dal termine c’è un azione sulla destra.
Il cross è allungato di testa da Fiorini verso il secondo palo dove è appostato Eneas.
Eneas si lancia in tuffo di testa incrociando la palla sul palo lontano.
E’ il gol del 4 a 0, un gol inutile ai fini dell’incontro ma viene salutato con un boato dalla curva dei tifosi del Bologna.
La corsa di Eneas verso quei tifosi che lo hanno accolto, aspettato e amato, è gioia e commozione pura.
Sarà l’unico gol segnato al Dall’Ara dal brasiliano.
E sarà soprattutto una stagione memorabile per il Bologna che chiude al 7mo posto.
… che sarebbe stato un 5° senza la penalizzazione.
Pare tutto avviato verso una riconferma del brasiliano.
Il campionato italiano è così diverso da tutti gli altri e non è facile per nessuno adattarsi al primo impatto.
Secondo i tifosi Eneas merita una seconda chance.
Non la pensano così la dirigenza e Radice che decideranno di sbarazzarsi di lui.
In cambio dall’Udinese arriverà il tedesco Herbert Neumann con Eneas che farà il viaggio inverso.
Il Bologna, nella stagione successiva con Burgnich in panchina, retrocederà per la prima volta nella sua gloriosa storia in Serie B e in quanto a Neumann il popolo di Bologna si ricorderà più dell’avvenenza della moglie che delle imprese calcistiche del marito.
Eneas a Udine.
Scelta niente male per uno che ha dimostrato di soffrire oltremisura il freddo!
Non giocherà neppure una partita.
Tornerà in Brasile al Palmeiras, dove giocherà tre campionati dignitosi ma senza ritrovare i fasti di un tempo.
Lascerà il calcio a soli 33 dopo un triste girovagare nelle serie inferiori.
Avvia un attività commerciale … ma ha perso il suo proverbiale sorriso nel momento in cui ha lasciato il campo di gioco.
Si parla di depressione e della passione per la bottiglia che non aveva mai nascosto.
Il destino per lui è rappresentato da un camion contro il quale andrà a schiantarsi nel settembre del 1988.
Lotterà strenuamente per quattro mesi prima di arrendersi due giorni dopo Natale.
Colpa di una banale broncopolmonite che saprà però essere definitiva in un corpo già martoriato dopo quel terribile incidente.
Saranno in tanti a Bologna a piangerlo a questa notizia.
Si, perché Bologna lo aveva accolto, aspettato e amato … e non lo aveva mai dimenticato.
ANEDDOTI E CURIOSITA’
Eneas è stato uno dei più grandi calciatori nella storia del Portuguesa, team di San Paolo che, nonostante lo strapotere delle grandi della città come Palmeiras, San Paolo o Santos è riuscito nella sua storia a ricavarsi spazi importanti riuscendo a vincere tre campionati “Paulista” e ad ottenere un clamoroso secondo posto nel campionato nazionale del 1996.
Eneas, con 179 reti in 376 incontri ufficiali è stato il secondo miglior attaccante della storia della “Lusa” (Club fondato nel 1920 da emigrati portoghesi) dietro solo l’inarrivabile Pinga, uno degli attaccanti più forti della storia del calcio brasiliano.
Fa il suo esordio a soli 17 anni in un match contro l’America do Rio Preto. Il Portuguesa vince per tre reti a due ed Eneas è autore di una doppietta.
Fin dagli inizi è evidente che il questo filiforme ragazzo ha un talento non comune.
Il problema è che quando non è in possesso di palla è totalmente disinteressato all’azione.
“Quando hanno la palla gli avversari Eneas dorme!” è la critica che il ragazzo si sente rivolgere sempre più spesso dalle tribune del Estadio do Canindè.
A chiudere la polemica ci pensa il Mister della squadra, Wilsinho.
“Preferisco Eneas addormentato che molti dei suoi compagni svegli”.
Il compagno di squadra Badeco racconta di un aneddoto davvero particolare.
Durante un incontro di campionato con il Sao Bento Eneas pare talmente distratto che un tifoso inviperito gli lancia la sua radiolina portatile.
Eneas, senza scomporsi, la raccoglie portandosela all’orecchio.
Proprio in quel momento gli arriva il pallone.
Eneas lo stoppa, lascia cadere in terra la radiolina e parte palla al piede.
Salta due avversari e poi scarica un bolide dal limite dell’area che finisce la sua corsa in fondo alla porta.
E’ sempre Badeco a raccontare che durante un Portuguesa – Santos al termine del primo tempo Eneas e compagni sono in vantaggio per due reti a zero.
Eneas, euforico, esce dagli spogliatoi e inizia a farsi fotografare con alcuni suoi compagni a bordo campo. In quel momento entra Pelè, “O’Rey” che gli ricorda che la partita non è ancora finita e che forse è un po’ presto per fare delle foto.
Eneas risponde con un sorriso e chiede a Pelè di fare una foto con lui.
Nel secondo tempo il Santos segnerà tre reti, l’ultima un capolavoro assoluto proprio del numero 10 del Santos, con Eneas completamente sparito dal gioco.
“A fine partita lo avremmo ucciso!” ricorda Badeco di quel giorno.
Dopo la parentesi italiana con il Bologna Eneas torna in Brasile. Finalmente in una squadra abbastanza forte da puntare al titolo: il Palmeiras, la famosa “Palestra Italia” dove Eneas giocherà tre buone stagioni segnando 28 reti in 93 partite ma senza mai riuscire ad arrivare a conquistare il titolo nazionale.
In Brasile sono contraddittorie le voci sui suoi problemi con l’alcol e con la depressione.
Per i famigliari, il figlio Rodrigo in particolare, si è decisamente esagerato nel descrivere il problema del padre con l’alcol mentre invece sono diversi i colleghi, allenatori in particolare, che descrivono Eneas come uno che ha sempre amato la bella vita, le feste e le notti bianche.
Rubens Minelli, allenatore del Palmeiras nelle ultime due stagioni di Eneas nel club, ricorda invece che “Spesso arrivavo all’allenamento per primo e nel parcheggio c’era già un auto. Era quella di Eneas che stava dormendo all’interno reduce da una notte di baldoria”.
Il racconto delle ultime ore di vita è dell’avvocato Silvio de Jesus, colui che poche ore prima aveva acquistato da Eneas la casa dell’ex-calciatore a Peruibe, sulla costa a sud di San Paolo.
«Quella sera insieme a me e ad Eneas c’erano anche suo fratello maggiore Ednilson e un altro nostro amico, l’avvocato Eduardo, l’avvocato di Eneas.
Gli ho consegnato la borsa con la tranche finale per l’acquisto della casa e poi tutti insieme siamo andati al Bar do Arlindo, a Casa Verde. Eneas aveva secondo me bevuto troppo a tal punto che volevo togliergli le chiavi dell’auto di mano e convincerlo a venire a casa con me. Suo fratello Ednilson me lo ha impedito. “Non preoccuparti. Sa quello che fa. Non è la prima volta che beve qualche bicchiere di troppo”.
Poche ore dopo ci dissero che con la sua Opel Monza si era andato a schiantare contro un camion».
La cosa più agghiacciante dell’incidente fu che il primo ad arrivare sul luogo dell’impatto fu un taxista che invece di prestare soccorso scappò dopo aver prelevato la borsa con il denaro della vendita della casa e perfino una collana d’oro che Eneas portava al collo.
Quando Eneas arriva all’ospedale di Mandaqui le sue condizioni sono disperate. Dopo pochi minuti la notizia si è sparsa in tutta San Paolo. Tra i primi ad arrivare all’ospedale ci sono gli amici e compagni di squadra Amaral, Luis Pereira e Basilio.
Eneas è su una lettiga, in un corridoio, da solo e senza nessun tipo di assistenza.
I giocatori si infuriano, vanno direttamente dal responsabile, il Dottor Joaquim Grava.
Viene immediatamente assistito ma le sue condizioni sono gravissime.
Viene portato prima all’Ospedale Samaritano e poi al più attrezzato al Santa Casa de Misericordia dove ad occuparsi di lui c’è il Dott. Carlos Alberto da Conceiçao Lima, consigliere e tifosissimo del Portuguesa.
Eneas era il suo idolo assoluto.
I danni cerebrali però sono irreversibili.
Eneas lotterà tra la vita e la morte per oltre quattro mesi, prima di andarsene il 27 dicembre del 1988.
Aveva 34 anni.
Sulle orme di Eneas c’è oggi il nipote Rhaul, figlio di Renata, la primogenita di Eneas.
Renata, morta tre anni fa a soli 42 anni per un cancro.
Rhaul ha 14 anni e ricorda tantissimo nelle movenze e nello stile di gioco il nonno.
“E’ mancino, è rapido e se la cava egregiamente nel gioco aereo” dice di lui il padre Rogerio.
Edmilson, l’ex-difensore del Barcellona e della nazionale brasiliana, lo ha selezionato per inserirlo nella sua scuola calcio, la “Sky Brasil”, creata la scorsa estate.
… chissà, a Bologna forse stanno già prendendo nota …
Quella di Eneas è una delle 38 biografie raccontate in https://www.urbone.eu/products/questo-e-il-nostro-calcio
BIO: Remo Gandolfi e’ nato e vive a Parma. Ha gia’ 8 libri all’attivo, l’ultimo dei quali “Matti miti e meteore del calcio dell’est” che si augura possa avere il successo del fortunato “Matti, miti e meteore del futbol sudamericano”. Ha una rubrica fissa sul popolare Calciomercato.com (“Maledetti calciatori”) e con gli amici di sempre gestisce un blog www.ilnostrocalcio.it . Quanto all’amato pallone, e’ profondamente convinto che la “bellezza” e “il percorso” contino infinitamente di piu’ del risultato finale.