GENOA-MILAN 0-1: PULISIC SEGNA, GIROUD BLINDA LA PORTA. MILAN CAPOLISTA.

I cuori dei tifosi milanisti, da questo pomeriggio, battono al doppio della velocità: Genoa – Milan è alle porte e in palio, per i rossoneri, c’è il primato in solitaria. L’obiettivo è quello di sfruttare il mezzo passo falso dei cugini interisti, che hanno visto sfumare i tre punti col Bologna nonostante il doppio vantaggio iniziale.

Ultimo appuntamento con la Serie A prima della sosta per le nazionali. Al Ferraris di Genova queste le formazioni ufficiali:

Genoa (1-4-4-1-1): Martínez; De Winter, Dragușin, Bani, Vásquez; Sabelli, Thorsby, Frendrup, Haps; Malinovskyi; Gudmundsson. Allenatore: Gilardino.

Milan (1-4-3-3): Maignan; Florenzi, Thiaw, Tomori, Hernández; Musah, Adli, Reijnders; Chukwueze, Jović, Okafor. Allenatore: Pioli.

Occhi puntati sulla disposizione in campo dei rossoneri, schierati con un inedito tridente dal 1’. Siamo difronte a una mossa strategica per conservare le energie di chi ha giocato la Champions, o siamo alla ricerca di una valida alternativa al “problema gol” che ha contraddistinto le due partite di coppa? Solo il campo può darci il responso. L’arbitro è Piccinini della sezione di Forlì.

Primo tempo

Il match comincia subito ad alti ritmi, con entrambe le squadre che cercano di sbloccare il risultato giocando in verticale. Il primo brivido arriva al 3’, quando Chukuwueze serve Okafor in area di rigore: l’ex Salisburgo controlla male e l’azione si spegne tra le mani di Martinez.

Dopo un inizio promettente del Milan, anche il Genoa inizia a mettersi in mostra con un buon lavoro costituito da pressing e ripartenze. Dopo appena dieci minuti, brivido lungo la schiena dei tifosi milanisti: Vasquez dribbla Florenzi e va giù all’interno dell’area di rigore. Il direttore di gara ritiene, a ragione, che sia il genoano a cercare il contatto e lascia proseguire il gioco, scatenando le proteste di Gilardino che addirittura invade il campo rimediando un cartellino giallo.

Parlando di cartellini: Theo riceve l’ennesimo giallo della stagione, stavolta a causa di due falli consecutivi, il secondo, a mio avviso evitabile. Il laterale francese sale a quota cinque cartellini gialli, che fanno di lui il giocatore più sanzionato del campionato. Era diffidato: salterà il match contro la Juventus.

Nel complesso, il primo tempo offre poche emozioni, con Maignan poco impegnato e il Milan che cerca il guizzo vincente, mancando di precisione nell’ultimo passaggio. Il Genoa sfrutta bene le ripartenze, specialmente con Vasquez sulla fascia di Florenzi.

Poco coinvolto Jovic, mentre Musah si fa apprezzare con i suoi inserimenti. Quando lo statunitense si libera dalla marcatura, il Milan si rende pericoloso. Chukuwueze, che aveva cominciato bene la partita, perde fiducia col passare del tempo.

Un match, nella prima frazione, giocato ad armi pari: tanta intensità ma poca concretezza. Da segnalare solo un tiro da fuori di Florenzi al 35’ e un controllo mancato di Chukuwueze allo scadere, mentre si trovava sulla linea di tiro di Okafor.

Secondo tempo

In avvio della seconda metà di gara, mister Pioli sostituisce immediatamente gli esterni: Leao e Pulisic entrano in campo, mentre Okafor e Chukuwueze escono. Tuttavia, la partita sembra non voler decollare, con pochi tentativi di conclusione da parte delle squadre. L’unico a cercare il tiro è Florenzi, ma i suoi tentativi da fuori sono imprecisi. Nel frattempo, il Milan continua ad accumulare cartellini gialli: Musah, Florenzi e Adli oltre al già citato Theo. Le sanzioni per il Milan non sono altro che lo specchio di un ottimo Genoa, che difende con ordine, densità e riparte in velocità.

Al 65’ si materializza la prima autentica occasione da gol, dopo una serie di emozionanti ribaltamenti di fronte: Florenzi, esausto, mette un cross per Leao, il quale si alza in cielo e colpisce di testa, trovando la parata decisiva di Martinez. Nonostante l’intenso ritmo, il punteggio rimane bloccato. Pioli decide di apportare ulteriori cambiamenti inserendo Giroud e Calabria, sacrificando Adli e Florenzi.

Al 76’ il Genoa preme l’acceleratore creando due nitide occasioni. La prima è di Dragusin che, cercando la conclusione dal limite dell’area, trova una deviazione di Reijnders su cui Maignan è costretto a fare gli straordinari con un paratone per arrivarci. Pochi secondi più tardi va vicino al gol anche Ekuban, subentrato a Sabelli nella ripresa.

Al minuto 87 si verifica l’episodio chiave del match. Musah, con un preciso cross, pesca bene Pulisic in area di rigore: Captain America controlla il pallone, si gira rapidamente e calcia verso la porta: superato Martinez, è 0-1!

Tantissime le proteste dei rossoblù per un presunto tocco di mano di Pulisic: il VAR cerca l’evidenza dell’irregolarità da tutte le angolazioni ma il gol alla fine viene convalidato: il gioco prosegue. Alcuni replay danno l’impressione che si trattasse di uno stop col petto, altri danno l’idea che ci possa esser stato un lieve appoggio sulla parte alta del braccio: episodio borderline che ha diviso l’opinione pubblica.

Dopo il lungo check del VAR vengono disposti 7 minuti di recupero, in cui Pioli schiera Bartesaghi al posto di Jovic per difendere il vantaggio acquisito. La scelta di usare l’ultimo cambio per aggiungere un difensore, per quanto ragionevole e sensata, sembra essere una condanna pochi secondi più tardi quando Maignan, nel tentativo di bloccare Ekuban, esce fuori dall’area di rigore per svettare di testa e allontanare il pallone. L’estremo difensore francese però, prima di colpire il pallone, impatta violentemente il ginocchio contro il collo di Ekuban: gioco pericoloso, interruzione di una chiara occasione da gol e cartellino rosso.

Pioli, non avendo più cambi a disposizione, sceglie di mandare tra i pali colui che si rivelerà l’eroe della serata: Olivier Giroud, che si trova subito a dover affrontare la punizione di Gudmunsson.

Da questo momento in poi, un susseguirsi di emozioni uniche entrano nei corpi dei milanisti: agitazione, tensione, palpitazioni, fiato corto, sudorazione. La punizione di Gudmunsson sbatte contro la traversa grazie alla deviazione di un preziosissimo Tomori.

Con il passare del tempo, Olivier Giroud viene chiamato più volte in causa, rispondendo sempre con gran coraggio agli attacchi del Grifone che attacca a pieno organico, persino col portiere Martinez. Proprio quest’ultimo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, commette fallo su Musah ricevendo il secondo giallo e conseguente rosso: 10 vs 10 al Ferraris, col Genoa che manda il secondo portiere in campo, a differenza del Milan che aveva esaurito i cambi.

Nonostante ciò, la situazione rimane immutata e le sensazioni di ansia si trasformano in gioia quando Olivier Giroud, chiamato in causa per l’ultima volta, conquista il pallone in area di rigore. Piccinini decreta la fine della partita: è un trionfo per il Milan! I giocatori, il settore ospiti, la dirigenza a bordo campo e i tifosi da casa sono tutti pazzi per Olivier, simbolo di questa vittoria, portata a casa con spirito di squadra.

La performance del Milan, per quanto non brillante, è convincente ed efficace. L’ultimo quarto d’ora di questo match difficilmente verrà dimenticato: è successo di tutto, è questo il bello del calcio. È sorprendente come una partita inizialmente priva di forti emozioni possa trasformarsi rapidamente in una storia degna di nota.

Post partita

Nel post partita, il presidente del Genoa Zangrillo prende la parola al posto di Gilardino, esprimendo critiche taglienti nei confronti dell’arbitro e delle sue decisioni, sostenendo l’idea di un presunto complotto contro le squadre meno blasonate: questa dichiarazione farà discutere a lungo.

Il Milan coglie dunque l’occasione del sorpasso e si porta in testa alla classifica con 21 punti, ottenuti grazie a 7 vittorie in 8 giornate. Questa è stata la quarta vittoria consecutiva dopo la sconfitta nel derby: la squadra di Pioli riesce a scacciare via i fantasmi del recente passato. Al rientro, il Milan si preparerà per il big match contro la Juventus, ma dovrà farlo senza la presenza di Maignan e Theo.

Il campionato è ancora lungo, ma chi ben comincia…

BIO: Luca Lazzaro nasce nel 1998 a Catania, Sicilia. Consegue il diploma al Liceo Linguistico, per poi proseguire gli studi all’Università di Catania, guadagnandosi il titolo di Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Il mondo del giornalismo sportivo lo affascina, tanto da avvicinarsi a ciò attraverso le sue due più grandi passioni: il calcio e le moto. Da qui nasce l’adesione al progetto Talent Scout sul calcio giovanile; le collaborazioni con Voci di Città per la MotoGP e Filippo Galli per il Milan. Alla fine del 2023 svolge la professione di social media manager e inizia la collaborazione con L’Urlo.

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