DALL’INTERCONTINENTALE AL MONDIALE PER CLUB, DAL RILANCIO AL CAOS.

Se volete cercare sul web, sui siti di Sport Mediaset o di Sky Sport, troverete articoli sulla nuova formula di Mondiale per club che però non sostituirà l’Intercontinentale, che però consentirà alla vincitrice europea della Champions di giocare una partita sola, che però si disputerà in dicembre, che però… Che però se capirete vi prego di scrivermi la spiegazione nei commenti qui sul sito di Filippo, perché io l’ho riletta più volte e ancora non ho bene inteso.

Sta di fatto che mentre si solleva (più o meno acuta, più o meno sommessa) la voce di protesta degli allenatori, FIFA e UEFA continuano a rimpinzare la locomotiva del pallone col carbone di partite, trofei, impegni, date in un calendario già ingolfato, stravolgendo anche quella che una volta era semplicemente la sfida intercontinentale tra la vincitrice europea della Coppa dei Campioni e quella sudamericana della Libertadores. Era nata nel 1960 e si svolgeva in un doppio turno di andata e ritorno in casa delle due contendenti, se non che quella che si disputava dall’altra parte dell’oceano si trasformava un po’ troppo spesso in una corrida (vedi Estudiantes-Milan del 1969), tanto che le rinunce a partecipare – da parte dei club europei – cominciarono a susseguirsi con una certa frequenza dal 1971 con il diniego dell’Ajax, fino al caso clamoroso del 1974 quando vinsero per la prima volta i vicecampioni d’Europa (Atletico Madrid) subentrati al Bayern che si era rifiutato di giocare contro l’Independiente. Nel 1975 e nel 1978 si arrivò al colmo di non disputarla poiché non venne trovato l’accordo sulle date.

Finalmente, nel 1980 la storia cambio grazie alla Toyota che sponsorizzò la manifestazione, fissando a Tokyo la finale unica tra le contendenti (le ultime 3 edizioni furono poi disputate a Yokohama) e prevedendo salatissime sanzioni – grazie alla collaborazione con le Federazioni europea e sudamericana – ai club che si fossero eventualmente sottratti all’impegno.

La rinascita della competizione ridiede allo stesso tempo regolarità e prestigio, benché i club continentali dovettero piegarsi per ben 7 edizioni di fila a quelli sudamericani: un’egemonia interrotta dalla Juventus che nel 1985 superò l’Argentinos Juniors ai rigori. Da allora si verificò un’alternanza più equilibrata, fino al 2004 quando l’Intercontinentale si trasformò in “FIFA Club World Cup”, estendendo la partecipazione alle squadre vincitrici delle Coppe internazionali affiliate appunto alla FIFA: Europa, Sudamerica, Africa, Centroamerica, Asia, Oceania.

Il trofeo però è sempre finito nelle mani delle due vecchie patrie dell’Intercontinentale, essendo sempre stato vinto da squadre europee o sudamericane, con un recente dominio delle prime che lo vincono ininterrottamente da 10 edizioni, dopo l’ultimo trionfo brasiliano del 2012 con il Corinthians impostosi sul Chelsea (solo 6 volte sono arrivate in finale squadre di altri continenti che non fossero Europa e Sudamerica). 

Dal 2009 anche la sede è itinerante: si è giocato negli Emirati, in Marocco, in Qatar, mentre la prima edizione del Mondiale per club esteso a 32 partecipanti, in programma nel 2025, sarà organizzato negli Stati Uniti. 

Fin qui la parte storica e statistica. Detto che il Milan è stato il club a partecipare e vincere più volte all’antica formula della Coppa Intercontinentale, dopo la trasformazione multipla dell’evento fu appunto la Juve la prima italiana a conquistarla.

Quella dell’8 dicembre 1985 contro l’Argentinos Juniors è ritenuta “la migliore edizione per contenuti tecnici e agonistici” e in assoluto “uno dei migliori incontri nella storia del calcio”. Sono classificazioni sempre un po’ complesse, dunque opinabili, ma indubbiamente la gara fu giocata a ritmi elevatissimi, con un tasso di qualità davvero elevato. Fu anche un evento storico perché segnò la fine del monopolio Rai relativo al calcio: la partita fu trasmessa da Canale 5.

Bianconeri con Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea (dal 64′ Pioli), Mauro (dal 78′ Briaschi), Manfredonia, Serena, Platini, Laudrup. Per gli argentini in campo Vidallé, Pavoni, Domenech, Villalba, Batista, Olguin, Castro, Videla, Borghi, Commisso (82′ Corsi), Ereros (117′ Lopez). Primo tempo di marca sudamericana senza grandi occasioni, ripresa più equilibrata. Dopo un gol annullato a Laudrup per fuorigioco, gran filtrante di Commisso per Ereros e bel pallonetto che supera Tacconi: è il 55′. Subito dopo il raddoppio di Castro, ma anche qui si alza la bandierina del fuorigioco e così al 62′ la Juve pareggia: Serena atterrato in area e rigore che Platini trasforma senza problemi. Al 75′ ennesimo capolavoro di Claudio Borghi, del quale abbiamo raccontato qualche settimana fa la stagione lampo in Italia al Milan, e nuovo vantaggio argentino con Castro. All’82’ la magia è di Laudrup che scarta anche il portiere e quasi dalla linea di fondo insacca il 2-2. Poco o nulla durante i supplementari, caratterizzati dalla stanchezza dei contendenti, e si va ai rigori. 

Brio, Cabrini e Serena trasformano i primi 3 per i bianconeri, Olguin e Lopez per gli argentini ma nel mezzo c’è il primo errore di Batista. Sbagliano anche Laudrup e Pavoni, così l’ultimo decisivo tiro dal dischetto è di Michel Platini che non fallisce: la Coppa è della Juve di Trapattoni, il francese eletto miglior giocatore della partita. L’Intercontinentale torna in Europa dopo 7 edizioni di digiuno. 

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.BIOI

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