Chi e’ nato, come me, nei primi anni 60, ed ama alla follia questi colori ha visto e vissuto episodi ed emozioni alla stregua delle montagne russe di un qualsiasi Luna Park.
Così, dopo i turbolenti anni 70 e primi anni 80 costellati da 2 retrocessioni, il popolo Rossonero pote’ finalmente toccare la punta massima della sua rinascita nella primavera del 1989.
La nostra squadra, fresca campione d’Italia l’anno precedente al termine di una rincorsa fantastica sul Napoli di Maradona, si apprestava a riaffacciarsi sul palcoscenico europeo più importante per una squadra di club, la Coppa dei Campioni.
Il sorteggio, al primo turno, ci vide affrontare i bulgari del Vitocha Sofia che furono liquidati con 2 perentorie vittorie 2-0 a Sofia e 5-2 a Milano con Virdis e Van Basten protagonisti.
Agli ottavi trovammo i talentuosi jugoslavi della Stella Rossa che all’andata ci fermarono sul 1-1 a San Siro con gol della stella slava Stojkovic e pareggio di Virdis, il ritorno fu una delle partite più incredibili mai giocate: il Milan era in svantaggio per 1-0 con gol di un certo Savicevic quando al minuto 57 una fitta nebbia costrinse l’arbitro a sospendere la partita con la nostra squadra in 10 per l’espulsione di Virdis.
Il match fu rigiocato il giorno dopo e fu un’altra avventura al limite del leggendario: dopo pochi minuti l’arbitro non vide un pallone che aveva superato di un metro la riga di porta degli slavi, Donadoni a seguito di un violentissimo colpo si fratturò la mandibola e perse conoscenza facendo temere a tutti il peggio, poi segnò Van Basten e dopo qualche minuto pareggiò ancora Stojkovic…
Si va ai supplementari e poi ai calci di rigore e qua salì in cattedra il nostro portiere Giovanni Galli che parò 2 penalty (uno proprio a Savicevic) che ci consentirono cosi’ di passare il turno.
L’appuntamento con i quarti era rimandato alla primavera, quella meravigliosa primavera che segnerà per sempre indelebilmente la nostra storia.
Il sorteggio dei quarti di finale ci mise di fronte i tedeschi del Werder Brema (squadra emergente nel panorama europeo di fine anni 80) e ricordo furono due partite non semplici: l’andata fu macchiata dall’ennesima svista arbitrale che non vide un pallone entrato nella porta tedesca di almeno mezzo metro e che ci avrebbe portato in vantaggio, il match fu durissimo e termino’ 0-0 con una grandissima parata di Giovanni Galli che ci salvò da un’immeritata sconfitta.
Il ritorno a Milano (ero presente) fu un’altra partita “collosa” risolta da un rigore di Van Basten che di fatto ci regalo’ la semifinale.
Gia’ la semifinale………nel calcio mondiale esistono pochissime squadre in grado di incutere contemporaneamente in ogni appassionato tutte quelle componenti che si chiamano: Ammirazione, Rispetto, Paura e che toccano nel profondo ogni amante di questo sport, questa squadra si chiama Real Madrid ed e’ questa leggendaria compagine che il destino ci mise di fronte in una delle semifinali più epiche della storia di tutta la Coppa dei Campioni.
L’andata venne giocata a Madrid al Santiago Bernabeu e quel Real era una squadra intrisa di campioni: Buyo , Sanchis, Gordillo, Tendillo , Chendo, Michel, Schuster, Martin Vazquez, Gallego , Butragueno, Hugo Sanchez.
La partita fu molto combattuta e dopo il vantaggio Blancos di Hugo Sanchez, nel primo tempo, la nostra squadra inizio’ a prendere il comando del centrocampo fino ad arrivare alla mezz’ora della ripresa quando un preciso cross di Tassotti consentì a Van Basten, con un pazzesco colpo di testa in tuffo (con la complicita della schiena di Buyo), di arrivare al meritato pareggio.
La partita di ritorno a San Siro non me la potevo perdere per nessuna ragione e cosi’ altra partenza da Livorno con destinazione Milano.
Mai scelta fu più azzeccata, quella serata per noi tifosi Rossoneri, fu la rappresentazione all’ennesima potenza del gioco del calcio.
La nostra squadra allenata da Mister Sacchi, l’uomo che riusci’ a trasformare l’Utopia in Realta’, schiantò il grande Real Madrid con un perentorio 5-0 e posso assicurare che vista dal vivo fu uno spettacolo pazzesco!
Quel calcio totale fatto di pressing ,fraseggi veloci e verticalizzazioni improvvise mi riporto’ immediatamente con il pensiero al 1974, ad una squadra che tanto avevo amato, la grande Olanda di Cruijff.
Ma non c’era tempo per pensare troppo …ebbri di felicita’ l’appuntamento era con la storia , l’appuntamento era per per la Finale al Camp Nou di Barcellona del 24 maggio 1989 contro lo Steaua Bucarest del grande Hagi.
Maggio 1989
Non c’e due senza tre…e cosi’ con 3 miei cari amici rossoneri decidemmo di andare a vedere quella storica finale.
Ricordo che riuscimmo a trovare una combinazione presso un’agenzia di Pisa di 4 gg (con biglietto compreso) e con base in un residence nella località balneare di Lloret de Mar a circa 100 km da Barcellona, per una cifra intorno alle 250.000 lire, niente a che vedere con le scandalose combinazioni che verranno proposte in futuro ai tifosi per questi tipi di eventi.
Per cui stipati in una Fiat Uno partimmo 2 giorni prima della finale e, dopo un viaggio di circa 12 ore, arrivammo a Lloret dove attendemmo il giorno fatidico in un continuo carosello di cori e trenini che ogni sera partivano dai numerosi tifosi italiani che avevano fatto la stessa nostra scelta ed erano anche loro già sul posto, gia’ belli carichi.
Il giorno della finale partimmo in mattinata emozionatissimi ed arrivammo nella citta catalana già invasa dai tifosi rossoneri che ne affollavano le ramblas in un turbinio di cori e bandiere al vento.
Dopo pranzo aspettammo ancora un po’ poi, troppo eccitati per l’approssimarsi dell’evento, decidemmo di recarci al Camp Nou.
Appena arrivati ci rendemmo conto dell’immensa marea di tifosi del Milan che avevano seguito la squadra, ma l’emozione piu forte la provai un paio d’ore prima dell’inizio dell’incontro: ricordo come fosse adesso che eravamo almeno in 20.000 davanti al piazzale del Camp Nou ad attendere l’arrivo della squadra e vedo ancora negli occhi, in lontananza, l’arrivo del pullman con i nostri giocatori che aprì quell’ oceano rossonero in due come un’immagine biblica, avevo le lacrime agli occhi……
Dentro lo stadio capimmo che tutto San Siro era presente…. eravamo quasi 90.000…. si perché noi siamo questi e quel momento ce lo meritavamo …la nostra Squadra …il nostro Calcio…la nostra Societa’ ..tutti insieme uniti come non mai.
La partita, lo sappiamo tutti, fu un ennesimo spettacolo che i nostri ragazzi ci regalarono, fini’ con un perentorio 4-0: doppiette di Gullit e Van Basten ed alzammo quella Coppa che da troppo mancava.
Quella serata personalmente la ricordero’ come l’emozione rossonera più grande mai vissuta, quella che scese in campo quel 24 maggio 1989 era una squadra fantastica composta da grandi giocatori e grandi uomini che avevano creato un mix perfetto guidati da un allenatore geniale, quegli uomini da quella sera divennero GLI IMMORTALI .
Quella finale fece vedere a tutti cosa e’ il Popolo Rossonero e l’amore incondizionato che nutre per questi colori, e perché da quel momento in poi in tutto il calcio mondiale iniziò ad echeggiare forte e chiaro il nome del MILAN… e come sempre e per sempre io ero al suo fianco.
BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997 lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70 e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .
6 risposte
Per me questi sono articoli importanti, perché al di là delle emozioni rivissute per il ricordo dei singoli matches, mi consentono anche di rivedere mentalmente tutti i passaggi della competizione in questione, infatti a volte, essendo passati molti anni tendo a mischiare le partite di un annata con quelle di un’altra
grazie
Leggendo il tuo articolo ho rivissuto quei momenti e quelle emozioni. indimenticabili!!!! Grazie e Buone Feste!!! Senza dimenticare …. Forza Milan !!!!
grazie della tua gentilezza
Essendo presente all’evento, hai descritto in modo eccezionale quello che abbiamo vissuto. Grazie per avermi fatto rivivere questi ricordi.
grazie per le belle parole