FROSINONE – MILAN 2-3: JOVIC ANCORA DECISIVO.

Il percorso dei rossoneri nel campionato di serie A 2023/2024 fa tappa in Ciociaria per la ventitreesima giornata.

Dopo il pareggio con il Bologna, dovuto anche all’imprecisione dagli undici metri, gli uomini di Pioli approdano allo Stirpe in cerca dei tre punti e di una continuità di rendimento messa in discussione dall’eccessivo numero di reti subite (25 in 22 giornate), che evidenzia un’attitudine a concedere, in quasi tutte le gare, troppo spazio agli avversari.

Se ciò avvenga a causa delle defezioni nel reparto arretrato o per lo scarso filtro davanti alla difesa non è dato sapersi; di sicuro anche i detrattori di Stefano Pioli non potranno, in sede di analisi, ignorare la circostanza secondo cui il tecnico rossonero sia costretto da settimane ad impostare la zona centrale difensiva con i soli Kjaer e Gabbia a disposizione.

Ai loro lati, al cospetto dei frusinati, agiscono Calabria ed Hernandez mentre ad Adli viene demandata la funzione di organizzare il gioco. Da comprendere, per gli amanti dei numeri, se la presenza di Reijnders e Loftus Cheek sia propedeutica ad un centrocampo a tre con questi ultimi schierati da interni o se il secondo venga impiegato da sottopunta in seno ad un 14231 con Pulisic e Leao sulla sua linea e Giroud riferimento centrale.

Trattasi di disquisizioni destinate a rimanere su carta considerata l’attitudine dei calciatori a trovarsi naturalmente la posizione in campo, in ossequio ad un calcio sempre più fluido, caratterizzato da movimenti ad hoc con o senza palla che sfociano giocoforza nelle cosidette contrapposizioni.

Il quesito, ad ogni modo, trova risposta da subito con l’ex Chelsea che si piazza stabilmente dietro la punta e si prenderà cura in fase di pressione di Barrenechea.

Scelte forzate per Di Francesco a causa delle assenze che, comunque, non hanno impedito alla compagine laziale di incamerare quattro importantissimi punti nei confronti diretti contro Cagliari e Verona. Confronti in cui il portiere Turati si è dimostrato come sempre affidabile.

Dopo un quarto d’ora privo di squilli dall’una e dall’altra parte ed animato da tentativi di pressione alta dei padroni di casa, la gara si infiamma d’improvviso quando il Frosinone perde una palla nella zona centrale del campo in maniera ingenua e troppo “leggera”. Bravo Reijnders nel recupero.

Leao, innestato da Loftus Cheek, pare perdere un tempo di gioco quando rallenta e osserva il piazzamento dei compagni. In realtà, sta seguendo con l’occhio il tracciamento di Giroud che cerca e trova con un cross tagliato dal vertice sinistro dell’area con il francese che, all’altezza del secondo palo, colpisce di testa e insacca con una deviazione tanto difficile quanto chirurgica. Difficile per la difficoltà nel dare potenza alla conclusione dopo essersi staccato dal difensore. Chirurgica perché diretta in basso, alla sinistra di Turati, nell’unico spiraglio di porta verso cui poter indirizzare con successo la sfera.

Probabile che il portiere gialloblu, apparso meno reattivo del solito, si aspettasse una conclusione incrociata alla sua destra.

Anziché abbattersi, il Frosinone reagisce immediatamente. Gli uomini di Di Francesco aggiungono al dinamismo che li contraddistingue una proposta di calcio frutto di idee e di lavoro di campo.

Al 19′ è Brescianini, cresciuto nelle giovanili rossonere, dopo una combinazione con Harroui, ad entrare in area da sinistra, saltare due uomini e concludere tra le braccia di Maignan. Tutto molto ben eseguito ad eccezione del tiro finale.

Un minuto dopo Seck conclude bene dalla distanza ma per superare Maignan non basta.

Altri due minuti e, sempre su giocata palla a terra frutto di combinazione della catena di destra, un cross di Gelli deviato con il braccio da Leao porta in dote ai ciociari un calcio di rigore che Soule trasforma per il pareggio.

La seconda parte del primo tempo vede eclissarsi Adli e crescere Reijnders che comincia ad aumentare il proprio raggio di azione e a dettare i ritmi delle giocate rossonere. In realtà quello dell’olandese è solo uno squillo di un quarto d’ora a cui seguirà un inizio di secondo tempo in cui la sua presenza in campo sarà nuovamente impalpabile. Del tutto normale, e lecito, che il centrocampista dei Paesi Bassi stia tirando un po’ il fiato dopo oltre cinque mesi di impiego ininterrotto.

Il primo tempo si conclude nel segno di Leao che al 35′ si libera dei controllori con una grande giocata prima di lanciare Giroud il quale, innestato sull’out di sinistra ed arrivato sul fondo, mette in mezzo una palla ad altezza uomo su cui né Pulisic né il portoghese trovano l’impatto. Sarebbe bastato un tocco, anche minimo, per indirizzare la palla in rete. La giocata del 10 rossonero, come detto, è splendida ma avrebbe potuto esserlo ancor di più se, anziché seguire la traccia verso Giroud, si fosse accorto dello spazio liberato a destra su cui un compagno si stava inserendo con una prateria tra lui e la porta.

Il portoghese offre un altro saggio della sua classe nel tempo di recupero quando entra in area palla la piede. Ne esce una conclusione deviata che trova pronto Turati.

E’ l’ultima emozione della prima frazione di gioco che ha visto le squadre equivalersi per occasioni ed ha lasciato la sensazione di un Milan pericoloso dalla parte di Leao, anche in una serata in cui Theo Hernandez non lo ha accompagnato né assecondato, e particolarmente schiacciato sulla fascia destra, con Pulisic poco in partita e Calabria preso spesso in mezzo nella combinazioni dei gialloblu.

 Il secondo tempo si apre come si era aperto il primo ovvero con quindici minuti di apparente tranquillità prima dei fuochi artificiali.

Dopo la solita combinazione Giroud-Leao con il francese a fare la sponda ed il portoghese a mettere in mezzo, il Frosinone passa in vantaggio.

Corre il 20′ quando a Mazzitelli viene concessa troppa libertà nell’entrare in area e poi nell’incedere senza opposizione. Non sufficientemente convinto il modo con cui il neo entrato Bennacer prova a contestare la traiettoria di un tiro che termina in rete con evidente complicità di Maignan.

 Il Milan si trova sotto di una rete dopo esser stato ribaltato, come accaduto a Salerno e Udine, di fronte ad una squadra che continua a stare bene in campo e sa sempre cosa fare.

Si potranno criticare i giocatori del Frosinone per alcuni errori nell’esecuzione ma raramente sbagliano la scelta.

Nel frattempo, oltre al citato Bennacer entrato al posto di Reijnders, ha fatto il suo ingresso anche Okafor che, sostituendo Loftus Cheek, conta di alzare il baricentro della squadra.

Il Milan tenta di riempire l’area avversaria e da un traversone proveniente da sinistra scaturisce il pareggio di Gabbia che spinge in fondo al sacco una sponda di Giroud davvero apprezzabile per pulizia ed eleganza.

Stavolta il goal subito ha l’effetto di preoccupare i padroni di casa.

I cambi di Di Francesco (Cheddira per Kajo Jorge, Valeri per Seck e Lirola per Harroui) propendono per un atteggiamento più conservativo.

Le energie dei gialloblu paiono venire meno. L’esperienza ci insegna tuttavia che non si tratta di un calo solo fisico bensì di una complessità di elementi (tra cui quello mentale e/o psicologico a seguito del pari) che tendono ad essere collegati l’uno con l’altro e rendere la squadra in quel momento meno sicura.

Il Milan capisce che può far bottino pieno e lancia Jovic al posto di Pulisic con Okafor spedito sulla fascia.

Dopo un ultimo sussulto di Leao che, dopo uno strappo dei suoi, cerca il rimorchio di Bennacer, è ancora l’attaccante serbo a risultare decisivo. Complice un rimpallo in piena area, si avventa sul primo pallone che tocca e lo scaraventa in rete. Come in occasione di altre realizzazioni di Jovic la sensazione è che si tratti di un goal semplice. In realtà, l‘ex viola possiede la qualità di giocare la palla di prima e di anticipare così i movimenti del portiere e degli avversari. Non sono molti i palloni che tocca quando viene schierato da terminale centrale ma di questi ne gioca molti di prima intenzione, spesso risultando dirimente con la sponda (precisa ed illuminata come in occasione del calcio di rigore concesso contro la Fiorentina) o con la battuta a rete dalla breve distanza.

Sa essere glaciale sottoporta Luka e la sua media goal è davvero alta.

Siamo consapevoli che il linguaggio del corpo lo raffiguri in qualche occasione come svogliato o poco partecipe. Trattasi di un giocatore di pensiero che, da buon balcanico, vede sempre lo sviluppo dell’azione in anticipo, talvolta esagerando nel giocare ad un tempo e prendendo così in contropiede i compagni. Le capacità nel controllo orientato e la tecnica di prim’ordine gli consentono tuttavia di compensare un dinamismo limitato.

Detto di Musah che prende il posto di Giroud, rimandando nel mezzo Okafor e degli ingressi di Ibrahimovic e Renier nel Frosinone, l’incontro volge al termine. Il Milan vince una partita vivace e sempre aperta con una prestazione che lascia ancora perplessità per gli spazi lasciati ai ciociari che hanno combinato spesso e bene e che porta a 27 il numero delle reti subite in 23 gare di campionato. Se la fase difensiva langue, quella offensiva pare invece in gran spolvero con 14 goal segnati nelle ultime 5 giornate nonostante due rigore falliti.

Sempre presente Giroud, in ripresa Leao, chirurgico Jovic.       

Da rivedere il Maignan delle ultime due prestazioni con due goal subiti evitabili. Eccezionale per reattività e colpo d’occhio, l’estremo difensore francese ha scontato nelle ultime settimane qualche limite nella lettura delle conclusioni. Dopo oltre due anni di prestazioni eccezionali glielo si può concedere!

BIO: Alessio Rui è nato e vive a San Donà di Piave-VE ove svolge la professione di avvocato. Dal 2005 collabora con la Rivista “Giustizia Sportiva”, pubblicando saggi e commenti inerenti al diritto dello sport. Appassionato e studioso di tutte le discipline sportive, riconosce al calcio una forza divulgativa senza eguali. Auspica che tutti coloro che frequentano gli ambienti calcistici siano posti nella condizione di apprendere principi ed idee che, fatte proprie, possano contribuire ad una formazione basata su metodo e coerenza, senza mai risultare ostili al cambiamento.

Una risposta

  1. Complimenti per questa ottima cronaca e soprattutto per l’ acume delle osservazioni tecniche che condivido pienamente. Il blog di Filippo conferma di avere ottimi giornalisti. È così che mi piace leggere di calcio! Il Milan vince una partita nel suo solito modo. A volte incanta, a volte spaventa. Così è. Prendiamone atto e ognuno faccia le proprie considerazioni. Di sicuro non ci si annoia. Nota di merito per Leao. Se smetteremo di guardare a lui come un bomber da 25 goal e lo apprezzassimo per quello che esprime senza paragoni troppo alti forse ci accorgeremmo di avere un squadra un ottimo attaccante.

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