La situazione politica controversa che da un paio d’anni coinvolge Russia e Ucraina ha condizionato le già complicate dinamiche in gioco tra la Russia e il resto del calcio europeo. Mentre da Kiev e dintorni molti calciatori, stranieri soprattutto, hanno fatto le valige per timore che la guerra potesse entrargli in casa, la Russia ha preferito crogiolarsi nell’isolamento impostogli dalla UEFA, portando avanti i propri affari senza curarsi troppo di quanto detto fuori dai confini. L’esclusione dalle coppe europee ha però inevitabilmente condizionato la possibilità di attrarre profili interessanti da una parte (con qualche eccezione, si pensi a Erakovic, Bitello, Pedro o Ugalde), e quella per i già presenti di mettersi in mostra a dovere.
Nonostante ciò, qualche nome è riuscito a farsi udire anche al di là di questa sorta di moderna cortina di ferro calcistica. Il più in voga è quello di Eduard Spertsyan, gioiello del Krasnodar. A lui, in passato, sono state accostate squadre di primo livello come Juve, Atletico Madrid e addirittura Manchester City. Negli ultimi tempi la sua quotazione si è abbassata leggermente, ma alla finestra continuano a esserci numerose società soprattutto da Olanda (Feyenoord e Ajax), Belgio (un club ancora anonimo pare abbia chiesto informazioni alla dirigenza russa) e Scozia (Celtic).
TRA 8 E 10
Eduard Spertsyan è nato a Stavropol, non lontano dal confine con la Georgia, il 7 giugno 2000. Nonostante i numerosi tentativi di corteggiamento, però, ha sempre messo in chiaro di voler giocare con la nazionale dell’Armenia, paese d’origine dei genitori (il padre è in realtà cresciuto in Georgia, ma in una comunità a maggioranza armena). Dal 2021, con la maglia del suo paese ha raccolto 25 presenze e 4 gol e si è affermato come simbolo del calcio nazionale. Quando Henrikh Mkhitaryan, nel 2022, ha annunciato il suo ritiro dalla rappresentativa, è stato Spertsyan a ereditarne le responsabilità di leader tecnico in campo. Un’investitura condivisa che è sfociata anche nel premio di “calciatore armeno dell’anno” conferitogli dalla Federazione per la prima volta.
Nei primi anni della sua carriera, non senza una certa dose di pigrizia, i due sono stati spesso messi a paragone dai media calcistici, additando l’uno come erede dell’altro. Sotto alcuni aspetti, in effetti, Spertsyan ricorda a suo modo il centrocampista dell’Inter. Innanzitutto per via della posizione in campo: il 23enne preferisce stazionare sulla trequarti, in una posizione ibrida tra il centro del campo e la fascia sinistra. Curiosamente tra l’altro, anche lui ha ulteriormente arretrato il suo raggio d’azione negli ultimissimi tempi. Spesso lo si è visto partire più arretrato, dalla casella di mezzala con compiti offensivi, per poi andare ad occupare il solito spazio tra le linee.
Nel suo bagaglio, Spertsyan ha la capacità di puntare l’uomo e creare situazioni interessanti per i compagni, complice una buona visione di gioco che si associa all’ottima tecnica. Fisicamente è un profilo nella media, alto 1,78 e dotato di discreta velocità, ma sa usare le armi a sua disposizione sia nella progressione palla al piede che nel conquistare calci di punizione preziosi. Proprio a questi ultimi è legata una delle peculiarità del suo gioco.
Il Krasnodar gli ha infatti affidato con cieca devozione la gestione dei calci piazzati. Spertsyan batte praticamente tutti gli angoli, è il rigorista designato ed è anche uno specialista sui calci di punizione. In carriera ne ha segnati 9, di cui 5 da quando gioca in prima squadra.
La capacità di calcio, del resto, gli appartiene anche in situazioni di movimento. Il numero 10 è particolarmente pericoloso quando ha l’opportunità di accentrarsi e calciare con il destro, e ha la tendenza a cercare il tiro da fuori con insistenza, talvolta persino troppa. Un aspetto che comunque si riflette in una buona attitudine in zona gol. Sulle 31 reti segnate in campionato con il Krasnodar, inoltre, sono arrivate col sinistro, solo in teoria degno dell’etichetta di piede debole.
L’ORO DI KRASNODAR
L’esplosione di Spertsyan, al Krasnodar da sempre, è arrivata nella scorsa stagione, conclusa con 10 gol e 11 assist soltanto in Prem’er-Liga, 14 gol e 12 assist in tutte le competizioni. Una doppia-doppia che ne manifesta il ruolo di totale centralità all’interno dello scacchiere Krasnodar e gli permette di affermarsi come uno dei talenti più brillanti e allettanti del campionato russo.
Il passaggio ulteriore, per Spertsyan, è stato mettere il proprio talento al servizio di una compagine maggiormente strutturata e competitiva. Il Krasnodar ha chiuso il 2022/2023 al sesto posto a quota 48 punti, lontano ben 22 lunghezze dallo Zenit in vetta. Un rendimento che a gennaio era costato al tecnico Aleksandr Storozhuk l’esonero a scapito del serbo Vladimir Ivic. L’ex-Watford e Maccabi Tel Aviv ha parzialmente stravolto lo scacchiere tattico del club, non tanto in termini di modulo, quanto di principi di gioco.
Una distinzione ancor più marcata dalla possibilità di costruire la squadra per la nuova annata sin dalla preparazione estiva. Il Krasnodar ha perso un po’ di facilità e velocità in fase di attacco in nome di una miglior organizzazione difensiva e un possesso palla sviluppato soprattutto tra difesa e centrocampo. Nonostante il rendimento da lotta per il titolo, all’allenatore serbo sono stati fatali l’unico punto in due partite raccolto tra Rostov e Rubin Kazan e la sconfitta in Coppa di Russia a Khimki al ritorno dalla lunga pausa invernale.
Gli è subentrato Murad Musaev, che contro la Lokomotiv, alla prima partita, ha provato ad avvicinare il numero 10 alla porta in un 1-3-5-2 che lo vedeva in attacco al fianco di Cordoba. Nelle due gare successive si è tornati al 1-4-3-3 abituale, ma il tentativo tradisce probabilmente la visione che il tecnico ha del suo miglior calciatore.
In un’annata in cui, come detto, la squadra ha diminuito il suo flusso offensivo, Spertsyan ha comunque raggiunto quota 10 reti. La loro suddivisione restituisce un panorama decisamente variopinto: 5 gol su rigore, 2 di destro, 1 di testa, 1 di sinistro, 1 su calcio di punizione diretto. Ciò che si è ridotto sensibilmente è invece il numero di assist, dagli 11 dello scorso anno ai soli 3 di questo. In 3 casi però è stato un suo cross a generare un autogol avversario, un’anomalia statistica incomprensibile solo fino a un certo punto.
A deporre a favore di Spertsyan è però soprattutto il peso specifico delle sue giocate. I suoi gol o assist hanno quasi sempre portato punti, e il suo marchio ha bruciato squadre del calibro di Spartak, Dinamo, CSKA e Zenit (nella gara d’andata).
L’ultimo scontro diretto giocato proprio contro lo Zenit però, che permette al club di San Pietroburgo di stazionare attualmente in testa alla classifica con un punto di vantaggio, ne ha messo in risalto anche qualche angolo da smussare per confrontarsi a livelli più alti. Spertsyan ha chiuso il match con 64 tocchi, ma solo 1 passaggio chiave, 3 tiri di cui nessuno in porta, 14 duelli persi su 17 e 8 falli commessi con tanto di ammonizione per proteste.
Le grandi incognite che pendono sulla testa dell’armeno sono il decision-making nei pressi dell’area di rigore e soprattutto l’applicazione difensiva. Senza il pallone, infatti, Spertsyan appare talvolta distratto e ha la tendenza a farsi trovare più spesso del desiderato fuori posizione. Il nativo di Stavropol è un buon recuperatore di palloni in fase di primo pressing con 0,56 possessi vinti sulla trequarti, ma altre statistiche per 90 minuti non sono particolarmente incoraggianti rispetto ai pari ruolo. Si pensi alle 3,90 palle recuperate (18esimo percentile), gli 0,61 tackle riusciti o il 45,7% di duelli vinti (29esimo percentile).
Se vorrà confrontarsi con un calcio diverso, e non vi è dubbio che possa esserci qualcuno disposto ad accoglierlo, è dal miglioramento di questi aspetti che Eduard Spertsyan deve ripartire. Il suo talento penserà al resto.
BIO Lorenza Suriano: “Da 24 anni romanista ma non romana. Appassionata di calcio e aspirante giornalista sportiva. Con un occhio e mezzo sull’est Europa.”