SOTTOCULTURA – ASCENDENTE – BANDA SUD – COESIONE – LA ONDA – L’INTESA VERDE – SEMPRE AVANTI – BRIGATE GARIBALDI – DISSIDENTI ULTRA’ – NASCENTI e CRESCENDO – RAGAZZI – INFERNO.
Striscioni.
Ultras.
Il magico e colorato supporto oltranzista ed incondizionato che tutte le squadre di qualsiasi categoria hanno sempre al proprio fianco, in Italia e all’estero.
Gruppi che vivono i propri colori al massimo della passione, rappresentando squadre, città, quartieri e movimenti culturali radicati sul territorio in giro per il mondo, dalla più grande metropoli al più sperduto paesino, anche e soprattutto in Italia.
INTESA VERDE – A Brema i tifosi del Werder sono molto influenzati dalla cultura Ultras Italiana.
I nomi elencati poco sopra sono tutti nomi che ormai da decenni siamo abituati a vedere nelle Curve dei nostri stadi.
Ma in questo caso vi è una particolarità: questi nomi appartengono a svariate tifoserie di Bundesliga, come Borussia Moenchengladbach, Bochum, Werder Bremen, Eintracht Francoforte, Fortuna Dusseldorf, Sankt Pauli, e i freschi vincitori del campionato tedesco Bayer Leverkusen.
I tifosi del Borussia Moenchengladbach e la loro bandiera SOTTOCULTURA
Vi è una tale compenetrazione da parte dei tifosi tedeschi nella cultura Ultras italiana che, ad esempio, i tifosi del Bochum, per celebrare il loro storico gemellaggio con il Bologna, hanno una bandiera con i loghi dei due gruppi Ultras e la scritta AMICI PER SEMPRE.
Una tendenza, quella di ispirarsi a nomi e attitudini di stampo italiano, che si è fatta strada negli ultimi due decenni tra le tifoserie tedesche, un chiaro segnale di quanto il movimento delle tifoserie italiane, nei decenni, abbia costruito una credibilità e un indubbio valore, a livello di supporto incondizionato ai propri colori.
Gli scambi culturali, le amicizie e i gemellaggi tra le squadre in tutta Europa hanno di certo aiutato questa diffusione in Germania della attitudine di tifo nostrano, anche se, nel 2024, probabilmente l’espressione “gemellaggio” ormai risulta obsoleta e lascia il tempo che trova, ed è opportuno spenderla solo per amicizie pluri decennali super cementate e radicate.
Spesso il rapporto tra le tifoserie è di “amicizia”, magari non di tutta la Curva ma solo di determinati gruppi, che trovano affinità tra loro per motivi culturali, identitari o più semplicemente perché si ritrovano ad avere gli stessi nemici.
Abbiamo già parlato dell’amicizia tra i tifosi del Bochum e quelli del Bologna, ma i rapporti tra le tifoserie tedesche e italiane sono molteplici, estremamente radicati e totalmente trasversali, senza distinzione di grandezza di città o di categoria, sempre con grande diffusione e scambio reciproco.
Ad esempio i famosi (e famigerati) Ultras del Borussia Dortmund, i più conosciuti a livello coreografico mainstream con il loro Die Gelbe Wand, il cosiddetto “Muro Giallo”, in Italia sono amici dei tifosi del Napoli, dell’Ancona e del Catania, come quelli del Bayern Monaco sono amici con la Sambenedettese (piazza storica che attualmente, in Serie D, sta riempiendo lo stadio con medie spettatori ben più alte di molte squadre di Serie B), e quelli dell’Eintracht Francoforte sono amici con i tifosi dell’Atalanta, tanto per citare alcuni esempi.
Questo spiega solo in parte la diffusione capillare di nomi e ispirazioni italiane nelle tifoserie tedesche.
Il punto fondamentale, come dicevamo all’inizio, è la credibilità dei tifosi italiani agli occhi dei tifosi teutonici e in generale europei, nel modo di tifare, supportare e presentarsi, con striscioni, bandiere e fumogeni e soprattutto con la regola fondamentale del “CANTARE SEMPRE”, sia che si vinca sia che si perda, essere una presenza costante incitante e supportiva ai propri colori, ovviamente salvo eccezioni di contestazioni o problemi con la società o con un determinato giocatore.
L’espressione in stile italiano dell’amore per i propri colori e per la propria identità cittadina e culturale è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica per tantissime tifoserie tedesche, influenzate in maniera radicale dal modus vivendi delle Curve italiane.
E in generale le tifoserie tedesche hanno letteralmente fatto proprio questo (nostro) modo di tifare, trovando anche soluzioni originali e particolari quando si tratta di esprimere il dissenso a livello gestionale da parte della DFL (la Lega Calcio Tedesca), sviluppando l’ingegno rimanendo sempre sui binari della protesta costruttiva.
Un esempio di questo tipo di contestazione è ancora fresco e sotto gli occhi di tutti.
Dopo l’approvazione dell’apertura ad investitori esterni (la holding CVC Capital) da parte dell’Assemblea dei Club lo scorso dicembre, un accordo sui diritti di immagine della Lega da 1 miliardo di euro per 20 anni, vi è stata una trasversale mobilitazione di protesta dei tifosi di tutte le tifoserie di Bundesliga e Bundesliga 2 contro questa decisione, che secondo il loro punto di vista, avrebbe portato a uno snaturamento della tradizione e della identità del calcio tedesco, e che soprattutto avrebbe portato speculatori e “squali” del profitto a mettere le mani sui ricavi della Bundesliga.
L’argomento è estremamente complesso e sarebbe meritevole di approfondimento, anche se probabilmente non è questo il luogo più adatto per farlo, ma rimane il fatto oggettivo che dopo la decisione della DFL di aprire agli investitori, tutte le tifoserie e più in generale la maggioranza degli appassionati di calcio, hanno apertamente espresso il loro dissenso a riguardo, esponendo striscioni di protesta e soprattutto utilizzando metodi coreografici di protestare.
In Colonia-Werder Brema i tifosi di casa hanno lanciato in campo palline da tennis e macchine radiocomandate, costringendo l’arbitro ad interrompere la partita per svariati minuti. La scena degli addetti al campo che inseguivano invano le macchinine che sfuggivano alle loro grinfie fu indubbiamente esilarante.
Durante la gara Colonia-Werder Brema il tifosi del FC Koln hanno gettato in campo alcune macchine radiocomandate e palline da tennis con scritto NEIN!
In Amburgo-Hannover i tifosi avevano attaccato lucchetti da bicicletta ai pali delle porte, mentre in Borussia Dortmund-Colonia e Borussia Moenchengladbach-Colonia i tifosi hanno lanciato in campo centinaia di monete di cioccolato.
Amburgo-Hannover: l’arbitro sospende momentaneamente la partita per far rimuovere i lucchetti da bicicletta ai pali delle porte
Un dissenso pressoché totale e trasversale espresso dalle tifoserie, una presa di posizione decisa e allo stesso tempo manifestata con civiltà e fermezza, presa di posizione condivisa fin da subito, e nemmeno tanto velatamente, non solo dai tifosi ma anche da dirigenti, coaching staff e giocatori di molte squadre.
Il risultato fu che dopo quelle reiterate, plateali ed estremamente incisive proteste che hanno fatto il giro del mondo, lo scorso febbraio la DFL ha deciso di non intraprendere più la strada degli investitori esterni, bloccando l’accordo con la CVC, sancendo così in definitiva la vittoria della protesta, cosa che si vede molto di rado.
Questi accadimenti sono un chiaro monito dell’importanza e del peso sociale dei tifosi in Germania, di quanto le alte sfere dirigenziali tengano (giustamente) in considerazione l’opinione dei tifosi, perché l’ equazione alla fine risulta essere estremamente semplice:
IL CALCIO APPARTIENE ALLA GENTE.
E’ la passione dei tifosi che muove il calcio, in ogni sua espressione.
E l’opinione di coloro che amano la propria squadra DEVE essere tenuta in considerazione, soprattutto se esprime malcontento e dissenso in maniera civile.
Diffondere l’idea che lo spettacolo della passione per il calcio è un bene da salvaguardare, è fondamentale.
Si, il bene non è solo il calcio, ma è proprio “la passione per il calcio”.
Un bene che arriva dal basso e che attraversa tutta la società moderna in maniera totalmente trasversale, appassionando miliardi di persone.
Parzialmente la DFL pare averlo capito, almeno in questo frangente.
Sarebbe bello, forse utopico, che qualsiasi Lega o Federazione si prendesse VERAMENTE carico dei bisogni reali dei tifosi.
La Bundesliga rimane uno dei campionati di spicco in Europa, livello tecnico massimo, stadi pieni, tifosi coreografici in impianti all’avanguardia e confortevoli, passione alle stelle e finalmente, quest’anno, un’outsider, il Bayer Leverkusen, a vincere il Campionato.
E in questa Bundesliga, a prescindere dall’attaccante italiano del Freiburg Vincenzo Grifo, soprattutto sugli spalti, l’Italia e la propria filosofia e cultura Ultras, è molto ben rappresentata.
BIO: Daniele Vecchi è un giornalista, scrittore, commentatore, TV producer e Communication Manager di Ferrara. Ha scritto 12 libri di basket, calcio e narrativa, è appena uscito il suo nuovo libro LUKA DONCIC – IL GIOVANE DELLE MERAVIGLIE.
Ex musicista, da sempre nel mondo dello sport, commenta la Bundesliga per Sky Sport Switzerland, il Guinness Six Nations di rugby, collabora con La Giornata Tipo, con la Lega Volley Maschile e con la CEV (Confédération Européenne Volleyball).
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