Quando una moneta decideva la qualificazione…Benvenuto Bologna in Champions League.
Sarà la sua seconda partecipazione al massimo torneo continentale.
La prima si risolse con una beffa amarissima che fortunatamente non potrà ripetersi.
Estate 1964. Il Bologna non smette di festeggiare il suo storico scudetto, il primo e unico conquistato con uno spareggio vinto 2-0 sull’Inter di Herrera, all’Olimpico di Roma, grazie ai gol di Fogli e Nielsen.
E’ il Bologna del “Così si gioca solo in Paradiso”, di Fulvio Bernardini in panchina, del portiere Negri, di Janich e Perani, della straordinaria intelligenza tattica di Giacomo Bulgarelli e “Romanino” Fogli, della classe e della forza in attacco di Nielsen, Haller, Pascutti.
Nel ritiro precampionato di Pievepelago c’è stato più spazio per le feste che per la fatica. E il 9 settembre, prima dell’avvio del campionato, c’è l’esordio europeo in Coppa dei Campioni a Bruxelles: con lo scudetto sul petto il Bologna deve vedersela con l’Anderlecht, formazione tra le più forti d’Europa, mezza nazionale belga compreso il fuoriclasse Van Himst, una mezza punta che molti osservatori accostano al Saelemaekers di oggi.
Sarà proprio Van Himst a bucare Negri per l’1-0. Nel ritorno a Bologna, il 7 ottobre, l’uno-due di Pascutti e Nielsen sembra assicurare la qualificazione. Ma all’ultimo minuto Stockman fa 2-1.
Con la regola (introdotta anni dopo) del “gol in trasferta che vale doppio” passerebbero i belgi, e invece si va allo spareggio, una settimana dopo al Camp Nou di Barcellona.
Bernardini rimanda in campo la stessa formazione: Negri, Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti.
Le cronache dell’epoca registrano la magistrale prestazione di Bulgarelli, una traversa colpita da Pascutti e le occasioni sprecate da Nielsen. Niente da fare. Finisce 0-0 anche dopo i supplementari. Rigori? No, non esistono ancora. C’è il sorteggio.
L’arbitro basco Zariquiegui lancia una moneta da 5 pesetas che ricade infilandosi nel terreno fangoso esattamente in verticale. Serve un nuovo lancio. Se esce l’aquila passa il Bologna. Invece la moneta cade dalla parte della faccia di Francisco Franco: l’arbitro la raccoglie e decreta la qualificazione belga.
Tranquillo Bologna, non succederà mai più.
MASSIMO TECCA