SALONICCO 1973 – MILAN-LEEDS 1-0: LA COPPA DI VILLIAM E LUCIANO

Tra le tante finali che ho avuto la fortuna di vivere come tifoso milanista ce n’é una che da sempre mi é rimasta nel cuore…una finale di una coppa che qualche decennio fa aveva un grande prestigio in campo internazionale …la COPPA delle COPPE.  

Nata anche se in maniera ufficiosa nel 1960 rimase in palio fino al 1999  e come molti (boomers) ricorderanno le partecipanti alla competizione erano le vincitrici delle coppe nazionali del proprio paese. L’edizione che voglio raccontare é quella del 1973 in cui il Milan, vincitore della Coppa ITALIA nella stagione precedente, giocò con grandissimo entusiasmo e concluse con la finale vittoriosa a Salonicco nel Maggio del 1973.

Le squadre all’ingresso in campo

Questo racconto mi dà la possibilità anche di ricordare in particolare 2 grandissimi protagonisti  che per noi tifosi, in quell’anno, diventarono dei veri e propri beniamini: Villiam Vecchi e Luciano Chiarugi. L’edizione partì  con la squadra rossonera che elimino’ i lussemburghesi del Red Boys, al primo turno, con una agile doppia vittoria, quindi gli ottavi che furono invece decisamente piu’ complicati contro il Legia Varsavia del grande Deyna (1-1 e 2-1 dts). Ai quarti fu il turno dello Spartak Mosca eliminato di misura (1-0 e 1-1) e lo stesso accadde in semifinale contro lo Spartak Praga liquidato con un doppio 1-0.

Grandissimo trascinatore della squadra rossonera fu appunto Luciano Chiarugi, talento toscano, proveniente dalla Fiorentina, con la quale vinse anni prima uno storico scudetto, che si integro’ perfettamente nei meccanismi di gioco del Paron Rocco, con Rivera inarrivabile ispiratore.

Chiarugi, ala mancina, tecnicamente fortissimo, giocava spesso a destra ed  era dotato di grande velocità, piede educato nei calci di punizione e nei corner (da dove fece anche un gol), quell’anno realizzo’ ben 22 reti tra tutte le competizioni che, per un attaccante non prima punta erano un enormita’.

“Cavallo pazzo”, come veniva chiamato per il suo estro in campo, formo’ con il grande Pierino Prati (tempestato dagli infortuni in quella stagione) un tandem di attacco terrificante e in quella edizione di  Coppa delle Coppe fu capocannoniere assoluto con  7 reti.

Ma torniamo alla competizione. Il Milan era in Finale e trovo’ quella che all’epoca fu una vera e propria rivelazione nel panorama internazionale, il LEEDS UNITED guidato dal mitico Don Revie.

Squadra solida e fortissima, reduce dalla conquista della Coppa delle Fiere del 70-71 e vincitrice dell’FA Cup del 72, aveva la rosa composta dai leggendari calciatori inglesi Norman Hunter, Paul Madley e Trevor Cherry, dal talento irlandese Jhonny Giles e moltissimi nazionali della Scozia: Harvey in porta, il centrale difensivo Mc Queen, Bremner e Lorimer a centrocampo, Gray e lo “Squalo Jordan” in attacco.

Se vi e’ capitato di vedere il bellissimo film britannico su Brian Clough “Il Maledetto UNITED”, in esso si narra proprio in parallelo la storia di questa squadra quando alla fine del suo ciclo, nell’estate 1974, dopo la finale di Coppa Campioni persa contro il Bayern Monaco (immeritatamente), la guida tecnica del club passó da Revie (che divento’ ct dell’Inghilterra) a Clough…per soli 44 giorni.

Teatro dell’atto finale fu dunque lo stadio di Salonicco in Grecia. Il Milan scese in campo con:  Vecchi, Sabadini, Zignoli, Anquiletti, Turone, Rosato, Sogliano, Benetti, Bigon, Rivera e Chiarugi.

La partita fu a dir poco una battaglia. Dopo il gol al sesto minuto su punizione del solito Chiarugi, gli inglesi sospinti dai cori incessanti delle migliaia di tifosi al seguito iniziarono un vero e proprio assedio alla porta rossonera in un clima rovente ancor piu amplificato dalla pioggia incessante che non faceva altro che favorire la squadra britannica con traversoni, che arrivavano da tutte le parti, e tante tante pedate.

Chiarugi scocca il tiro che regalerà la vittoria e la Coppa delle Coppe al Milan

Ad ergersi protagonista fu il nostro portiere: l’indimenticato Villiam Vecchi.

Villiam era un estremo difensore agilissimo e scattante tra i pali e, nonostante la sua non elevata statura, abile nelle uscite e pieno di coraggio. Quell’anno risultò determinante in più di un occasione.

Con la sua divisa nera, le maniche rigorosamente tirate su, senza guanti, fu l’indiscusso artefice del nostro successo in quella finale neutralizzando le bordate di Peter Lorimer  e la miriade di cross, che arrivavano sia da destra sia da sinistra, per Joe Jordan.

Villiam Vecchi in una delle numerose uscite nella finale di Salonicco

La finale non fu una bella partita, fu una gara molto dura, con i nostri giocatori che non riuscirono ad esprimersi al meglio. Ci manco’ molto Prati come punto di riferimento in avanti per tenere palla e far rifiatare la squadra, nei continui scontri vi furono anche 2 espulsi il nostro difensore “Tato” Sabadini  e Norman Hunter per il Leeds.

Il dopogara fu caratterizzato da un fortissimo strascico polemico da parte degli inglesi che reclamarono contro l’arbitro, reo di non aver fischiato due possibili rigori a loro favore.

I giocatori del Milan festeggiano la vittoria finale

Il Milan riuscì a vincere, seppur con immane fatica ed ad alzare la sua seconda Coppa delle Coppe dopo quella vinta nel 1968 ed io, a fine partita, per la sofferenza, mi ritrovai di colpo invecchiato di 20 anni!

Noi tifosi rossoneri sappiamo  benissimo quello che accadde qualche giorno dopo……il Milan provo’ a chiedere invano alla federazione lo spostamento della gara di Verona e pago’ a caro prezzo  la vittoria di quella coppa  avvenuta dopo una partita durissima ed un viaggio interminabile (a quei tempi gli spostamenti in aereo erano molto piu complicati e Salonicco non era facilmente raggiungibile), personalmente malgrado la grande delusione dello scudetto mancato io a quel successo del 73 sono rimasto molto legato (avevo solo 9 anni)…ho visto tante finali del Milan anche di Coppe piu importanti ma quella la reputo  insieme alla  Champions League di Manchester nel 2003 contro la Juventus quella piu sofferta.  

La ferita del Bentegodi fece passare in secondo piano un annata straordinaria che fu coronata un mese dopo anche  dalla ennesima nostra vittoria in Coppa Italia ai calci di rigore proprio contro i bianconeri con ancora protagonista il grande William Vecchi che neutralizzo 2 tiri dal dischetto.. purtoppo con lo scudetto perso ….avremmo fatto una sorta di TREBLE (volutamente non….. Triplete) .

Questa bellissima competizione che era la COPPA delle COPPE a me manca molto…perche’ dava valore alla vittoria del proprio trofeo nazionale e metteva di fronte squadre di assoluto livello  consentendo alla vincente di disputare la Supercoppa Europea contro chi vinceva l’allora Coppa dei Campioni…. ma purtroppo tutto questo faceva parte di un altro calcio.

BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997  lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70  e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .   

Una risposta

  1. Ricordi sbiaditi e fumosi ma indelebili. Avevo 8 anni. Non so perché ma ricordo molto meglio Verona pochi giorni dopo. La seguii alla radio con mio zio milanista.

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