A dispetto della sua lingua, appartenente al ceppo delle lingue slave occidentali, e della sua architettura, la Slovacchia ha conosciuto la dominazione romana. Nel periodo immediatamente successivo alla nascita di Gesù, la regione è stata parte del Limes Romanus, il sistema difensivo di confine. La Legio II Adiutrix Pia Fidelis, “sostenitrice pia e leale”, legione romana arruolata dall’imperatore Vespasiano nel 70 d.c., lasciò un’iscrizione sulla roccia del castello di Trenčín. Il luogo, nello specifico un accampamento, fu nominato Laugaricio e rappresenta il riscontro più settentrionale della presenza dei soldati romani nell’Europa centrale.
Non possiamo non immaginare che questa commistione con il nostro Paese abbia radici antiche. Esiste un doppio filo imperscrutabile che lega le due nazioni. Un numero elevatissimo di calciatori slovacchi ha militato o milita in Italia, il CT della nazionale è italiano, due politici di vertice (Pellegrini e Fico) hanno origini italiane.
E, ça va sans dire, la nazionale di calcio risente dell’influenza tecnico-tattica del Belpaese. Per giunta è una nazionale rinnovata e in crescita. Nel girone di qualificazione del Portogallo la Slovenia è stata la squadra che ha creato più grattacapi agli uomini di Roberto Martínez sulla strada per la Germania. Al Dragão, gli slovacchi hanno dimostrato di avere i nervi saldi, pressando in maniera ordinata e giocandosi la partita contro un avversario più quotato. Contro i lusitani sono arrivate due sconfitte di misura, sia a Bratislava che a Porto.
L’artefice dell’evoluzione tattica e della maggiore stabilità degli slovacchi è l’italiano Francesco Calzona. Ex assistente di Luciano Spalletti al Napoli, Calzona ha preso il timone della squadra partenopea pochi mesi fa, ad onor del vero con risultati piuttosto deludenti. Terminato il contratto con gli azzurri, il mister calabrese continuerà a dedicarsi a tempo pieno alla nazionale. Da fedele discepolo del 4-3-3 di sarriana memoria, il modus operandi di Calzona non lascia presagire particolari alterazioni tattiche.
«Ero fermo a un distributore, mi chiama Hamšík e mi chiede: “Ti interessa allenare la Slovacchia?” Gli ho detto: “Finisco di far gasolio e ci penso”. In realtà l’ho richiamato già dopo dieci minuti»
Francesco Calzona è un assistente tattico rinomato ma aveva pochissima esperienza alla guida di una prima squadra. Basti pensare che ha allenato in Promozione mentre alternava il suo lavoro da allenatore a quello di rappresentante di caffè. Alla guida della Slovacchia il tecnico calabrese ha dimostrato che gli attestati di stima ricevuti non erano di facciata tantomeno immeritati.
I Sokoli (Falchi) hanno tenuto a distanza il Lussemburgo, autore di un’eccellente girone con ben 18 punti ma, soprattutto, hanno rifilato distacchi siderali a Bosnia e Islanda, additate come le vere rivali per la seconda piazza.
Trattandosi di una nazionale, per giunta non di primissima fascia, Calzona adatta l’atteggiamento in base agli avversari. La Slovacchia non lesina mai il possesso e, al contempo, riesce ad essere più attendista contro nazionali dal tasso tecnico più elevato. Le transizioni difensive e offensive si sono rivelate di livello piuttosto avanzato ed elaborato per una nazionale senza fuoriclasse in avanti.
Calzona è riuscito a sfruttare al meglio le abilità dei calciatori sopra la media. Pensiamo naturalmente a Škriniar o Lobotka. Sopra la media è anche il collettivo, considerato che nel girone sono andati a segno ben 11 calciatori diversi.
PREGI E DIFETTI
In porta ci sarà Martin Dúbravka, un veterano che vanta una lunga esperienza nel calcio inglese. Nonostante non abbia giocato quasi mai con l’Hertha in stagione, Peter Pekarík dovrebbe essere il titolare a destra. La coppia di centrali Vavro-Škriniar garantisce solidità e persino qualità in fase di costruzione che poche squadre europee di classe media possono vantare. A sinistra, David Hancko è un calciatore molto difficile da superare. Quest’ultimo si è inoltre convertito in un terzino in grado di sfornare assist e segnare un discreto numero di gol. Dopo le esperienze incolori con la maglia della Lazio, Vavro è tornato ai suoi livelli nella sua seconda avventura al Copenhagen. Con la maglia dei danesi ha raggiunto l’ottavo di finale di Champions League, eliminando nel girone Manchester United e Galatasaray.
A centrocampo spicca la figura di Stanislav Lobotka. Un punto di riferimento nell’arte di padroneggiare il pallone sotto pressione, nelle letture difensive e nei passaggi di transizione. Il regista del Napoli non è un elemento che si prende grossi rischi tantomeno predilige le verticalizzazioni, ma è impeccabile nelle consegne che gli vengono deputate. Un vero e proprio totem, il sole attorno al quale ruotano gli altri pianeti. Pianeti vicini che sono il 37enne ex Milan Juraj Kucka e il “veronese” Duda. I due hanno dato il loro contributo con 5 gol e 5 assist totali nelle qualificazioni europee.
Il centravanti è Róbert Boženík, attaccante particolarmente elogiato da allenatori e commentatori per le sue qualità associative e l’intelligenza tattica. Il problema è che il calciatore del Boavista non possiede un grande feeling con la rete. Le reti messe a segno in un campionato non eccelso, tra l’altro in una squadra non di primissima fascia, sono state appena 10.
Róbert Bozenik
Hancko si è trasformato in un calciatore di manovra. Il difensore del Feyenoord (bollato con eccessiva fretta come flop alla Fiorentina) è uno dei registi della squadra assieme ai già citati Lobotka e Škriniar. Il contributo in termini di passaggi progressivi nella trequarti avversaria e di xG prodotti è stato notevole. Il problema è che le frecce all’arco di Calzona per quanto riguarda la creazione della manovra offensiva non è che siano tantissime.
Manca come il pane una figura come Marek Hamšík, probabilmente il calciatore più rappresentativo della storia del Paese dell’est Europa. La bandiera del Napoli era un collante tra centrocampo e attacco, dispensava assist e aveva anche una certa confidenza con il gol. Haraslín, ex Parma e Sassuolo, parte da sinistra ed è uno dei calciatori deputati a creare gioco in avanti. Rimane tuttavia un elemento non privo di limiti.
L’attacco è uno dei talloni d’Achille di questa squadra. In verità la Slovacchia non ha mai potuto vantare grandi bomber. Basti pensare che Marek Hamšík, centrocampista offensivo, resta il migliore marcatore all-time dei Sokoli. Róbert Vittek, giustiziere dell’Italia ai Mondiali 2010, ha rivestito il ruolo di carneade. All’attaccante del Verona Tomáš Suslov l’arduo compito di fare da spalla al già citato Boženík. Il problema è che l’ex Groningen non è il classico centravanti. Boženík, dal canto suo, non possiede esattamente il senso del gol di Pippo Inzaghi…
I CONVOCATI
Portieri: Martin Dúbravka (Newcastle United), Marek Rodák (Fulham), Henrich Ravas (New England), Dominik Takáč (Spartak Trnava)
Difensori: Peter Pekarik (Hertha Berlino), Michal Tomic (Slavia PraGa), Matúš Kmet (AS Trenčín), Norbert Gyömbér (Salernitana), Denis Vavro (Copenhagen), Milan Škriniar (Paris Saint-Germain), Adam Obert (Cagliari), Dávid Hancko (Feyenoord), Vernon De Marco (Hatta Club), Sebastián Kóša (Spartak Trnava)
Centrocampisti: Jakub Kadák (lUCERNA), Matúš Bero (Bochum), Juraj Kucka (Slovan Bratislava), Tomáš Rigo (Baník Ostrava), Patrik Hrošovský (Genk), Stanislav Lobotka (Napoli), Ondrej Duda (Hellas Verona), Dominik Hollý (Jablonec), László Bénes (Amburgo)
Attaccanti: Dávid Ďuriš (Ascoli), Tomáš Suslov (Verona), Ivan Schranz (Slavia Praga), Róbert Boženík (Boavista), David Strelec (Slovan Bratislava), Róbert Polievka (Dukla Banská Bystrica), Ľubomír Tupta (Slovan Liberec), Leo Sauer (Feyenoord), Lukáš Haraslín (Sparta Praga)
LA PROBABILE FORMAZIONE
Calzone opterà per il classico 1-4-3-3. La formazione dovrebbe essere la seguente: Dúbravka, Hancko, Vavro,Škriniar, Pekarík, Lobotka, Kucka, Duda, Suslov, Haraslín, Boženík.
Obert e Gyomber, altri due calciatori che conoscono molto bene il nostro campionato, sono le alternative in difesa. Gli esterni offensivi giocano a piede invertito. Reclama spazio l’ala Leo Sauer, classe 2005 del Feyenoord. Il fratello, Mario, classe 2004, non è invece ancora entrato nelle grazie di Calzona.
OBIETTIVI
Il Belgio è in fase di ricambio generazionale ma dovrebbe mettere le mani sul primo posto. La nazionale di Calzona si giocherà la seconda piazza con l’Ucraina. Rebrov può contare su un reparto offensivo decisamente superiore, ma la Slovacchia è in grado di sopperire con organizzazione difensiva e coesione. La Romania dovrebbe invece essere il fanalino di cosa del raggruppamento.
Inserita nel gruppo E, la Slovacchia dovrebbe prendere una tra Olanda e Austria in caso di secondo posto. Qualora i Falchi si accontentino invece del terzo posto, il livello della rivale salirebbe ulteriormente (presumibilmente Inghilterra o Spagna). Le chance di superare lo sbarramento del ripescaggio sono buone ma l’approdo ai quarti, ovvero un ulteriore turno, sembra essere poco alla portata. Già il superamento del girone sarebbe un bel traguardo per una nazionale che, dalla scissione dalla Cecoslovacchia, ha passato appena una volta il proprio raggruppamento in una fase finale di una grande competizione.
BIO VINCENZO DI MASO:
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.