Notti italiane, notti azzurre.
Italia-Albania è una partita che potrebbe essere riassunta ricorrendo a un mashup di titoli cinematografici: “Brivido” di Stephen King dopo 26 secondi e “Il Sorpasso” di Dino Risi a sancire il ribaltone in 5 minuti dei Campioni d’Europa in carica.
Gli azzurri vincono in rimonta, regalano il vantaggio all’Albania – con un gentile regalo di Dimarco – e concedono a Bajrami il primato di gol più veloce segnato in un Europeo.
La reazione della squadra di Spalletti è immediata. Ritmo, intensità, palleggio rapido e tante occasioni: l’Italia rovescia il risultato con Bastoni e Barella e produce una mole di gioco corposa, dialoghi nello stretto e possesso prolungato, rimettendo l’Albania sotto palla e azzerandone l’espressione sul piano tecnico, tattico, atletico.
Barella sale in cattedra, Calafiori esordisce con personalità, Chiesa a destra è la spina nel fianco degli avversari.
Reazione azzurra: pressing e riaggressione
Pressing e riaggressione, fraseggio corto e veloce, ricerca del terzo uomo con la salita dei difensori a rompere le linee nemiche, ampiezza degli esterni e inserimenti dentro il campo di Frattesi e Barella: le direttive del CT sono chiare, gli azzurri moltiplicano le energie e schiacciano la formazione di Sylvinho come una pressa sull’asfalto rovente.
L’Italia è padrona del rettangolo verde, le sortite offensive diventano costanti, ma a mancare è la cattiveria giusta per ammazzare il match. Qualche errore di troppo e poca concretezza nella finalizzazione: a venir meno è il cinismo sotto porta, con Frattesi e Scamacca a divorarsi il terzo e quarto gol. Una “concessione” che tiene in partita la formazione di Sylvinho, rintanata a protezione della propria area e concentrata a contenere e ripartire.
Nella ripresa le Aquile alzano il baricentro e provano a creare potenziali situazioni per pareggiare, ma l’Italia mantiene il comando del gioco, agilmente e senza affanno, seppur smarrendo la precisione nell’ultimo passaggio. Le trame azzurre perdono efficacia e verticalità, lo smistamento orizzontale e arretrato assicura una comoda gestione della sfera, col principio della costruzione dal basso ad attirare la pressione avversaria e diventare un’arma per colpire i reparti rossoneri in estensione diretta e profondità.
La tensione cala, la stanchezza entra in circolazione, la lucidità si riduce, errori nelle scelte e nell’ultimo passaggio si fanno più frequenti, le palle sporche impoveriscono la fluidità e il contatto offensivo agevolando il forcing dell’Albania.
Nel finale altro brivido rosso, con Donnarumma che nega la gioia del gol a Manaj (abile a prendere il tempo a Calafiori) compiendo un miracolo in uscita bassa.
Dimidium facti, qui coepit, habet diceva Orazio, sommo poeta latino. Tradotto letteralmente: “chi comincia è a metà del lavoro”, o a metà dell’opera per attualizzarla al linguaggio comune.
L’obiettivo era vincere all’esordio e l’Italia lo ha fatto. Un successo meritato per la Nazionale di Luciano Spalletti che dona fiducia in vista dell’impegno di giovedì 20 giugno contro la Spagna, big match tosto e serratissimo che sarà decisivo per il primo posto nel Gruppo B.
Sulla carta le Furie rosse godono dei favori del pronostico, ma in campo sarà tutta un’altra storia. Perché, come ribadisce spesso Stefano Cecchi: “nel calcio la storia conta“, per tradizione e cultura ha un peso specifico importante. Nelle grandi occasioni l’Italia ha sempre dimostrato il suo valore, estrapolando il meglio da ogni individuo e, di conseguenza, fortificando il collettivo.
Senso di appartenenza, mentalità, motivazioni, creatività, voglia di combattere e prevalere: Spalletti sa che la sua squadra ha ampi margini di crescita e che la testa, se liberata da ingerenze esterne, può giocare un ruolo fondamentale.
Il cammino è ancora lungo, ma il carattere e lo spirito del gruppo sembrano essere quelli giusti. Avanti step by step, motivati e concentrati fino alla fine, con la forza delle idee e l’entusiasmo a tracciare la strada.
Tabellino e marcatori
ITALIA (1-4-2-3-1): Donnarumma 6,5; Di Lorenzo 6, Calafiori 6,5, Bastoni 7, Dimarco 5,5 (82′ Darmian s.v.); Jorginho 6, Barella 7 (91′ Folorunsho s.v.); Chiesa 7 (76′ Cambiaso 6), Frattesi 6, Pellegrini 6,5 (76′ Cristante 6); Scamacca 6 (82′ Retegui s.v.).
CT: Spalletti
ALBANIA (1-4-3-3): Strakosha 6; Hysaj 6, Ajeti 6, Djimsiti 6,5, Mihaj 6; Asllani 6, Ramadani 5,5, Bajrami 6,5 (86′ Muci); Asani 5,5 (67′ Hoxha 6), Broja 5,5 (75′ Manaj 6), Seferi 5 (67′ Laci 6).
CT: Sylvinho
MARCATORI: 1′ Bajrami (A), 10′ Bastoni (I), 15′ Barella (I)
BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.
- Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
- Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema” e “Vanzina: una famiglia per il cinema”.
- Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
- Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
- Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
- Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
- Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017).