La commistione Olanda – Suriname nel mondo calcistico ha dato vita a talenti rimasti nella storia dell’arte pedatoria. Frank Rijkaard e Ruud Gullit, i Tulipani del Milan, sono originari dello stato sudamericano, curiosamente il meno esteso dell’America meridionale. Negli anni Novanta, l’Ajax, vincitore della Champions League, ha lanciato alla ribalta personaggi del calibro di Edgar Davids, Clarence Seedorf e Patrick Kluivert, anch’essi accomunati dalle medesime origini.
La massiccia presenza di colonizzatori nel piccolo Paese sudamericano ha generato una marea di talenti, con molti figli di immigrati già nati in terra europea. Virgil van Dijk, ad esempio, è nato a Breda da padre olandese e madre surinamese, possedendo inoltre anche origini cinesi. Xavi Simons è di Amsterdam e vanta la stessa ascendenza. Le radici e lo stile inconfondibile dell’attuale giocatore del Lipsia rimandano ad alcune stelle del passato. Xavi Simons rappresenta una delle maggiori speranze per la rinascita del calcio offensivo degli Oranje.
Nato ad Amsterdam il 21 aprile 2003, Xavi si è trasferito in Spagna quando aveva solo tre anni. Con il ritiro del padre Rogellio, ex attaccante di Fortuna Sittard, NAC Breda, Willem II e Den Haag, la famiglia decise di stabilirsi nella regione di Alicante.
Il figlio minore iniziò a giocare per un club locale, il CD Thader. In seguito si allenò anche al Villarreal, all’età di sette anni, ma poche settimane dopo finì per firmare per il Barcellona. Un sogno per il padre, il cui idolo indiscusso era Xavi Hernández, al punto da scegliere quel nome per il piccolo di famiglia.
Simons divenne uno dei giocatori più popolari de La Masia. Per la sua storia, la sua immagine e il suo talento, ovviamente. Ecco perché il suo passaggio al PSG, nel 2019, ebbe una ripercussione anomala per un sedicenne. La stampa catalana riportò all’epoca che il Barcellona offriva 200.000 euro all’anno, una cifra importante per un giocatore così giovane. Il PSG offrì di più. Molto di più, secondo quanto riportato dalla stampa transalpina e da quella iberica, e Xavi si trasferì nella capitale francese.
Se l’esposizione mediatica di Simons era già notevole, il trasferimento l’ha aumentata ulteriormente. Per dare un’idea, il giovane centrocampista, oggi 21enne, ha raggiunto e superato i sei milioni di follone su Instagram. A 14 anni era già una star sul noto social network, al punto da sembrare uno degli innumerevoli fenomeni più mediatici che altro. Aleggiava lo scetticismo sulla possibilità che dai social il suo talento venisse davvero trasposto, un giorno, sul terreno di gioco. Nelle giovanili del Barcellona le aspettative sono aumentate.
Il giovane centrocampista era già abituato a questa pressione, ma ciò non significa che sia facile per un ragazzino farsi un nome nel calcio professionistico. Quando sei soggetto a questa esposizione mediatica sai bene che non ti viene perdonato nulla. Quanti enfant prodige, o presunti tali, alcuni di essi usciti da La Masia, hanno poi imboccato una velocissima parabola discendente? Ai tempi del PSG del baby fenomeno dai riccioli d’oro era rimasta solo un’immagine sfocata. In molti giuravano di stare di fronte al nuovo Bojan o al nuovo Giovani dos Santos.
Tuttavia, il talento del giovane olandese era emerso evidente sin dai primi passi nelle giovanili blaugrana. Xavi è il classico faro offensivo, un trequartista che chiede costantemente il pallone, in maniera quasi ossessiva. Predilige le combinazioni brevi, uno o due tocchi, perché sa che la semplicità può essere il modo più efficace per superare gli avversari. Spesso, grazie a uno scambio veloce, si superano avversari con uno sforzo decisamente inferiore rispetto a quello per i dribbling. Commissione tra tre Paesi che traboccano di talento. Sì, anche lo staterello sudamericano al quale il Buon Dio avrà evidentemente regalato geni speciali.
Simons è un “pensatore” di gioco. È un “10” che può essere un “8” o un “6”, o addirittura un “11”, visto che parte da sinistra. Gioca dove c’è bisogno di lui ed esige che gli venga consegnato il pallino del gioco offensivo. Un giocatore con il DNA del Barcellona, quindi, ma che ha accettato la sfida di portare gli insegnamenti de La Masia altrove. Altri talenti hanno fallito fuori dall’universo blaugrana, a dire il vero la maggior parte, quindi questa è la grande sfida di Simons.
Il centrocampista nativo di Amsterdam è stato la grande rivelazione dei Die Roten Bullen nel 2023/24, con 8 gol e 11 assist che hanno permesso alla sua squadra di qualificarsi ancora una volta per la Champions League. Xavi Simons ha vinto per due volte il premio per il miglior gol del mese. D’altronde l’olandese non riesce a segnare gol brutti. Basti pensare alla rete del gol del mese di gennaio: due controlli di destro in un fazzoletto poi, girato e spalle alla porta, precisissima conclusione di sinistro nell’angolino.
Questo ragazzo ha il gol nel sangue. Con il PSV secondo nella Eredivisie 2022/23, Simons ha concluso la stagione come capocannoniere della massima serie olandese, mentre la sua squadra – allenata dall’ex attaccante del Manchester United e dell’Amburgo Ruud van Nistelrooy – ha vinto anche la Coppa d’Olanda.
Ma a quale calciatore si avvicina? A Barcellona lo hanno accostato a Iniesta. Rispetto a Xavi è decisamente più offensivo, potendo essere considerato più un vertice alto di centrocampo o un falso esterno. La sua abilità nello stretto è impressionante, frutto di una rapidità fuori dall’ordinario e di spiccate capacità oculo-podaliche per coprire gli spazi offensivi.
In Germania si sono sprecati i paragoni con Musiala, sebbene il tedesco sia decisamente più strutturato fisicamente. Sia Xavi Simons che Musiala partono da sinistra, entrambi sono dotati di una qualità di calcio eccellente e di un dribbling fluido e fulmineo. Entrambi sono assistman e creatori di gioco offensivo.
Le similitudini con Iniesta sono decisamente maggiori. I due sono accomunati dal “body type”, nonostante l’olandese sia più alto. Le “skill” hanno evocato dolci ricordi ai tifosi blaugrana in passato in quanto l’ex PSV è solito destreggiarsi in giocate nello stretto con numeri impressionanti. È inoltre abilissimo nel trovare linee di passaggio che sfidano le leggi della fisiche e gioca alzando la testa, cosa che gli permette di effettuare precisi cambi di gioco con i tempi giusti.
Xavi Simons è un centrocampista offensivo che regala vibes di “iniestiana” memoria. Mostra ancora i classici peccati di gioventù. Nonostante il pregio incontrovertibile di voler stare al centro del gioco, il trequartista del Leipzig ogni tanto si specchia troppo e non accelera la giocata. Nelle ultime due stagioni ha affinato questa mancanza di concretezza che gli veniva attribuita, si è irrobustito fisicamente e sta emergendo come un leader offensivo del Leipzig. L’asticella si è decisamente alzata. Manca lo step finale. Quello step che ha compiuto il succitato Jamal Musiala, suo coetaneo.
Xavi Simons molto difficilmente raggiungerà i livelli di Don Andres. Non è attualmente l’under 21 più forte nei ruoli offensivi ma è certamente considerabile tra i giovani più promettenti in circolazione. Allo stato attuale è in grado di essere uno dei fari della nazionale Oranje. Il suo futuro è roseo. Il suo talento, la sua etica del lavoro e la sua dedizione al miglioramento del gioco sono encomiabili. Ha il potenziale per diventare una figura dominante sulla trequarti e rappresenta uno dei fiori all’occhiello della nuova generazione di talenti calcistici.
Vista la sua classe sopraffine, è solo questione di tempo prima che Simons si affermi come figura chiave nel calcio a livello di club e nazionale. Sarà uno degli elementi più attesi a Euro 2024, ça va sans dire. Finora le sue gare internazionali sono state contraddistinte da più ombre che luci, in quanto ha faticato a trovare posizione e intesa con i compagni. D’altronde PSV e Leipzig sono due squadre che giocano a memoria.
Nel 3-4-2-1 di Koeman il giovane trequartista cresciuto in Spagna sarà uno dei due calciatori dietro la punta. Assieme a Depay, altro in grado di dare del tu al pallone, può mettere a fuoco e fiamme le difese avversarie. L’attaccante dell’Atletico è abilissimo non solo a dettare i passaggi per andare al tiro ma anche nei fraseggi nello stretto, skill di cui “il nostro” è maestro e artista. Doti che non sono passate inosservate agli occhi di Pep Guardiola, che aveva osservato di persona il talentino olandese già ai tempi de La Masia.
Quando Xavi Simons era in procinto di raggiungere la maggiore età, o anche a 18 anni da poco compiuti, alcuni addetti ai lavori lo ritenevano l’ennesimo esempio di presunto enfant prodige costruito dai media. Si può dire che l’annata eccezionale al PSV (ritorno in patria dopo svariati anni) ne ha fatto risalire le quotazioni e le ambizioni. D’altronde la stoffa c’era. Mancava semplicemente la piazza ideale per un ragazzo poco più che ventenne che è diventato prima uomo e poi calciatore di livello internazionale. Siamo quindi in trepidante attesa per vedere all’opera l’ennesimo prodotto di quella inesauribile fabbrica di talenti che è La Masia.
BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.