Turchia e Portogallo sono due nazioni situate alle estremità opposte dell’Europa. Le coste di Lisbona sono accarezzate da una dolce brezza oceanica. Istanbul è attraversata invece da ben 32 corsi d’acqua e si intreccia Mar Mediterraneo grazie al Bosforo. Due città e due nazioni in cui si respirano purissima aria marina e, soprattutto, calcio. Una di queste nazioni vanta una tradizione calcistica pluridecennale ai massimi livelli, condividendo con il Brasile non solo la lingua ma anche lo stile di gioco. L’altra può contare su una nazionale emergente, ma diversi suoi talenti sono nati e cresciuti all’estero.
Il Portogallo vanta due big over 35. Ci riferiamo naturalmente all’eterno Cristiano Ronaldo, al suo sesto europeo, e a Pepe, 41 primavere alle spalle, che non accenna a mollare il posto da titolare. Non mancano tuttavia calciatori nel pieno, giovani e anche giovanissimi. Il giovane Chico Conceição è stato ingiustamente etichettato come “raccomandato”, per il solo fatto di essere “il figlio di”. L’attaccante del Porto ha messo a tacere queste voci sul campo. Sfruttando una corta respinta della difesa ceca, l’attaccante del Porto ha regalato allo scadere la vittoria all’Equipa das Quinas, facendo abbandonare alla voluttà il tifo lusitano.
La Turchia è invece una nazionale giovane e rampante. Gli astri nascenti sono due 19enni. Il primo, Arda Güler, è un talento autoctono, militante nel Real Madrid e autore di un gol leggendario alla prima gara. Il secondo, Kenan Yıldız, è il classico turco di Germania. L’attaccante della Juve ha fatto la trafila nelle giovanili del Bayern prima di essere prelevato dai bianconeri. Tra i calciatori della nazionale turca nati all’estero figurano Müldür (Austria), Calhanoglu, Ayhan, Tosun e Özcan (Germania), Kadıoğlu (Olanda). Elementi che portano con sé filosofie calcistiche all’avanguardia capaci di arricchire il bagaglio tecnico-tattico della rosa.
A rimpinguare il “melting pot” ci pensano i due allenatori. Il Portogallo parla spagnolo con Roberto Martinez, tecnico poliglotta che ha guidato il Belgio con fortune alterne. La Turchia è invece guidata dal nostro Vincenzo Montella. Prima dell’arrivo del tecnico di Castello di Cisterna la nazionale era una vera e propria polveriera. Si erano create fazioni nello spogliatoio. Quel melting pot interno faticava a tradursi in un esempio di integrazione. La stampa locale ha difatti narrato a più riprese le guerre intestine tra calciatori turchi e turchi di Germania. I tecnici stranieri che prendevano il timone della nazionale divenivano i capri espiatori. Montella ha funto da normalizzatore. Un improbabile risolutore viste le ultime esperienze non trascendentali, per usare un eufemismo, alla guida delle squadre di club. Con l’intercessione del tecnico italiano l’intero gruppo si sente dedito alla causa del Milli Takım. E le varie fazioni hanno sotterrato l’ascia di guerra, focalizzandosi sul bene della nazionale.
Nell’estremo opposto dell’Europa, quella del calcio iberico, anche Martinez si è ritrovato alcune gatte da pelare. Il Mondiale portoghese è finito ai quarti contro il Marocco e ha tenuto banco la querelle tra CR7 e l’ex CT Fernando Santos. Per la serie “C’eravamo tanto amati”. Resta tuttavia il problema di far coesistere tanti calciatori offensivi, tutti dotati di qualità sopra la media. Come nell’ultimo Milan, Rafael Leão ha giocato troppo largo e troppo lontano dalla porta. CR7 è lontano parente dell’attaccante dribblomane e in grado di sfiorare i 40 km/h. Il problema è che, pur volendo, il CT non può preferirgli un altro centravanti. Jota è stato particolarmente convincente ma per farlo giocare al posto di Cristiano Ronaldo servirebbe cambiare assetto tattico.
I turchi hanno regolato la Georgia senza particolari difficoltà. La squadra di Montella ha fatto leva sulla classe del talentino del Real Madrid. Il Portogallo ha rimontato riuscendo a rimanere sempre sul pezzo. Entrambe le squadre non rinunciano al possesso ed esprimono un calcio propositivo. I lusitani sono tra le prime cinque squadre del torneo, in termini di valori, ma i ragazzi di Montella hanno vinto il girone di qualificazione, precedendo la Croazia. Il Milli Takım è decisamente meno fisico rispetto alla nazionale ceca ma vanta effettivi di maggiore qualità.
La Turchia ha la capacità di essere molto presente al centro del campo e possiede altresì elementi in grado di creare superiorità numerica sulle fasce. In questo senso, è una squadra molto più completa, molto più omogenea, molto più abile della Repubblica Ceca e, ovviamente, creerà problemi al Portogallo. Portogallo che, tuttavia, può vantare alcuni degli esterni più forti al mondo. Data la versatilità dei suoi laterali, Martinez può schierarne tre, di cui uno può fungere da braccetto in caso di difesa a tre. Cancelo è uomo ovunque di questa nazionale. L’ex Inter e Juve può disimpegnarsi indistintamente su ambo le fasce ma anche occupare zone centrali, ad esempio da trequartista aggiunto per eseguire l’ultimo passaggio. Per certi versi il suo ruolo ricorda quello assegnato da Maresca a un altro portoghese, Ricardo Pereira, che nel Leicester fa la spola tra zone di campo esterne e centrali, nello specifico sulla trequarti di campo, per creare superiorità.
Montella dovrà prestare attenzione agli scambi di posizione continui dei lusitani. Bernardo Silva e Bruno Fernandes dialogano costantemente e arrivano sovente in posizione di tiro e di ultimo passaggio. Jota è un altro elemento in grado di togliere punti di riferimento alle difese avversarie. Kvara è stato annullato dalla difesa turca. Con Jota (o chi per lui) il compito sarà ben più arduo proprio perché i calciatori portoghesi sono abituati al fraseggio al palleggio, gestendo tra l’altro i ritmi a proprio piacimento.
La Repubblica Ceca è una squadra storicamente statica, ma solida, fisica e che ama marcare a uomo. La Turchia possiede calciatori meno giganteggianti, ma è più talentuosa e vanta anch’essa una spiccata organizzazione difensiva. L’equilibratore è quell’Hakan Çalhanoglu cresciuto esponenzialmente nel suo percorso in nerazzurro. Il Portogallo ha tenuto un possesso palla superiore al 70% contro la Repubblica Ceca. Come la Fiorentina di Montella dei tempi d’oro, la Turchia non lesinerà il possesso, anche alla luce del fatto che i suoi talentini sono ragazzi che amano dare del tu al pallone. Güler è dotato di un sinistro spettacolare ma non è l’unico calciatore turco in grado di far male da fuori. Anche in questa gara potremmo assistere a gol da calci piazzati e non solo. Le due squadre vantano un totale di almeno 6-7 frombolieri sopraffini e attenzione anche alle torri. Un’ultima curiosità: tra l’highlander Pepe e i teenager Güler e Yıldız gli anni di differenza sono ben 22. Turchia-Portogallo sarà anche questo: papà contro figli…
BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.