Olanda e Austria hanno avuto dei picchi in cui sono state considerate le migliori nazionali al mondo, ma non hanno mai conquistato un Mondiale. In maniera un po’ forzata si può asserire che entrambe hanno vinto un campionato europeo. L’Olanda nel 1988, torneo in cui Marco Van Basten sfidò le leggi della fisica mettendo a segno una rete quasi da fondo campo. L’Austria nel 1932, con la conquista della celebre “Coppa Internazionale”, considerata la “madre” degli Europei attuali.
Se il movimento olandese ha prodotto svariati fuoriclasse dopo Cruyff, non si può dire lo stesso dell’Austria. L’unico risultato degno di nota negli anni successivi al Wunderteam di Sindelar è stato un podio ai Mondiali del 1954. Prima dell’ultimo Europeo la nazionale, ribattezzata Das Team, visto che di meraviglioso non le è rimasto pressoché nulla, ha collezionato quasi sempre magre figure.
A leggere i nomi delle due nazionali, solo qualche anno fa avremmo pensato a un match a senso unico. L’Olanda è stata deludente in poche annate. L’Austria non ha più avuto un movimento calcistico degno di tal nome, almeno fino ai giorni nostri. David Alaba è stato una sorte di calciatore antesignano. Nonostante la sua assenza per infortunio, la squadra di Rangnick vanta diversi altri leader e calciatori di spessore. La Red Bull ha finalmente dato linfa a un vecchio gigante dormiente da troppi anni.
Le due squadre si giocheranno i primi posti del girone. Entrambe possono arrivare al primo, al secondo o al terzo posto. L’Olanda si può considerare già qualificata, mentre l’Austria rischierebbe di uscire solo in caso di improbabile goleada. Ambo hanno già affrontato la Francia. Gli Oranje sono stati fermati dall’offside contestato sbandierato a Xavi Simons. Gli austriaci hanno perso (meritatamente) per un autogol. Entrambe hanno sconfitto una Polonia che aveva tutti i connotati per fungere da fanalino di coda.
Ogni gara fa storia a sé. L’Olanda vanta una maggiore qualità globale, l’Austria rimane una squadra solida, a cui è anche difficile fare gol. Baumgartner e Sabitzer giocano in due big tedesche e sono centrocampisti goleador in stato di grazia. La difesa è forte e aggressiva e sono presenti diversi calciatori dotati di qualità e fisicità. L’Olanda vanta uno dei reparti arretrati più forti al mondo e qualità sparsa nei vari reparti. L’assenza di Koopmeiners può tuttavia farsi sentire. Koeman ancora non ha dato fiducia a Zirkzee, il quale parte dietro nelle gerarchie.
Gli olandesi sono primi nel girone, ma la differenza con la Francia è minima. Anche in caso di vittoria contro gli austriaci le possibilità di primo posto non sono altissime. Agli uomini di Deschamps spetta il compito di battere con diversi gol di scarto una Polonia già eliminata. Gli austriaci sono quasi certamente agli ottavi ma hanno a disposizione solo un risultato per evitare il terzo posto. Il primo posto è teoricamente possibile, ma utopistico. Affinché la nazionale di Rangnick possa vincere il girone, è chiamata a battere l’Olanda ma la Francia non dovrebbe fare risultato contro i polacchi.
Rangnick schiera i suoi con un 1-4-2-3-1 molto folto, dinamico e ricco di elementi fisici e atletici. Arnautovic è tornato titolare. Il centravanti dell’Inter non segnerà tantissimo ma è specializzato nel far rendere al meglio i calciatori che gli ruotano attorno. Tuttavia, Sabitzer e compagni avranno vita difficile contro un’avversaria in grado di tenere botta agli attacchi altrui. Gli olandesi non concedono tanto e Van Dijk resta un centrale particolarmente scafato e bravo nel senso della posizione. Olanda che, dal canto suo, non si fa mettere sotto sul piano del possesso, esprime un bel calcio ed è dotata di calciatori in grado di far male da fuori.
Dalla Coppa del Mondo del 2014, la nazionale Oranje è imbattuta nelle partite dei gironi dei principali tornei, avendo segnato in tutte le gare, tranne nell’ultima, quella finita 0-0 contro la Francia. Durante questa striscia, l’Austria è stata battuta per 2-0 a Euro 2020, quando Depay e Dumfries sono andati entrambi a segno alla Johan Cruijff Arena. Compresa la sconfitta ad Amsterdam tre estati fa, l’Austria ha perso le ultime sette partite contro i Paesi Bassi – la più lunga striscia di partite contro un singolo avversario. L’ultima vittoria contro gli Oranje risale infatti al maggio 1990, ma martedì sera sarà necessario porre fine a questa serie di sconfitte per arrivare nelle prime due. Un punto sarebbe sicuramente sufficiente per avanzare come migliore terza squadra in ogni caso, aiutando Das Team a raggiungere i turni ad eliminazione diretta del Campionato Europeo per la seconda edizione consecutiva. Non avendo superato la fase a gironi nelle loro prime due apparizioni – come padroni di casa nel 2008 e poi di nuovo otto anni dopo – sarebbe un risultato notevole.
Koeman dovrebbe fare calcoli e risparmiare i diffidati. Veerman e Schouten salterebbero l’ottavo in caso di ammonizione contro l’Austria. Ricordiamo che prima dei turni a eliminazione diretta vi sarà l'”amnistia” per gli ammoniti. A quel punto potrebbero avere una chance Ryan Gravenberch e/o Georginio Wijnaldum. Il primo non ha pienamente convinto nelle big. Il secondo sembrava al crepuscolo dopo la deludente avventura a Roma ma ha ben figurato nell’ultimo anno. Davanti, Wout Weghorst spera di sostituire Memphis Depay, a cui mancano solo cinque gol per eguagliare il record di Robin van Persie con gli Oranje.
Qual è, orbene, la chiave tattica del match tra Olanda e Austria? Le due compagini fondano la propria espressione di gioco su una spiccata identità collettiva. Come si dice in gergo, entrambe “sono squadra”. Koeman schiera un modulo molto poco dogmatico. Frimpong gioca davanti a Dumfries. Se il terzino destro è particolarmente offensivo, quello sinistro è invece un centrale eclettico. Eppure, da buon olandese, l’ex calciatore del Barcellona non disegna un atteggiamento da “Calcio totale”. Basti pensare che proprio Aké, il terzino sinistro difensivo, ha servito i due assist contro la Polonia. Né Gakpo né Depay sono centravanti puri e gli scambi di posizione sono frequenti. Xavi Simons ama cercare la mattonella giusta per inventare. Per contrastare la fisicità di Baumgartner e compagni, visti anche i succitati diffidati, il tecnico olandese potrebbe aggiungere chili e centimetri al reparto nevralgico. Per questo motivo non è peregrina l’idea Gravenberch.
Prima di Austria-Polonia avevamo sottolineato come i calci piazzati avrebbero potuto essere decisivi. Sarà lo stesso anche nella gara tra olandesi e austriaci. Ambo le squadre vantano tiratori purissimi di punizioni e angoli ma anche torri pronte a svettare di testa. Se sarà l’Olanda a vincere, lo sarà quasi certamente per la bravura e la qualità delle giocate dei suoi big. Ci risulta difficile pensare a un’Austria che perda gli equilibri e si consegni all’avversario. Anche per la differenza tecnica emersa in tutti gli ultimi decenni, gli Oranje sono stati la bestia nera del Das Team. Rangnick e i suoi corazzieri hanno tuttavia le carte in regola per sovvertire questo status quo e provare quantomeno a pareggiare la gara.
BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.