DREAM BOXES – ROSE BOWL: LACRIME, SUDORE E SANGUE

STADIO: Rose Bowl

CAPACITÀ: 90.000

ANNO DI COSTRUZIONE: 1921

CITTÀ: Pasadena – Los Angeles (USA)

EVENTO MEMORABILE:

Il più importante evento sportivo che si sia svolto sul prato del Rose Bowl di Pasadena è stato, senza dubbio, Brasile-Italia, la finale del mondiale di calcio del 1994. L’esito di quella partita è noto a tutti: partita bloccata e senza reti che si trascina ai rigori, errore fatale dal dischetto di Roberto Baggio e la coppa che va al Brasile.

Bebeto. Le più nitide istantanee di quel pomeriggio sono tutte relative a tre momenti dove il protagonista è un calciatore azzurro: il clamoroso errore di Pagliuca con successivo bacio di ringraziamento al palo salvifico, il già citato rigore di Roberto Baggio e il pianto disperato di Franco Baresi a fine partita. Di questi, quello che più colpisce emotivamente è proprio la reazione inconsolabile del capitano azzurro: dietro a quelle lacrime non si celava solamente la delusione per aver perso una finale mondiale, ma il dolore di chi, per arrivare a giocarsi quella possibilità, aveva fatto qualcosa di inimmaginabile.

Solamente tre settimane prima, Baresi, durante la seconda partita della fase a gironi, aveva subito la rottura del menisco, un infortunio che avrebbe potuto mettere fine al suo mondiale. Tuttavia, con una determinazione straordinaria e un recupero post-intervento chirurgico quasi miracoloso, era riuscito a tornare in campo per quella che sapeva essere probabilmente la sua ultima occasione di vincere un mondiale. Il c.t. dell’Italia, Arrigo Sacchi, infatti, decise di non privarsi della sua figura e di schierarlo in campo come titolare a soli venticinque giorni dall’infortunio. Non più giovanissimo, dunque, Baresi, avrebbe dovuto giocare la sua prima finale mondiale in una condizione atletica più che precaria, sotto un caldo torrido e contro la coppia di attaccanti più in forma del torneo: Romario e

Quando inizia la partita, però, tutte queste perplessità scompaiono: il capitano azzurro, infatti, sfodera una prestazione maestosa. È come se in quei 120 minuti Baresi avesse concentrato tutta la carriera, tutta la sua essenza. Un autentico saggio di talento, classe, determinazione, intelligenza, personalità. Le azioni di Baresi sembrano tutte comandate dall’alto, perché nella sua prestazione c’è qualcosa che trascende il reale. Con una serenità impressionante, non vince, domina ogni duello; più volte crolla a terra distrutto dai crampi, ma ogni volta si rialza, torna in campo continuando a dettare legge ad ogni azione. Quando finiscono i tempi supplementari le telecamere lo inquadrano a terra, nuovamente alle prese con i crampi; Baresi è distrutto dalla fatica, una telecamera indugia sul volto mentre alcuni compagni lo aiutano a stirare i muscoli, lui urla dal dolore. Inizia la serie dei rigori, proprio Baresi batte per primo, sbaglia.

Franco Baresi si dispera dopo il rigore sbagliato

Dopo di lui, per gli azzurri, sbagliano anche Massaro e Baggio e il Brasile vince il suo quinto mondiale.

Sono le 15:25 e sul prato del Rose Bowl è appena andato in scena uno dei più crudeli finali di un Mondiale. Quel pomeriggio a Pasadena gloria e sconfitta si sono intrecciate in maniera indissolubile, lasciando in chi ha assistito, una dimostrazione sulla spietata bellezza del calcio.

STADIO:

Se sei un appassionato di calcio, e sei di nazionalità italiana, il nome Rose Bowl ti rievocherà sicuramente ricordi non esattamente piacevoli. Ma per un appassionato di architettura sportiva come me, rappresenta un impianto davvero pieno di nota!!!

Il Rose Bowl di Pasadena, situato nella Contea di Los Angeles, California, è una delle strutture sportive più iconiche e storiche degli Stati Uniti. Inaugurato il 1 gennaio 1923. Progettato dall’architetto Myron Hunt, il Rose Bowl è un esempio di ingegneria e architettura all’avanguardia per il suo tempo. La costruzione dello stadio iniziò nel 1921 e fu completata in poco più di un anno. Il suo iconico bowl, originariamente , poteva ospitare circa 57.000 spettatori, ma vari ampliamenti e ristrutturazioni hanno portato la capacità a oltre 90.000 posti, rendendolo uno degli stadi più capienti al mondo! Continuando a parlare del catino, questo si caratterizza da una forma ovale chiaramente ispirata agli antichi anfiteatri romani, che assicura una visuale ottimale del campo da gioco da ogni angolazione.

Lo stadio rappresenta uno dei Landmark più importanti e famosi degli Stati Uniti e per questo motivo L’intero edificio risulta vincolato. L’impianto si configura in maniera molto particolare: il catino risulta molto “sdraiato”, per tanto lo stadio, sviluppandosi prevalentemente in larghezza anziché in altezza, non viene percepito come un’oggetto fuori scala ma dialoga con la scala urbana della città in maniera sinergica. Il vero oggetto caratterizzante lo stadio è la tribuna ovest. Il   Terry Donahue Pavillion si presenta come un vero e proprio edificio attaccato al catino del Rose Bowl. La facciata che dà verso il campo, ospita gli skybox e le tribune vip e press. Il prospetto con l’affaccio su strada è la sede di tutte le aree lounge, hospitality, bar e ristoranti; insomma ragiona come un qualunque edificio polifunzionale presente nella gran parte centri abitati.

Il Rose Bowl di Pasadena rappresenta non solo un monumento dello sport, ma anche un capolavoro di architettura e ingegneria. Altro aspetto veramente interessante, e’ la relazione eccezionale che ha con il contesto (caratteristica per nulla scontata quando si parla di stadi). Per il popolo americano, questo stadio rappresenta un’eccellenza, un’impianto all’avanguardia in grado di ispirare gli stadi di ultima generazione. Chiudo con una provocazione. L’Italia, patria dell’arte e dell’architettura, possiede un “Rose Ball”? Si, è a Roma…in disuso o quasi da più di 20 anni….

ANDREA FERRARO & EMMANUELE SANNA

BIO: Andrea Ferraro è un architetto. 
Durante la sua carriera, avuto la fortuna di lavorare per alcuni dei più importanti studi di architettura d’Europa e del mondo. La sua passione per il calcio lo porta a specializzarsi in architettura sportiva, e collabora attivamente alla progettazione di alcuni degli impianti che, negli anni avvenire, saranno il nuovo punto di riferimento nel settore delle sport venues.

BIO: Emmanuele Sanna.

Savonese, professore di geografia, appassionato di calcio. Ama esplorare le dinamiche urbane e comprendere come le città si evolvono e come le persone interagiscono con il loro ambiente. Dalla geografia e dal calcio ha imparato l’importanza della relazione tra spazio e tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche