EURO ’24 – C’È PIÙ PASSIONE AZZURRA DI QUANTO SI CREDA: ORA LA NAZIONALE BATTA UN COLPO

Finalmente: domani alle 18 c’è Svizzera-Italia, ottavi di finale di Euro 2024. Inizia il bello, dentro o fuori. In qualche modo, là in basso a destra nel tabellone ci siamo finiti anche noi. E che tabellone. Un altro colpo di fortuna che non meritiamo, si sente dire, dopo una fase a gironi oggettivamente deludente, preoccupante per l’intero movimento e a tratti inguardabile. Ci è servito il “miracolo” di Zaccagni. Oppure, riprendendo Maurizio Crosetti per La Repubblica, siamo fatti così e in fin dei conti la Nazionale parla di “un Paese che vive al fotofinish, che pratica l’arte di rinviare tutto e giocare sul cornicione”.

Se l’ennesima qualificazione all’ultimo respiro degli azzurri sia frutto di una provvidenza immeritata o forma di espressione dell’identità italiana ce lo suggerirà il campo. Siamo lì ad aspettare di vedere se gli azzurri cambieranno marcia. Nel frattempo però possiamo scegliere di crederci un po’, o ammettere che ci stiamo già sperando. Perché dietro allo scetticismo di questi giorni verso la Nazionale di Spalletti forse c’è molta più passione azzurra di quanto non sembri. Con qualche dato proveniente da una recente indagine SWG, proviamo ad evidenziarla.

Partiamo dal fatto che questo Calcio tanto criticato è vissuto come parte integrante dell’identità nazionale per 8 italiani su 10, tifosi e non. Nessun altro sport raggiunge queste temperature: Formula 1 (sinonimo di Ferrari) e ciclismo, al 2° e al 3° posto, sono citati come elementi identitari dal 30% degli italiani. In questa speciale classifica, il Tennis sull’onda di Sinner oggi è al 18%, l’atletica dei recenti successi azzurri agli Europei di Roma al 13%. Il Calcio oggi sta attraversando una profonda crisi di valori e di certo non rappresenta un modello virtuoso, ma appartiene allo spirito nazionale e gli europei di Germania sono, per questo, un evento sociale prima ancora che una serie di partite.

A dire il vero, in un’estate così fitta di appuntamenti – il 26 luglio si parte con i Giochi olimpici di Parigi – con questo sondaggio abbiamo voluto indagare il legame tra lo sport e l’identità nazionale in senso più esteso, guardando al rapporto tra italiani e i colori azzurri, senza distinzioni tra discipline. Ma è chiaro che, per quanto detto, che questi dati dicano molto di come stiamo vivendo gli Europei di Calcio.Checché se ne dica, i colori azzurri ci scaldano. Chi con viva passione e chi per curiosità e tradizione, il 74% degli italiani dichiara di seguire attivamente le gesta degli azzurri e in molti (il 43%) traggono dalla Nazionale di turno un rinnovato sentimento di orgoglio patriottico.

 

I successi degli azzurri fanno bene alla salute del Paese: secondo una grossa fetta dell’opinione pubblica (77%)hanno il potere di rinvigorirne il morale e di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità nazionale (70%).

Al netto delle vittorie però, il moto d’orgoglio scatta già con l’Inno di Mameli, le cui note contribuiscono a rafforzare il legame con il Paese in 3 italiani su 4. Il trasporto, poi, si alimenta in campo. Soprattutto quando le prestazioni degli azzurri si distinguono per determinazione, sacrificio e lavoro di squadra (37%). Sono questi i fattori che ci rendono più orgogliosi. Più della dose di talento (17%) e di spettacolo (16%), ci alimentiamo della grinta e dell’organizzazione di squadra.

Forse i principali assenti nell’Italia di Spalletti vista fin qui agli Europei, in ritardo su tutti i duelli e troppo allegra in fase difensiva. Di talento puro ce n’è troppo poco ed è fuori discussione, ma un atteggiamento più organizzato, corale e coraggioso da parte degli azzurri potrebbe accendere la passione in questa fase finale, o almeno renderla più palpabile. Che poi è lo stesso spirito del quale ci nutriamo tra noi nel ritrovarci a guardare la partita: il solo fatto di scoprirsi lì, assieme, uniti a sostenere gli azzurri genera un riconoscibile sentimento d’orgoglio nazionale in 1 italiano su 2. A partire dai più giovani (68%), che pure vivono la Nazionale con meno passione e orientamento al risultato.

Lo sport, in tutta la sua simbologia, è parte integrante dell’identità nazionale, con il Calcio al centro. Il mood del Paese si lascia influenzare dalle sfide degli azzurri e, nonostante tutto, quando la Nazionale scende in campo molti di noi provano un chiaro senso di appartenenza. La sensazione è che in giro ci sia più passione azzurra di quella che siamo disposti ad ammettere. E domani si gioca. Possiamo scegliere di perdonarci per il “miracolo” di Zaccagni, riconoscere che il “fotofinish” dice un po’ chi siamo, e goderci la partita. Possiamo levarci il cappello del tattico e indossare quello del tifoso. Per 90 minuti + recupero ed eventuali rigori, accantonare i dubbi e accogliere il sogno. Poi certo, che il CT e i ragazzi ci aiutino.

BIO Alessandro Scalcon: 35 anni, sociologo di formazione, senior researcher dell’Istituto SWG. Cura indagini scenariali, osservatori valoriali e sondaggi d’opinione, in particolare su giovani, innovazione, sport, lavoro e ambiente. Svolge con regolarità ricerche a supporto di iniziative di comunicazione e posizionamento strategico. Si è occupato della generazione di contenuti editoriali data-driven tra gli altri per La Gazzetta dello Sport e La Repubblica. Da sempre cuore rossonero, appena può in Curva Sud al Romeo Menti di Vicenza.

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