E’ mattina presto e scrivo per:
1) prolungare in una comune visione ideomotoria il magico tiro a giro di Mattia Zaccagni, INVASORE azzurro che felicemente ha saputo agguantare al 98° l’affordance-spazio temporale che Calafiori, ATTRATTORE perfetto gli stava imbeccando
2) per ammazzare il tempo ansiogeno che ci divide dall’incontro di questa sera con la Svizzera e
3)per buttare sul tavolo alcuni pensieri sparsi che le parole del giocatore nell’intervista rilasciata a Sky mi hanno suggerito.
1.La giornalista chiede: Ma si era reso conto che a 7 secondi dalla fine quella era davvero l’amen della partita?
Candidamente Zaccagni risponde di no, che nella sua testa c’era un turbinio indescrivibile di immagini.
Certamente ( come Recalcati scrive ) neanche i popolani francesi mentre assaltavano la Bastiglia si stavano rendendo conto, nell’attimo, che quello sarebbe stato uno degli eventi clou della storia. Ed è proprio qui cheinvito chi sta leggendo alla riflessione sull’aspetto neurobiologico del tempo, torno alla corteccia entorinale (di cui all’articolo AS TIME GOES BY), a come il cervello processi in maniera originalissima l’incedere del tempo ( H. Eichenbaum), di come l’IPPOCAMPO crei una sorta di menù di possibili scenari ancorati a memoria ed esperienza in base, dal quale menù il giocatore sceglierà l’ opzione. Un bibliotecario quasi, che ti indica in quale scaffale andare a prendere il libro ma che non conosce il tragitto, appannaggio della CORTECCIA CEREBRALE, dell’AMBIENTE dell’UNICITA’ DEL VISSUTO e della CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING DEL GIOCATORE STESSO che tramite il proprio corredo di NEURONI GPS sarà in grado di CODIFICARE SIA IL TEMPO CHE LA DISTANZA.
Un flash sull’EFFETTO FLOW è naturalmente doveroso: si può presupporre lo status di concentrazione del giocatore fosse tale da far scomparire tutto il resto, giocatore totalmente immerso in quello che stava facendo tanto da perdere la cognizione del tempo e ignorare qualsiasi distrazione
2. Incalza Luca Marchegiani: “Sono curioso di sapere: dal momento che hai avuto quella palla davanti hai avuto subito l’istinto di fare quel tipo di tiro lì, hai avuto il tempo di pensare, di decidere? Zaccagni risponde di non averci pensato due volte, visto lo squisito invito di Calafiori. Impossibile da rifiutare.
E’ di vitale importanza ricordare qui la rete nervosa, il meccanismo temporale specializzato la cui centralina gravita nella regione sotto- occipitale, ma che poi diffonde in maniera sublime frantumando la rigida concezione di un cervello con funzioni nette di emisfero destro ed emisfero sinistro.
Una rete nervosa che modula il tempo come DURATA, come SIMULTANEITÀ E SUCCESSIONE, come SEQUENZE CRONOLOGICHE di ciò che è stato, di ciò che è come senso del presente, ma anche di anticipazione, di ciò che non è ancora ma che Calafiori e Zaccagni già vedono: si, lo vedono quel pallone che si insacca tra i pali di Livakovic che come esattamente rileva Capello, “era molto ben piazzato”.
Meno esatta però la frase successiva suggerita da Condò….”gli è venuta d’istinto, senza pensare”. Beh, aspetta un attimo. Fare chiarezza tra i tipi di movimento volontario, involontario, istinti e riflessi sarebbe ora di una noia mortale.
Per non tediare l’ultimo sabato mattina di giugno 2024 ricordo al volo però l’esistenza di svariati studi sull’ RPD ( RECOGNITION PRIMED DECISION ), la PRESA DI DECISIONE RAPIDA IN UNA SITUAZIONE COMPLESSA, che si basa sul riconoscimento della SITUAZIONE GIÀ VISSUTA O GIÀ VISTA TRAMITE IMMAGINI O TRAMITE IMAGERY: si presuppone quindi che nella mente di Mattia Zaccagni fosse in corso una festa di vincoli e possibili linee di condotta basate tutte su esperienza pregressa: esattamente come il pick-up di un vecchio juke-box preleva il 45 giri richiesto, dalla rete neurale del giocatore laziale è emersa la prima linea selezionata o meglio, quella non rifiutata. Che poi si è rivelata la vincente.
3. Termina l’intervista con l’analogia tra il gol di Del Piero del 2006 e quello di Zaccagni nel 2024. Sorvolo sulla incantevole umiltà del giocatore, tornato in quell’istante calciatore adolescente nel campo di Bellaria che quasi si vergogna del confronto con cotanto idolo, solo per mettere l’accento su quanto prima detto: LA CAPACITA’ DI RICONOSCIMENTO DI UN’AZIONE GIÀ VISTA, già provata ESISTENTE nella memoria e nel pingue bagaglio di un giocatore per nostra fortuna dotato della capacità di riprodurla.
SISTEMA SPECCHIO a gogò, quindi, azione, per ammissione del giocatore stesso, provata e riprovata 100 volte un po’ per gioco un po’ per perfezionismo un po’ per sfida in quel cocktail variegato che a volte alcune scuole calcio sanno offrire attraverso allenatori in grado di proporre cose buone nel terzo tempo di una seduta di allenamento. Che non sprecano ore e generazioni. Che chiudono con serenità il lavoro di una giornata ben vissuta con un sonno ristoratore come di certo sarà stato quello di Riccardo Calafiori e Mattia Zaccagni in data 24 giugno 2024. E ci auguriamo, come tifosi italiani, di tanti giorni a venire.
P.S. Il titolo non è per contraddire quanto scritta da Repubblica ma per decisa convinzione. STAY TUNED.
SIMONETTA VENTURI
BIO SIMONETTA VENTURI:
Insegnante di Scienze Motorie.
Tecnico condi-coordinativo in diverse scuole calcio e prime squadre del proprio territorio ( Marche )
Ha collaborato con il periodico AIAC L’Allenatore, con le riviste telematiche Alleniamo.com, ALLFOOTBALL.
Tematiche: Neuroscienze, Neurodidattica