La bellezza, per Marco Van Basten, è una questione di stile.
Molto si è scritto e detto sul cigno di Utrecht. Già il fatto che venga accostato ad un cigno la dice tutta sul concetto di bellezza. Il cigno si muove in modo maestoso sia quando nuota ma anche quando cammina. Ha un atteggiamento regale, magnifico, insomma si muove con tanta bellezza che si rimane affascinati nel guardarlo.
Così accadeva anche per Marco Van Basten da Utrecht. Vero pittore del gol ma anche alto esteta del movimento. Ogni sua apparizione, che fosse in maglietta rossonera o in giacca e cravatta, scuoteva e muoveva forti emozioni.
Marco Van Basten in divisa di rappresentanza A.c. Milan
La rovesciata contro il Goteborg del 25 novembre 1992 nei quarti di finale della Coppa dei Campioni (si chiamava ancora così, poi diventerà la famosa Champions League). Ci ricorda Stefano Eranio: “Solo lui poteva inventarsi una conclusione del genere. Poteva fare qualsiasi cosa, scelse la giocata più difficile, per lui la più semplice”.
25 nov 1992 – Milan – Goteborg: Marco Van Basten segna un goal in rovesciata
Andrò contro corrente ma per chi scrive, il gol più bello, Marco da Utrecht lo fece nella sera in cui nacque la leggenda del Milan di Sacchi. E non fu un fulmineo tiro rasoterra o una rovesciata. No. Fu un colpo di testa. Di certo non l’arma migliore di Van Basten. Eppure quel colpo di testa al 35° minuto del 10 novembre 1988 aprì le porte alla prima Coppa dei Campioni vinta dell’era Berlusconi. Senza quel fantastico gesto non saremmo qui a parlare della leggenda di Sacchi. Bellezza del gesto, per me, e bellezza del momento. Tutti ci ricordiamo quella partita. Siamo a Belgrado, giochiamo contro la Stella Rossa nella parttia bis, la prima (il giorno prima) era stata sospesa per nebbia sull’uno a zero per i serbi.
Insomma ci sono tutte le caratteristiche per dire la classica frase di rito: “solo la bellezza ci può salvare”
E quando si parla di bellezza entra in campo lui, Marco Van Basten.
Ciliegina sulla torta segnerà anche il rigore che ci porterà dritti dritti ai quarti di finale contro il Werder Brema.
Come dicevo per Marco Van Basten la bellezza non è solo nella ricerca del gol, nel momento in cui si prepara ad eseguire una rovesciata o un tiro al volo come con la nazionale olandese contro l’Unione Sovietica. La bellezza per Marco Van Basten iniziava molto prima. Già quando usciva dal tunnel degli spogliatoi, proprio così perche sul finire degli anni 80 i giocatori uscivano dal tunnel posizionato sotto la curva nord di San Siro, vedevi un cigno vestito in pantaloncini bianchi e maglietta rossonera avvicinarsi con i suoi compagni al centro del campo.
Erano movenze regali le sue. Sguardo alto, mento sollevato e busto ben eretto. Quando giocava ogni tanto aveva le mani ai fianchi, un gesto che gli dava ancor di più un atteggiamento di attesa.
Marco Van Basten
Quasi a dire adesso riprendo fiato ma fra poco, appena mi arriva il giusto pallone, esplodo tutta la mia bellezza.
Insomma se uno come Roberto Baggio ti dice: “Marco Van Basten rappresentava la vera bellezza”, non ci resta che credergli.
BIO: Gianandrea Bungaro
Nato a Milano il 17 gennaio 1964. Due giorni dopo, caso del destino, si recupera a San Siro la 9° giornata di campionato. Non è una partita come le altre, è il derby!
Si gioca in casa dell’Inter e vinciamo 2 a 0. Quindi può dire di essere nato sotto una bella stella: quella rossonera.
Si considera un giornalista sportivo (sa scrivere solo di quello).
Ha una Laurea Magistrale in Scienze Motorie e ha scritto “Milan, gli eroi della Bombonera” (Milieu Edizioni) e ha collaborato, scrivendo del maestro Pepe Schiaffino, al libro “Fantasia Milanista. Eroi, leggende e numeri 10 rossoneri”. (Edizioni della Sera)
A volte, per lavoro, segue il Milan dalla tribuna ma il cuore vorrebbe sempre portarlo in Curva Sud.