EURO ’24 – PLAYERS – IL FAVOLOSO MONDO DI LAMINE YAMAL

Una delle più belle (e fresche) sorprese di Germania 2024 non è stata tanto la vittoria della Spagna, ma la figura di un calciatore che, a soli 17 anni (compiuti sabato 13 luglio), ha scritto la storia di questa manifestazione. E che, se continuerà su questi standard, riscriverà la storia del calcio mondiale: Lamine Yamal.

Il giovane attaccante della Spagna del CT Luis de la Fuente (uno che con i giovani calciatori ci sa davvero fare) è stato tra i migliori giocatori dell’Europeo tedesco appena concluso. Se non il migliore, visto che il giorno prima della finale di Berlino tra la sua Spagna e l’Inghilterra aveva compiuto 17 anni. Un’età che per tanti è l’inizio della carriera, solo che Lamine Yamal (all’anagrafe Lamine Yamal Nasraoui Ebana) ha già raccolto 14 presenze in Nazionale e ha segnato già tre reti, infrangendo primati di precocità a ripetizione. La più importante (e la più bella) l’ha siglata martedì scorso a Monaco di Baviera contro la Francia: al numero 19 spagnolo arriva palla a centrocampo, si accentra, mette in confusione il suo marcatore (Adrien Rabiot) e fa partire un tiro a giro che, dai 20 metri, si schianta prima sul palo e poi entra in rete, con Mike Maignan (non proprio l’ultimo dei portieri) che non può arrivarci e che può solo vedere la rete gonfiarsi.

La gioia del ragazzino nato a Esplugues de Llobregat da padre marocchino e mamma della Guinea Equatoriale, è stata enorme: un gol cercato e voluto che ha raddrizzato la Spagna sotto di un gol dopo il vantaggio di Kolo Muani al 9’. Poi, quattro minuti dopo il pareggio di Lamine Yamal, Dani Olmo ha siglato il 2-1 che, alla luce di una partita bella e vibrante, ha portato la Spagna alla sua quinta finale europea della storia.

E’ stato bello vedere questo ragazzino che durante il ritiro pre-fase a gironi dell’Europeo ha dovuto studiare per superare un esame scolastico e poi scendere in campo con la personalità di un trentenne. Lamine Yamal si è preso le Furie rosse sulle spalle e le ha trascinate fino alla finale di Berlino. Ovviamente la Spagna non è arrivata in finale solo grazie al suo giovane attaccante, ma anche grazie ad una squadra che gioca per principi e che ha una rosa che dire talentuosa e fortissima è poco.

Esempi? Fabian Ruiz tornato ai livelli di Napoli, Rodri che sembra sempre di più diventare il nuovo Sergio Busquets (ed è stato nominato MVP del campionato europeo), Pedri che a 20 anni (!) gioca come se giocasse tra i professionisti da quindici anni, Nico Williams che, dalla parte opposta di Lamine, ha fatto vedere i sorci verdi al marcatore di turno in tutte le partite giocate (chiedere a Giovanni di Lorenzo per conferma), Marc Cucurella che è stato la scommessa vinta da de la Fuente, Dani Carvajal che è entrato nell’Olimpo dei grandi e capitan Alvaro Morata che ha alzato la Coppa Delaunay come fecero nel 1964 Fernando Olivella e nel 2008 e nel 2012 Iker Casillas.

Ed in panchina lui, quel Luis de la Fuente che a livello giovanile ha vinto con le Nazionali giovanili spagnole, tra il 2015 ed il 2023, un Europeo Under19, un Europeo Under 21 (ed un terzo posto), la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo e l’argento olimpico a Tokyo, mentre con i “grandi” ha vinto la Nations League lo scorso anno ed è stato ribattezzato (a torto) “Luis de la Suerte” per la fortuna di allenare una Nazionale che tutti gli invidiano.

Ma torniamo a Lamin Yamal, da due stagioni facente parte della prima squadra del Barcellona: non “aggregato alla prima squadra”, ma “parte integrante della prima squadra”. A lanciarlo nel calcio che conta è stato uno che di talenti se ne intende (essendo stato lui stesso un talento del calcio mondiale), Xavi Hernandez. L’ex tecnico del Barcellona ha capito di aver a disposizione una forza della natura ed il 29 aprile 2023 gli ha fatto giocare gli ultimi sette minuti (più recupero) di Barça-Real Betis, facendolo entrare al posto di Gavi rendendolo il più giovane debuttante in maglia blaugrana in Liga a 15 anni, 9 mesi e 16 giorni: un’età dove di solito le partite della prima squadra un giocatore di quell’età le vede in tv o dalla tribuna. Lamine ha fatto un grande respiro, ha capito che stava debuttando tra i grandi e da allora non si è più fermato, dimostrandosi sin da subito molto tecnico grazie al fatto di aver sempre giocato con compagni di almeno 3-4 anni più grandi di lui. In quel Barcellona-Betis c’erano in campo lui e Joaquin, idolo verdiblanco: tra i due, 25 anni e 357 giorni di differenza, una generazione calcistica (o forse due) di differenza.

E questo Europeo è stata la sua consacrazione: personalità, garra, ottimi colpi, senso della posizione (è un esterno d’attacco che gioca a piede invertito) e quel gol che ha indirizzato la Spagna verso la finale. Un gol bellissimo, da cineteca. Con buona pace del suo marcatore, quell’Adrien Rabiot che, alla vigilia del match, forse per caricare l’ambiente e mettere in difficoltà il giovanissimo avversario, ha detto che “se vuole giocare la finale deve fare di più”. Detto, fatto: Rabiot la finale di Berlino se l’è vista in tv mentre Lamine ha giocato 89 minuti, ha servito l’assist per il gol di Williams, è stato nominato miglior giovane del torneo e ha alzato la coppa.

E nella finale, Lamine Yamal ha stabilito l’ennesimo record, diventando il giocatore più giovane a disputare una finale europea, dopo che martedì aveva stabilito il record di più giovane a giocare e segnare in una semifinale europea. Lamine Yamal con il gol ai “galletti” ha infranto tutti i record di precocità: ha superato lo svizzero Johan Vonlanthen che aveva segnato, ad Euro 2004, a 18 anni e 237 giorni il gol più “giovane” ad un Europeo, superando a sua volta il precedente primato siglato da Wayne Rooney sempre in Portogallo e proprio contro la Svizzera. Da notare che quando i due giocatori segnarono le due reti, Lamine Yamal non era ancora nato. Il gol contro la Francia ha riscritto un altro primato per il numero 19 della Roja: il più giovane a segnare ad un Europeo/Mondiale, superando il primato di Pelé che durava dal Mondiale 1958 quando aveva 17 anni e 239 giorni.

E poi la ricerca continua del gol. Lui che quando segna fa con le dita “304”, il codice di Rocafonda, il quartiere dove è cresciuto. Come dire: non dimentico da dove arrivo nonostante sia il nuovo fenomeno del calcio e sia ancora un teenager.

Lamal Yamal gioca in una rosa dove è presente Jesus Navas, terzino destro e capitano del Siviglia, con cui ha ben ventidue anni di differenza. Martedì sera a Monaco erano in campo entrambi ed è stato una sorta di passaggio di consegne tra l’ultimo giocatore in attività (ad alti livelli) della generación dorada del calcio spagnolo (2008-2012) a quella “Gen Z” attuale che è tornata a far tornare il sorriso al Paese dopo anni di vacche magre.

“Gen Z” spagnola che comprende i vari Álex Baena e Eric García (entrambi del 2001), Nico Williams, Pedri e Yéremi Pino (tutti del 2002), Fermín López e Alejandro Balde (entrambi del 2003), Gavi (2004) e Pau Cubarsì, coetaneo di Lamal e già titolare nel Barcellona dei “grandi”. Insomma, da quelle parti sono a posto per i prossimi 10-15 anni.

La bravura e la forza di questo teenager con l’apparecchio è stata dimostrata lo scorso 26 marzo quando, sostituito da de la Fuente nell’amichevole contro il Brasile al “Bernabeu”, dopo una partita bellissima ed intensissima, i tifosi del Real Madrid presenti sugli spalti, come fatto tempo addietro per del Piero e Ronaldinho, gli hanno dedicato una standing ovation da brividi. Ed in quello stadio se si fa una standing ovation per un giocatore che non indossa durante la stagione la camiseta blanca significa che chi si è meritato la standing ovation è davvero forte.

Ha il Mondo davanti Lamine Yamal. Il Barcellona, ovviamente, se lo tiene più che stretto, conscio del fatto di aver tra le mani un altro gioiello, l’ennesimo uscito dalla “Ciutat Esportiva Joan Gamper.”, sede della Masia. E si spera che possa fare la carriera del giocatore più forte uscito dalla cantera blaugrana, quel Lionel Messi poche ore dopo la vittoria spagnola ha vinto la Copa America, da capitano, della sua Argentina.

E tanti iniziano a fare il paragone tra Lamine Yamal e la “pulce”, non tanto per il ruolo e per l’età precoce (Messi ha debuttato nel Barcellona a 17 anni), ma per una semplice foto datata 2007 per una pubblicità benefica dell’Unicef, allora main sponsor dei blaugrana: ci sono un giovane Lionel Messi che faceva il bagnetto ad un bimbo di pochi mesi. Chi era il bimbo di pochi mesi con lo sguardo incerto dentro una tinozza e con una paperetta al suo fianco? Lamine Yamal. Quando si dice il destino. Il padre di Lamine Yamal, Mounir Nasraoui (35 anni, più giovane di ben 10 giocatori che hanno preso parte a questo Europeo) ha postato questa foto e ha ricordato il motivo di quello shooting al Camp Nou: un ventenne Messi che fa il bagnetto ad un bambino di cinque mesi per una campagna pubblicitaria con annesso calendario da dare agli abbonati del club. I Nasraoui Ebana erano una famiglia emigrata dall’Africa e trovarono aiuto grazie all’Unicef e furono sorteggiati per partecipare al servizio fotografico. I Nasraoui Ebana avevano fatto nascere il figlioletto a Esplugues de Llobregat e poi andarono ad abitare a Rocafonda, un quartiere multietnico di Mataró, a quindici chilometri da Barcellona. A distanza di quasi 17 anni da quell’immagine, i due protagonisti di quello scatto sono diventati campioni del loro Continente a poche ore di distanza: Lamine Yamal per la prima volta, Lionel Messi per la seconda volta consecutiva.

Ora Lamine Yamal si godrà le vacanze post-stagione e post-Europeo, ma tornerà ad allenarsi e sarà agli ordini del nuovo tecnico del Barcellona, Hansi Flick, un altro che di giovani se ne intende avendo lanciato con la Mannschaft Florian Wirtz che, insieme al coetaneo Jamal Musiala, è stato tra i giocatori più positivi della Nazionale padrona di casa.

Tutti sperano che Lamine Yamal possa continuare ad essere così: forte, concentrato, sempre più tecnico e sempre più dotato di personalità. Ma soprattutto sbarazzino, fresco e conscio di avere davanti a sé un radioso futuro calcistico.

Ora è tutto nelle sue mani (pardon, piedi), ma siamo certi che di Lamine Yamal Nasraoui Ebana nato a Esplugues de Llobregat il 13 luglio 2007 ne sentiremo parlare anche nei prossimi anni.

Che bello il tuo (meraviglioso) Mondo, Lamine Yamal. Continua sempre così.

BIO Simone Balocco: Novarese del 1981, Simone è laureato in scienze politiche con una tesi sullo sport e le colonie elioterapiche nel Novarese durante il Ventennio. Da oltre dieci anni scrive per siti di carattere sportivo, storico e “varie ed eventuali”. Tifoso del Novara Calcio prima e del Novara Football Club dopo, adora la sua città e non la cambierebbe con nessun altro posto al Mondo. Collabora da tempo con la redazione sportiva di una radio privata locale e ha scritto tre libri, di cui due sul calcio. I suoi fari sono Indro Montanelli e Gianni Brera, ma a lui interessa raccontare storie che possano suscitare interesse (e stupore) tra i lettori. Non invitatelo a teatro ma portatelo in qualunque stadio del Mondo e lo farete felice.

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