INTRODUZIONE
Nel mondo del calcio, il cambio di direzione rappresenta uno dei movimenti più eseguiti dai giocatori durante una partita. Ogni calciatore, infatti, può compiere più di 1000 cambi di direzione per match. Questa frequenza elevata e la complessità del movimento stesso, influenzato da vari fattori come la forza eccentrica e concentrica, l’orientamento del tronco e la gestione degli appoggi, rendono l’analisi dei cambi di direzione una sfida a+ascinante per studiosi e allenatori. La varietà di test di valutazione disponibili in letteratura sottolinea ulteriormente la di+icoltà di studiare e comprendere appieno queste azioni dinamiche.
Lo studio dei cambi di direzione ci o+re preziose informazioni sulla dinamica del gioco del calcio e sulle diverse esigenze atletiche dei giocatori. Monitorare e analizzare questi movimenti sia in partita che in allenamento è cruciale per sviluppare programmi di allenamento e+icaci e per elevare il livello di prestazione dei calciatori a ogni livello di competizione.
Per la nostra analisi, utilizzeremo i dati forniti dal GPS per identificare i cambi di direzione e la loro intensità. Abbiamo classificato i cambi di direzione in cinque categorie basate sull’angolo descritto: 30-60°, 60-90°, 90-120°, 120-150°, 150-180°. L’intensità dell’azione è considerata in base alla potenza metabolica media.
Considerando il tempo necessario per svolgere le azioni, abbiamo preso come tempi di riferimento 0,6 secondi per le categorie 30-60° e 60-90°, e 1 secondo per le categorie 90-120°, 120-150° e 150-180°. Per eliminare dal computo le azioni di minor rilevanza dal punto di vista meccanico, abbiamo applicato un criterio di filtraggio: le azioni tra 30-60° dovevano avere una velocità media di almeno 11 km/h e una potenza media di almeno 18 watt, quelle tra 60-90° una velocità media di almeno 8 km/h e una potenza media di almeno 13 watt, mentre le azioni con angoli superiori a 90° dovevano avere una potenza media di almeno 13 watt. Il filtro di velocità per i cambi di direzione fino a 90° è dovuto al fatto che queste azioni hanno una componente di velocità significativa, mentre nei cambi di direzione con angoli più chiusi questo fattore riduce la sua importanza.
IN PARTITA
La nostra squadra di Primavera 3 (11 partite analizzate, 21 giocatori, 86 registrazioni valide), ha registrato un totale di 102 cambi di direzione intensi nelle partite monitorate (Fig. 27). Confrontati con i 161 cambi di direzione intensi eseguiti in Primavera 1 (8 partite analizzate, 20 giocatori, 72 registrazioni valide), si nota una di+erenza del 57%. Questa la maggiore di+erenza tra le due categorie per tutte le tipologie di azione analizzate (accelerazione iniziale, progressione, alta velocità, corsa in curva, capacità di riaccelerare). La di+erenza nel numero di azioni è generalizzata e presente per tutte le tipologie di angolo, confermando la maggiore densità di azioni intense a livelli di prestazione più elevati.
FIGURA 27
FIGURA 27: in tabella sono riportati il numero di cambi di direzione intensi secondo i criteri esposti nell’articolo, nella terza colonna è riportato il numero totale dei cambi di direzione (CDD), nelle colonne successive il numero dei CDD suddivisi secondo la loro ampiezza. Nella prime e seconda riga sono riportati rispettivamente i dati rilevati in primavera 1 e quelli in primavera 3.
La quarta riga riporta la differenza percentuale tra primavera 1 e primavera 3.
Sono riportati il numero medio di CDD per giocatore a partita ± deviazione standard.
La differenza non è solo numerica ma anche qualitativa. Considerando l’intensità del cambio di direzione come la potenza metabolica media espressa durante l’azione (FIG. 28), risulta evidente che i calciatori di Primavera 1 riescono a produrre tra il 20% e il 30% in più di potenza in tutti gli angoli. Questo parametro ra+orza l’idea che la differenza più rilevante tra le due categorie risieda nei movimenti che richiedono una grande espressione di forza esplosiva e reattiva, suggerendo di+erenze di qualità neuromuscolari tra i giocatori delle relative categorie. Queste considerazioni possono aiutare a definire gli obiettivi nella pianificazione a lungo termine.
FIGURA 28
FIGURA 28: in tabella è riportata la potenza metabolica media dei cambi di direzione intensi espressa in watt per ogni categoria di ampiezza del cambio di direzione.
Nella prime e seconda riga sono riportati rispettivamente i dati rilevati in primavera 1 e quelli in primavera 3. La quarta riga riporta la differenza percentuale tra primavera 1 e primavera 3.
Sono riportati la potenza media dei CDD per giocatore a partita ± deviazione standard.
IN ALLENAMENTO
Analizzando la nostra esercitazione in gabbia (4c4 + portieri, campo 50×40 completamente recintato, (FIGURA 29), possiamo verificare questa possa stimolare significativamente la capacità di cambio di direzione. Dal punto di vista quantitativo, avendo registrato 1,74 cambi di direzione al minuto, pari al 153% di ciò che accade in partita, l’obiettivo di squadra è stato pienamente realizzato. Tuttavia, dettagliando ciò che avviene ad ogni angolo, si nota che i cambi di direzione con angoli più aperti (60-30°) sono al di sotto della frequenza in partita (90%).
FIGURA 29
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FIGURA 29: In tabella numero di CDD registrati durante un’esercitazione in gabbia.
I CDD sono suddivisi in base all’angolo effettuato, è riportato il numero medio di azioni per giocatore.
Nella prima riga sono riportati i valori in partita, nella seconda riga sono riportati i valori dell’esercitazione in gabbia.
Per ogni categoria di velocità sono riportati: il numero di eventi al minuto, la differenza in percentuale tra gli eventi al minuto dell’esercitazione e gli eventi al minuto della partita. Sono evidenziati in arancio i valori >200%, in giallo i valori >150%, in rosso i valori inferiori o uguali al 90%.
Valutando le potenze massime espresse nei vari cambi di direzione, si nota che i valori sono inferiori a quelli registrati in partita. Questo indica che, nonostante il gran numero di cambi di direzione, non si riesce a fornire uno stimolo neuromuscolare paragonabile a quello della partita, evidenziando la necessità di trovare altri mezzi per raggiungere questo obiettivo.
FIGURA 30
FIGURA 30: In tabella l’intensità delle azioni di CDD registrate durante un’esercitazione in gabbia. Nella prima riga sono riportati i valori in partita, nella seconda riga sono riportati i valori dell’esercitazione in gabbia. I valori della partita sono diversi da quelli presentati in figura 28 in quanto questi tengono conto solo dei valori degli atleti per i quali ci sono registrazioni valide dell’esercitazione. I CDD sono suddivisi in base all’angolo del CDD stesso, per ogni categoria di angolo sono riportate: la potenza registrata nel CDD, la differenza in percentuale l’intensità dell’azione durante l’esercitazione quella in partita.
La media è calcolata considerando il CDD più intenso per ogni calciatore. Sono evidenziati in rosso i valori inferiori al 90%.
Per avere un quadro ancora più preciso è necessario passare all’analisi individuale delle intensità (FIGURA 31), qui emerge un quadro variegato. A livello generale negli angoli >150°, 10 atleti su 17 raggiungono il 90% del picco di intensità in partita, mentre solo 2 lo fanno negli angoli 150-120° e 90-60°. A livello di singolo atleta, i giocatori 10 e 15 raggiungono il 90% del loro massimo in 3 categorie su 5, mentre i giocatori 2 e 17 non lo raggiungono in nessuna categoria.
La diversità nelle risposte degli atleti agli stimoli allenanti in uno sport di squadra è un aspetto riconosciuto e condiviso dagli addetti ai lavori. È importante misurare e quantificare questa consapevolezza al fine di programmare interventi personalizzati che possano stimolare azioni che l’atleta potrebbe non avere trovato durante gli allenamenti di gruppo.
FIGURA 31
FIGURA31: In tabella le percentuali dei picchi di potenza dei CDD nelle varie categorie di ampiezza registrati durante l’esercitazione 4c4 in gabbia. Le percentuali sono calcolate rapportando il picco massimo registrato nell’esercitazione cob il picco massimo in partita. Sono evidenziati in verdi i calciatori che raggiungono almeno il 90%, in rosso quelli che stanno al disotto di tale soglia.
IN SINTESI
La mia osservazione ha rivelato di+erenze significative tra i giocatori della Primavera 1 e quelli della Primavera 3. I giocatori della Primavera 1 effettuano un numero maggiore di cambi di direzione intensi, dimostrando una superiore richiesta neuromuscolare nelle partite affrontate. Queste di+erenze non sono solo numeriche ma anche qualitative: i calciatori di Primavera 1 riescono a produrre una potenza significativamente maggiore durante i cambi di
direzione, sottolineando le maggiori richieste di forza esplosiva e reattiva a cui sono sottoposti.
Questi risultati evidenziano l’importanza di personalizzare gli allenamenti per rispondere alle esigenze specifiche dei giocatori. In allenamento, abbiamo osservato che le esercitazioni in gabbia, sebbene stimolino i cambi di direzione, non riescono a replicare l’intensità e la qualità delle azioni osservate in partita. Questo suggerisce la necessità di trovare metodi di allenamento aggiuntivi o alternativi per fornire stimoli neuromuscolari comparabili a quelli delle situazioni di gioco reale.
Quindi ritengo il monitoraggio e l’analisi dei cambi di direzione fondamentali per migliorare le prestazioni dei calciatori. Le differenze tra le categorie di livello di prestazione e le risposte individuali agli allenamenti devono essere considerate nella programmazione degli allenamenti. Questo approccio permette di ottimizzare la preparazione fisica e tecnica dei giocatori, aiutandoli a raggiungere il loro massimo potenziale in campo.
BIO Gabriele Toschi:
Nato a Lucca il 19/04/1973
Laureato in scienze motorie, Insegnante di sostegno scuola media.
Preparatore atletico prime squadre maschili (tra le altre Livorno, Pistoiese, Siena, L’Aquila), femminili (Aglianese, Lucchese) e settore giovanile.
Preparatore atletico di prime squadre di basket e pallavolo.
Affascinato da tutti gli sport e dai loro risvolti culturali e sociali.
Appassionato di innovazione e credo che la tecnologia nel calcio possa aiutare ad avere una comprensione sempre più approfondita delle dinamiche di gioco.