PERCHÈ TOMORI È GIÀ SOTTO PROCESSO

È bastata una partita, una sola per di più giocata bene e vinta dai rossoneri sul City a New York, per catapultare Tomori sul banco degli imputati. Sa di indagine preventiva, col sapore della reiterazione però. Uso termini di giurisprudenza per cavalcare il modo che si ha ormai di giudicare calcio e calciatori spiccio, sbrigativo, sommario. Appunto. 

L’analisi e l’approfondimento sono un optional, quasi un lusso, ma per fortuna questo sito è specializzato nella materia e offre spunti a chi scrive e a chi legge. Essendo poi al timone Filippo Galli, non potevo esimermi dal confrontarmi con lui prima di sottoporvi queste riflessioni sul centrale del Milan il quale nel debutto della tournée americana, ha gravi responsabilità sui gol della squadra di Guardiola, essendosi perso i 2 marcatori, sorpreso e smarrito. Nei 90’ ha palesato altre disattenzioni e, soprattutto, in uscita palla al piede raramente è pulito e preciso. 

Il club si è concentrato su Pavlovic per rinforzare un reparto che già comprendeva, con l’inglese, Gabbia, Kalulu e Thiaw. All’occorrenza, magari anche il sorprendente Theo Hernandez che così bene fece – in emergenza – nella passata stagione per qualche partita. Nonostante questo, dopo lo scudetto quel sorprendente difensore scartato dal Chelsea con la massima indifferenza (non al momento di presentare il conto, però) quasi mai ha raggiunto i picchi di rendimento dei primi mesi rossoneri. La mia idea è che in una squadra equilibrata e protetta a centrocampo, Tomori possa giocare “alto” (vicino alla mediana) dando il meglio nel recupero sugli avversari fuggitivi. Ricordo quel Manchester-Milan in Europa League, ero in studio a MilanTv con Franco Baresi: Tomori inseguì un fuggitivo recuperandolo in una trentina di metri, per poi arpionare il pallone a forbice (quasi sulla linea di fondo), rialzarsi e ripartire palla al piede. Il Capitano si girò verso di me con un’espressione ammirata e disse: “Mi sono rivisto un po’, in questa azione”. Così, per dire. 

Seguì la stagione trionfale dello scudetto in cui questa caratteristica trovò esaltazione dal supporto di Tonali e Kessie, ma anche dal frequente utilizzo di Kjaer al suo fianco. Poi sono iniziati i problemi, vuoi per l’assetto tattico diverso dato da Pioli, vuoi per un suo crescente nervosismo che a volte è quasi plateale (dicono che soffra per la scarsa considerazione che ha Southgate per lui, riluttante nel chiamarlo in Nazionale), vuoi per una condizione fisica sempre un po’ tardiva e minata da qualche infortunio a lungodegenza. 

Io credo che queste lacune, questi difetti si possano smussare. Su due aspetti però Fikayo deve lavorare: il senso della posizione (soprattutto in area!) e il palleggio in uscita. Forse la vicinanza di una coppia di dobermann (uno davanti e uno al suo fianco) e una ritrovata continuità di Maignan, potranno aiutarlo insieme a Fonseca e al suo staff, ma deve metterci molto della sua applicazione e della sua abnegazione. Il professionista è serio, l’uomo è integro e retto. Per questo concludo dicendo che anche con Pioli in passato ha sempre tardato un po’ ad andare in forma e, per inciso, personalmente me lo tengo stretto. Aspettando con fiducia la definitiva consacrazione. 

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.

7 risposte

  1. Come sempre giusta analisi.
    Secondo me bisogna capire come l’allevatore ( scrito volutamente codi in quanto noi milanisti abbiamo una rosa da dover far crescere)vuole giocare.
    Anno scorso con centrocampisti prettamente offensivi abbiamo subito molti gol ma abbiamo avuto indubbio aumento gol fatti.
    Anno dello scudetto con 2 mastini a centrocampo abbiamo avuto difesa solida ma difficoltà a segnare.
    Quindi parlando di fase difensiva più che di singolo giocatore importante è capire come si vuole mettere in campo squadra…di conseguenza sia risultati sia singoli verranno valorizzati o meno a seconda dell’equilibrio che si vuole mettere in campo.
    Detto ciò Tomori sicuro nn eccelle nell impostazione palla al piede soprattutto a sinistra.
    Saluti Marco M

    1. Grazie Marco per il tuo contributo, mi permetto di risponderti prima che lo faccia l’autore, peraltro molto impegnato in questi giorni: certamente il Tomori visto recentemente, e non solo, non è quello dell’anno dello scudetto. Come sostieni anche tu la prestazione del singolo è condizionata dall’impianto difensivo che gli sta intorno. Detto questo Fikayo dovrà crescere nell’attenzione difensiva soprattutto nei 16 metri e migliorare nella costruzione con la speranza che un eventuale spostamento a centro dx lo possa agevolare. A presto.
      Filippo

  2. Il Tomori delle ultime due stagioni, se confrontato con quello del primo anno e mezzo, non è un giocatore affidabile. Non so se il discorso dipenda dal fatto che non sia protetto perché il mondo di giocare del Milan è sempre stato lo stesso. Non a caso, la rincorsa di Manchester, sintomatica di quanto appena detto, è di marzo 2021. E adesso ogni modo, nel 2022/23, anche senza Kessie poteva comunque fare affidamento su Tonali. È spesso protagonista di errori individuali (l’espulsione in Milan – Chelsea di Champions League 2022/23 pur se inventata nasce comunque da un suo svarione su Mounth), quindi secondo me è più una questione di singolo che di squadra. E, sinceramente, non riesco a spiegarmi il perché. La cosa sicura è che questi errori iniziano ad essere un po’ troppi. Siamo il Milan, bisogna sbagliare il meno possibile in tutte le componenti.
    Spero, per lui e per il Milan, che torni sugli standard del secondo semestre 2021 e della stagione 2021/22 perché, se dovesse mantenere quelli attuali, di certo non sarebbe un bene.

  3. Le caratteristiche di Tomori analizzate in questi anni, mi fanno pensare che sarebbe fortissimo a destra nella difesa a 3. Come sempre, le analisi di Luca sono di buon senso. Teniamocelo buono e sperem.
    Saluti
    Massimiliano Cesarino

  4. In questo momento di forma precaria e novità è difficile pensare che, abituati a schemi ed automatismi della passata gestione, i giocatori non palesino difficoltà.
    Giudicare è difficile in tempi normali, lo diventa ancora di più quando i ranghi sono incompleti.
    Gli addetti ai lavori, purtroppo per loro, devono scrivere. Non avendo argomenti importanti (dalla società silenzio assoluto) diventa difficile argomentare. Non fa niente se l’avversario erano Pep Guardiola e la sua banda, poco importa se il Milan ha vinto tre a due; era meglio giocare contro la Rivoltana e vincere tredici a uno e riempire paginate di corbellerie.

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