Il Milan pareggia la prima di campionato contro un Torino ben messo in campo che addirittura va sul doppio vantaggio, prima di essere raggiunto dai rossoneri nei minuti finali, una buona reazione che non risolve del tutto i problemi visti, sui quali Fonseca dovrà lavorare.
E in fretta.
Si parlava del Milan come possibile anti-Inter. Occasione sprecata, allora, per portarsi una spanna avanti. Certo, un piccolo vantaggio, ma psicologicamente sarebbe stato già qualcosa, perché il passo falso dei nerazzurri non deve illudere.
La prima di campionato è un crocevia importante, dà indicazioni che possono illuminare giudizi importanti, aruspici che per gli scaramantici segnano già la stagione. È la storia dei numeri, corsi e ricorsi statistici, che nel mondo del calcio alle volte diventano una sentenza, macchinazioni a cui si divertono a giocare gli dèi del pallone.
I precedenti dicono una cosa che va a sfavore del Milan: quando noi pareggiamo la prima, solitamente, o meglio mai, non vinciamo il campionato. Sono numeri, d’accordo, statistiche da prendere con le pinze, ma va davvero così.
Ad esempio ci sono stati due 2 a 2 che hanno segnato la prima giornata del Diavolo: quello del 1999/2000 quando pareggiammo a Lecce e quello della stagione 2004/2005, un esordio difficile contro un ottimo Livorno che tanto ci avrebbe fatto soffrire in quella stagione. A Lecce i rossoneri non andarono oltre il pareggio e impattarono con le reti di Weah e Shevchenko. In quella stagione il Milan restò in lotta per lo scudetto fino alla 24ª giornata, quando perdendo il derby, disse addio al titolo.
Alla prima a San Siro della stagione 2004/2005 non bastò un Seedorf in gran spolvero per avere la meglio del Livorno. Alla sua doppietta rispose Cristiano Lucarelli, due reti anche per lui. Quel Milan, da tutti ritenuto il più forte dell’era Ancelotti, conquistò solo la Supercoppa Italiana e finì secondo alle spalle della Juventus di Fabio Capello. Meglio non riferire dell’esito del cammino in Champions League…
Altro pareggio nella stagione 2005/2006 nel pantano di Ascoli, 1 a 1 firmato da Cudini e Shevchenko. A fine stagione rossoneri secondi ma anch’essi travolti dallo scandalo di calciopoli che lo relegarono al quarto posto, comunque qualificato per la Champions League dell’anno seguente.
Ancor prima lasciò dubbi e perplessità quel pareggio di fine agosto del 1997 contro il Piacenza, una partita sotto ritmo e condizionata dal caldo che il Milan non riuscì a portare a casa. Sarebbe stata una stagione difficile, culminata con la sconfitta catastrofica nella finale di Coppa Italia contro la Lazio e con un imbarazzante decimo posto che mandò all’aria gli investimenti faraonici dell’estate, tra i quali spiccò l’acquisto di Patrick Kluivert, e troncò il progetto del Capello-bis, rientrato precipitosamente alla base dopo la parentesi vincente con il Real Madrid.
Quando il Milan è scudettato spesso alla prima fa 2 a 2. Fu il caso della stagione 2011/2012, un pareggio sofferto contro la Lazio. Dopo l’uno-due di Klose e Cissè (unico gol per il francese in quella stagione), il Milan pareggiò con Ibrahimović e Cassano. La stagione terminò poi con il secondo posto alle spalle dell’arrembante e imbattuta Juventus di Antonio Conte, che vinse con merito quello scudetto. Anche quei 2 a 2 sopracitati sono arrivati nella stagione successiva alla vittoria del campionato.
Ieri ha esordito in maglia rossonera Alvaro Morata che ha bagnato con gol la sua prima a San Siro indossando la maglia numero 7 gentilmente abbandonata da Adlì, ma che ci ricorda, non c’è ne voglia il generoso Yacine, Andriy Shevchenko, in gol all’esordio come lo spagnolo, in quel di Lecce, proprio in quel 2 a 2 che abbiamo già rievocato. Almeno questo è di buon auspicio, ci si augura, perché poi ci fu un altro numero 7 che ha esordito proprio a San Siro siglando un gol, trattasi di Ricardo Oliveira, che nel 2 a 1 alla Lazio del 2006 alla prima di campionato mise la firma sul tabellino.
Non fu proprio un’esaltante stagione.
I cugini hanno pareggiato, a loro invece il pareggio porta bene. L’Inter mourinhana fu bloccata proprio a Genova alla prima della stagione 2008/2009 dalla Samp e l’anno dopo a San Siro dal Bari di Giampiero Ventura. In entrambi i casi lo scudetto andò dall’altra parte del Naviglio e addirittura il 2010 passò alla storia per i nerazzurri per la storica tripletta scudetto- Coppa Italia – Champions League.
Speriamo che questi numeri restino una pura successione casuale e che il Milan possa fare una stagione all’altezza delle aspettative. Il gol di Okafor mostra come sia importante avere una panchina lunga che possa dare il suo contributo a partita in corso e svoltare novanta minuti nati male.
Intanto prendiamoci questo punto, un pareggio che già puzza di sentenza, ma si sa, le statistiche sono fatte per essere sfatate.
BIO: VINCENZO PASTORE
Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.
Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.
Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”
Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.
4 risposte
Come sempre complimenti Vincenzo per l’articolo appena letto! Numeri e statistiche lasciano il tempo che trovano ma restano comunque delle cartine al tornasole indicati un presumibile iter stagionale. Resta, dopo la gara contro un Toro decisamente in salute, che il Diavolo ha messo in campo a dispetto delle poche forze ed idee di gioco, un immenso cuore che lo ha portato a pareggiare insperatamente una gara che ad onor degli ospiti andava meritatamente perduta.
E questo è un ottimo viatico per ripartire ed andare subito a far punti, un’altra battuta di arresto metterebbe in predicato l’intera stagione! Tocchiamo ferro ed auguriamo buon lavoro a Fonseca e a tutta la squadra.
Un caro abbraccio.
Massimo 48
Ehhh questa statistica la conosco a memoria ed ho pensato la stessa e identica cosa!!! Spero di essere smentito
Solo una cosa bisognava fare questa estate: prendere un allenatore razionale che, con poche cose semplici, sapesse dare equilibrio e ordine alla squadra. Tra Gasperini, Motta e Conte, a mio avviso rigorosamente in ordine di preferenza, si sarebbero garantiti equilibrio, intensità, solidità e valorizzazione dei giocatori per il cosiddetto tanto di moda player trading. Si è deciso di andare su una soluzione naïf, controcorrente, di un profilo straniero che spesso e volentieri è sinonimo di poca esperienza e superficialità in un campionato tattico come quello italiano con tanti allenatori bravi e preparati e pronti a sfruttare i tuoi punti deboli.
Articolo bello, ma la cabala ed i numeri/statistiche non aiuteranno purtroppo questo inizio di campionato condizionato dal lentissimo mercato estivo (ieri nessuno dei nuovi in campo dall inizio). L unico centrale che non perde la marcatura è Gabbia e mi auguro lo stesso di Pavlovic. Vedendo l involuzione di Thiaw fossi in kalulu resterei e potremmo vendere il tedesco (non lo voleva il newcastle?). Dopo le Piolate abbiamo iniziato con le Fonsecate e mi auguro che si formi una diga a centrocampo abbiamo troppi palleggiatori e leggerini (bennaccer Reinders Musah)…sempre Forza Milan