I TRE TITANI, LA FOTO PIÙ BELLA DI SEMPRE

La storia del calcio ha regalato tantissime immagini che sono diventate storiche ed iconiche: la sforbiciata di Carlo Parola, Pelé che sovrasta Burgnich, l’urlo di Tardelli, la “mano de Dios”, Roberto Baggio con la testa bassa e le mani sui fianchi e Taffarel che gli festeggia accanto, la testata di Zidane a Materazzi, Messi che alza la Coppa del Mondo con indosso il bisht.

Tra le tante (altre) immagini che ci ha regalato il calcio, una che è diventata iconica è questa:

Scattata l’ 8 giugno 1997 allo “Stade de Gerland” di Lione, vede protagonista Ronaldo contrastato alla sua destra da Paolo Maldini e alla sua sinistra da Fabio Cannavaro. Il momento è stato fotografato durante la partita tra Brasile ed Italia, match della seconda giornata del Torneo di Francia, da parte di Claudio Villa, uno dei più apprezzati fotografi sportivi del Mondo.

Il Torneo di Francia è stato un torneo organizzato dalla Federcalcio francese in vista dei Mondiali di calcio dell’anno successivo che sarebbero stati organizzati, sessanta anni dopo il primo, proprio dall’Esagono. Il Torneo di Francia era una sorta di assaggio del Mondiale: la Nazionale transalpina, caratterizzata da una generazione di giocatori molto forti e da una nidiata di giovani talenti, aveva saltato i due Mondiali precedenti e voleva presentarsi al Mondo con una squadra pronta a vincere il titolo, mentre le altre tre invitate al torneo erano di grande rispetto: la Nazionale campione del Mondo in carica (il Brasile), la Nazionale vice-Campione del Mondo in carica (l’Italia) e una delle due semifinaliste dell’Europeo dell’anno precedente, l’Inghilterra.

Giocato dal 3 all’11 giugno 1997 in quattro stadi, ha visto la vittoria nel girone dell’Inghilterra, davanti a Brasile, Francia e Italia con Alessandro del Piero vincitore della classifica marcatori. A distanza di anni, nessuno si ricorda la classifica finale del Torneo di Francia ma di quel torneo estivo vengono ricordati tre momenti: il gol su punizione di Roberto Carlos nel match contro la Francia (una rete dalla traiettoria impossibile, arrivata ad essere studiata perfino da alcuni fisici); l’esplosione del 20enne brasiliano Denilson; la bellissima partita tra Brasile ed Italia, partita in cui è stata scattata la celebre fotografia.

Il match ha visto in campo due tra le Nazionali più vincenti della storia del calcio, caratterizzata dall’essere stata per due volte una finale mondiale e che vide di fronte due modi di giocare ed interpretare il calcio. Quella partita tra azzurri e verde-oro fu un bel biglietto da visita per il Mondiale del 1998: in tutti i reparti le due Nazionali avevano giocatori fuori categoria, soprattutto la difesa italiana e l’attacco della Seleçao.

La partita si è conclusa 3-3, con le reti azzurre di Del Piero (doppietta) e Albertini su punizione (con deviazione di Aldair) e reti verde-oro di Ronaldo, Romario ed iniziale autogol di Lombardo che deviò in porta un tiro di Roberto Carlos. Una contesa bellissima (come bellissima è sempre una partita tra queste due Nazionali, anche se in un torneo estivo di poco conto), intensa, divertente ed entusiasmante.

I valori in campo erano enormi, a partire dagli attacchi: Cesare Maldini davanti poteva contare su due attaccanti, Christian Vieri e Alessandro del Piero, rispettivamente 24 e 23 anni in rampa di lancio mondiale. Zagallo il CT del Brasile poteva invece contare su un giocatore ormai “consolidato” del calcio mondiale (Romario) ed uno in rampa di lancio, quel Luis Nazário de Lima detto “Ronaldo” che da lì a pochi anni avrebbe riscritto la storia del concetto di velocità e forza applicate al calcio. E proprio Ronaldo, allora in forza al Barcellona (ma che il successivo 25 luglio diventerà un attaccante dell’Inter per l’incredibile cifra di 48 miliardi di lire) era il giocatore più atteso, visto ciò che aveva fatto nelle ultime tre stagioni europee (per intenderci: 106 partite totali giocate, 101 gol segnate) con le maglie di PSV Eindhoven e Barcellona. Lo stesso Brasile, trascinato dall’attaccante di Itaguai, vinse la Copa America a dicembre con un suo gol nella finale. Pochi giorni dopo vincerà il primo dei suoi due Palloni d’oro.

Se per il Brasile quindi il Torneo di Francia è stato un grande test pre-coppa continentale, per l’Italia all’inizio questo torneo fu visto come un grande impiccio che arrivava alla fine di una lunga stagione, con alcuni giocatori già con la testa alle vacanze (soprattutto quelli juventini reduci sì dalla vittoria del ventiquattresimo scudetto ma anche dalla brutta sconfitta in finale di Champions League contro il Borussia Dortmund) anche considerando come sia difficile trovare le motivazioni per concludere la stagione giocando un torneo amichevole tra Nazionali.

Il nostro CT, Cesare Maldini, era contrario a partecipare a questo torneo salvo poi ricredersi, visto che gli azzurri hanno regalato al Mondo una partita fantastica contro gli storici rivali brasiliani.

L’Italia scese in campo con Pagliuca in porta, difesa con capitan Maldini, Panucci, Cannavaro e Costacurta, centrocampo con Lombardo, Dino Baggio, Albertini e Di Matteo, in attacco il tandem VieriDel Piero.

Zagallo, CT dei carioca, schierò un “brasiliano” 1-4-2-4 con Taffarel in porta, difesa con Cafu e Roberto Carlos nel ruolo di terzini, centrali Aldair e Silva, in mezzo al campo capitan Dunga e Mauro Silva e davanti quattro giocatori offensivi come Denilson, Leonardo, Ronaldo e Romario. Arbitro dell’incontro fu lo svizzero Serge Muhmenthaler.

Ma veniamo ad analizzare l’importanza di quella foto, quella che vede entrare in modo duro Cannavaro e Maldini su Ronaldo.

La fotografia in questione è stata scattata al minuto 24 e 15 secondi del primo tempo: Ronaldo riceve palla da Aldair spalle alla porta, si gira, parte ma viene fermato a ridosso dell’area di rigore dell’Italia contemporaneamente da due difensori italiani, capitan Paolo Maldini ed un giovane Fabio Cannavaro. I due difensori bloccarono la corsa dell’attaccante brasiliano, lo atterrarono commettendo fallo. Ne scaturì una punizione dal limite calciata da Leonardo che non andò a segno.

Ronaldo aveva 20 anni (ne avrebbe compiuti 21 il successivo 22 settembre) e, seppur giovanissimo, era già considerato uno dei giocatori del futuro. Aveva già in bacheca un Mondiale (da “panchinaro”), una Coppa delle Coppe, una Coppa d’Olanda, una Coppa e una Supercoppa spagnola ed suoi numeri in quel torneo estivo (e nella Copa America boliviana) lo confermeranno. Maldini aveva 29 anni, era capitano sia della Nazionale che del Milan avendo ereditato le due fasce da Franco Baresi. Anch’egli aveva una bacheca invidiabile (nessun Mondiale ma cinque scudetti, quattro Supercoppe italiane, tre Champions League, tre Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali), mentre Cannavaro, in forza al Parma, era alla settima partita in azzurro (la quinta da titolare). Di lui si diceva un gran bene, erede della scuola dei difensori italiani già vincitore di due Europei Under 21.

Alla fotografia scattata da Villa non è mai stato dato un nome: in una diretta Instagram tra Ronaldo e Cannavaro durante il lock down, il difensore napoletano chiese all’ex attaccante se si ricordasse di quel momento e il “fenomeno” disse che si ricordava bene di quello scatto e disse che questa era per lui “la foto più bella di sempre”.

Potremmo darle un nome, potrebbe diventare tranquillamente un quadro dal titolo “I tre titani”, perché i tre giocatori in questione erano giocatori all’ennesima potenza nel loro ruolo sebbene il solo Maldini fosse al suo “prime”, ovvero all’apice della carriera, mentre Ronaldo e Cannavaro erano solo all’inizio.

Quel Brasile-Italia è stata l’unica volta di Ronaldo contro la Nazionale italiana e per fermarlo, quella sera, si misero in due in tackle per impedire che potesse segnare. Tempismo, sicurezza, grinta, velocità e paura nel perdere la palla (per tutti e tre i giocatori), unite alla mano ferma di Villa e al suo tempismo nello scattare il frame.

Ronaldo, alla sua ventesima presenza in Nazionale (dove segnò il suo gol numero 14 in verde-oro), quella sera era immarcabile e nonostante la giovane età era un giocatore temuto, ma poco conosciuto dai nostri giocatori perché fino a quel momento aveva giocato solo due partite contro squadre italiane (la semifinale di Coppa delle Coppe della stagione appena terminata vinta contro la Fiorentina). Da quella partita in poi le marcature nei suoi confronti divennero celebri .

Lo scatto fotografico dello “Stade de Gerland” è stata il trionfo della nostra Serie A, in quanto i tre protagonisti già a partire dal successivo mese di agosto avrebbero giocato tutti nel medesimo campionato. Dei 704 giocatori convocati per il Mondiale di Francia ‘98, ben 70 giocavano nella nostra Serie A e nella Francia campione ce n’erano ben sette (quattro vi avevano giocato in passato), compreso il capitano. Allora il nostro campionato era il migliore al Mondo con talenti “nostrani” e stranieri da leccarsi i baffi, tra cui i tre protagonisti della celebre immagine scattata da Villa.

La fotografia ha inoltre determinato un incredibile boost pubblicitario per Nike, in quanto la multinazionale di Beaverton-OREGON (USA) sponsorizzava sia le due Nazionali che i tre giocatori immortalati nell’immagine (cui si vede bene il simbolo bianco sulle loro scarpe nere), segno che l’azienda dello “swoosh” allora aveva come testimonial il meglio del calcio del tempo.

Fatto sta che se oggi ci ricordiamo di questa immagine un motivo ci sarà. Per me l’immagine ci dice che per fermare uno dei giocatori più forti della storia del calcio sono stati necessari due difensori di immenso valore come Paolo Maldini e Fabio Cannavaro (quest’ultimo vincerà il Pallone d’oro nel 2006), fallosi in quel frangente ma riconosciuti da tutti difensori “puliti” ed efficaci.

Questa foto dunque potrebbe essere un quadro affisso in un qualunque museo, con le misure della “Gioconda” di Leonardo: “I tre titani, olio su tela, 77×53, 1997”.

Grazie a Claudio Villa per questo scatto ma anche a Luis Nazario, Paolo e Fabio!

BIO Simone Balocco: Novarese del 1981, Simone è laureato in scienze politiche con una tesi sullo sport e le colonie elioterapiche nel Novarese durante il Ventennio. Da oltre dieci anni scrive per siti di carattere sportivo, storico e “varie ed eventuali”. Tifoso del Novara Calcio prima e del Novara Football Club dopo, adora la sua città e non la cambierebbe con nessun altro posto al Mondo. Collabora da tempo con la redazione sportiva di una radio privata locale e ha scritto tre libri, di cui due sul calcio. I suoi fari sono Indro Montanelli e Gianni Brera, ma a lui interessa raccontare storie che possano suscitare interesse (e stupore) tra i lettori. Non invitatelo a teatro ma portatelo in qualunque stadio del Mondo e lo farete felice.

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