MILAN: ALLA RICERCA DELLA RETTA VIA

La sconfitta del Milan contro il Parma, con il suo impatto dirompente, ci offre un pretesto per riflettere sullo stato di un’istituzione calcistica che da sempre vive sotto il peso delle sue stesse glorie. Il risultato di 2-1, se osservato in una prospettiva puramente cronachistica, potrebbe sembrare una semplice battuta d’arresto. Tuttavia, il contesto in cui questa battuta d’arresto avviene non può essere trascurato, poiché si situa in un momento in cui le tensioni si accumulano e le polemiche minano la solidità di un gruppo che ancora deve trovare la propria identità. Un punto in due partite non rappresenta certo un buon biglietto da visita per il neo insediato Paulo Fonseca.

L’allenatore lusitano si trova ora davanti a un compito che va ben oltre l’ordinaria gestione sportiva. Egli è chiamato a esercitare una capacità quasi alchemica: trasformare l’energia negativa che scaturisce dalla critica, dall’insoddisfazione, dalla paura di un declino, in forza creativa. Non si tratta solo di rimettere insieme i cocci di un sistema che vacilla, ma di riconoscere nelle crepe della sconfitta le potenzialità latenti di una rinascita.

Il rischio, infatti, è quello di cedere a una visione reattiva, dove le polemiche esterne si infiltrano nel microcosmo della squadra, inquinandolo. Ma la vera sfida è mantenere la rotta, riconoscere che ogni tensione, ogni critica, può essere riorientata e assunta come elemento catalizzatore di un rinnovamento. In questo senso, il lavoro di Fonseca non può limitarsi alla strategia o alla tattica; deve farsi carico di una tensione esistenziale, di un senso di precarietà che deve essere trasmutato in impegno e dedizione.

Lo staff tecnico e i giocatori sono chiamati a una forma di ascolto attivo, un processo di apprendimento che non sia solo legato alla sfera tecnica, ma che penetri nei meandri più profondi della loro identità sportiva. L’allenamento, allora, non è più semplicemente uno spazio di preparazione fisica, ma diventa un luogo di costruzione di significato, un laboratorio in cui ogni gesto, ogni scelta, può contribuire a edificare una nuova narrazione collettiva.

Così, la sconfitta contro il Parma si rivela un evento-limite: essa può essere l’inizio di un naufragare anzitempo oppure il terreno fertile su cui edificare un nuovo progetto, che sappia trasformare la fragilità in resilienza e la critica in occasione di crescita. Il destino del Milan, in questo frangente, non dipenderà tanto dai risultati immediati, ma dalla capacità di metabolizzare questa tensione, di trovare in essa la spinta per un percorso di rigenerazione che coinvolga ogni singolo membro della squadra, dal tecnico al più giovane dei giocatori.

Infine una parentesi doverosa su Rafael Leão. Il portoghese è come una promessa non mantenuta, un sogno che si dissolve all’alba. “L’ottovolante senza fine dell’eterno incompiuto”, titola la Gazzetta, e non si può non pensare che questa definizione gli calzi a pennello. Perché Leão, con la sua potenza fisica e la sua classe naturale, ha tutto per essere un campione, ma troppo spesso sembra perdersi in quel limbo di giocate sprecate, di corse che non portano a nulla, di dribbling che non si concretizzano.

In una partita dove il Milan aveva bisogno di lui, di quel guizzo che solo lui può dare, è rimasto incastrato in una tela di indecisioni, di movimenti prevedibili, di scelte sbagliate. E così, mentre il Parma trovava i suoi spazi, Leão si perdeva nei meandri del suo talento, un talento che sembra a volte più un fardello che un dono. Un ottovolante che sale e scende, che entusiasma per un attimo e poi lascia un senso di vuoto, di insoddisfazione. E il Milan, che punta in alto, non può più permettersi di aspettare che questo ottovolante si stabilizzi. Leao deve decidere cosa vuole essere: un campione o una promessa mancata. Ma il tempo, purtroppo per lui e per il Milan, inizia a stringere.

BIO: VINCENZO DI MASO

Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.

Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia. 

Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.

Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.

Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.

Una risposta

  1. Complimenti Vincenzo! Un altro articolo ad hoc per questo Milan opaco e sofferente. Ben dici nello scrivere su quale terreno risulta adagiato il Diavolo dopo la disfatta di Parma, sarà dunque confermato il proseguo del campionato in una rovinosa palude oppure quello stesso terreno verrà bonificato a beneficio di una imminente e verdeggiante prateria?
    Forse mezza verità la scopriremo il prossimo sabato nel tardo pomeriggio quando il sole calerà all’ombra del Colosseo!
    Un caro saluto.
    Massimo 48

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