YACINE ADLI: IL PIÙ MILANISTA DI TUTTI

Non so come sarà questa stagione del Milan (e non faccio mistero di non accodarmi a scelte che non condivido in nome di un generico tifo), ma so che questa cessione alla Fiorentina, o forse, mi pare di aver capito, un prestito con obbligo di riscatto, non mi piace e non mi piacerà mai. Altri parlano di prestito con diritto di riscatto… be’, in ogni caso sembra cosa fatta, dopo il raffreddamento della pista francese – vera, presunta – quella, insomma, che lo voleva al Marsiglia di Roberto De Zerbi.

E se il lato umano di questo ragazzo franco-algerino, che nulla aveva a che spartire con il Milan e che pure è stato il più milanista di tutti, da tanti, troppi anni a questa parte, è sicuramente preponderante, nello stimare la portata della mia amarezza, quello calcistico non è affatto secondario.

Per me Yacine Adli è un buon giocatore a cui non è stato dato modo di dimostrarlo appieno, perché sacrificato in ruoli non suoi, lasciato solo a coprire una mediana bucata come l’emmenthal, deriso per l’errore, senza che lo sciocco sberleffo si controbilanciasse con l’elogio per il passaggio lungo perfetto, per il filtrante indovinato, per quella visione di gioco che in pochi oggi, nella squadra che amo, possono vantare.

Si diceva: è lento. Ammesso che sia sufficiente questo per decretare il valore di qualcuno, e non lo è, magari si poteva pensare che quella lentezza fosse anche il frutto di una disorganizzazione complessiva, nella quale era difficile trovare un compagno in movimento, qualcuno smarcato. Quando Rodri venne acquistato dal Manchester City, qualcuno rideva sotto i baffi. Lo chiamavano ancora “Rodrizontal”, ovvero un giocatore capace solo di passaggi orizzontali, impacciato nel verticalizzare il gioco. Non serve aggiungere altro.

Mi dispiace perché, in nome di soldi che non servono – il bilancio è in attivo e lo sarà sempre dato che lo scopo dei fondi non è vincere campionati, ma ripagare gli investitori – di liste Uefa che non ho neppure capito bene come funzionino, si disperde un giovane talento innamorato – innamorato senza scopo, ed è ancora più bello – del Milan.

Sono contenta che rimanga in Italia, ovvio, ma il fastidio non passa. Non che si tratti di un fulmine a ciel sereno, ma no, non passa. Non passa per il giocatore, ma non passa anche per il ragazzo che cede la sua numero sette a Morata, che va in giro per New York a comprare maglie di campioni NBA da regalare ai suoi compagni (maglie con un significato, non regali a caso). Per il ragazzo che, fuori dal progetto Milan, invita tutti a casa sua per una grigliata.

Che dire, in un mondo di giocatori capricciosi, di banderuole, di certificati medici in attesa dell’accordo, di agenti che fanno il bello e il cattivo tempo, la storia di Adli è, nel bene e nel male, una storia del calcio che mi piace. Il calcio di Alan Shearer, di Jamie Vardy, di Gigi Riva; di quelli che restano, per scelta personale, anche quando sarebbe saggio e remunerativo partire. Adli sarebbe rimasto e, anche se sarà costretto ad andare, per poter dimostrare ciò che vale, in un certo senso rimarrà lo stesso. E magari, un giorno, in altre condizioni, tornerà a indossare la maglia che si è guadagnato, lui, sì.

BIO Ilaria Mainardi: Nasco e risiedo a Pisa anche se, per viaggi mentali, mi sento cosmopolita. 

Mi nutro da sempre di calcio, grande passione di origine paterna, e di cinema. 

Ho pubblicato alcuni volumi di narrativa, anche per bambini, e saggistica. Gli ultimi lavori, in ordine di tempo, sono il romanzo distopico La gestazione degli elefanti, per Les Flaneurs Edizioni, e Milù, la gallina blu, per PubMe – Gli scrittori della porta accanto.

Un sogno (anzi due)? Vincere la Palma d’oro a Cannes per un film sceneggiato a quattro mani con Quentin Tarantino e una chiacchierata con Pep Guardiola!

10 risposte

  1. Ilaria buongiorno! Mi complimento per la gentile fluidità della tua scrittura e da tifoso Rossonero quale sono, come del resto te se ho ben compreso, condivido le qualità calcistiche di Adli ma tengo però a sottolineare che se Mr. Pioli lo ha usato col contagocce qualche motivo ci sarà pure stato. Le sue movenze a tratti ricordano un certo Montolivo prelevato dalla Viola e con noi per 5 stagioni. Appena giunto sembrava un centrocampista alla Rivera ma che poi si rivelò un mediocre con una serie stucchevole di passaggi orizzontali che fu una delle concause della discesa del Milan dalle posizioni di alta classifica.
    Sono certo che l’aria del Lungarno gli conferira’ molto meglio di quella dei Navigli!
    Un caro saluto.
    Massimo 48

    1. Gentile Massimo, la ringrazio! Diciamo che, pur non parlando né di Pirlo né di Zidane, avrei dato ad Adli qualche possibilità in più. Mi pare infatti che abbia sempre girato quando la squadra girava (in campionato nella bella partita di ritorno contro l’Atalanta, per esempio).
      Grazie ancora!

      Ilaria

      1. meglio non potevi celebrare un giocatore che non ha mai avuto la possibilità di esprimersi per le sue caratteristiche, le logiche del calcio sono illogiche , per questo io da innamorato del milan adesso sono uno che gode delle sconfitte di questi mktg man, senza passione senza onore .Il calcio senza passione e’ come la vita , non vale la pena di viverla..seguirò lui che ha in unica colpa , come del resto Cdk, essere stato scelto dall’unico milanista che avevamo, Paolo Maldini e io non posso passare da Maldini a Furlani e continuare ad amare….

        1. Grazie mille!
          Sì, credo che, al di là del valore tecnico, che purtroppo non possiamo dire di conoscere, l’aspetto umano e quell’attaccamento particolare che Yacine ha sempre dimostrato dovevano essere tenuti in considerazione. Così non è stato è purtroppo Fonseca, a differenza di Vanoli, che ha chiaramente detto che la cessione di Bellanova era qualcosa di cui non era stato informato, sembra non avere voce in capitolo. Magari non sarà proprio così, ma l’impressione per ora è questa.

  2. Bravissima Ilaria condivido al 100%
    Dispiaciutissimo che se ne vada. Più persone come lui nel calcio e meno caXXXni platinati. Speriamo…una saluto

  3. Condivido in pieno quanto scritto da Ilaria e aggiungo che Adli è un ottimo giocatore a cui non è stata data la possibilità di dimostrarlo. Vedo altri non all’ altezza e mi vengono dubbi, molti dubbi sull’operato della società che guarda soprattutto i ritorni economici. La cessione di Selemakeers, per esempio, mi sembra un grosso errore

    1. Grazie mille! Condivido su Selemakeers, giocatore ormai maturo e che sarebbe potuto essere prezioso. Lo scambio con Abraham mi convince poco, in generale e perché l’inglese, dopo l’infortunio mi pare un grosso punto interrogativo.

  4. Complimenti Ilaria, grande articolo. Hai perfettamente rappresentato il pensiero di noi milanisti (non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che siamo pochini rispetto la massa) che adoriamo personaggi come Adlì. Un vero SIGNORE in un mondo dove la signorilità di casa proprio non è! Ma a parte questo lato (incontestabile e sotto gli occhi di tutti) in Adlì personalmente vedo doti calcistiche illimitate. Dicono che non corre perché tra gente che corre come forsennati lui corre “normale’ FACENDO CORRERE IL PALLONE come fanno i giocatori di classe; è in continuo movimento (un moto perpetuo) alla continua ricerca dello spazio libero per facilitare il passaggio al compagno che ha la palla (mentre gli altri centometristi sono fermi come birilli per riprendere fiato). Mi fermo qui perché mi sto dilungando troppo e non vorrei rubarti tempo e spazio. Chiudo solo dicendo che purtroppo un altro anno al Milan avrebbero finito di rovinarlo e che mi accontenterò di vederlo giocare (come ho già fatto domenica) con una casacca non più rossonera. Grazie ancora Ilaria e tantissimi auguri per i tuoi futuri progetti

    1. Grazie mille, Marcello! Sono d’accordo: anche dal mio punto di vista abbiamo visto molto poco del grande potenziale di Adli. Spero che Palladino lo faccia giocare e sappia valorizzarlo come merita.

      Ilaria

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