MILAN E MANCHESTER UNITED, POVERI DIAVOLI

C’è un sottile filo rosso che lega Manchester a Milano, uno stato d’animo identico per City e Inter che hanno ripreso bene gli impegni di campionato, sulla scorta dei successi della passata stagione. Haaland ha ricominciato a segnare come suo solito e dopo tre giornate ha già realizzato sette gol, un avvio ottimo anche per Marcus Thuram che ha messo in rete quattro gol. Le due squadre, capoliste nei rispettivi campionati e già in forma, si affronteranno il 18/09 prossimo all’Etihad nella prima giornata di Champions League, una rivincita della finale del 2023 vinta dai Citizens.

Al contrario non se la passano bene le altre squadre delle due città.

Milan e Manchester United fin qui hanno deluso le aspettative. Entrambe hanno fatto importanti investimenti sul mercato e proprio i due club si erano sfidati per l’acquisizione delle prestazioni sportive di Zirkzee, che alla fine ha scelto i Red Devils e che aveva anche ben esordito in Premier League con il gol decisivo contro il Fulham alla prima giornata. A Brighton, in fuorigioco, aveva messo un ginocchio di troppo sul gol di Garnacho, vanificando così il possibile vantaggio per gli ospiti. Ten Hag e Fonseca sembrano già due uomini con le spalle al muro, chiamati a invertire la rotta nelle prossime settimane perché le altre davanti corrono. Il Milan sabato ha strappato un pareggio all’Olimpico contro la Lazio che ha mosso di poco la classifica e che ha messo in evidenza una certa tensione nello spogliatoio che rischia di destabilizzare l’ambiente. Il caso Hernandez-Leao è passato senza alcun provvedimento da parte della società, che ha scelto una linea morbida, ma al rientro qualcosa dovrà cambiare, a partire proprio dagli atteggiamenti individuali.

Della partita con la Lazio si è già detto in maniera più che precisa nell’articolo di qualche giorno fa. Dopo due pareggi e una sconfitta bisognerà per certo trovare l’assetto e gli uomini giusti, visto che finora Fonseca ha provato soluzioni, ma il tempo per gli esperimenti è finito. Il portoghese e Ten Hag  sono due uomini soli ma non al comando, che vivono con il pesante fardello di dover vincere, o perlomeno raggiungere la fatidica zona Champions League, quella dell’Europa che conta, e che non sono riusciti a dare un’impronta alle loro squadre. I Red Devils hanno totalizzato un punto in più dei rossoneri, frutto dell’illusoria vittoria contro il Fulham e della sconfitta sul difficile campo del Brighton.

Nel turno precedente del campionato inglese è andato di scena lo scontro delle panchine tutto olandese tra i tecnici di Liverpool e Manchester United, il classico tra le due squadre che hanno vinto più titoli nella massima serie. L’ha spuntata nettamente quello dei Reds, in una partita mai in discussione, che ha visto gli uomini del neofita della Premier League, Arne Slot, spadroneggiare nel Teatro dei Sogni, abituato un tempo ad essere lo scenario delle grandi vittorie dei diavoli e che ora inscena atmosfere da incubo, con Lullaby dei Cure che ben si presterebbe per colonna sonora.

Il Liverpool ha reso questa partita un vero tormento per i poveri diavoli di Old Trafford,  dominando sulle fasce e sfruttando gli errori di un Casemiro nella sua versione horror. Slot pare essersi inserito nel solco tracciato da Klopp nella precedente gestione e ha dato solidità dietro, dove le porte inviolate, o come le chiamano da quelle parti le clean sheets, sono tre su tre partite disputate. Le reti di Diaz (2) e Salah hanno messo il punto esclamativo sulla mini crisi dello United, che da molto non riesce a imporsi nella Premier League, da ormai undici anni dai tempi in cui era manager un certo Sir Alex Ferguson. Da queste parti erano abituati a grandi feste e a lauti banchetti, quelli che si organizzano ora al City of Manchester. È vero che nel medio termine lo United ha vinto due FA Cup, coppa mai banale in Inghilterra, l’Europa League nel 2017 e che ha disputato una finale sempre della stessa competizione nel 2021, scenario europeo di questa stagione.

Chi conosce la storia del Manchester United e in particolare quella di Ferguson sa che all’Old Trafford sanno aspettare e che le prime stagioni dello scozzese non erano state certo vincenti. Ma manca da troppo la voracità e la continuità con la quale si mettevano i titoli nella bacheca di uno dei più prestigiosi club d’Europa. I Red Devils sperano di poter essere protagonisti quest’anno, di tempo ce n’è, ma le avversarie corrono. Intanto Slot ha battuto il suo connazionale e vinto il primo big match della sua gestione. Il Liverpool ha portato a casa tre punti importantissimi per la lotta al titolo e insieme al City dell’alieno Haaland sembra essere tra le squadre accreditate a un ruolo da protagonista nel torneo, similmente come accaduto in Italia dove il Milan ha già un ritardo di cinque punti su Inter, Juventus, Udinese e Torino, con le prime due che sembrano poter dar vita a un duello interessante per la conquista dello scudetto.

Ora la sosta per le nazionali, un momento atteso per chi deve rimettere le cose in ordine, che può fornire un po’ chiarezza e tranquillità ai tecnici dei due poveri Diavoli, che dopo solo tre turni sono costretti a rincorrere e ha dare un’impronta diversa nel loro gioco. Southampton per lo United e Venezia con vista derby per il Milan saranno tappe fondamentali nel cammino di questa stagione.

BIO: VINCENZO PASTORE

Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.

Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.

Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”

Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.

Una risposta

  1. Analisi che non fa una grinza Vincenzo. Purtroppo il nostro Diavolo è partito male nonostante le frizzanti prestazioni nelle gare disputate sotto l’ombrellone il quale una volta riposto ha messo alla berlina tutte le magagne rossonere: scarsa corsa, asmatica costruzione gioco, difesa horror ed infine un 7 in condotta per i due talenti più rappresentativi della squadra:
    l’abulico Theo e l’indisponente Leao. Ed ora tocca al nuovo trainer trovare il bandolo di questa arruvogliata ed inspiegabile matassa.
    Ma il tempo stringe e perdere altri punti equivarrebbe ad una
    incontrovertibile Caporetto!
    Un caro abbraccio.

    Massimo 48

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *