In attesa di un Inter-Milan che può cambiare i destini di questa società e che sicuramente cambierà il nostro umore, la Primavera ha vinto in casa nerazzurra per 3-1. Una vittoria che ha tante chiavi di lettura e che ci invoglia – se la leggiamo bene – ad avere fiducia nel futuro
Al momento in cui scrivo, le 18,30 di domenica 22 settembre, il derby di serie A non si è ancora giocato. E, vorrei dire un po’ provocatoriamente, per il ragionamento che sto per fare non mi importa molto di come andrà a finire (anche se in realtà so benissimo che – comunque vada – sarà un’agonia, dirò moltissime parolacce, il risultato influenzerà il mio umore della settimana, a dir poco).
I fatti, prima. Stamattina alle 11 si è giocato il primo dei tre derby della giornata, quello del campionato Primavera, o Under 20. E non è che qui il Milan avesse una grande tradizione, anzi: lo scorso campionato erano stati due pareggi, entrambi per 1-1. Nella stagione precedente, un pareggio e una sconfitta, così come l’anno prima. Insomma: non un bagno di sangue come i sei derby persi di fila in Serie A, però anche qui la vittoria mancava da un bel po’ (qualcuno ha scritto che gli anni son sette, ma ho controllato di persona solo gli ultimi tre).
Nella mattina milanese, al centro sportivo interista nella periferia nord di Milano, i ragazzi in maglia rossonera hanno finalmente vinto, e lo hanno fatto con il punteggio rotondo di 3-1. Vi racconto la partita, molto in breve, perché non è tanto della partita che voglio parlare. L’inizio è dell’Inter: una parata strepitosa di Longoni, un gol annullato (per fuorigioco) e poi, quando il Milan sembra in difficoltà, al 18’ su un calcio d’angolo di capitan Stalmach il centrale romeno Dutu salta più in alto di tutti e segna un gol “alla Pavlovic”. Da quel momento il Milan è visibilmente rinfrancato, lascia meno spazi e riparte bene: al 26’ arriva un cross da destra che viene controllato male da un difensore dell’Inter, la palla finisce a sinistra e Maximilian Ibrahimovic festeggia il suo diciottesimo compleanno con un gran sinistro che si infila sotto la traversa: 2-0. È il suo quarto gol in cinque partite e forse di questo ragazzo dovremmo riparlare, magari ignorando il cognome che porta. Al 45’, su una ripartenza di quelle che ci fanno sempre male (anche in serie A, intendo dire), Mosconi segna da sinistra con un bel tiro sul primo palo. Ma il primo tempo ha ancora qualcosa da regalare: al 47’, in pieno recupero, un indemoniato Magni entra in area e viene abbattuto. Bonomi segna il rigore e si va all’intervallo sul 3-1, che non cambierà più.
Questi i fatti. Ma, come dicono gli inglesi, “there’s more than meets the eye”, cioè c’è più di quello che si vede.
Una squadra in più
C’è, innanzitutto, che questa Primavera sta giocando senza i suoi giocatori di maggior risalto: un’intera squadra di giocatori ancora Under 20, infatti, sta giocando nel Milan Futuro. Camarda, Liberali, Zeroli, Jimenez, Bartesaghi, Vos, Cuenca e mettete voi i nomi che più vi piacciono, potrebbero ancora giocare in questa squadra, qualcuno addirittura in Under 18 e in Under 17. Nella rosa del Milan Futuro, infatti, ci sono pochissimi fuori quota, comprati appositamente per portare esperienza: sono il centrocampista Mattia Sandri (21 anni), l’esperto attaccante scuola Inter Samuele Longo (32 anni), il difensore centrale Gabriele Minotti (21 anni) e l’esterno d’attacco Mbarick Fall (27 anni), più la punta Nicolò Turco (20 anni) e il difensore centrale Matteo Dutu, che di anni ne ha solo 18 ma è stato preso sul mercato. Tutto il resto della rosa, ripeto, tutto il resto è prodotto dal settore giovanile del Milan ed è stato in qualche modo “tolto” alla Primavera e alle categorie inferiori. Un po’ come una famiglia che con le sue entrate non solo riesce a vivere bene, ma addirittura metterne da parte metà come investimento per il futuro. Vi pare poco?
Non solo. Il Milan ha adottato saggiamente una politica di osmosi – cioè di scambio selettivo – fra le sue squadre giovanili. Ad esempio, nella Primavera che martedì ha giocato in Youth League contro il Liverpool, pareggiando 0-0 e meritando la vittoria, c’erano Camarda e Liberali che sarebbero teoricamente nella rosa del Milan Futuro. Così come oggi giocavano il difensore centrale Dutu (che ha segnato) e la punta Turco (buona partita di lotta, una bella occasione nel finale), anch’essi iscritti nella rosa della categoria superiore. Insomma, questo scambio continuo di giocatori permette di moltiplicare le occasioni per giocare, fare esperienza e di mettersi in mostra e rafforza di volta in volta la squadra che ha bisogno, senza indebolire le altre.
Una fabbrica di giocatori intercambiabili
Questo sistema – a me pare – apre delle prospettive molto incoraggianti perché crea un gruppo di giocatori (a spanne potrebbero essere una settantina) che per età parte dal 2008 di Camarda e arriva fino alla prima squadra. Sì, perché nel processo osmotico è coinvolta anche la prima squadra, che già sta pescando i due portieri Raveyre e Torriani (impiegato proprio contro il Liverpool), il terzino Jimenez e il centrocampista Zeroli, tutti del 2005. In prospettiva, credo, gli scambi verso la prima squadra potranno essere anche di più, man mano che i giovani rossoneri faranno esperienza in Serie C e man mano che si presenteranno nuove necessità, dettate – ahimè – anche dagli infortuni. Una “fabbrica” di calciatori intercambiabili (non tutti, ovvio) che, se le cose andranno come devono, nel giro di pochi anni porterà il Milan a poter contare nuovamente su un nucleo italiano e fatto in casa, che è quello che non solo manca a noi tifosi, ma che manca proprio al Milan. Prendiamo ad esempio il ruolo di terzino destro: oggi Jimenez (convocato già diverse volte), ma anche Adam Bakoune (2006, un metro e novantacinque di altezza) e Vittorio Magni (2006), oggi migliore in campo contro l’Inter, forse non sono ancora pronti pronti per la Serie A, ma stanno crescendo molto bene. Lo stesso vale per altri ruoli.
Ecco perché questa vittoria della Primavera mi conforta. Perché mi ricorda, come ho già scritto proprio su questo blog, che finalmente abbiamo un progetto. Ora si tratta di non svendere i nostri giocatori migliori (ieri, per rinnovare la pena, ho visto Milos Kerkez giocare titolare in Premier League), come tante volte abbiamo ribadito da queste pagine non tanto io, quando il fondatore di questo blog, che sulla materia è il più autorevole di tutti.
Quindi: meno social, meno FonsecaOut e più fiducia nel futuro. E forza Milan, sempre.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.
2 risposte
Primavera e prima squadra lasciano bene sperare x il futuro, da applausi domenica 22 settembre 2024. Un caro saluto a Filippo Galli
Un caro saluto a te Nuccio!