DIRTY LEEDS: LA SQUADRA PIÙ PUNK DELLA STORIA DEL CALCIO

L’Inghilterra negli anni 70 era in piena crisi economica, la gioventù esasperata iniziò a ribellarsi, nacquero le subculture tra queste una che rivoluzionò la musica e non solo…il Punk. Il calcio, come spesso accade anche oggi, rifletteva la società del momento con i suoi umori, stili di vita e le problematiche..come logica conseguenza salì alla ribalta una delle squadre più iconiche del calcio inglese il LEEDS UNITED…o meglio come fu ribattezzato….il “DIRTY LEEDS”…la squadra più Punk della storia del calcio. 

Tutto ebbe inizio con un incontro di calcio definito ….”Agghiacciante”…… questo il modo in cui Jack Archer, reporter di The People, descrisse la partita di First Division dell’Everton contro il Leeds nel 1964 esattamente il 7 novembre al Goodison Park di Liverpool, una partita violenta fin dal principio, Brown dell’Everton espulso al quarto minuto dopo aver sferrato un pugno in bocca a Giles sanguinante….poco dopo due giocatori caddero in un scontro di teste ed i tifosi furono addirittura ammoniti dagli altoparlanti per aver sputato sui giocatori a terra inermi.

La violenza fu tale che l’arbitro, per la prima volta in una partita del campionato inglese, fece uscire entrambe le squadre dal campo in modo che giocatori e tifosi potessero rinfrescarsi le idee. Al termine della pausa forzata di dieci minuti, un nuovo annuncio avvertì i 43.000 assiepati sulle tribune che qualsiasi ulteriore problema con il pubblico avrebbe potuto vedere la partita sospesa definitivamente, in campo invece continuo’ una vera e propria caccia all’uomo con falli da codice penale.

La partita arrivò a stento alla fine – il Leeds vinse 1-0, la polizia a cavallo dovette poi disperdere i tifosi che si scontravano per le strade intorno allo stadio. Esattamente quel giorno con quella che fu denominata “La Battaglia di Goodison Park”, nacque la piu “inglese” delle squadre del Regno Unito..nacque il “DIRTY LEEDS”.

A metà degli anni ’60, il Leeds era una squadra in crescita. Sotto la direzione di Don Revie, gli Yorkshiremen erano appena usciti dalla Seconda Divisione e stavano per diventare una delle forze calcistiche dominanti del decennio. Una squadra piena da giocatori di talento, come Bobby Collins, Johnny Giles e Billy Bremner, Norman Hunter e il grande Jack Charlton in mezzo alla difesa, era anche una squadra che stava sviluppando una reputazione di grande aggressività, Don Revie l’iconico manager ne era un po’ il padre padrone, basti pensare che appena arrivato decise di cambiare le divise da gialle a bianche (meravigliose, con i numeri sul lato dei calzettoni)…I “Whites”, il suo controllo sulle menti dei giocatori era totale, carismatico e arrogante.

Questa terribile etichetta fu addirittura condivisa dalla Federazione Inglese che definì il Leeds “la squadra più sporca del paese”. Il Leeds aveva il peggior record nella Football League di giocatori ammoniti, censurati, multati o sospesi.

Chiariamoci, in Inghilterra anche le altre squadre dell’epoca non è che fossero angeli; Il Leeds non è stata l’unica squadra a tirare pugni, calci e cose simili. Semplicemente lo ha fatto meglio degli altri.  

L’epopea del Leeds e del grande Don Revie si consacrò con i successi in campionato nel 68/69 e 73/74 nella Coppa di lega 68, nella Coppa delle Fiere 67/68, 70/71, 1 FA Cup. Negli anni la squadra inserì altri grandi giocatori tra i quali spiccava Peter Lorimer in possesso di un tiro da oltre 130 Km/h, ala fantastica che sapeva diventare un trequartista, in difesa Gordon McQueen, in attacco prima Allan “the Sniffer” Clarke centravanti fortissimo e poi lo Squalo Joe Jordan.  

Ho raccolto molte testimonianze di ex calciatori storici della First Division che mi hanno raccontato quanto fossero forti, molti di loro la considerano addirittura la più forte squadra inglese di sempre.

Qui sotto, ad esempio, il messaggio di John Pratt centrocampista del Tottenham negli anni 70.

La mia memoria mi riporta a due finali la Coppa delle coppe, quella del 73 quando il Milan vinse a Salonicco un’ aspra finale che, onestamente, il Leeds avrebbe meritato, ma più di tutto la finale di Coppa Campioni contro il Bayern di Monaco dove gli inglesi furono derubati dall’arbitro che annullò loro un gol regolare di Lorimer per fuorigioco inesistente, scatenando i 10.000 supporters venuti dall’Inghilterra che devastarono completamente il Parco dei Principi di Parigi. 

Da amante di questo calcio mi sono rivisto decine e decine di partite anche su youtube…erano fortissimi…l’esaltazione del calcio inglese alla massima potenza, forza, ritmo, aggressivita’ (a volte troppa) ma anche grandissime giocate con giocatori di grande tecnica che poi hanno fatto l’ossatura della nazionale scozzese al mondiale del 74.  

Se avete visto il meraviglioso film “Il maledetto United”, lì viene descritto perfettamente il clima che c’era in quella squadra; in confronto la Lazio di Chinaglia, Wilson e Martini passerebbe come un gruppo di educande. Si narra come questa squadra, composta da giocatori di personalità debordante, fece scappare dopo soli 44 giorni Brian Clough che certamente non era uno stinco di santo….ma aveva una grande colpa…odiava il Leeds (lui ex Derby County) e sostituiva il loro capo carismatico Don Revie che si andò a sedere sulla panchina della nazionale inglese.

Il mio cuore era già nel Merseyside con i Reds ma, devo ammettere che, di fronte al meraviglioso Dirty Leeds la mia fede fu messa a durissima prova.

BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997  lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70  e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .   

2 risposte

  1. Complimenti, il Leeds United all’epoca era stata una squadra che praticava calcio fisico e spigoloso, però contemporaneamente talentuoso, è stata per 14 anni tra le prime 4 della mitica First Division, anche Don Revie merita un tributo importante, tra l’altro il Leeds United è stato il primo club ad introdurre le tute sportive personalizzate..

    1. Caro Luca
      Hai detto tutto te, alla perfezione.
      Quello che mi faceva impazzire era proprio il concetto di squadra che esprimevano, nelle esultanze come nelle risse. Tante personalità forti ma tutte che spingevano dalla stessa parte, con l’arroganza di chi si sapeva più forte. E poi Billy, il capitano…..non il più cattivo e non il più talentuoso, ma seguito da tutti e rispettato dal coach, perché era lui la vera anima del Damned United.

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