Italia-Israele 4-1 - Foto via Goal.com

NATIONS LEAGUE, ITALIA-ISRAELE 4-1: CALCIO E DIVERTIMENTO PER IL POKER AZZURRO A UDINE

“Il calcio è divertimento, è un gioco. Se non ci si diverte e si gioca liberi meglio lasciar perdere”.

Le parole dell’ex bomber del Torino Paolo Pulici, ribattezzato Pulciclone da Gianni Brera, racchiudono il senso più profondo del calcio. Uno stato d’animo, la felicità, che diventa un meccanismo di relazioni e, insieme, un vero e proprio paradigma pallonaro, dove ogni elemento rispetta il principio della proprietà commutativa.
Gioco, divertimento e libertà: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, a patto che ogni componente sia presente. Non solo a livello caratteriale, ma anche di uomini e soprattutto di principi, perché l’aspetto fondamentale per un allenatore è convincere i calciatori delle proprie idee, trovando la chiave giusta per entrare nella loro testa e generare un modello sostenibile, come sottolineato recentemente da Leonardo Bonucci parlando di Antonio Conte.
Ognuno è parte integrante del progetto, tutti sono utili e nessuno è indispensabile, partendo dal presupposto che il divertimento sia raggiungibile attraverso un forte identità, spirito collettivo, coesione e abnegazione. Con la libertà che, secondo le invocazioni di Johan Cruijff, “è ammissibile, solo se si produce il massimo rendimento dei giocatori di talento”.

Italia-Israele 4-1
Italia-Israele 4-1

L’ARMA DEL NOI E IL SACRIFICIO DELL’IO

Dopo la fallimentare spedizione in Germania, Luciano Spalletti ha iniziato un percorso di ricostruzione della Nazionale partendo dalle basi, proponendo un’ideale di calcio in cui la forma rappresenta il mezzo per abbracciare la sostanza, il bel gioco la via per conquistare il risultato, l’estetica e lo spettacolo la portata principale da offrire al pubblico, il divertimento come simbolo escatologico dello sport e degli atleti.

L’Italia di Euro 2024 è un lontano ricordo, il nuovo corso spallettiano veste abiti più confortevoli, l’azzurro torna risplendere con grazia e deferenza, i giocatori riconoscono il “noi” come fondamento di squadra. È  il gruppo l’arma in più di questa Nazionale, l’ossigeno e i muscoli, un castello platonico che combina l’inventività tecnica, la partecipazione e il sacrificio dell’io.

In 4 gare di Nations League l’Italia ha voltato pagina e mutato pelle, codificando una proposta fluida e brillante, puntellata sui principi e la complementarietà degli effettivi, 1-3-5-2 ad alto voltaggio, gestione del pallone e dominio della manovra, assetto a fisarmonica a regolare le due fasi, transizioni rapide a pungere negli spazi, alternanza nel gioco e fraseggio a tre tocchi, una vocazione costante a muovere velocemente la sfera per manipolare la struttura avversaria, dinamismo e ricerca del terzo uomo tra le linee, bilanciamento tattico e impronta strategica, sovrapposizioni a garantire una corretta copertura del campo, massima ampiezza nello sviluppo e pensiero verticale.

La Nazionale di Spalletti è viva e in crescita, ha potenzialità e talento, un’anima solida e autorevole, gioca con la naturalezza di una squadra di club senza beneficiare del lavoro quotidiano ma di una programmazione periodica e precisa, fonda la sua essenza nel coraggio e nella centratura mentale, nel fare pratico e nella volontà di determinare. L’Italia ha riassaporato la gioia di giocare e produrre un calcio armonioso, di tenori, baritoni e bassi, con un quintetto di centrocampo a dare equilibrio al trio difensivo e al duo d’attacco e un direttore d’orchestra a guidare il concerto.

italia israele 4-1
Italia-Israele 4-1, l’esordio in azzurro di Daniel Maldini – Foto via CalcioMercato.com

ITALIA BELLA E CONVINCENTE, IL TALENTO È LA VIRTÚ DEL GRUPPO

Dopo il pareggio contro il Belgio, l’Italia supera a pieni voti l’esame contro Israele e cala un poker che vale la prima prova di maturità. Corsa, qualità e quantità: lo Spalletti Ball restituisce i suoi frutti, con due ali mobili, Cambiaso e Dimarco, pronte a volare sulle fasce e a inventare, un Tonali straripante che si nutre di fatica per esaltare al meglio le sue doti, Calafiori libero difensivo a uscire in pressione e a dettare il pressing, Di Lorenzo abile a sganciarsi dalle retrovie per andare in gol e un Retegui (intuizione di Mancini, evoluzione di Gasperini) a diventare sempre più il centravanti di cui l’Italia aveva bisogno. A sbloccare il match è proprio il bomber dell’Atalanta su rigore, poi è il capitano azzurro a firmare il 2-0 di testa e siglare una doppietta. Nel mezzo la rete di Abu Fani, direttamente da corner, per Israele e il guizzo del solito Frattesi a capitalizzare un cutback illuminante di Dimarco.

A Udine non è solo la notte dell’Italia ma il teatro delle giovani promesse e delle prime volte: nel 1985 fu il Barone Liedholm a fare esordire in Serie A un giovanissimo Paolo Maldini in Udinese-Milan, 39 anni dopo è Luciano Spalletti, a gettare nella mischia il giovane Daniel, figlio di Paolo e nipote di Cesare, al suo debutto in Nazionale maggiore.
La storia siamo noi” cantava De Gregori: a scriverla è la dinastia Maldini, di padre in figlio, con educazione e rispetto, una magnifica favola forgiata sulla grande passione per il calcio, col terzo esponente della famiglia a vestire la casacca azzurra. Ottima prova per il classe 2001 del Monza, on stage con personalità e il giusto atteggiamento: al 79’ il destro di Daniel si accende e illumina, con un suggerimento perfetto sulla corsa di Udogie, a infilarsi sotto le gambe del difensore e a propiziare il secondo gol di Di Lorenzo. Un battesimo da sogno, sotto gli occhi commossi di mamma e papà, con una calma olimpica e la serenità di chi non ha paura a tentare la giocata. Al triplice fischio Italia-Israele termina 4-1.

Tre vittorie e un pareggio, 10 punti nella Lega A del gruppo 2, accesso ai quarti di Nations League a un passo e un posto da testa di serie quasi ipotecato nelle qualificazioni al Mondiale americano del 2026: l’Italia guarda al futuro con fiducia, con la consapevolezza di poter ancora migliorare in vista dei prossimi impegni, difficili, contro Belgio e Francia nel mese di novembre.

Italia-Israele 4-1

BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Nato lo stesso giorno di Bobby Charlton, cresciuto con il mito di Johan Cruijff e le magie di Alessandro Del Piero. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.

  • Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
  • Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema” e “Vanzina: una famiglia per il cinema”.
  • Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
  • Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
  • Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
  • Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
  • Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017) e il saggio “Nel segno del doppio” nel libro “Mediaset e il cinema italiano. Film, personaggi, avventure” di Gianni Canova e Rocco Moccagatta.

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