DEPRESSIONE DA SUCCESSO

Foto di copertina via SKY

Quando si attraversano momenti davvero difficili, depressione, attacchi di panico, non importa il lavoro che fai, la situazione che hai nella vita, ti ritrovi a vivere con un’altra persona dentro, contro cui devi combattere ogni giorno e ogni notte (…). Mi chiedevo se avessi potuto giocare di nuovo una partita, non sapevo cosa mi stesse succedendo. È un momento in cui ciò che ti piace di più diventa ciò che odi di più. Mi vergognavo a stare con i miei figli, a uscire. Ogni volta che ero per strada con loro avevo sempre qualche episodio, a volte senza cattiveria, con la gente per qualcosa che era successo nelle partite precedenti”.

Sono parole rilasciate ad un’emittente spagnola da Alvaro Morata, campione di livello planetario, oltre che d’Europa in carica, il quale manifesta tutta la sua fragilità nel corso di un’intervista-confessione, liberando fantasmi e debolezze tipiche della natura umana. Come già evidenziato nei precedenti appuntamenti, siamo al cospetto di ragazzi che per abbracciare quel sogno che riempie le loro fantasie più colorate e autentiche, accettano di allontanarsi da casa, dalla famiglia e dagli amici, spesso anche in età preadolescenziale. Quante notti a piangere, pensando alla mancanza del calore domestico, alla rinuncia alla pizza in compagnia o all’impossibilità del giretto in centro del sabato pomeriggio. Quando inizia un viaggio come questo, nella testa del giovane uomo si concretizzano sacrifici e rinunce, a cominciare da tutte quelle abitudini che nella routine quotidiana offrono sicurezza e connessione con i propri pari. Immaginate di vestire per un attimo i panni di uno di loro, scommettendo sul futuro e ipotecando totalmente il presente in una combinazione di allenamenti intensi, orari rigidi, programmi schematici, rinunce alle bevande gasate, frequentazioni selezionatissime…

“Uno su mille ce la fa”; se nell’”oggi” il ragazzo vede soltanto il sacrificio, fatto di lontananza, solitudine e vuoti emozionali, non potrà mai godersi il viaggio verso il futuro che tanto desidera costruire. Ed ecco perché è così importante che invece egli scelga di “nutrire” le emozioni, a cominciare dalla paura, imparando ad esempio a riconoscerla, a capirla, decidendo che tipo di segnale essa gli stia offrendo e su quale aspetto sia necessario concentrarsi per superarla. Un altro elemento per superare il deficit emotivo è sicuramente vedere le persone come risorsa e come alleate, pur a fronte spesso di obiettivi diversi e lontani. Una credenza come questa può consentire di evitare il loop negativo, che porta ad attribuire un prezzo ad ogni cosa, compresa la stessa “mercificazione da calciomercato” e portando l’attenzione sul significato autentico di eventi e di accadimenti. Nulla accade per caso e nel percorso di crescita del giovane atleta, l’attenzione si può sempre spostare sulla possibilità e sull’evoluzione.

Non c’è campione che non abbia metaforicamente pagato un prezzo alto per il proprio successo e tutto questo è spesso invisibile alla platea dello star system, impegnata a celebrare, a salire sul carro, o ad affossare e a infierire.

La sovraesposizione di questi ragazzi, fatta di lustrini e paillettes, auto lussuose, celebrità, li rende invidiati, li rende attaccabili, li rende “fortunati a prescindere”. La successiva domanda che sorge in un’analisi più approfondita riguarda come detto, come gestire le dinamiche emotive. I calciatori, che barattano in giovane età gli affetti in cambio dell’idea ignota e non meglio identificata di futuro desiderato, sono totalmente impreparati a quelle cose che Paolo Maldini definisce “intangibili” e le spalle, per quanto forgiate da squat, esercizi in palestra e bilancieri, spesso possono non reggere il carico. Storie come quella di Morata oggi, ma in passato quelle di Buffon, Balotelli, o di Simone Biles nella ginnastica, ci narrano di un presente vuoto e di una realtà inadeguata al bisogno emotivo, quello di cui ogni bambino, anche se cresciuto, diventato ricco e famoso, ha ancora visceralmente bisogno. Quello che si può e si deve allenare ogni giorno.

Bio: Francesco Borrelli è un Mental Coach certificato Acsi – CONI. Oltre alla Laurea in legge presso l’Università degli Studi di Genova, si è formato in PNL attraverso corsi e Master conseguiti nell’ambito di aziende private di cui ha fatto parte. Negli anni ha coltivato la sua passione per lo sport scrivendo per testate giornalistiche liguri, oltre a svolgere il proprio lavoro di consulente d’azienda in ambito bancario. L’attività di Mental Coach lo porta da diverse stagioni ad accompagnare sportivi impegnati a preparare Olimpiadi e Mondiali, oltre a calciatori di tutte le età, agevolandone i rispettivi percorsi e seguendone tutta la trafila giovanile fino all’approdo in prima squadra. Il suo sogno è condividere come Coach il suo ufficio a fianco alla “palestra delle leggende” di Milanello con Ibra.

Contacts: fraborrelli40@gmail.com / IG. fraborre24_ / https://www.facebook.com/healthybrainnutrition / 0039 328 6212598

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