UNA LAVAGNA DI ARDESIA PER SVEGLIARE IL DIAVOLO

“Una lavagna di ardesia sta a una lavagna elettronica come un libro a un ebook.

In una lavagna d’ardesia c’è l’odore di gesso e di tempo, quei solchi di certe immagini o parole che, a guardarli bene non sono sottolineature, ma graffi dell’anima, e poi c’è la lentezza di chi scrive che fa capire che l’apprendimento è sempre una questione di pazienza e fatica, a volte anche di precarietà”. 

(Fabrizio Caramagna)

Ed è stato probabilmente con un gessetto bianco tra le mani quando il  malsofferente di vertigini nonché coach equilibrista e fresco reduce dei primi cento giorni ai comandi del cockpit rossonero Paulo Fonseca stava spiegando davanti alla lavagna dell’aula didattica di Milanello lo schema di gioco ai propri giocatori per poter debellare le frecciate offensive dei fiamminghi del Brugge agli ordini dell’audace 44nne trainer ed ex calciatore difensore Nicky Hayen.   

Il tanto discusso tecnico lusitano è riuscito, dopo la positiva archiviazione della pratica del derby grazie ad un suo arguto cambio di modulo, a proseguire ostinatamente con le sue idee riuscendo ad imbrigliare e battere l’ostica formazione friulana ai comandi del trainer tedesci di origine croata Kosta Runjaić, e riuscendo nell’impresa, con gran disappunto dei suoi osservatori, privandosi a suo insindacabile giudizio di un quartetto di campioni, la coppia di ex Chelsea, Abraham e Tomori, assommata a quella di Rafael Leao e Theo Hernandez (i rivoltosi del cooling break capitolino) rea, vox populi nella serata al Franchi di Firenze, di aver massonicamente complottato eludendo le disposizioni del trainer e consegnando i palloni per la battuta dei penalties anziché al rigorista designato Christian Pulisic la prima volta a Theo, vittima successivamente dell’errore dal dischetto, complice la bella parata di de Gea, di una malcelata crisi di nervi e proprio nel giorno meno opportuno, quello del suo 27mo compleanno, ed infine tristemente coronata con la comminazione di un cartellino rosso all’ultimo minuto del match per aver proferito frasi ingiuriose nei confronti del direttore di gara. Sarà nella ripresa che il patatrac verrà completato quando a Fikayo Tomori salterà in mente l’infelice idea di carpire  la sfera e consegnarla anziché a Pulisic al connazionale Abraham per la battuta del terzo rigore di fila decretato dall’arbitro Luca Pairetto e ancora una volta neutralizzato dall’esperto portiere iberico in una serata di grande spolvero. 

Seguirà una valanga di illazioni su questa doppia possibilità del mancato vantaggio del Milan (terza sconfitta di fila al Franchi) attribuendo colpe tanto alla squadra tutta, quanto ai quattro rivoltosi per completare questo quadro horror attribuendo al trainer Fonseca le maggiori responsabilità non essendo stato sufficientemente in grado, almeno fino alla storta serata del Lungarno, di aver stabilito l’adeguato feeling con i propri  calciatori. 

Resta sostanzialmente il fatto che il coach lusitano, dall’approssimata pronuncia del nostro idioma, risulta tanto glaciale quanto inflessibile e la comprensibilita’ delle sue strategie è spesso apprezzata solo a posteriori. Come la mossa coraggiosa operata la sera scorsa quando dopo un solo giro di lancette susseguenti la sostituzione dei poco incisivi Rafael Leao e Loftus Cheek a beneficio di Okafor e Chukwueze, risulterà un autentico scacco matto ai bellicosi belgi andando così a conquistare meritatamente i primi tre punti del Diavolo in Champions dopo le indigeste sconfitte subite da Liverpool e Leverkusen. La conferma della saggia intuizione sarà avvalorata dal primo pallone giocato dallo svizzero con un assist a servire Reijnders per il prezioso gol del vantaggio che, dopo due sole manciate di minuti, lo stesso olandese replichera’ in fotocopia firmando, e stavolta su imbeccata dello scatenato Chukwueze, la sua prima doppietta in maglia rossonera. 

E nei minuti finali ci sarà spazio anche per il debutto europeo di Francesco Camarda, il giovano lombardo e milanese di nascita che diventa a soli 16 anni e 226 giorni il più giovane esordiente in Champions League della storia del Milan. 

E l’esordio potrebbe tramutarsi in una autentica leggenda se il VAR non avesse negato per un offside di pochi centimetri alla nostra giovanissima “vedetta lombarda” un gol di testa in perfetta elevazione e  torsione a cui farà seguito la sua incontenibile esplosione di gioia sul campo con la mamma in lacrime in tribuna. Una scenetta degna di un toccante episodio del libro Cuore… ma l’appuntamento è solo rimandato e scritto come promemoria con il gessetto bianco sulla lavagna di ardesia in quel di Milanello! 

 BIO: MASSIMO BALDONI

Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura  degli articoli nella redazione sportiva.

Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato. 

Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.

Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!

Buon Milan a tutti!

2 risposte

  1. Ottima sintesi, Massimo! Spero che, oltre a un bel gioco, si veda anche un bel clima di gruppo. Credo che abbia infatti ragione Luca Serafini, quando dice che il problema non è tanto Leao quanto il fatto che, con lui in campo, la squadra sembri appoggiarsi troppo alle sue giocate… che purtroppo spesso non arrivano. Mi dispiacerebbe se il capitale che Rafa rappresenta venisse disperso (anche) per scaramucce evitabili.

    1. Grazie Ilaria per il tuo apprezzamento. Condivido anche io l’opinione espressa da Luca Serafini in merito a Leao.
      Personalmente credo che se non si sblocchi entro fine anno (cioè a suon di gol pesanti) verrà purtroppo messo in vendita nel mercato invernale, altro dopo sei stagioni (quelle dell’invecchiamento per un
      ottimo Barolo) al Milan e con quella paga non si può fare!
      Un caro saluto.
      Massimo 48

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