L’eco di San Siro ieri sera ha risuonato con un lamento lungo e amaro. Il Milan, sotto il cielo meneghino, si è inchinato a un Napoli furente e ben orchestrato, nonostante la difesa piuttosto bassa. D’altronde Fonseca aveva avvisato: la squadra di Conte avrebbe pressato alto e difeso basso. La gara era, sulla carta, un’occasione d’oro per i rossoneri di accorciare le distanze dalla vetta; ma la verità è che la serata si è presto trasformata in una prova complicata, figlia di scelte tattiche forse azzardate e di un’infelice esecuzione difensiva.
Paulo Fonseca, tecnico ancora alla ricerca del bandolo della matassa, ha evidentemente giocato d’azzardo, lasciando Tomori in panchina. Il centrale inglese, nonostante i recenti svarioni, resta il baluardo più rapido della difesa rossonera e la sua esclusione suona quanto meno imprudente contro un Napoli che ha nella velocità e nei cambi di passo la sua principale arma offensiva. Lo stesso Napoli, incarnato dal solito rombo furibondo di Lukaku e dalla grazia letale di Kvaratskhelia, non si è fatto pregare.
Il primo colpo fatale lo ha assestato proprio Romelu Lukaku. Il belga, fin troppo agevolato da una marcatura troppo morbida Pavlovic, è scappato via in una progressione che ricordava quella dei tempi d’oro, riuscendo a rintuzzare e annientare il serbo in un corpo a corpo spietato. È stato un gol che ha avuto il sapore antico della forza e della brutalità, un gol che ha messo a nudo le criticità di chi era preposto a impedirlo. La coppia Thiaw-Pavlovic, lenta e macchinosa, nonché poco collaudata, è apparsa fin troppo ingenua e acerba per reggere l’urto della furia azzurra: uno scenario tattico che lascia il rimpianto di un Tomori mai come oggigiorno relegato a un ruolo marginale.
Non c’è stato il tempo di prendere fiato che la lama s’è affondata per la seconda volta. Dall’altra parte del campo, l’estro georgiano di Kvaratskhelia ha colpito con un colpo dei suoi. Con la leggerezza di chi passeggia tra le rovine, “Kvara” ha puntato l’interno del campo, convergendo da sinistra e beffando l’intera retroguardia con un destro a giro, che ha uccellato Maignan lasciando senza parole uno stadio che ha osservato attonito la rete gonfiarsi.
Per carità, oltre al gol annullato a Morata per offside, i rossoneri qualche occasione l’hanno creata, anzi, diremmo che le occasioni non sono mancate, ma la concretezza è rimasta appannata come un vetro nell’inverno meneghino. Eppure, l’errore strategico più rumoroso non è stato nemmeno questo. La panchina riservata a Leao ha fatto storcere il naso ai più: Okafor è sicuramente un atleta versatile, ma il talento del portoghese è di quelli che incendiano la partita in ogni attimo. Quando finalmente ha fatto il suo ingresso in campo, Leao ha portato un guizzo che nessun altro sembrava poter dare, ma ormai la gara era già scivolata via come sabbia tra le dita.
E così, dopo aver visto naufragare la propria difesa con la stessa facilità con cui si affonda un coltello nel burro, il Milan si ritrova più lontano dalla vetta e più vicino al rammarico di scelte che paiono quantomeno rivedibili. La difesa è stata il problema principale, non c’è dubbio: la coppia Thiaw-Pavlovic è apparsa confusa e vulnerabile, come due alabarde spuntate in un campo di battaglia. L’assenza di Gabbia, combinata con l’esclusione di Tomori, ha regalato a Lukaku e Kvaratskhelia una serata da predatori, e a Maignan una notte insonne.
Il Napoli è uscito trionfante da San Siro, e al Milan non resta che raccogliere i cocci e riflettere su una partita persa non solo nel punteggio, ma nelle fondamenta stesse del suo disegno tattico. Un disegno tattico non giustificabile alla luce delle assenze. Queste ultime, per quanto visto in campo e per la tipologia di gol presi, non devono rappresentare un alibi.
BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.
3 risposte
Non si può rimpiangere nessuno degli assenti di ieri. Tomori spesso imbarazzante e causa di sconfitte con oltretutto atteggiamento alla theo(fenomeno, lo adoro, ma la flemma con cui affronta il 90% della partita è insopportabile…quando va a battere una rimessa laterale o una punizione o un calcio d’angolo faccio in tempo a sistemarmi a difendere anche io) Mentre Pavlovic si ha commesso errore ma è un Leone e prova anche a spingere e tenere su la tensione…e aggressività che alla squadra è qualità che manca. Leao lo critichiamo e lo criticate tutti e ora di nuovo non si può rinunciare??? Okafor ha trovato qualche guizzo e non è stato concretizzato ma almeno se perde una palla o se si pressa da il 150%. un problema vero è Loftus Cheek che gioca sempre come se fossi sul 4 a 0 e trotterelli per non offendere avversari…poi fa anche lui il lampo incocludente una volta all’anno. il rimpianto è una squadra costruita con una idea che non porta da nessuna parte. ieri napoli 5 minuti a tutta due occasioni da gol(uno realizzato e uno salvato da Lukaku che respinge tiro di Kvara) e poi un lunghissimo catenaccio con gioco imbarazzante salvo contropiedi..che con noi affondano come nel burro, però una idea c’è e viene realizzata. noi teniamo palla, muoviamo, ma gli errori denotano che non è la strada giusta. e che gli acquisti di questi anni non hanno dato la consistenza che serve. vendere TONALI è stato un suicidio. scudetto vinto con Krunic Tonali Kessie… solidità garantita. e allora reggi anche leao theo e i suicidi periodici di tomori… ora con quel centrocampo li salvo fofana…dove vuoi andare…il resto è intercambiabile…da e toglie… e tutto questo aggravato da assenza quella si importante di Pulisic. ci vorrà solo tanta pazienza e sperare che agli utili di bilancio sacrosanti, si unisca una maggior capacità di costruire una squadra equilibrata perchè questa di equilibrio non ne ha.
Grazie per il tuo contributo Nicola. È vero, a parte Gabbia, dei difensori nessuno ha dato continuità. Riguardo a Leao credo di poter dire che le critiche su questo blog siano sempre state costruttive. Anche le considerazioni sui centrocampisti ceduti e il loro essere funzionali al progetto tecnico sono condivisibili. A presto.
filippo
Altro articolo oggettivo e perfettamente calzante con la realtà del nostro Milan, complimenti! Concordo con le osservazioni di Nicola e di Filippo, serve una maggiore attenzione nei contropiedi ed un radicale cambio di passo nelle strategie difensive per evitare ridicole uccellate come quelle subite e viste solo 24 ore fa a San Siro.
C’è da lavorare caro Fonseca, altrimenti… mala tempora currunt…per il nostro tribolato ma pur sempre amato Milan!
Un caro saluto.
Massimo 48