La leggenda delle Due Torri di Bologna.
Le Due Torri degli Asinelli la cui costruzione risale al XII secolo si trovano nell’antica Via Emilia e rappresentano da sempre lo storico simbolo della città di Bologna. Vennero realizzate in muratura con lo scopo primario di segnalazione e difesa della città nel caso di attacco nemico, ma oltre a questo motivo ve n’era un altro racchiuso nel prestigio dovuto al lignaggio sociale autoritariamente rappresentato da una famiglia dell’alta borghesia il cui capostipite inibi’ al suo futuro genero la concessione al matrimonio con la bellissima figlia motivando il diniego per la bassa levatura del suo ceto. Il giovane infatti si occupava di trasporti con un carrettino in legno trainato da due “Asinelli” che tutte le mattine transitava di fronte all’allora unica Torre di Garisenda alta 47mt. ove trovava splendidamente affacciata dalla sua stanza la bellissima damigella dall’irrefrenabile bellezza che determino’ il folle innamoramento di quell’umile contadino pretroniano.
Purtuttavia, date le sue reiterate insistenze, il ricco nobile gli concesse un’ultima possibilità promettendo di concedergli la mano della figlia soltanto a patto che riuscisse a costruire una torre ancor più alta della Garisenda. E così la leggenda narra che il giorno appresso quell’ambizioso giovanotto mentre caricava sul carretto della sabbia dal greto del fiume per portarla in città venne magicamente colpito da un dardo di luce che si conficco’ ancora infuocato sul terreno argilloso quasi a voler significare qualche cosa di arcano in quel punto preciso tant’è che il giovane andò subito a scavare scoprendo con incredibile stupore un grosso baule stracolmo di monete d’oro e pietre preziose.
E con quel tesoro piovuto dal cielo riuscì a costruire una torre ben più alta (97 mt) della Garisenda che venne denominata, dopo le promesse ed avvenute nozze con la sua amata damigella, la Torre degli Asinelli.
Ebbene sabato 26 Ottobre alle ore 18 la squadra del Milan avrebbe dovuto incontrare nella nona giornata della serie A quella del Bologna allo stadio Dall’Ara distante due manciate di km dalle leggendarie Torri degli Asinelli ma a causa di un autentico alluvione abbattutosi sul capoluogo emiliano solo due giorni prima provocando ingenti danni il sindaco Matteo Lepore poneva il suo veto alla disputa della gara seguito nelle immediate ore successive da proposte e contro proposte frettolosamente e randomicamente emanate tanto dalla Federazione quanto da Questura, Provincia, Regione… e chi più ne ha più ne metta! Il parto di questa incondivisibile conclusione sarà solo un topolino cieco balbettante un detto di stampo manzoniano, o per meglio dire alla Don Abbondio con la salomonica frase… “questa partita non s’ha da giocare” almeno per ora e la prima data disponibile sarà soltanto a primavera quando non potremo certo prevedere, data la delicata posizione attuale, quale sarà la posizione in classifica e le ambizioni del nostro Diavolo che dalla gara non giocata contro i Felsinei e rinviata a data da destinarsi ne esce tanto cornuto, essendo stato scavalcato in classifica da Udinese, Lazio e Fiorentina, quanto mazziato avendo avuto nella gara al Dall’Ara due squalifiche da scontare da parte di due calciatori chiave quali Theo Hernandez e Rafael Leao che purtroppo dovranno pagare dazio nel delicatissimo match di San Siro contro il Napoli di Antonio Conte.
Quando il Ciuccio brucio’ il Diavolo.
Il solito molle e sovrapensieroso incipit espresso dai rossoneri nel match contro i partenopei agevola Conte ed i suoi uomini al consolidamento della leadership altresì aiutato da due bonus omaggiati per conto della Federazione date le squalifiche comminate nei confronti di due colonne rossonere quali Theo Hernandez e Tijani Reijnders che si sarebbero dovute scontare nella gara contro il Bologna se non ci fosse stata la scriteriata disposizione di non far giocare il match e che assommato al superbonus in difesa dovuto all’assenza di Matteo Gabbia fermo per risentimento muscolare, hanno dato disco verde ai partenopei che prima con Lukaku uscito vincente dalle sportellate con Pavlovic e sul finire del primo tempo con Kvarasteja
che in uno slalom degno delle migliori discese innevate riesce ad incunearsi nella burrosa linea difensiva del Milan
(Filippo ti prego dai tu da vero e storico competente qualche buona dritta!) ed uccellare il nostro pur bravo Mike Maignan.
E nonostante un secondo tempo ben giocato ed una buona mezz’ora che ha visto un Leao in campo armato di tanto impegno ma con le solite velocissime folate a rete senza purtroppo alcuna conclusione vincente, il Diavolo si ritrova
dopo 10 giornate di campionato a ben -11 dalla vetta e questo gap se pur con una gara da recuperare è decisamente extralarge. Sembrano tornate le nuvole basse e cupe di alcune campionati che fotografavano un simile distacco dopo soli 10 turni o peggio panchine finite male come quella di Montella 2017-18 esonerato a -12; Gattuso 2018-19 a -10; Giampaolo 2018-19 a – 13 poi esonerato ed eccoci a Mr. Pioli che prende lo scottante testimone dal dismesso Giampaolo e che nella stagione successiva si troverà in pieno lockdown con il suo Milan primo in classifica a +5.
Seguirà il 2021-22 l’anno del 19°scudetto dove alla 10ma gara sarà in testa a fianco del Napoli. Infine in ambo le stagioni 2022-23 e 2023-24 il Milan sarà a soli 3 punti dalla vetta.
Ma perché mai ci troviamo in questa malsana posizione? Sicuramente la sfida contro il Napoli, al di là delle assenze, ha evidenziato alcune negatività nel gioco dei rossoneri ormai da circa quattro mesi alla guida di Mr. Fonseca:
una su tutte la mancanza di incisivita’ seguita dalle frequenti distrazioni specie in difesa, insomma latita totalmente quel salis vitae che più rudemente oserei banalizzare in “cazzimma”!
In buona sostanza la squadra è mielosamente troppo soft ed in ultima analisi non sfodera mai quella punta di cinismo che, alle volte, specie quando ci si trova in affanno, potrebbe portare in porto un risultato positivo come è sempre accaduto nella gloriosa storia del nostro Diavolo. E sicuramente la scintilla iniziale ad un auspicabile cambiamento di rotta deve scoccare a partire dal trainer, il vero spinterogeno delle forze che vanno in campo e questo impulso che ha fatto mandare il motore al regime di coppia massima si è visto soltanto nel derby.
Personalmente avrei preferito perdere il settimo derby di fila ma essere in una posizione di classifica più prossima al Napoli. Temo che il prosieguo della stagione, ma vorrei tanto sbagliarmi, sia una continua montagna russa rimanendo le cose nell’attuale stato in cui versano ed un eventuale esonero di Mr. Fonseca non è detto che possa riportare la squadra ai regimi dell’anno scudettato.
Avevamo Ibrahimovic, Giroud, Tonali, Kjaier gente da copertina Panini mentre ora vedo tanta mediocrità e poca umiltà.
Il Warm Up allo U-Power.
Nel giorno della commemorazione dei defunti un Milan più morto che vivo supera di misura il Monza del nostro ex Nesta trovando il vantaggio al 43′ grazie ad un colpo di testa di Reijnders molto lesto a sfruttare un rimpallo di Izzo.
Nel primi minuti un Monza in formato Real metterà i brividi al Diavolo cominciando da un gol di Mota che verrà annullato per un fallo di ostruzione. A seguire si assisterà ad un rigore in movimento sbagliato da Daniel Maldini e ad un autentico miracolo, la parata felina di Maignan per sventare un tiro ravvicinato di Pedro Pereira.
Nel secondo tempo Fonseca concederà una mezz’ora di gioco a Rafael Leao partito ancora una volta dalla panchina per testarne il rendimento in vista della gara di martedì di Champions contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti.
E sarà proprio sui piedi del lusitano che andrà a vanificarsi il possibile raddoppio dato che dopo un gimkanico slalom partito da metà campo non riuscirà con un fulmineo scavetto a superare Turati.
Saranno tre punti d’oro per il Diavolo al termine di un match che avrebbe dovuto essere un autentico warm up in vista del match contro i Merengues.
Il nostro comune desiderio verte sicuramente all’unisono, primo: non subire, secondo: possibilmente onorare la maglia rossonera in quella che era una volta la sua casa!
Ad Maiora!
BIO: MASSIMO BALDONI
Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura degli articoli nella redazione sportiva.
Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato.
Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.
Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!
Buon Milan a tutti!
7 risposte
Grande Massimo ‼️‼️‼️e sempre forza Milan 🔴⚫️🔴⚫️
Grazie Maurizio, troppo buono!
Sempre, comunque e ovunque
Forza Milan!
Buona giornata.
Massimo 48
Gran bell’articolo, Massimo. Il titolo è già in sé esauriente.
Uno spaccato della complessa situazione del Milan alla vigilia di una partita che, ad oggi, sembra più attrattiva per la storia e il blasone delle due squadre, con il pronostico nettamente a favore dei Blancos. La palla è tonda ma gli dèi del calcio spesso non hanno tra le loro corde la pietas…speriamo bene.
Grazie Vincenzo! Confido da rossonero incallito nella metamorfosi del nostro Diavolo quando attraversa un vecchio atrio contraddistinto da due preziose colonne a forma di grandi orecchie! Sperem!!!
Buona giornata!
Massimo 48
Ottima narrazione, sia per i cenni storici sulle due torri bolognesi e sia per i commenti sul Milan.
Enorme capacità di descrizione delle fasi di gioco e delle azioni più importanti delle partite.
Creazione di nuovi aggettivi derivanti da quelli già in uso nella lingua italiana.
Ottima narrazione sia della parte storica sia fi quella sportiva.
Notevole capacità di descrivere azioni di gioco e creazione di nuovi aggettivi partendo da quelli già in uso nella lingua italiana
Grazie Dario per il tuo gentilissimo feedback.
In verità da ragazzo mi dilettavo a leggere tanti articoli del grande Gianni Brera (anche se antirossonero).
Buona giornata.
Massimo 48