“A Madrid nessuno va a letto prima di avere ucciso la notte”, cosi scrisse Hernest Hemingway nel corso di una sua vacanza trascorsa negli storici rioni di Los Barrios della capitale iberica ed un Milan in grande spolvero due sere fa ha seguito alla lettera, al cospetto di un Santiago Bernabeu in sold-out con oltre 4.000 tifosi rossoneri, quel celebre assioma evidenziando una supremazia di gioco, ritmo e qualità che dopo le altalenanti prestazioni nel nostro campionato nessuno tra i più ottimisti seguaci del Diavolo si sarebbe mai immaginato. Al nostro primo gol dopo soli 11′ quella stupenda vole’ di testa di Malick Thiaw su perfetto assist di Pulisic ho avuto un insolito presentimento, quello di rivivere le adrenaliniche emozioni vissute nel magico periodo Berlusconiano.
Nonostante il pareggio su calcio di rigore di Vinicius Jr. tutta la squadra non solo ha saputo reagire ma è letteralmente salita in cattedra imponendo i suoi ritmi con perfette geometrie di gioco. L’asfittica se pur vinta gara disputata allo U-Power di sole 72 ore prima sembra lontana anni luce esattamente come accadde in fotocopia a Settembre quando i rossoneri capitolarono col Liverpool a San Siro per 3 a 1 e soli cinque giorni dopo assistemmo alla prima camaleontica metamorfosi Fonsechiana vincendo 2 a 1 il derby, impartendo una severa lezione di calcio ai cugini scudettati ed evitando l’ombrosa onta della settima stracittadina perduta di fila.
Le successive reti di Morata al 39′ e di Reijnders al 73′, nonché la luccicante prestazione di Rafael Leao in una prestazione riflettente la sua vera caratura unitamente alle feline parate di Mike Maignan renderanno una serata, dai media pronosticata come un inevitabile Caporetto, tra le più fibrillanti e ricordevoli delle gare disputate in Champions dal nostro vecchio Diavolo in quella che per oltre mezzo secolo è stata la sua vera casa.
Parrebbe dunque che l’aria madrilena abbia agito come una fotosintesi clorofilliana, dalla panchina di Carlo Ancelotti a quella di Paulo Fonseca, un travaso di esperienza, di costruzione esattamente come avviene nel processo chimico della fotosintesi trasformante l’anidride carbonica in ossigeno puro, elemento essenziale per continuare a vivere normalmente. E così grazie a questa reazione di scambio oserei chiamare d’ora in avanti Paulo Fonseca con l’innesto del nome di Carlo Ancelotti: CarPaulo FonseLotti!!
Amici cari, buon Milan a tutti voi!
BIO: MASSIMO BALDONI
Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura degli articoli nella redazione sportiva.
Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato.
Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.
Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!
Buon Milan a tutti!
Massimo 48
2 risposte
Qui si spazia dalla chimica/ botanica ed altre nobili scienze al calcio.
Tutto ben amalgamato e con un risultato molto positivo.
Nb risultato narrativo e risultato del Milan 🤔😊👋
Grazie Dario per il tuo gentile e scientifico commento. Il mio accostamento tra le due opposte panchine del Bernabeu con il complesso ma naturale fenomeno della fotosintesi è dovuto ai ricordi delle scuole superiori dove allora un particolare Prof. Di Chimica replico’ quella lezione sulla fotosintesi per un trimestre intero fino alla nausea! Buona giornata.
Massimo 48