Una caratteristica tutta italiana, è quella di infarcire di nuove leggi materie già ampiamente regolate nel passato da altre disposizioni, una bulimia che invece di aiutare crea solo nuovi problemi.
Stessa cosa per il mondo del settore giovanile e in particolare per l’ attività di base, che a ogni stagione vede un proliferare di nuove disposizioni, alcune stipulate coi migliori intenti e alcune meno, ma tutte cercano di “proteggere” il bambino.
Ma proteggerlo da cosa?
Il portiere nei primi calci non può essere attaccato e può raccogliere il retropassaggio con le mani, col risultato che se ne vedono tantissimi e i bambini anziché prendere una iniziativa (esempio un dribbling), o stimolare lo smarcamento in aiuto di un compagno preferiscono deresponsabilizzarsi.
Il primo passaggio non lo si deve attaccare, ma a parte che lo fanno lo stesso non mi sta bene il concetto, il giocare da dietro deve essere il risultato di una analisi non un obbligo o un automatismo.
Il fuorigioco solo nelle aree di rigore negli esordienti per me non esiste, visto che i campi cominciano ad essere grandini o si amplia la zona “minata” o lo si fa come nel calcio a 11, altrimenti le “spallonate” in avanti sull’ uomo davanti all’ area diventano la norma.
Scopo dell’ introduzione della regola del fuorigioco è stato il far si che le squadre lottassero per il possesso della palla, altrimenti…
L’ auto arbitraggio è utopico, nella pratica chi è educato subisce la prepotenza di chi non lo è.
Si parla tanto di autonomia, di pensiero creativo, di unicità della persona e poi in pratica si fanno regole anche su come tagliargli la carne.
Io credo che la capacità di autoadattarsi dei bambini alle situazioni sia straordinaria.
Il calcio di alto livello prevede giocatori flessibili sia nei ruoli che nella lettura veloce delle situazioni di gioco.
E pensiamo di farlo in questo modo?
BIO: Alessandro Zauli classe 1965.
Allenatore UEFA A.
Collaboro con la rivista Il Nuovo Calcio dal 1993 per il quale ho scritto anche 4 libri.
Ho allenato e alleno in settori giovanili dilettantistici/professionistici dal 1985.
Lavoro anche come istruttore sportivo presso la Casa Circondariale di Ravenna e coi ragazzi della salute mentale.
Dal 2009 inoltre svolgo l’ attività di osservatore per i campionati di C e D