Abate si “vendica” sulla sua ex-società, ma i rossoneri non demeritano. Anzi, a inizio ripresa, ancora sull’1-0, danno l’impressione di poter recuperare. Ma nel momento migliore, il pasticcio Zukic-Raveyre innesca il gol della Ternana che chiude la partita: tanto da lavorare per Bonera
È curioso che, nello stesso periodo, sia il Milan Futuro sia la prima squadra abbiano cambiato modulo alla ricerca di un maggiore equilibrio difensivo. Fonseca ha inventato l’ubiquo Musah capace di trovarsi quasi contemporaneamente sulle tre linee: quella dei trequartisti, da esterno di destra, quella del centrocampo, da mezzala, e quella della difesa, da quinto. Con questa variante ha colto una storica vittoria a Madrid e ha cancellato l’Empoli (in mezzo, la partita contro la Juventus, un capitolo a parte nella storia del non-calcio). Più o meno nello stesso periodo, Bonera è passato alla difesa a tre, con un centrocampo a cinque e due attaccanti: con questa formazione ha superato la Torres in Coppa Italia e ha poi affrontato la Ternana di Ignazio Abate.
Anche sull’addio di Abate al Milan, comunicato frettolosamente dopo l’ultima partita della stagione, nel pomeriggio del 25 maggio, mentre io (come molti di voi che leggete) mi trovavo a San Siro per godere (si fa per dire) di un Milan-Salernitana (3-3), ci sarebbe molto da spiegare da parte della società: Abate, infatti, non ha lasciato il Milan per andare ad allenare il Manchester City, bensì una squadra di Serie C, proprio come – con ogni probabilità – avrebbe fatto se fosse rimasto a Milano, dal momento che il Milan Futuro era stato in un certo senso costruito per lui e da lui, con i ragazzi allenati a lungo prima in Under 16 e poi in Primavera. Come che sia, lo scontro diretto fra il Milan Futuro e il suo mancato allenatore è dunque arrivato, come in un revenge movie in cui l’eroe bistrattato torna per farsi giustizia, anche se il punteggio (3-0, leviamoci il pensiero) rispecchia solo in parte quanto visto in campo.
Bonera, lo abbiamo detto, ha riproposto il nuovo modulo con Raveyre in porta, i tre centrali Coubis, Minotti e Zukic, un centrocampo a quattro/cinque, con Jimenez e Bartesaghi a tutta fascia, Malaspina e Stalmach (promosso dalla Primavera) interni e Vos, l’enigmatico Vos che non ha mai più dato quella sensazione di superiorità assoluta come in Milan Futuro-Carpi, seconda di campionato, leggermente più avanzato; davanti, Longo e Sia.
La partita si mette subito male, a dispetto del gioco visto fino a quel momento: al nono minuto la Ternana batte una punizione dalla trequarti sinistra. I tre centrali si guardano fra di loro, mentre il poderoso difensore argentino della Ternana Casasola stacca solitario e la mette in rete: si tratta chiaramente di un conflitto di competenze (o più prosaicamente di un pastrocchio), tanto che i tre sembrano discutere animatamente negli attimi dopo il gol. Peccato. Il primo tempo non offre molto: il Milan prova a far girare la palla, ma non è mai pericoloso, tanto che Vos, Sia e Longo sono nominati molto raramente dal telecronista, quasi non fossero in campo. L’unico a provarci e Jimenez che, come al solito, dà l’impressione con le sue sortite palla al piede di poter arrivare dove e quando vuole: ma all’arrivo fatica a trovare i compagni.
Dopo l’intervallo, Bonera sostituisce Jimenez con Magni: è una mossa un po’ strana (anche se Magni non demerita mai, Jimenez resta il giocatore più forte della rosa: che ci sia aria di convocazione in prima squadra per la Coppa Italia?), che tuttavia non impedisce al Milan Futuro di prendere il comando del gioco: palla a terra, un fraseggio pulito e razionale e qualche bella occasione. In un caso, il gol di Longo arriva ma viene annullato (fuorigioco? Palla che supera la linea di fondo? Boh, non lo sapremo mai), nel secondo, di lì a poco, Longo ha l’occasione di calciare in porta da un passo ma il tiro esce storto. E quando i rossoneri sono al loro meglio e tutto fa pensare che il pareggio possa arrivare, arriva invece un crimine difensivo peggiore del precedente: Raveyre serve Zukic, che gli restituisce una palla sicuramente corta e forse inaspettata. A Cianci, la possente punta della Ternana, non pare vero: si avventa sullo stitico passaggio di Zukic e segna a porta vuota. La partita finisce qui. La Ternana è avanti 2-0 senza avere segnato su azione, grazie alla forte complicità dei nostri centrali. Il Milan si spegne, il bel palleggio dei primi quindici minuti del secondo tempo si rattrappisce per ragioni psicologiche comprensibili (anche se magari non condivisibili). Anzi, arriva anche il terzo gol: da calcio d’angolo il solito Casasola punisce ancora la nostra difesa.
I cambi di Bonera non servono a molto. Al 70esimo entrano Sandri e Turco per Vos e Stalmach (una punta in più, quindi), all’85esimo esce Sia ed entra Traore, che va a posizionarsi in mezzo alle due punte e non sulla fascia. Ma la partita è finita da un pezzo: il secondo gol non solo ha reso ardua l’eventuale rimonta (possibilissima sull’1-0), ma ha soprattutto stroncato il morale dei nostri ragazzi, che ci provano, certo (specie Traore, nei pochi minuti disponibili), ma con minore lucidità.
Morale: la scorbutica Ternana di Abate (troppe sceneggiate, urla e proteste su ogni fallo subìto, specie nel primo tempo, come se una squadra di ragazzini potesse malmenarla sistematicamente) vince legittimamente, ma senza che uno solo dei gol nasca da un’azione manovrata, e con 36 punti insegue il Pescara capolista a 39. Il Milan Futuro, in perfetta simmetria, si ritrova secondo dal basso, ovvero penultimo in solitaria con 12 punti, in zona playout. Se fossimo nello sport americano, dove ci sono gli assistenti allenatori specializzati per reparto, verrebbe da dire che occorre al più presto un allenatore della difesa: poi ci ricordiamo che l’ex-difensore è proprio Bonera e ci viene un po’ da piangere.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.
3 risposte
Ignazio Abate ragazzo serio e cuore Rossonero si è preso la rivincita nn sui ragazzi di Milan Futuro ma su Quei quattro scappati di casa che ci dirigono.
Non mi esprimo su Abate che è sempre stato un milanista, ma a rischio di essere ripetitivo, questa società ci sta trascinando all’età della pietra! Ho 65 anni e vivo ancora dei ricordi di Van basten dí Maldini F. Galli Baresi etc. Ma capisco anche che non si vive di solo ricordi! Un saluto a tutti i milanisti!!!
Ho cominciato a guardare dal secondo tempo e quindi ho visto in diretta il 2-0, che mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca, anche pensando al senso di vergogna provato dai diretti interessati. Credo ci sia un errore di fondo, questa squadra non e’ all’altezza e a questo punto a ogni partita la si manda allo sbaraglio. Pressappochismo, sufficienza e presunzione; ormai sembra questo il marchio di fabbrica di chi prende le decisioni al Milan.