Cos’hanno in comune Empoli e Real Madrid? Niente. Né la storia, né il valore, né gli obiettivi. Non è vero, qualcosa che le lega ce l’hanno in questa stagione, nell’ultimo mese, ma è stata una congiuntura passiva, un fattore determinato da terzi: è il Milan che ha messo Empoli e Real Madrid sullo stesso piano. Per le 2 partite, quella in Champions in trasferta e quella in campionato in casa, Fonseca si è affidato a un modulo senza il fantasista o l’attaccante sulla fascia destra, ma con un duttile cursore capace di stringere, indietreggiare, fare l’incursore. Nonostante le diverse caratteristiche tattiche e lo sbilanciamento dei valori tra gli spagnoli e i toscani, i rossoneri li hanno affrontati con lo stesso impianto, con lo stesso sistema, con lo stesso modulo. Con gli stessi uomini. Risultato: 6 gol fatti e uno solo subìto, su rigore per di più.
L’equilibratore. Sembra il titolo di un film, un giallo psicologico come del resto è stata la ricerca di quell’equilibrio di cui ha parlato Pioli per 2 anni dopo lo scudetto, di cui parla Fonseca da settimane, di cui ha parlato anche Ibra. La mancanza di equilibrio è il refrain che certifica la più grave lacuna del Milan da mesi. E chi è, l’equilibratore? Qual è la trama del film?
Parlo di Yunus Musah, il quale non è ancora sbocciato, non è ancora fiorito, rimanendo un ottimo prospetto fisico e tecnico non ancora compiuto, un ibrido “posizionale” (per dirla alla Fonseca) alla ricerca del suo ruolo per crescere e maturare. Eppure in quel dispositivo più prudente, più articolato, più compatto, è stato proprio l’americano la pedina chiave: buon incursore, si è sacrificato in un doppio lavoro di tamponamento e costruzione sulla fascia anziché in mezzo. Ha consentito a Reijnders di godere di maggiore libertà, quindi alla squadra di non perdere il suo potenziale offensivo che verte su 4 uomini: Pulisic, Leao, Morata e appunto l’olandese. Ha protetto Emerson Royal aumentandone la sicurezza, ha dato una mano a Fofana nel fare diga, ha puntellato la difesa che si schiera a 5 grazie ai suoi arretramenti e a una posizione più centrale del terzino (quando non è lo stesso Musah a piazzarsi tra Emerson e Gabbia o Thiaw o Tomori).
Ci siamo chiesti spesso perché Krunic, titolare inamovibile nelle ultime giornate della cavalcata-scudetto del 2022, fosse così prezioso per Stefano Pioli. All’epoca il Milan aveva Tonali e Kessie che garantivano lo scudo, perché non ricorrere a un altro giocatore di qualità evidente rispetto a un onesto manovale? Krunic rimase anche nella stagione 2022-2023 il grande equilibratore di Pioli, perso Kessie e alcuni connotati di compattezza che aveva offerto il Milan tricolore.
Musah e Krunic a occhio nudo sono incomparabili alla stessa maniera di Real Madrid ed Empoli? Non poi così tanto, perché potevano stare a destra o in mezzo e perché comunque il senso dell’abnegazione, dello stare a servizio della squadra, lo hanno entrambi. Quali che siano le caratteristiche (spesso individuate dall’allenatore e non dal pubblico o dai critici), non vi sono dubbi che dell’equilibratore il Milan abbia bisogno come il pane. Ed è il motivo per cui pubblico e critica sperano, confidano, auspicano che Fonseca prosegua su questa strada, Il tecnico risponde sempre di avere in testa anche quel modulo con i 4 attaccanti usati nel derby, ma che ogni avversario ha caratteristiche e potenzialità diverse.
Io la penso come Sacchi: è il Milan che deve avere la sua fisionomia e la sua identità e le debba imporre agli altri. Sta ai giocatori leggere le differenze tra una partita e l’altra, sta a loro trovare continuità, ma la strada imboccata è corretta specie se anche Chukwueze, come è avvenuto nell’ultima parte con l’Empoli e nella gara di Coppa Italia contro il Sassuolo, studierà e imparerà a fare l’equilibratore.
I più attenti obietteranno che – solo una settimana fa – avevo messo l’accento sul difetto più grave indicandolo nella personalità. Non fanno scopa equilibrio e personalità, solo che al primo possono rimediare l’allenatore con le sue mosse e i giocatori con l’attenzione, la seconda è un problema esclusivo dei giocatori.
BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.
3 risposte
Musha a me piace molto giovane promettente che fa bene sia la fase di copertura che di attacco in alcune partite con il moduli di Mister Fonseca ci dà tanto equilibrio.
Speriamo davvero che il mister trovi la quadra per portare un po’ di compattezza perchè ormai da due anni continuiamo a imbarcare gol senza pietà. È giusto dare tempo al nuovo allenatore per lavorare e trovare le soluzioni migliori e sembra che alcuni giocatori stiano rendendo bene, speriamo solo che il gruppo si compatti e che cresca ancora. Come dice Fonseca, lo scudetto è ancora a portata di mano quindi perchè non pensarci? La rosa non è sicuramente inferiore a quella di Napoli, Inter o Atalanta.
Condivido in pieno Luca! Giocatori come l’attuale Musah sono come quei pesetti in ferro che i gommisti piazzano al punto giusto per equilibrare le ruote dell’auto che in loro mancanza ed a forte velocità creerebbero
fuoriuscita dal percorso…. e il nostro Milan deve arrivare alla meta senza squilibri!
Buona giornata.
Massimo 48