LIVERPOOL-ANFIELD: LA MITICA KOP

YOU’LL NEVER WALK ALONE CANTATO DALLA KOP

Erano i primi anni 60 quasi oltre 25.000 tifosi Reds, ondeggiando sulla tribuna dietro la porta che da su Anfield Road End, alzavano nel cielo plumbeo di Liverpool le loro Bar-Scarves (sciarpe tese) biancorosse, intonando il grido LIII-VEEE-POOOLLL…talmente  potente ed ipnotico da stordire qualsiasi squadra avversaria, tanto da renderla inerme. Quel giorno il mondo del calcio, il mondo del tifo non solo inglese ma mondiale, vide nascere quella che e’ per antonomasia la “Curva” per eccellenza quel giorno nacque  “the Kop”.

Bisogna risalire ai primi del 900 per capire il perché di questo nome, quando a Spion Kop si combatte’ una famosa battaglia della guerra Anglo-Boera in Sud Africa, i britannici furono sconfitti dall’esercito Boero, molti di quei caduti erano proprio “Scousers” di Liverpool, in loro onore la tribuna più calda del tifo Reds venne denominata con il nome di quel luogo storico.

Inaugurata nel 1906, la Kop è diventata da allora parte integrante dell’identità del Liverpool ed un fattore chiave per la fama del club.

Fu costruita per celebrare il secondo campionato vinto dai Reds e per un certo periodo fu la più grande struttura a livello unico in Gran Bretagna, diventando sinonimo dell’atmosfera unica creata ad Anfield, specialmente negli anni ’60 e ’70 , quando poteva contenere fino a 25.000 persone arrivando ad accoglierne quasi 30.000 nel 1928 .

Negli anni 60 iniziò il suo mito anche in tutta europa,  in piena Beatlsmania era sovente sentire sulla tribuna cantare canzoni come She Loves you o Hey Jude. Fu nel 1963 che assunse il ruolo di protagonista assoluta la canzone per eccellenza che da sempre ne identifica più di tutte l’anima profonda di questa meravigliosa tifoseria “You’ll Never Walk Alone”, un brano di Gerry and the Pacemakers; la più bella canzone calcistica di sempre, quasi una preghiera, goffamente scimmiottata ormai dalle curve di tutto il mondo ma che non avranno mai la stessa potenza ne lo stesso marchio di fabbrica di quella cantata dai tifosi Reds.

Una canzone magica, un mantra, di una potenza emotiva che non ha eguali dove sacro e profano si fondono in un’unica cosa e, a proposito di questo, voglio raccontare un episodio che dice tutto: intervallo della famosa finale di Istanbul tra Liverpool-Milan, con i rossoneri in vantaggio per 3-0, circa trequarti dello stadio  completamente rosso iniziò a cantarla all’unisono, talmente forte, disperata, commovente, cosi’ piena d’amore, come poche volte l’avevo sentita. Conoscendo molto bene cosa possa scatenare, ebbi un brivido gelido lungo la schiena, quasi una premonizione che divento’ realtà poco dopo quando vidi Gerrard segnare il 3-1, prendere la palla sottobraccio ed urlare ai compagni C’MON …..capii che il dramma stava per compiersi…la Kop, anche se in trasferta, stava spingendo oltre l’immaginazione i suoi calciatori.

Tante battaglie epiche ad Anfield sono state sospinte da questa magica tribuna capace, come dice la leggenda, di risucchiare la palla in rete. Ricordo la semifinale del 1977 contro il St Etienne: il Liverpool doveva rimontare lo 0-1 dell’andata, al ritorno il Liverpool ribaltò il risultato, al terzo goal di David Fairclough, la Kop iniziò a fare vibrare le sue fondamenta al ritmo di un altro coro che la caratterizzava “We Shall Not Be Moved” canzone che rappresentava la determinazione di coloro che sostengono i diritti civili, riuscendo così a trascinare il Liverpool in finale di Coppa Campioni per la prima volta. Infine, come dimenticare l’incredibile rimonta al Barcellona del 2019 quando i Reds recuperarono tre gol di svantaggio sospinti dal boato impetuoso come un uragano proveniente dalla tribuna. 

La Kop ebbe un significativo cambiamento il 30 aprile 1994 con l’ultima partita davanti alla tribuna originale, con Gerry Marsden invitato a cantare You’ll Never Walk Alone prima del calcio d’inizio per celebrare l’occasione. Uno stadio in lacrime saluta la vecchia Kop che verra’ abbattuta e restaurata per conformarsi al Rapporto Taylor, che derivava dall’inchiesta successiva al disastro di Hillsborough nell’aprile 1989. Il rapporto parlava chiarissimo: non potranno più esserci settori con posti in piedi, non dovrà mai esserci una nuova Hillsborough. Quel giorno piansero Ian Rush e John Barnes, Kenny Dalglish, Joe Fagan e tanti storici calciatori, come ad esempio Billy Liddel storico attaccante Red in squadra dal 1939 al 1961, invitati all’evento.

Da qualche parte, ne sono certo, nel cielo piansero anche Bill Shankly e Bob Paisley, le cui mogli sono li in campo accompagnate sotto il braccio da Joe Fagan. Piansero insieme i giovani e vecchi, donne e bambini, tutti promettendo, quasi minacciando, che lo spirito della Kop sarebbe sopravvissuto sempre e comunque anche e sopratutto per la memoria dei 96 fratelli che morirono quel maledetto giorno a Hillsborough.

Oggi la Kop e’ scesa ad una capienza di 12.500 persone tutte a sedere e sicuramente ha perso qualcosa di quell’antico fascino, come qualcosa hanno perso tutti gli stadi inglesi cosi’ diversi, così particolari rispetto ai nostri, qui in Italia, invasi dalle terribili piste di atletica che allontanavano le curve  dal terreno di gioco. La Kop malgrado questo non ha perso totalmente il suo fascino, sicuramente io saro’ sfacciatamente di parte, ma al mondo non esistono curve nord, sud ,est ,ovest, muri gialli, torcide ed altro che possano avere la stessa magia, fascino, potenza e storia di questa mitica tribuna.

E mentre Anfield continua a cambiare e ad adattarsi agli standard attuali e moderni, questa parte dello stadio mostra ancora oggi rappresenta una testimonianza del legame eterno tra una squadra ed i suoi tifosi. La Kop rimane un punto di raccolta, fonte di motivazione e memoria della forza di tutta la comunità Reds. Che si tratti di vittorie trionfanti o di sconfitte cocenti, la Kop rimarra’ in eterno un simbolo di speranza e unità per la gente di Liverpool, unendo generazioni di tifosi nel loro amore condiviso per una partita della squadra, che orgogliosamente sentono nelle loro vene scorrere come il loro stesso sangue che e’ rosso come i colori di questo club meraviglioso…il Liverpool F.C.

Bio: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997  lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70  e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .   

3 risposte

  1. Essenza, passione, calore tutto in un articolo che Stefano ha saputo trasmettere. Squadra leggendaria e tempio del calcio unico con quel canto che è divenuto liturgia

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